mauott ha scritto:secondo me la chiarezza le società ce l'avrebbero anche, il problema sono i denari ... top team a parte le società fanno fatica a far quadrare i conti quando c'è da pagare il pullman delle trasferte della prima squadra (sto esagerando ma neanche tanto), figurati se possono permettersi degli educatori/allenatori professionisti per il settore propaganda ... purtroppo l'unica cosa che non manca è la buona volontà dei singoli... spesso per non dire sempre ci sono anche le competenze ma non sempre il lavoro è coordinato e continuativo visto che ognuno ha i suoi problemi e non sempre ha il tempo anche per il rugby ... se hai in mente l'organizzazione del calcio (o del basket in certe realtà) scordatela o meglio annacquala ma di moltostefanot ha scritto:Sono d'accordo che la Fir è una municipalizzata, ma questo credo sia il problema di tutte le federazioni sportive italiane.
Purtroppo c'è anche da dire che anche i club del super10 non sembrano avere una chiara visione della situazione nonchè assoluta mancanza di volontà di introdurre un qualsiasi cambiamento. Unica eccezione forse la Benetton.
Scusa, ma spiegatemi allora come fa il movimento argentino (con molti meno soldi di noi) a produrre una quantità di giocatori di valore del genere. Certo non hanno un campionato nazionale di livello eccelso, ma la qualità dei giocatori non si discute.
Il problema serio di fondo è che nessuno ha mai cercato di studiare un modello strutturato per lo sviluppo del rugby in Italia, tanto che ad un certo punto si è detto "andiamo in Magners".
Se avessimo pensato prima ad un modello di sviluppo serio e lungimirante non credo ci saremmo trovati a questo punto, con un campionato nazionale di bassa qualità che non attira spettatori, sponsor né televisioni.
Se almeno le squadre del top 10, in collaborazione con la Fir avessero impegnato tutte le loro energie a coltivare settori giovanili di buon livello invece che spendere tempo e denaro ad arruolare stranieri mediocri, allora adesso avremmo società che con un budget molto limitato potrebbero allestire rose complete e competitive e tanti giocatori italiani di qualità nel campionato.
In qualsiasi settore se non hai un minimo di programmazione di lungo periodo e capacità manageriali non fai strada sia con tanti che con pochi soldi; in particolare la sopravvivenza di un movimento sportivo non è dato tanto dai soldi ma dal vivaio, dalla dirigenza e dallo staff tecnico.
Se non hai soldi non ingaggi un sud africano o argentino, ma promuovi un giovane dal vivaio, se non lo fai vuol dire che non hai un vivaio decente, se non hai un vivaio decente vuol dire che sprechi una quantità di risorse immani (in termini economici e umani) allora tanto vale chiudere il settore giovanile, fare accordi quadro con l'argentina, importare ogni anno giovani argentini ed equipararli e sopravvivi col lavoro degli altri. Piccolo particolare: con questo metodo non riuscirai a farli crescere più di tanto i giovani e di certo gli altri movimenti non ti daranno i loro migliori giovani.
PS: questo è un ragionamento generale, un plauso a chi fa un lavoro duro con le giovanili con un budget limitato.