Ti sembra normale che cittadini italiani subiscano dei limiti per giocare nel campionato italiano?modestmouse ha scritto:Concordo al 100%. Prima si gridava allo scandalo e adesso si grida allo scandalo perchè si risolve lo scandaloTUCKER ha scritto:Credo che urga ricordare come le norme sull'italiano di formazione siano state introdotto per l'usanza di molti club di infarcirsi di italo-qualcosa, a tutti i livelli...
Vi è stato un periodo, non tanto tempo fa, in cui la differenziazione era italiano - non italiano, così ci siamo trovati con 6 stranieri e tutti gli altri italiani di passaporto. Ecco quindi che in Serie C vi erano "mitiche" squadre che non parlavano quasi italiani e in Super10 il Catania con XV giocatori di formazione estera e qualche italo-qualcosa anche in panchina...
Forse è giusto che per quanti giocano da molti anni vi sia il riconoscimento di uno status particolare, così come per gli Azzurri (a livello A, 7's e Under per 1 solo anno). Ma deve comunque essere una soluzione che va a ridursi nei tre-anni. Altrimenti il problema si riproporra. Spiace per quei giocatori, ma credo sia un male necessario.
Formazioni del S10 e nuovi limiti stranieri
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Re: Formazioni del S10 e nuovi limiti stranieri
"Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa accada. E' raro vincere in questi casi, ma qualche volta succede" (Il Buio oltre la siepe).
Metti una sera con gli amici del bar e capisci quanto è importante... la cultura del rugby.
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Re: Formazioni del S10 e nuovi limiti stranieri
siJosephK. ha scritto:Ti sembra normale che cittadini italiani subiscano dei limiti per giocare nel campionato italiano?modestmouse ha scritto:Concordo al 100%. Prima si gridava allo scandalo e adesso si grida allo scandalo perchè si risolve lo scandaloTUCKER ha scritto:Credo che urga ricordare come le norme sull'italiano di formazione siano state introdotto per l'usanza di molti club di infarcirsi di italo-qualcosa, a tutti i livelli...
Vi è stato un periodo, non tanto tempo fa, in cui la differenziazione era italiano - non italiano, così ci siamo trovati con 6 stranieri e tutti gli altri italiani di passaporto. Ecco quindi che in Serie C vi erano "mitiche" squadre che non parlavano quasi italiani e in Super10 il Catania con XV giocatori di formazione estera e qualche italo-qualcosa anche in panchina...
Forse è giusto che per quanti giocano da molti anni vi sia il riconoscimento di uno status particolare, così come per gli Azzurri (a livello A, 7's e Under per 1 solo anno). Ma deve comunque essere una soluzione che va a ridursi nei tre-anni. Altrimenti il problema si riproporra. Spiace per quei giocatori, ma credo sia un male necessario.
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Re: Formazioni del S10 e nuovi limiti stranieri
Si.JosephK. ha scritto:Ti sembra normale che cittadini italiani subiscano dei limiti per giocare nel campionato italiano?modestmouse ha scritto:Concordo al 100%. Prima si gridava allo scandalo e adesso si grida allo scandalo perchè si risolve lo scandaloTUCKER ha scritto:Credo che urga ricordare come le norme sull'italiano di formazione siano state introdotto per l'usanza di molti club di infarcirsi di italo-qualcosa, a tutti i livelli...
Vi è stato un periodo, non tanto tempo fa, in cui la differenziazione era italiano - non italiano, così ci siamo trovati con 6 stranieri e tutti gli altri italiani di passaporto. Ecco quindi che in Serie C vi erano "mitiche" squadre che non parlavano quasi italiani e in Super10 il Catania con XV giocatori di formazione estera e qualche italo-qualcosa anche in panchina...
Forse è giusto che per quanti giocano da molti anni vi sia il riconoscimento di uno status particolare, così come per gli Azzurri (a livello A, 7's e Under per 1 solo anno). Ma deve comunque essere una soluzione che va a ridursi nei tre-anni. Altrimenti il problema si riproporra. Spiace per quei giocatori, ma credo sia un male necessario.
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Re: Formazioni del S10 e nuovi limiti stranieri
Ottimo. Sono d'accordo.stefanot ha scritto:Scusate, e allora cosa dovrebbero fare tutti i giocatori italiani che hanno perso il posto in questi anni per la scriteriata esterofilia???
Non credo che si possa cambiare il regolamento perchè sono regole introdotte anche in Francia (e Inghilterra???). Chiaro che sono regole che vanno contro il libero mercato e la libera circolazione dei giocatori, e che purtroppo sono state inserite per frenare questa follia dilagante che sta portando all'atrofizzazione del movimento giovanile, ma credo che una federazione abbia anche il diritto di "preservare il prodotto locale".
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Re: Formazioni del S10 e nuovi limiti stranieri
Mi spiegate la ragione per cui ritenete giusto che un cittadino italiano subisca delle limitazioni per giocare nel campionato italiano?
"Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa accada. E' raro vincere in questi casi, ma qualche volta succede" (Il Buio oltre la siepe).
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Re: Formazioni del S10 e nuovi limiti stranieri
Per obbligare le società a formare giocatori e preservare i vivai. Ci sarebbe anche una disposizione del CONI (che andrebbe applicata da tutti gli sport di squadra) che imporrebbe di formare le rose con "non meno del 50% di giocatori provenienti dal vivaio".JosephK. ha scritto:Mi spiegate la ragione per cui ritenete giusto che un cittadino italiano subisca delle limitazioni per giocare nel campionato italiano?
