Stagione 2020-2021

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speartakle
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Re: Stagione 2020-2021

Messaggio da speartakle » 21 set 2020, 19:02

jpr williams ha scritto:
21 set 2020, 18:30
Il fatto è che ritengo irragionevole trattare diversamente dal punto di vista sanitario (sanitario, non risarcitorio o assicurativo) persone che fanno materialmente la stessa cosa, ritenendo del tutto irrilevante che uno lo faccia di mestiere e l'altro per passione, ma sempre comunque all'interno di un inquadramento federale.
Comprendo benissimo che non esistano le risorse per garantire la sicurezza di tutti, ma allora, coerentemente, si dovrebbe assumere la decisione politicamente onerosa di vietare le attività per le quali non si è in grado di garantire la stessa sicurezza che viene giustamente predisposta per coloro che fanno le stesse cose esponendosi agli stessi identici rischi a livello pro.
ma i rischi non sono uguali, in Pro14 per fare un esempio giocano partite internazionali. Poi possiamo ragionare sul fatto che esistono anche situazioni molto diverse territorialemente ecc.
Però i protocolli pro sono fatti anche per queste situazioni, oltre al fatto che devono permettere di disputare il più possibile le partite per garantire la regolarità dei campionati che si basano in modo molto maggiore rispetto alle categorie dilettanti di sponsorizzazioni e soprattutto contratti TV (vedi anche le nazionali). Quei protocolli servono anche ad evitare che troppo facilmente una squadra si ritrovi in quarantena o sospenda partite.

Ripeto possiamo discutere sul fatto che a livello dilettantistico il pericolo sia ancora troppo elevato e decidere che non si giochi, ma i due mondi hanno esigenze e necessità diverse che devono essere tenute in considerazione.

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jaco
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Re: Stagione 2020-2021

Messaggio da jaco » 21 set 2020, 21:57

...non so. ...sto pensando a voce alta... protocolli rigidissimi a scuola: distanziamento, sanificazioni, entrate scaglionate, lezioni online, percorsi separati, nessuna interferenza tra le classi.... poi questi escono e fanno i concentramenti, i tornei under e fanno mischie e ruck con ragazzi che a scuola non possono neanche vedere... e della cui salute nulla si sa se non che è stato fatto un sierologico a inizio stagione .... mmmah

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Re: Stagione 2020-2021

Messaggio da ruttobandito » 21 set 2020, 22:04

jaco ha scritto:
21 set 2020, 21:57
...non so. ...sto pensando a voce alta... protocolli rigidissimi a scuola: distanziamento, sanificazioni, entrate scaglionate, lezioni online, percorsi separati, nessuna interferenza tra le classi.... poi questi escono e fanno i concentramenti, i tornei under e fanno mischie e ruck con ragazzi che a scuola non possono neanche vedere... mah....
Sembrerebbe una politica di riduzione del rischio, non potendo evitare il pericolo.
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Re: Stagione 2020-2021

Messaggio da thonk » 21 set 2020, 23:00

Garry ha scritto:
21 set 2020, 14:36
thonk ha scritto:
21 set 2020, 13:55
Garry ha scritto:
21 set 2020, 12:50
Ma l'anno scorso non è stata una cessione dei diritti (che forse non voleva nessuno...). Era la FIR che trasmetteva su YouTube e pubblicava su Facebook. Trasmissioni a spese della FIR, credo.
per amore di precisione, da quello che so c'era un accordo Fir-Facebook per testare alcuni protocolli/infrastrutture, quindi non credo che Fir abbia pagato.
Se la produzione delle trasmissioni la pagava Facebook, allora è stato un buon affare, per la FIR, a mio parere.
dubito fortemente che Facebook abbia tirato fuori un soldo.
più probabile una sorta di "pari-patta", sicuramente più vantaggiosa per Fir che per FB, IMHO.
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Re: Stagione 2020-2021

