Organizzare i campionati guardando la realtà.
Moderatore: Emy77
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Organizzare i campionati guardando la realtà.
Da sempre sono convinto che uno dei modi per alzare il tasso del rugby italiano sia quello di effettuare un campionato di franchige, senza retrocessioni, tipo Npc. Le obiezioni sono: ma come, tutti i club devono avere la possibilità di partecipare al massimo campionato... Forse una volta questo ragionamento poteva essere valido, ma ora le cose sono cambiate, e di molto. Tutti gli anni salta qualche squadra in super10, si fa fatica a trovarne una disposta a tappare il buco, altre si fondono con altri club... Una volta dovevi scannarti sul campo per essere promosso, ora ti promuovono d'ufficio e rispondi no grazie, sto bene dove sto.... Non sarebbe meglio quindi fare 10/12 franchige? Senza problemi di retrocessione nessuno piglierebbe l'argentino di 30 anni perchè piazza e non ti fa retrocedere... Probabilmente uno sponsor, vista la grande popolarità che ha raggiunto il rugby in Italia, farebbe dei ragionamenti diversi e più duraturi... Al posto di inventarsi baggianate tipo: dal 2011/2 l'apertura dev'essere solo italiana crei un percorso di crescita. Le stesse franchige partecipano ad un campionato under 18 e under 20...
Vado bene per Rialto?
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Re: Organizzare i campionati guardando la realtà.
L'idea è bella, e anche le motivazioni.
Il problema è che poi ci si lamenterebbe del fatto che il rugby viene giocato solo in alcune città, che sarebbero sempre le stesse.
E non si svilupperebbe lo sport in altre realtà, che potrebbero essere emergenti, e coinvolgere sempre più giovani ad avvicinarsi a questo sport.
Non vorrei che si rischiasse di tenere il rugby in una specie di elite, trascurando zone che di rugby ne vivono poco e che magari in futuro potrebbero avere una squadra competitiva.
La situazione attuale dei campionati non mi piace per niente, troppe rinunce, troppi fallimenti.... Ma bisogna vedere se qui le colpe sono della Fir, o di alcuni dirigenti...
Il problema è che poi ci si lamenterebbe del fatto che il rugby viene giocato solo in alcune città, che sarebbero sempre le stesse.
E non si svilupperebbe lo sport in altre realtà, che potrebbero essere emergenti, e coinvolgere sempre più giovani ad avvicinarsi a questo sport.
Non vorrei che si rischiasse di tenere il rugby in una specie di elite, trascurando zone che di rugby ne vivono poco e che magari in futuro potrebbero avere una squadra competitiva.
La situazione attuale dei campionati non mi piace per niente, troppe rinunce, troppi fallimenti.... Ma bisogna vedere se qui le colpe sono della Fir, o di alcuni dirigenti...
non credo, ergo sum
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Re: Organizzare i campionati guardando la realtà.
Io sono contrario.
Con una struttura del genere Prato non sarebbe MAI arrivata alla massima serie ed in challenge cup. Se non c'è il rischio di retrocedere mancano poi sia la spinta a migliorarsi, sia la voglia di crescere per salire di categoria , se si è fuori si è fuori...
Il Rugby italiano sta pagando oltre ovviamente la situazione di crisi generalizzata altre due cose , che invece erano perfettamente evitabili : la devalorizzazione, o meglio la disgraziatissima campagna pubblicitaria al negativo fatta dalla federazione sui campionati italiani (se fate una ricerca sulla stampa delle stagioni scorse troverete quasi in automatico le dichiarazioni di presidente ed allenatore della nazionale sul "basso livello" ecc. ecc) che ha causato una perdita consistente di sponsor ed interesse, oltre al travaso diretto di risorse dall'ex-S10 alla nazionale (Cariparma era lo sponsor dell'Overmach...)
