nel rugby è entrato il denaro da ormai almeno un ventennio. il punto di inizio lo fisserei con l'entrata di murdock e di sky nel rugby mondiale, il quale mise sul tavolo un'impaccata di milioni che convinse tutti della necessità di professionalizzare almeno una certa fetta del rugby medesimo. e cioè coloro che venivano trasmessi nei suoi canali. da allora tutto cambiò.
ora siamo nell'epoca dei fondi di investimento. dopo il sei nazioni, vogliono comprarsi pure gli all blacks. nel prossimo intervento inserirò un articolo che descrive quest'ultimo tentativo e la disperatissima difesa dei giocatori, delle associazioni di giocatori, di alcuni appassionati. la federazione è al verde ma i giocatori neozelandesi si sono uniti al grido: la haka non si vende!
il vil denaro e il rugby
Moderatore: Emy77
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Re: il vil denaro e il rugby
"Per quanto vi sembrerà strano, ci sono giocatori professionisti che preferiscono rischiare di essere pagati di meno e persino di perdere il contratto invece che vendere la storia della maglia tutta nera con la felce argentea che spicca sul loro petto. Invece che guerreggiare con orgoglio la Haka, la danza Maori, per arricchire qualcuno che non fa parte degli All Blacks, la nazionale più vincente in assoluto da quando l'uomo ha trovato il tempo di fare sport.
Il braccio di ferro infiamma la Nuova Zelanda che almeno s' è lasciata alle spalle il Covid: da una parte la Federazione che piange perdite pesanti (45 milioni di euro, un terzo del budget), dall'altra l'associazione dei giocatori che con una lettera di 8 pagine ha bocciato la favolosa offerta di 276 milioni di euro che il fondo americano Silver Lake ha messo sul piatto per il 15% dei diritti commerciali degli All Blacks (danza Maori compresa) che valgono un Perù, tanto che aziende come l'Adidas riservano contratti ultradecennali solo ai tutti neri, nel tempo libero vestiti dalla veneta Replay.
Per il fondo Usa il marchio tutto nero, in cui s' identifica anima e corpo una nazione di 4,5 milioni di abitanti agli antipodi dell'Italia, è fra i primi 5 al mondo e vale 1,7 miliardi di euro (il colosso Manchester United arriva a 3,1). Il rugby a 15, insomma, è diventato professionistico solo nel 1995 e disputa la Coppa del Mondo solo dal 1987 (Inghilterra e Irlanda erano contro!), ma ha bruciato in fretta le tappe salvo poi scoprire che per tenere in piedi la baracca serve un mucchio di soldi. Ed ecco l'americano Cvc che ha appena comprato con 350 milioni di euro il 14% del Sei Nazioni, per dire della corsa al rugby di questi fondi che mirano al sodo, al profitto.
Adesso l'Union neozelandese tre volte campione del mondo (record) insiste sul fatto che non perderà il controllo del vapore e che quei dollari saranno benedetti anche per diffondere il rugby fra i giovani kiwi. «Non vendiamo 129 anni (in realtà 133, ndr) anni di Storia - scrive però l'associazione dei giocatori, donne comprese - e il talento e i risultati raggiunti perché siamo quelli che siamo: nessun altro l'ha fatto perché nessun altro avrebbe potuto farlo».
La polemica coinvolge ovviamente anche l'Haka, anche se va ricordato che dopo le prime e un po' impacciate esibizioni nei tour dal 1888 in poi, solo dal 1987, in occasione dei primi mondiali in casa, la danza-rito di guerra Maori ha guadagnato la fama mondiale finendo per assumere - neozelandesi contenti dei contanti - anche le connotazioni di un marchio commerciale.
IL SEI NAZIONI Le iniezioni di denaro nel corpaccione del rugby del resto hanno già innescato parecchie varianti e non tutte propriamente positive, vedi l'amara emigrazione dei giovanissimi talenti dalle povere isole del Pacifico (prima tappa spesso in Nuova Zelanda e poi Inghilterra e Francia)oppure la lievitazione dei fisici dei giocatori pro' che produce scontri micidiali. Un'avvisaglia che toccò il mito e lo spirito stesso del gioco risale poi al 1993. Per 110 (centodieci) anni il Torneo allora delle 5 Nazioni aveva prosperato in ogni senso anche senza classifica, compilata solo dai giornali.