Messaggio da thonk » 21 set 2020, 23:04

ruttobandito ha scritto:
21 set 2020, 22:04
jaco ha scritto:
21 set 2020, 21:57
...non so. ...sto pensando a voce alta... protocolli rigidissimi a scuola: distanziamento, sanificazioni, entrate scaglionate, lezioni online, percorsi separati, nessuna interferenza tra le classi.... poi questi escono e fanno i concentramenti, i tornei under e fanno mischie e ruck con ragazzi che a scuola non possono neanche vedere... mah....
Sembrerebbe una politica di riduzione del rischio, non potendo evitare il pericolo.
La politica di riduzione del rischio la puoi fare quando c'è a rischio l'equilibrio economico di una nazione/regione... se ci sono fabbriche che rischiano di chiudere... qui non si può neanche parlare di professionismo! ci saranno al massimo (forse...) 50/60 dipendenti tra fisio, addetti stampa, segreterie...

se salta il campionato di rugby dispiace parecchio... ma nessuna si butta sotto ad un treno, credo.
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Re: Stagione 2020-2021

Messaggio da jpr williams » 22 set 2020, 10:01

speartakle ha scritto:
21 set 2020, 19:02
ma i rischi non sono uguali, in Pro14 per fare un esempio giocano partite internazionali. Poi possiamo ragionare sul fatto che esistono anche situazioni molto diverse territorialemente ecc.
Contesto recisamente questa tua affermazione. Non c'è nessuna differenza fra entrare in contatto fisico con qualcuno che parla inglese anzichè con uno del paesino accanto. Il problema è sapere se quello con cui entri in contatto è contagiato o no. E poichè i professionisti per forza di cose sono enormemente più testati, controllati e protetti di un qualunque non professionista ne concluderei, a rigor di logica, che sia molto più rischioso dal punto di vista del rischio di contagio per un ragazzo del Pizzighettone placcare un ragazzo del Poggio Rusco che non per uno delle zebre placcare uno del Leinster.
speartakle ha scritto:
21 set 2020, 19:02
Però i protocolli pro sono fatti anche per queste situazioni, oltre al fatto che devono permettere di disputare il più possibile le partite per garantire la regolarità dei campionati che si basano in modo molto maggiore rispetto alle categorie dilettanti di sponsorizzazioni e soprattutto contratti TV (vedi anche le nazionali). Quei protocolli servono anche ad evitare che troppo facilmente una squadra si ritrovi in quarantena o sospenda partite.
Se mi trovi da qualche parte un punto in cui io abbia scritto che i professionisti non dovrebbero godere di questo tipo di protocolli sanitari ti autorizzo a darmi del cretino.
speartakle ha scritto:
21 set 2020, 19:02
Ripeto possiamo discutere sul fatto che a livello dilettantistico il pericolo sia ancora troppo elevato e decidere che non si giochi, ma i due mondi hanno esigenze e necessità diverse che devono essere tenute in considerazione.
E infatti la differenza c'è solo dal punto di vista economico. Mentre dal punto di vista sanitario il rischio è identico, se non peggiore per i non professionisti. Quindi, in considerazione della non peregrina osservazione di @thonk circa il minimo impatto economico di un divieto delle competizioni non pro cosa se ne può concludere (imho naturalmente)? Che se si è concluso che la pratica del rugby espone ad un alto rischio di contagio (paragonabile secondo me solo a sport come pugilato o lotte varie) al punto da richiedere una severissima linea di sorbeglianza sui pro (per i quali "ce lo si può permettere) è logico concludere che laddove non è economicamente possibile garantire lo stesso livello di tutela la pratica deve essere vietata a livello federale.
Poi c'è la mia valutazione personalissima sul perchè una decisione così impopolare non sia stata presa da chi, in periodo elettorale, non voleva assumersene la responsabilità politica evitando di alienarsi voti e simpatie.
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
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Re: Stagione 2020-2021