E -più grave e dagli effetti duraturi- la mancata applicazione dei regolamenti, o meglio, l'utilizzo di tutto il sistema al fine di garantire la permanenza al potere sacrificando la correttezza ed il rispetto delle regole. E' dal passaggio del titolo sportivo dall'ex-Milan Rugby al Calvisano (in teoria possibile solo fra società della stessa provincia!) - anche in quel caso con "vittime" economiche rimaste sul campo, che sono state volutamente ignorate le regole che imponevano il rispetto degli impegni ...tantomeno la FIR è MAI intervenuta per correggere delle storture o dei veri soprusi messi in atto da alcune società (qualcuno si ricorderà del Catania che rifiutava di consegnare i cartellini degli atleti che erano andati via..)
Ma soprattutto, la colpa grave , che pagheremo per un bel pezzo , è quella di aver incoraggiato le peggiori pratiche delle società... per fare un semplice esempio, l'obbligatorietà delle giovanili è una cosa utile ed importante, ma se permetto le deleghe rompo irrimediabilmente il meccanismo virtuoso per creare invece il mercato...
Io sono convinto che può mantenere un sistema sportivo sano e competitivo , iniziando prima di tutto ad applicare le regole , con le società che devono fare una gran pulizia all'interno della loro dirigenza - cosa che diviene indispensabile nel momento in cui le regole vengono fatte rispettare (invece che premiare i furbi che fregano i creditori anticipandogli i compensi per le coppe come a Rovigo..).
Con una struttura del genere Prato non sarebbe MAI arrivata alla massima serie ed in challenge cup. Se non c'è il rischio di retrocedere mancano poi sia la spinta a migliorarsi, sia la voglia di crescere per salire di categoria , se si è fuori si è fuori...
Il Rugby italiano sta pagando oltre ovviamente la situazione di crisi generalizzata altre due cose , che invece erano perfettamente evitabili : la devalorizzazione, o meglio la disgraziatissima campagna pubblicitaria al negativo fatta dalla federazione sui campionati italiani (se fate una ricerca sulla stampa delle stagioni scorse troverete quasi in automatico le dichiarazioni di presidente ed allenatore della nazionale sul "basso livello" ecc. ecc) che ha causato una perdita consistente di sponsor ed interesse, oltre al travaso diretto di risorse dall'ex-S10 alla nazionale (Cariparma era lo sponsor dell'Overmach...)
E -più grave e dagli effetti duraturi- la mancata applicazione dei regolamenti, o meglio, l'utilizzo di tutto il sistema al fine di garantire la permanenza al potere sacrificando la correttezza ed il rispetto delle regole. E' dal passaggio del titolo sportivo dall'ex-Milan Rugby al Calvisano (in teoria possibile solo fra società della stessa provincia!) - anche in quel caso con "vittime" economiche rimaste sul campo, che sono state volutamente ignorate le regole che imponevano il rispetto degli impegni ...tantomeno la FIR è MAI intervenuta per correggere delle storture o dei veri soprusi messi in atto da alcune società (qualcuno si ricorderà del Catania che rifiutava di consegnare i cartellini degli atleti che erano andati via..)
Ma soprattutto, la colpa grave , che pagheremo per un bel pezzo , è quella di aver incoraggiato le peggiori pratiche delle società... per fare un semplice esempio, l'obbligatorietà delle giovanili è una cosa utile ed importante, ma se permetto le deleghe rompo irrimediabilmente il meccanismo virtuoso per creare invece il mercato...
Io sono convinto che può mantenere un sistema sportivo sano e competitivo , iniziando prima di tutto ad applicare le regole , con le società che devono fare una gran pulizia all'interno della loro dirigenza - cosa che diviene indispensabile nel momento in cui le regole vengono fatte rispettare (invece che premiare i furbi che fregano i creditori anticipandogli i compensi per le coppe come a Rovigo..).
- andrea12
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Re: Organizzare i campionati guardando la realtà.
A me, invece, l'idea di Zorry non dispiace affatto. Anzi la trovo intelligentemente destabilizzante; nel senso che questo sistema o si cambia del tutto o non si risana più (anche perchè le varie mafie societarie, federali, ecc, sono ormai patrimonio del rugby-Italia).
