La Leonessa si raduna e scopre le carte: tornare nel «Super 10» entro i prossimi due anni . BRESCIAOGGI
<BR>Admo, rivoluzione gallese
<BR>Marengoni rivela: «Ci ispiramo ai protagonisti del Sei Nazioni»
<BR>Burton e Tassi innesti di classe Merli e Farina baby di lusso
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<BR>di Diego Trapassi
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<BR>Parola d’ordine dimenticare la stagione 2005 chiusa con un’amara retrocessione. L’Admo Leonessa riparte dalla Serie A. Con nuovi obbiettivi. E una squadra completamente rinnovata. Unica certezza: la conferma in panchina di Nill Howell che dopo aver rinunciato a proposte all’estero ha sposato il nuovo progetto bresciano. La squadra completamente ringiovanita punta a centrare la promozione nel Super 10 entro 2 anni: «Vogliamo disputare un campionato di vertice» chiarisce Alberto Marengoni general manager dell’Admo che ieri sera al campo comunale di Rovato ha presentato ufficialmente il nuovo progetto societario.
<BR>«Cercheremo di risalire subito - sottolinea il dirigente -, ma se anche fallissimo il traguardo non importa, tenteremo l’anno successivo».
<BR>La squadra della scorsa stagione è un lontano ricordo, il nuovo corso ha spazzato via molte stelle per dare spazio ai giovani: oltre al «gioiello» Rima Wakarua approdato al Gran Parma la società ha rinunciato all’ex capitano Juan Martin Soffredini ceduto all’Overmach Parma, al pilone Tama Tuirirangi, tra i migliori nella scorsa stagione. Sono partiti anche Juan Manuel Queirolo, Anthony Lafaialiì, Maximilian Kahn, Joshua Jackson, Alberto Di Bernardo, acquistato per fare la differenza a metà stagione e costretto ad alzare bandiera bianca dopo poche settimane per un grave infortunio. Hanno fatto le valige Stefano Codo, tra i più continui in campo, Douglas Bursill, meteora che ha faticato ad inserirsi senza mai convincere, Marcos Menta, Juan Sebastian Francesio, Dion Kingi, ceduto alla Benetton Treviso, Alessandro Onori approdato al Petraca Padova.
<BR>Confermato invece il giovane Fabio Ghidini, centro di sicuro talento prelevato l’anno scorso dai «cugini» del Ghial Calvisano. L’ex giallonero sarà uno dei perni della nuova Leonessa con il mediano di mischia Davide Pastormerlo: «Ci siamo rafforzati davanti - spiega Marengoni - vogliamo una squadra pesante perchè in serie A è indispensabile. In questa categoria si pratica un gioco molto duro e dobbiamo essere in grado di reggere l’impatto. La squadra è forte e giovane, abbiamo cambiato molto ma non la direzione tecnica: confermato tutto il blocco dello staff a cominciare dall’allenatore Howells, dal suo vice Philippe Doussy, dal preparatore Michele Colosio, all’allenatore degli avanti Massimo Cuttitta».
<BR>La nuova Admo è nata da una lunga selezione: «Abbiamo visionato molti atleti - prosegue il general manager della Leonessa- abbiamo scelto la qualità tra un gruppo di giocatori provenienti da tutta Italia. Partiamo senza stranieri perchè vogliamo privilegiare un blocco in grado di salire e di ottenere poi risultati di prestigio in Super 10 con l’innesto di 5 giocatori non italiani. Comunque, se dovesse essere necessario nel corso della stagione possiamo acquistare due stranieri».
<BR>Tra i molti volti nuovi il più atteso è Kris Burton, 25enne italo australiano, 90 chili per 1 metro e 74 di «classe»: nel 2003 e nel 2004 ha militato nel North Brisbane Rugby nel campionato australiano realizzando più di 100 punti. Burton sarà affiancato da un gruppo di giovani emergenti, tra gli altri, Federico Merli, 25enne nazionale under 19, Sergio Farina, 22enne italo francese, Stefano Varrella, Riccardo Bergamin, Juan Pablo Tassi.
<BR>«La nuova squadra - sottolinea Marengoni - è quasi completamente composta da giocatori italiani. In una rosa di 29 petali 20 sono di nazionalità completamente italiana».
<BR>Con Howells confermato in panchina l’Admo proverà a costruire un progetto con un gioco e un’identità chiaro: «Cercheremo di ispirarci al Galles protagonista al Sei Nazioni, non sarà facile ma il gruppo c’è ed è forte» conclude il general manager.