Messaggio da jaco » 22 set 2020, 11:16

jpr williams ha scritto:
22 set 2020, 10:01
speartakle ha scritto:
21 set 2020, 19:02
ma i rischi non sono uguali, in Pro14 per fare un esempio giocano partite internazionali. Poi possiamo ragionare sul fatto che esistono anche situazioni molto diverse territorialemente ecc.
Contesto recisamente questa tua affermazione. Non c'è nessuna differenza fra entrare in contatto fisico con qualcuno che parla inglese anzichè con uno del paesino accanto. Il problema è sapere se quello con cui entri in contatto è contagiato o no. E poichè i professionisti per forza di cose sono enormemente più testati, controllati e protetti di un qualunque non professionista ne concluderei, a rigor di logica, che sia molto più rischioso dal punto di vista del rischio di contagio per un ragazzo del Pizzighettone placcare un ragazzo del Poggio Rusco che non per uno delle zebre placcare uno del Leinster.
Spear, su questo non si può non concordare con jpr.
Uno dei quarti di finale della Challenge, come sai, è stato annullato per la presenza di 4 positivi nella squadra del Castres (https://www.onrugby.it/2020/09/19/chall ... r-giocare/). Il Leicester è in semifinale senza giocare.

Senza parlare del Pizzighettone... ma un Calvisano-Colorno, un Verona- Valsugana giocate alla 4a o 5a giornata di campionato che hanno come unica tutela il sierologico fatto qualche settimana prima, come possono saper quali e quanti positivi ci possono essere in campo?
E' evidente che i Pro sono molto meano a rischio dei dilettanti...

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Re: Stagione 2020-2021

Messaggio da Mr Ian » 22 set 2020, 11:17

la sottile differenza è che ai professionisti gli puoi imporre delle limitazioni sulle loro vite personali. Ovvero, ti pago profutamente per giocare a rugby, per cui finiti gli allenamenti evita di andare a zonzo e rimani in casa.
Ai dilettanti o gli amatori questo tipo di restrizioni non sono applicabili perchè con il rugby non ci campano. Per cui intanto partiamo e vediamo che succede...

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Re: Stagione 2020-2021

Messaggio da jpr williams » 22 set 2020, 11:24

Mr Ian ha scritto:
22 set 2020, 11:17
la sottile differenza è che ai professionisti gli puoi imporre delle limitazioni sulle loro vite personali. Ovvero, ti pago profutamente per giocare a rugby, per cui finiti gli allenamenti evita di andare a zonzo e rimani in casa.
Ai dilettanti o gli amatori questo tipo di restrizioni non sono applicabili perchè con il rugby non ci campano. Per cui intanto partiamo e vediamo che succede...
Certamente.
E questo rende le competizioni fra dilettanti a più alto rischio contagio di quelle dei professinoisti.
Quindi abbiamo una ambito pro a rischio poniamo 1 con tutele poniamo 1 e un ambito non pro a rischio poniamo 1+ x con tutele 1-x.
Al posto delle x ciascuno ci metta quel che pensa. Io penso un 50 su 100.
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Re: Stagione 2020-2021

Messaggio da Mr Ian » 22 set 2020, 11:31

jpr williams ha scritto:
22 set 2020, 11:24
Mr Ian ha scritto:
22 set 2020, 11:17
la sottile differenza è che ai professionisti gli puoi imporre delle limitazioni sulle loro vite personali. Ovvero, ti pago profutamente per giocare a rugby, per cui finiti gli allenamenti evita di andare a zonzo e rimani in casa.
Ai dilettanti o gli amatori questo tipo di restrizioni non sono applicabili perchè con il rugby non ci campano. Per cui intanto partiamo e vediamo che succede...
Certamente.
E questo rende le competizioni fra dilettanti a più alto rischio contagio di quelle dei professinoisti.
Quindi abbiamo una ambito pro a rischio poniamo 1 con tutele poniamo 1 e un ambito non pro a rischio poniamo 1+ x con tutele 1-x.
Al posto delle x ciascuno ci metta quel che pensa. Io penso un 50 su 100.
ma soprattutto abbiamo la consapevolezza che quella x è espressa in euro, perchè garantire la tutela dei giocatori costa, sia ai club, che alla federazione che deve aiutare i club. Per cui la domanda è chi ha la priotità a ripartire?