Franchige, non Club privati. E' questo che mi sembrava dicesse Zorry. Franchige vuol dire collaborazione trasversale, vuol dire continui flussi di ragazzi dove la meritocrazia diventa fondamentale, dove c'è un continuo travaso/ricambio dal club alla franchigia e viceversa,dove finalmente prevale la logica di giocare meglio e al livello più alto possibile, privilegiando il gioco e il divertimento, fregandosene (si fa per dire) del risultato; dove anche per i coach c'è la possibilità reale di e volvere (altro che patentini da 400 € a botta) Ma c'è poi, giustamente lo fa osservare Zorry che si è certamente fatto aiutare da suo Cugggino, il discorso della vendita dell'immagine, non della mercificazione delle persone, attraverso forme di sponsorizzazione più legate alla franchigia e ad interessi diffusi, piuttosto che a fatturazioni improbabili e immorali(prima o poi ci arriviamo anche a quelle ). Insomma, a mio giudizio, credo che Zorry abbia aperto una porta che non abbiamo mai valutato seriamente. In Galles ho visto che praticamente tutto il rugby giovanile gira intorno alle franchige, e questo diventa inevitabilmente un volano sia tecnico-spettacolare, che economico e gestionale. Mah, pensarci non è un peccato
Franchige, non Club privati. E' questo che mi sembrava dicesse Zorry. Franchige vuol dire collaborazione trasversale, vuol dire continui flussi di ragazzi dove la meritocrazia diventa fondamentale, dove c'è un continuo travaso/ricambio dal club alla franchigia e viceversa,dove finalmente prevale la logica di giocare meglio e al livello più alto possibile, privilegiando il gioco e il divertimento, fregandosene (si fa per dire) del risultato; dove anche per i coach c'è la possibilità reale di e volvere (altro che patentini da 400 € a botta) Ma c'è poi, giustamente lo fa osservare Zorry che si è certamente fatto aiutare da suo Cugggino, il discorso della vendita dell'immagine, non della mercificazione delle persone, attraverso forme di sponsorizzazione più legate alla franchigia e ad interessi diffusi, piuttosto che a fatturazioni improbabili e immorali(prima o poi ci arriviamo anche a quelle ). Insomma, a mio giudizio, credo che Zorry abbia aperto una porta che non abbiamo mai valutato seriamente. In Galles ho visto che praticamente tutto il rugby giovanile gira intorno alle franchige, e questo diventa inevitabilmente un volano sia tecnico-spettacolare, che economico e gestionale. Mah, pensarci non è un peccato
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- Iscritto il: 19 mag 2004, 0:00
Re: Organizzare i campionati guardando la realtà.
Come fare a mettere insieme le Franchigie , ovvero delle squadre definite a priori, senza promozioni ne retrocessioni con il merito sportivo? , diamo già troppo poca importanza al merito sportivo con liste di giocatori nazionali e squadre celtiche ...
Creiamo 10 franchige nelle posizioni attuali delle squadre di eccellenza? OK, però così impediamo per esempio che una squadra della romagna o delle marche possa nemmeno sperare di fare come il prato ...
Creiamo 10 franchige distribuite geograficamente in modo da coprire il territorio? ma funzioneranno poi quelle "paracadutate" per esempio in Puglia? o finiamo con perdere molto più di quello che si trova?
Se vogliamo fare dei cambiamenti non servono rivoluzioni ,basterebbe applicare le regole, fosse stato fatto in passato avremmo già tagliato i rami morti e si potrebbe crescere di nuovo..
Servono anche piccole azioni concrete : un esempio ? consentire il doppio tesseramento ai giovani under23, in modo da poter rendere fattibile un flusso di giocatori dalle serie inferiori alle superiori e viceversa, questo permetterebbe al sistema attuale di avere una parte dei vantaggi delle franchigie.
Creiamo 10 franchige nelle posizioni attuali delle squadre di eccellenza? OK, però così impediamo per esempio che una squadra della romagna o delle marche possa nemmeno sperare di fare come il prato ...
Creiamo 10 franchige distribuite geograficamente in modo da coprire il territorio? ma funzioneranno poi quelle "paracadutate" per esempio in Puglia? o finiamo con perdere molto più di quello che si trova?
Se vogliamo fare dei cambiamenti non servono rivoluzioni ,basterebbe applicare le regole, fosse stato fatto in passato avremmo già tagliato i rami morti e si potrebbe crescere di nuovo..