Purtroppo ci si deve scontrare con la realtà che la formazione COSTA e richede ANNI, mentre la FIR ha finora sempre preferito (anche e soprattutto per la nazionale) la scorciatoia degli oriundi od equiparati, favorendo con la propria politica dei compensi e dei favori proprio le squadre che hanno sempre trascurato i vivai...
Ora si passa ad una inversione di rotta , ma si sceglie la via più semplice : si mettono delle regole restrittive -e questo costa niente- e pazienza se verrà fuori un casino ... in compenso invece di mettersi finalmente a valutare e ricompensare il lavoro di chi fa formazione e crea i futuri giocatori si pensa di togliere i migliori dai 16 anni in poi .
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Re: Formazioni del S10 e nuovi limiti stranieri
O forse è vero che un giocatore italiano di formazione italiana, raggiunta una certa età, COSTA troppo, rispetto ad un giocatore italiano di formazione argentina?
Se il problema è quello dei costi, intesi sia come costi di formazione non adeguatamente remunerati sia come costi degli stipendi dei giocatori "adulti", allora lo strumento principe è il "salary cap". Il salary cap si può facilmente determinare in termini assoluti, oppure come percentuale del fatturato, o dei diritti televisivi, eventualmente con correttivi che tengano conto delle squadre giovanili schierate e così via.
Ragionare in termini economici, richiederebbe però un reale approccio professionistico.
Se invece stiamo parlando di società dilettantistiche, e che quindi pagano semplici rimborsi spese, allora mi sembra chiaro che non debba essere posto alcun limite ai tesseramenti di giocatori di nazionalità italiana o dell'UE.
Purtroppo molte società di rugby italiane si trovano a metà del guado: dilettanti che vorrebbero fare i professionisti.
Se il problema è quello dei costi, intesi sia come costi di formazione non adeguatamente remunerati sia come costi degli stipendi dei giocatori "adulti", allora lo strumento principe è il "salary cap". Il salary cap si può facilmente determinare in termini assoluti, oppure come percentuale del fatturato, o dei diritti televisivi, eventualmente con correttivi che tengano conto delle squadre giovanili schierate e così via.
Ragionare in termini economici, richiederebbe però un reale approccio professionistico.
Se invece stiamo parlando di società dilettantistiche, e che quindi pagano semplici rimborsi spese, allora mi sembra chiaro che non debba essere posto alcun limite ai tesseramenti di giocatori di nazionalità italiana o dell'UE.
Purtroppo molte società di rugby italiane si trovano a metà del guado: dilettanti che vorrebbero fare i professionisti.
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Re: Formazioni del S10 e nuovi limiti stranieri
Come puoi immaginare Giorgio io sono stradaccordo sull'obiettivo di dare linfa ai vivai. Ma non è certo limitando la possibilità di giocare in un campionato italiano ad un italiano che si raggiunge tale obiettivo. E in ogni caso resterebbe comunque l'ingiustizia che per far giocare alcuni italiani (i "giovani") altri italiani non possono giocare. Su questo verteva la mia domanda: perché qui si sta distinguendo tra italiani e italiani istituendo un criterio distintivo per giocare che va oltre l'unico giusto: il merito.GiorgioXT ha scritto:Per obbligare le società a formare giocatori e preservare i vivai. Ci sarebbe anche una disposizione del CONI (che andrebbe applicata da tutti gli sport di squadra) che imporrebbe di formare le rose con "non meno del 50% di giocatori provenienti dal vivaio".JosephK. ha scritto:Mi spiegate la ragione per cui ritenete giusto che un cittadino italiano subisca delle limitazioni per giocare nel campionato italiano?
Purtroppo ci si deve scontrare con la realtà che la formazione COSTA e richede ANNI, mentre la FIR ha finora sempre preferito (anche e soprattutto per la nazionale) la scorciatoia degli oriundi od equiparati, favorendo con la propria politica dei compensi e dei favori proprio le squadre che hanno sempre trascurato i vivai...
Ora si passa ad una inversione di rotta , ma si sceglie la via più semplice : si mettono delle regole restrittive -e questo costa niente- e pazienza se verrà fuori un casino ... in compenso invece di mettersi finalmente a valutare e ricompensare il lavoro di chi fa formazione e crea i futuri giocatori si pensa di togliere i migliori dai 16 anni in poi .
Come giustamente dici anche tu, è la soluzione più veloce (oltre che per me sbagliata e assurdamente discriminatoria) che non fa raggiungere comunque l'obiettivo della promozione dei vivai. Se le squadre non avranno la volontà/capacità/soldi per fare i vivai non sarà certo l'eliminazione di quegli italiani formati all'estero che promuoverà i nostri giovani. Tra l'altro l'assurdo è che un italiano formato all'estero può giocare in nazionale ma non nel suo campionato nazionale. Senza tenere conto che i giovani crescono anche in presenza di concorrenza e di un livello del campionato il più possibile elevato. Togliamo gli italiani formati all'estero e il campionato, già privato dei migliori passati in Celtic, sarà ancora più scadente e ancora meno "formativo".
"Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa accada. E' raro vincere in questi casi, ma qualche volta succede" (Il Buio oltre la siepe).
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