<BR>La rosa: Alessandro Geddo (pilone), Juan Pablo Tassi (pilone), Renato Mattei (pilone), Emanuele Borboni (pilone), Daniele Porrino (pilone), Sergio Farina (tallonatore), Enrique Podestà (seconda), Davide Malcisi (seconda), Josè Macome (seconda), Thomas Brau (seconda), Giacomo Vigna (sette-otto), Riccardo Bergamin (flanker), Corrado Bonetti (flanker), Matias Ferreyra (flanker), Gaston Cuello (terza), Daniele Pallaro (flanker), Davide Pastormerlo (mediano di mischia), Alessandro Festa (mediano di mischia), Kris Burton (apertura), Michele Colosio (primo e secondo centro), Stefano Varrella (primo e secondo centro), Fabio Ghidini (primo centro), Lucas Salvi (centro), Emanuele Federzoni (ala), Andrea Cavalleri (ala), Pablo Vergara (estremo), Giacomo Malipiero (estremo), Federico Merli (estremo-ala).
LEONESSA 1928 BRESCIA lanciata alla riconquista del Super 10
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Presentata ieri a Rovato la nuova squadra. Dopo la retrocessione si ricomincia dai giovani e dalla conferma dello staff tecnico
<BR>La Leonessa riparte dai cuccioli
<BR>L’allenatore gallese Nyll Howells coinvolto in una scuola di pallaovale
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<BR>Alberto Pellegrini - Giornale di Brescia
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<BR>ROVATO
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<BR>Si sono ritrovati come un gruppo di ragazzi amici che tornano dalle vacanze. Qualcuno ancora con i bermuda, qualcuno un po’ sovrappeso e tutti sorridenti e felici di essere insieme per ricominciare a giocare a rugby. Questo è stato il primo giorno, ieri a Rovato, del Rugby Leonessa, che potremmo chiamare nuova Leonessa. Perché la retrocessione dello scorso anno, che ha fatto male e molto a tutti, è stata poi utilizzata dai dirigenti per promuovere una «rinascita» della squadra. E così si è partiti dallo staff tecnico, confermando Nyll Howells e garantendo così una conduzione della squadra di assoluto livello. Poi la parola d’ordine è stata «Giovani», e l’età media della squadra che affronterà quest’anno la serie A è bassa, molto bassa: «Quattro anni fa - dice la terza linea Corrado Bonetti - ero il più giovane in questa squadra, ora ce ne sono solo due più vecchi di me. E ho 29 anni!». Scorrendo la rosa della Leonessa per il campionato 2005-2006, si nota non solo la data di nascita molto vicina di quasi tutti i giocatori, ma anche l’assenza di stranieri. O meglio ci sono nove giocatori di origine straniera, ma con passaporto italiano e quindi italiani a tutti gli effetti. Ciò che invece non è una novità è il clima che si respira alla Leonessa, sul campo di Rovato, ad allenamento appena finito. È il clima di questa squadra che, forse non lo si può dire a voce troppo alta, ma pare aver guadagnato qualcosa retrocedendo. Forse un passo indietro salutare per far ripartire quel «progetto Leonessa» che aveva fatto nascere la società dall’unione di altre due. Il progetto prevedeva proprio una squadra leader circondata dalle giovanili di varie società da utilizzare come serbatoio e come stimolo per far davvero funzionare quello che tutti i rugbisti chiamano «il movimento» del rugby, che tutti sanno bene cosa è ma che nessuno ha mai visto funzionare bene, almeno in Italia. Ma non è tutto, perché Nyll Howells è stato coinvolto anche nel «progetto Accademia», un’idea tutta rovatese che dovrebbe portare a una specie di super scuola di rugby molti giovani giocatori di numerose società bresciane. Giovani quindi, e italiani. Per un campionato che, secondo qualche dirigente, dovrà essere «di vertice», ma che forse sarà solo un bel campionato di serie A, giocato bene. Nessuno si illude, forse perché nessuno rimpiange davvero la «top ten» e ha fretta di tornarci. Perché questo clima, forse, sul gradino più alto del rugby italiano è impossibile. Così da ieri il Rugby Leonessa ha iniziato ad allenarsi. Tra le novità in campo c’è anche qualche star, ma nessuno, né tra i dirigenti né tra i giocatori, vuole porre l’accento sulle punte di diamante. E così nessuno ti dice che Kris Burton, estremo-ala italo australiano di 25 anni, nel Queensland ha giocato come capitano per un paio d’anni nel 2003 e 2004, segnando più di 100 punti in quel campionato e che ha fatto parte dei Barbarians australiani. Forse vogliono che tutti lo scoprano sul campo. Cosa vale quel Kris Burton e cosa vale tutto il Rugby Leonessa.