Servono anche piccole azioni concrete : un esempio ? consentire il doppio tesseramento ai giovani under23, in modo da poter rendere fattibile un flusso di giocatori dalle serie inferiori alle superiori e viceversa, questo permetterebbe al sistema attuale di avere una parte dei vantaggi delle franchigie.
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- Iscritto il: 19 mag 2004, 0:00
Re: Organizzare i campionati guardando la realtà.
Questa del doppio tesseramento potrebbe essere un vantaggio che si deve guadagnare , magari solo a chi lavora bene con le giovanili o a chi non ne delega l'attività.
la situazione attuale non premia chi lavora bene con i giovani , anzi...
la situazione attuale non premia chi lavora bene con i giovani , anzi...
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Re: Organizzare i campionati guardando la realtà.
Si potrebbe anche fare un sistema misto campionato di club (magari suddiviso in diversi gironi per abbattere i costi)+campionato di franchigie in mano alla federazione che destina tot soldi al compionato e divide gli utili con le società in base a determinati parametri. In tal modo la federazione avrebbe più peso economico e commerciale rispetto ai club (che non hanno neanche un organismo che li rappresenti). Le franchigie poi giocherebbero anche le coppe.
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- Iscritto il: 22 feb 2008, 12:37
Re: Organizzare i campionati guardando la realtà.
Io ho notato che le franchigie stanno riscuotendo molto successo tra la base cioè tra le piccole società. Se guardiamo il numero dei fiancheggiatori degli aironi sembra che ci sia molto interesse tra le piccole società ad entrare in una franchigia. Cosa succederebbe se ci fossero altre franchigie? Insomma a me sembra che mentre le società che contano si stiano ancora interrogando sull'opportunità di formare e di come formare una franchigia, le piccole società, quelle che secondo il ragionamento di giorgioxt avrebbero da perdere con la loro creazione, abbiano già deciso che il futuro e quello lì.
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- Iscritto il: 3 mag 2005, 0:00
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Re: Organizzare i campionati guardando la realtà.
Esemplare!GiorgioXT ha scritto:Io sono contrario.
Con una struttura del genere Prato non sarebbe MAI arrivata alla massima serie ed in challenge cup. Se non c'è il rischio di retrocedere mancano poi sia la spinta a migliorarsi, sia la voglia di crescere per salire di categoria , se si è fuori si è fuori...
Il Rugby italiano sta pagando oltre ovviamente la situazione di crisi generalizzata altre due cose , che invece erano perfettamente evitabili : la devalorizzazione, o meglio la disgraziatissima campagna pubblicitaria al negativo fatta dalla federazione sui campionati italiani (se fate una ricerca sulla stampa delle stagioni scorse troverete quasi in automatico le dichiarazioni di presidente ed allenatore della nazionale sul "basso livello" ecc. ecc) che ha causato una perdita consistente di sponsor ed interesse, oltre al travaso diretto di risorse dall'ex-S10 alla nazionale (Cariparma era lo sponsor dell'Overmach...)
E -più grave e dagli effetti duraturi- la mancata applicazione dei regolamenti, o meglio, l'utilizzo di tutto il sistema al fine di garantire la permanenza al potere sacrificando la correttezza ed il rispetto delle regole. E' dal passaggio del titolo sportivo dall'ex-Milan Rugby al Calvisano (in teoria possibile solo fra società della stessa provincia!) - anche in quel caso con "vittime" economiche rimaste sul campo, che sono state volutamente ignorate le regole che imponevano il rispetto degli impegni ...tantomeno la FIR è MAI intervenuta per correggere delle storture o dei veri soprusi messi in atto da alcune società (qualcuno si ricorderà del Catania che rifiutava di consegnare i cartellini degli atleti che erano andati via..)
Ma soprattutto, la colpa grave , che pagheremo per un bel pezzo , è quella di aver incoraggiato le peggiori pratiche delle società... per fare un semplice esempio, l'obbligatorietà delle giovanili è una cosa utile ed importante, ma se permetto le deleghe rompo irrimediabilmente il meccanismo virtuoso per creare invece il mercato...