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Messaggio da jpr williams » 22 set 2020, 11:46

Per me riparte chi può garantire la sicurezza.
La sicurezza si ha per la specifica pratica del rugby se si possono adottare i protocolli previsti per i pro.
Quindi laddove non si possono garantire quei protocolli non si riparte.
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Re: Stagione 2020-2021

Messaggio da Garry » 22 set 2020, 12:05

jaco ha scritto:
22 set 2020, 11:16

Spear, su questo non si può non concordare con jpr.
Uno dei quarti di finale della Challenge, come sai, è stato annullato per la presenza di 4 positivi nella squadra del Castres (https://www.onrugby.it/2020/09/19/chall ... r-giocare/). Il Leicester è in semifinale senza giocare.
Cambia la latitudine e cambia lo sport, ma il Flamengo gioca pur avendo sei positivi.

"Il bello del sesso di gruppo è che se uno vuole, può anche dormire"
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Re: Stagione 2020-2021

Messaggio da jaco » 22 set 2020, 12:13

Garry ha scritto:
22 set 2020, 12:05
jaco ha scritto:
22 set 2020, 11:16

Spear, su questo non si può non concordare con jpr.
Uno dei quarti di finale della Challenge, come sai, è stato annullato per la presenza di 4 positivi nella squadra del Castres (https://www.onrugby.it/2020/09/19/chall ... r-giocare/). Il Leicester è in semifinale senza giocare.
Cambia la latitudine e cambia lo sport, ma il Flamengo gioca pur avendo sei positivi.
Senza commenti... comunque il punto è che chi gioca contro il Flamengo almeno lo sa.
Nei nostri campionati domestici (più o meno pro, più o meno dilettantistici) no si sa nè se c'è un qualche positivo, nè quanti (eventualmente), nè chi...

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Re: Stagione 2020-2021

Messaggio da jpr williams » 22 set 2020, 12:48

Meno male che non prendiamo a prestito i protocolli sanitari da Bolsonaro...
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)

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Re: Stagione 2020-2021

Messaggio da speartakle » 22 set 2020, 17:55

jpr williams ha scritto:
22 set 2020, 10:01
Contesto recisamente questa tua affermazione. Non c'è nessuna differenza fra entrare in contatto fisico con qualcuno che parla inglese anzichè con uno del paesino accanto. Il problema è sapere se quello con cui entri in contatto è contagiato o no. E poichè i professionisti per forza di cose sono enormemente più testati, controllati e protetti di un qualunque non professionista ne concluderei, a rigor di logica, che sia molto più rischioso dal punto di vista del rischio di contagio per un ragazzo del Pizzighettone placcare un ragazzo del Poggio Rusco che non per uno delle zebre placcare uno del Leinster.
intendo che i pro, facendo l'esempio delle due franchigie o la nazionale devono entrare in contatto con nazioni diverse, dove come in francia il virus è più diffuso, fare diversi viaggi in aereo con aeroporti internazionali ecc. certo che se non ci fossero i quei protocolli il rischio di giocare contro giocatori del TOP14 sarebbe più alto per fare un esempio.

L'altro punto a cui nessuno fa riferimento è che allenarsi o giocare in Italia non è che comporta tanto più rischio per la sanità, ma questo lo stiamo facendo già da giugno, senza tamponi, se non ripartissero i campionati neanche il seriologico.
A rigor di logica manco gli allenamenti con contatto dovremmo fare.

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