<BR>La Leonessa riparte dai cuccioli
<BR>L’allenatore gallese Nyll Howells coinvolto in una scuola di pallaovale
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<BR>Alberto Pellegrini - Giornale di Brescia
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<BR>Si sono ritrovati come un gruppo di ragazzi amici che tornano dalle vacanze. Qualcuno ancora con i bermuda, qualcuno un po’ sovrappeso e tutti sorridenti e felici di essere insieme per ricominciare a giocare a rugby. Questo è stato il primo giorno, ieri a Rovato, del Rugby Leonessa, che potremmo chiamare nuova Leonessa. Perché la retrocessione dello scorso anno, che ha fatto male e molto a tutti, è stata poi utilizzata dai dirigenti per promuovere una «rinascita» della squadra. E così si è partiti dallo staff tecnico, confermando Nyll Howells e garantendo così una conduzione della squadra di assoluto livello. Poi la parola d’ordine è stata «Giovani», e l’età media della squadra che affronterà quest’anno la serie A è bassa, molto bassa: «Quattro anni fa - dice la terza linea Corrado Bonetti - ero il più giovane in questa squadra, ora ce ne sono solo due più vecchi di me. E ho 29 anni!». Scorrendo la rosa della Leonessa per il campionato 2005-2006, si nota non solo la data di nascita molto vicina di quasi tutti i giocatori, ma anche l’assenza di stranieri. O meglio ci sono nove giocatori di origine straniera, ma con passaporto italiano e quindi italiani a tutti gli effetti. Ciò che invece non è una novità è il clima che si respira alla Leonessa, sul campo di Rovato, ad allenamento appena finito. È il clima di questa squadra che, forse non lo si può dire a voce troppo alta, ma pare aver guadagnato qualcosa retrocedendo. Forse un passo indietro salutare per far ripartire quel «progetto Leonessa» che aveva fatto nascere la società dall’unione di altre due. Il progetto prevedeva proprio una squadra leader circondata dalle giovanili di varie società da utilizzare come serbatoio e come stimolo per far davvero funzionare quello che tutti i rugbisti chiamano «il movimento» del rugby, che tutti sanno bene cosa è ma che nessuno ha mai visto funzionare bene, almeno in Italia. Ma non è tutto, perché Nyll Howells è stato coinvolto anche nel «progetto Accademia», un’idea tutta rovatese che dovrebbe portare a una specie di super scuola di rugby molti giovani giocatori di numerose società bresciane. Giovani quindi, e italiani. Per un campionato che, secondo qualche dirigente, dovrà essere «di vertice», ma che forse sarà solo un bel campionato di serie A, giocato bene. Nessuno si illude, forse perché nessuno rimpiange davvero la «top ten» e ha fretta di tornarci. Perché questo clima, forse, sul gradino più alto del rugby italiano è impossibile. Così da ieri il Rugby Leonessa ha iniziato ad allenarsi. Tra le novità in campo c’è anche qualche star, ma nessuno, né tra i dirigenti né tra i giocatori, vuole porre l’accento sulle punte di diamante. E così nessuno ti dice che Kris Burton, estremo-ala italo australiano di 25 anni, nel Queensland ha giocato come capitano per un paio d’anni nel 2003 e 2004, segnando più di 100 punti in quel campionato e che ha fatto parte dei Barbarians australiani. Forse vogliono che tutti lo scoprano sul campo. Cosa vale quel Kris Burton e cosa vale tutto il Rugby Leonessa.
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<BR> 31-07-2005 alle ore 10:14, shadowuncles wrote:
<BR>repetto è andato al Sannio.
<BR>Il Sannio quest\'anno sta facendo una squadra competitiva, dicono che vogliono salire.
<BR>
<BR>Si, fanno la scalata...... quella del Monte Bianco!!
<BR> 31-07-2005 alle ore 10:14, shadowuncles wrote:
<BR>repetto è andato al Sannio.
<BR>Il Sannio quest\'anno sta facendo una squadra competitiva, dicono che vogliono salire.
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<BR>Si, fanno la scalata...... quella del Monte Bianco!!