Io sono convinto che può mantenere un sistema sportivo sano e competitivo , iniziando prima di tutto ad applicare le regole , con le società che devono fare una gran pulizia all'interno della loro dirigenza - cosa che diviene indispensabile nel momento in cui le regole vengono fatte rispettare (invece che premiare i furbi che fregano i creditori anticipandogli i compensi per le coppe come a Rovigo..).
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- Iscritto il: 3 mag 2005, 0:00
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Re: Organizzare i campionati guardando la realtà.
Tanto per capirsi, se mi dicessero che sono obbligato a stare in franchigia con i baresi, risponderei che sono ammattiti tuttiGiorgioXT ha scritto:Come fare a mettere insieme le Franchigie , ovvero delle squadre definite a priori, senza promozioni ne retrocessioni con il merito sportivo? , diamo già troppo poca importanza al merito sportivo con liste di giocatori nazionali e squadre celtiche ...
Creiamo 10 franchige nelle posizioni attuali delle squadre di eccellenza? OK, però così impediamo per esempio che una squadra della romagna o delle marche possa nemmeno sperare di fare come il prato ...
Creiamo 10 franchige distribuite geograficamente in modo da coprire il territorio? ma funzioneranno poi quelle "paracadutate" per esempio in Puglia? o finiamo con perdere molto più di quello che si trova?
Se vogliamo fare dei cambiamenti non servono rivoluzioni ,basterebbe applicare le regole, fosse stato fatto in passato avremmo già tagliato i rami morti e si potrebbe crescere di nuovo..
Servono anche piccole azioni concrete : un esempio ? consentire il doppio tesseramento ai giovani under23, in modo da poter rendere fattibile un flusso di giocatori dalle serie inferiori alle superiori e viceversa, questo permetterebbe al sistema attuale di avere una parte dei vantaggi delle franchigie.
- andrea12
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- Iscritto il: 2 lug 2008, 16:32
Re: Organizzare i campionati guardando la realtà.
Perfettamente d'accordo con Stewie; poi bisognerebbe capire cosa preferiscono i vari Club. Per esempio, a priori, non escluderei l'esistenza doppia di un campionato eccellenza e un campionato Franchige. L'aggregazionismo e il comunitarismo, anche di beni e servizi è certamente interessante per chi è piccolo e magi lavora qualitativamente bene ma rimane comunque invisibile, perchè le grandi fagocitano. Le grandi posso restare dove sono e le franchige farsi il loro campionato. Volendo ci potrebbe anche essere un momento in cui franchige e Club d'eccellenza si incontrano..... la stagione e potremmo pensarla da settembre a luglio con minori interruzioni (Natale e 6Nations)
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Re: Organizzare i campionati guardando la realtà.
Non mi stupisce che una parte cospicua delle piccole società sia favorevole alle franchigie:
- sono consapevoli di non poter aspirare in tempi brevi ad eccellere o a crescere;
- la franchigia permetterebbe di valorizzare i loro atleti migliori;
- la franchigia potrebbe garantire anche un ritorno di mecenati e investitori (sponsor);
- comunque per le società resterebbe uno spazio magari sino ad un livello pari alla B o alla A2.
Chi non gradisce le franchigie sono essenzialmente
- i grandi club (a meno che non siano loro la franchigia) ;
- i club minori rampanti
In ogni caso, anche definendo un campionato per franchigie o misto, occorre tenere conto alcuni fattori secondo me importanti:
1. necessario organizzare una copertura delle franchigie di tutto il territorio : "cantonizzare" i comitati più fertili, "associare2 quelli meno fertili
2. distribuire "cantoni" ed "unioni" in maniera meritoccartica : costituire un NPC italico
3. inserire nel contesto i club che restano indipendenti dalle franchigie
4. definire le regole con le quali una società entra ed esce dalle franchigie
5. organizzare una serie di campionati anche per le società affiliate alle franchigie.
- sono consapevoli di non poter aspirare in tempi brevi ad eccellere o a crescere;
- la franchigia permetterebbe di valorizzare i loro atleti migliori;
- la franchigia potrebbe garantire anche un ritorno di mecenati e investitori (sponsor);
- comunque per le società resterebbe uno spazio magari sino ad un livello pari alla B o alla A2.
