Il discorso sul livellamento (alto-medio-basso?) del S10 va ovviamente a sovrapporsi a quello sulle prospettive delle istituende selezioni. A mio parere bisogna intendersi sul ruolo e la struttura del torneo: se il campionato nazionale diventa il "terzo livello" del movimento, è chiaro che si tratterebbe di una retrocessione in senso formale. Ora il discorso si sposta: è un dato ineluttabile, un'esigenza funzionale al cambiamento, oppure una sciagura irreparabile?
Essendo convinto dell'opportunità delle selezioni, propendo per la prima ipotesi: il vantaggio sarebbe che i club potrebbero dedicarsi alla gestione del vivaio, ad un'attività domestica senza costi esagerati per pagare giocatori e tecnici stranieri e ad un maggiore radicamento sul territorio che - mi pare - si sta progressivamente perdendo. E' una delle cause per cui 20 e più anni fa le tribune dei nostri impianti si riempivano (senza traino della nazionale e per partite di livello spettacolare anche più basso) e oggi ospitano pochi intimi.
In proposito ricordo un resoconto che apparve due o tre stagioni fa, allorchè i Glasgow Hawks (campioni nazionali di Scozia da tre anni) vennero in tour a Roma e si ritrovarono seppelliti di mete (7 a 3) dalla Capitolina (allora in A1) al Campo dell'Unione. Sul sito del club scozzese si espressero più o meno così: "Ma vi rendete conto che abbiamo preso la paga da quella che è, formalmente, l'11^ squadra italiana: la quale aveva in campo un paio di ex Pumas e un neozelandese che non sfigurerebbe in NPC?". Allora la Scozia aveva tre selezioni (ora solo 2) e quindi i Glasgow Hawks erano "formalmente" la 4^ forza di un movimento che, con tutti i suoi problemi, sicuramente appare più consolidato del nostro: è al tempo stesso un paradosso e la conferma che da noi si è persa la bussola, con i club impantanati in un semi-professionismo d'accatto che non porta da nessuna parte, solo alla dispersione delle risorse.
Personalmente mi ritengo un appassionato, da una quindicina d'anni cerco di vedere il maggior numero di partite possibili sulla piazza romana: continuerei a farlo, forse con maggior piacere, se andassi a vedere i prospetti più interessanti del rugby italiano e non ex giocatori stranieri ultratrentenni come succede ora.
Una parola anche sul livello arbitrale: la mia opinione è che la differenza rispetto agli altri Paesi, non è solo di numeri e di reclutamento, ma anche di background, perchè raramente i nostri arbitri hanno giocato e la loro responsabilità principale è quella che troppo spesso non riescono ad interpretare lo spirito del gioco e a seguire con cognizione di causa lo svolgimento. L'anno scorso mi è capitato di veder all'opera in S10 un arbitro romano, non uno dei più esperti in verità, che per tutta la partita non ha dato un solo vantaggio che è uno. E' chiaro che questa incapacità di interpretazione del ruolo si riflette anche sulla spettacolarità e sul ritmo delle partite: se ci fosse reclutamento tra gli ex giocatori, meglio se di buon livello (come talvolta all'estero: vedi Alain Rolland), probabilmente anche il livello del gioco si alzerebbe naturalmente.
Super 10: livella mento verso il medio ?
Moderatore: Emy77
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- gcruta
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Re: Super 10: livella mento verso il medio ?
Caro MM, continuo a dire che è un cane che si morde la coda... Se mandi a fare gli arbitri solo gente che ha giocato (magari a un livello non infimo), a che età cominciano questi (quindi dalle U15, U17, U19, C eccetera)? 25 anni? Ti ricordo che Wayne Barnes ha 29 anni ed è internazionale da 4 (quindi ha cominciato veramente da pischelletto, come direste a Roma)... Non si può ragionare più così, permettimi. Alain Rolland è l'ecezione, non la regola: Paddy O'Brian e André Watson non sono stati buoni giocatori. Bisogna investire tutti su un movimento diverso e in evoluzione. E quindi fare reclutamento di tutte le componenti: arbitri, dirigenti, quant'altro.halfback ha scritto: Una parola anche sul livello arbitrale: la mia opinione è che la differenza rispetto agli altri Paesi, non è solo di numeri e di reclutamento, ma anche di background, perchè raramente i nostri arbitri hanno giocato e la loro responsabilità principale è quella che troppo spesso non riescono ad interpretare lo spirito del gioco e a seguire con cognizione di causa lo svolgimento. L'anno scorso mi è capitato di veder all'opera in S10 un arbitro romano, non uno dei più esperti in verità, che per tutta la partita non ha dato un solo vantaggio che è uno. E' chiaro che questa incapacità di interpretazione del ruolo si riflette anche sulla spettacolarità e sul ritmo delle partite: se ci fosse reclutamento tra gli ex giocatori, meglio se di buon livello (come talvolta all'estero: vedi Alain Rolland), probabilmente anche il livello del gioco si alzerebbe naturalmente.
Tuco: "Ci... ci ri... rivedre..."
Il Biondo: "Ci rivedremo, idioti. E' per te."
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