Chi non gradisce le franchigie sono essenzialmente
- i grandi club (a meno che non siano loro la franchigia) ;
- i club minori rampanti
In ogni caso, anche definendo un campionato per franchigie o misto, occorre tenere conto alcuni fattori secondo me importanti:
1. necessario organizzare una copertura delle franchigie di tutto il territorio : "cantonizzare" i comitati più fertili, "associare2 quelli meno fertili
2. distribuire "cantoni" ed "unioni" in maniera meritoccartica : costituire un NPC italico
3. inserire nel contesto i club che restano indipendenti dalle franchigie
4. definire le regole con le quali una società entra ed esce dalle franchigie
5. organizzare una serie di campionati anche per le società affiliate alle franchigie.
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Re: Organizzare i campionati guardando la realtà.
A questo si aggiunge la collaborazione tecnica tra allenatori, che non mi sembra poco.Luqa-bis ha scritto:Non mi stupisce che una parte cospicua delle piccole società sia favorevole alle franchigie:
- sono consapevoli di non poter aspirare in tempi brevi ad eccellere o a crescere;
- la franchigia permetterebbe di valorizzare i loro atleti migliori;
- la franchigia potrebbe garantire anche un ritorno di mecenati e investitori (sponsor);
- comunque per le società resterebbe uno spazio magari sino ad un livello pari alla B o alla A2.
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Re: Organizzare i campionati guardando la realtà.
i campionati senza retrocessioni non hanno nessun interesse.... Vero, nessuno va a vedere 6 Nazioni, Npc, Super15.... non c'è nessuna emozione nessuno retrocede... nel campionato d'eccellenza, stadi pieni di gente che vuol vivere emozioni...
Seguire un modello dove c'è il titolo per le franchige ed uno per i club è una schifezza? La franchigia sarebbe, come in NZ, il punto di riferimento per i club... parlavo anche di squadre u.18 e u.20... C'è chi dice che le franchige son per piccoli club, non interessano ai grandi club.... qualcuno mi può fare il nome di 5 grandi club
Seguire un modello dove c'è il titolo per le franchige ed uno per i club è una schifezza? La franchigia sarebbe, come in NZ, il punto di riferimento per i club... parlavo anche di squadre u.18 e u.20... C'è chi dice che le franchige son per piccoli club, non interessano ai grandi club.... qualcuno mi può fare il nome di 5 grandi club
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Re: Organizzare i campionati guardando la realtà.
Anchio sostengo da anni l'idea delle franchigie, ma oggi proporrei una soluzione già adottata in paesi più evoluti de nostri. Le retrocesisoni avvengono tenendo conto, magari su base biennale o triennale:
Ai fini della retrocessione dovrebbero contare (secondo un peso decrescente)
a) I punti ottenuti dalla prima squadra
b) I risultati dell'Under 20
c) i risultati dell'Under 18
d) Il fair play finanziario : anche nel vituperato calcio chi tarda a pagare gli stipendi viene penalizzato
e) i risultati in Coppa Italia
f) la disciplina dei giocatori e del pubblico.
Con i risultati di b e c, ma anche dell'"e" si premierebbe il lavoro verso i giovani (rigorosamente riservate a giocatori italiani), con d e f, la serietà societaria.
Un meccanismo da studiare, certo ma potrebbe essere un idea su cui lavorare.
Ai fini della retrocessione dovrebbero contare (secondo un peso decrescente)
a) I punti ottenuti dalla prima squadra
b) I risultati dell'Under 20
c) i risultati dell'Under 18
d) Il fair play finanziario : anche nel vituperato calcio chi tarda a pagare gli stipendi viene penalizzato
e) i risultati in Coppa Italia
f) la disciplina dei giocatori e del pubblico.
Con i risultati di b e c, ma anche dell'"e" si premierebbe il lavoro verso i giovani (rigorosamente riservate a giocatori italiani), con d e f, la serietà societaria.
Un meccanismo da studiare, certo ma potrebbe essere un idea su cui lavorare.