L'unico coppa era la Calcutta disputata fra Inghilterra e Scozia, tutti gli altri trofei erano virtuali, frequenti gli ex aequo (due punti per la vittoria e uno per il pareggio) senza che alcuno facesse una piega o festeggiasse un grammo di meno: Grand Slam, Triplice Corona, l'anglosassone che batte le altre 3; Cucchiaio di legno, tutti ko. Meraviglioso e unico.
Nel 1973 fecero festa in cinque: tutti primi a quota 4 punti. Un capolavoro. Ma nel 1993 lo sponsor del Torneo, una banca, volle più visibilità e cesellò una coppa che non poteva essere divisa, così si introdusse la differenza punti fatti/subiti, e poi 4 anni fa, il cervellotico punteggio australe e i bonus. Ecco stravolta l'anima del Torneo ora identico agli altri. Ecco l'amore per la Storia del gioco che difendono, più del loro stipendio, i giocatori All Blacks." *
*Paolo Ricci Bitti per “il Messaggero
Il braccio di ferro infiamma la Nuova Zelanda che almeno s' è lasciata alle spalle il Covid: da una parte la Federazione che piange perdite pesanti (45 milioni di euro, un terzo del budget), dall'altra l'associazione dei giocatori che con una lettera di 8 pagine ha bocciato la favolosa offerta di 276 milioni di euro che il fondo americano Silver Lake ha messo sul piatto per il 15% dei diritti commerciali degli All Blacks (danza Maori compresa) che valgono un Perù, tanto che aziende come l'Adidas riservano contratti ultradecennali solo ai tutti neri, nel tempo libero vestiti dalla veneta Replay.
Per il fondo Usa il marchio tutto nero, in cui s' identifica anima e corpo una nazione di 4,5 milioni di abitanti agli antipodi dell'Italia, è fra i primi 5 al mondo e vale 1,7 miliardi di euro (il colosso Manchester United arriva a 3,1). Il rugby a 15, insomma, è diventato professionistico solo nel 1995 e disputa la Coppa del Mondo solo dal 1987 (Inghilterra e Irlanda erano contro!), ma ha bruciato in fretta le tappe salvo poi scoprire che per tenere in piedi la baracca serve un mucchio di soldi. Ed ecco l'americano Cvc che ha appena comprato con 350 milioni di euro il 14% del Sei Nazioni, per dire della corsa al rugby di questi fondi che mirano al sodo, al profitto.
Adesso l'Union neozelandese tre volte campione del mondo (record) insiste sul fatto che non perderà il controllo del vapore e che quei dollari saranno benedetti anche per diffondere il rugby fra i giovani kiwi. «Non vendiamo 129 anni (in realtà 133, ndr) anni di Storia - scrive però l'associazione dei giocatori, donne comprese - e il talento e i risultati raggiunti perché siamo quelli che siamo: nessun altro l'ha fatto perché nessun altro avrebbe potuto farlo».
La polemica coinvolge ovviamente anche l'Haka, anche se va ricordato che dopo le prime e un po' impacciate esibizioni nei tour dal 1888 in poi, solo dal 1987, in occasione dei primi mondiali in casa, la danza-rito di guerra Maori ha guadagnato la fama mondiale finendo per assumere - neozelandesi contenti dei contanti - anche le connotazioni di un marchio commerciale.
IL SEI NAZIONI Le iniezioni di denaro nel corpaccione del rugby del resto hanno già innescato parecchie varianti e non tutte propriamente positive, vedi l'amara emigrazione dei giovanissimi talenti dalle povere isole del Pacifico (prima tappa spesso in Nuova Zelanda e poi Inghilterra e Francia)oppure la lievitazione dei fisici dei giocatori pro' che produce scontri micidiali. Un'avvisaglia che toccò il mito e lo spirito stesso del gioco risale poi al 1993. Per 110 (centodieci) anni il Torneo allora delle 5 Nazioni aveva prosperato in ogni senso anche senza classifica, compilata solo dai giornali.
L'unico coppa era la Calcutta disputata fra Inghilterra e Scozia, tutti gli altri trofei erano virtuali, frequenti gli ex aequo (due punti per la vittoria e uno per il pareggio) senza che alcuno facesse una piega o festeggiasse un grammo di meno: Grand Slam, Triplice Corona, l'anglosassone che batte le altre 3; Cucchiaio di legno, tutti ko. Meraviglioso e unico.
Nel 1973 fecero festa in cinque: tutti primi a quota 4 punti. Un capolavoro. Ma nel 1993 lo sponsor del Torneo, una banca, volle più visibilità e cesellò una coppa che non poteva essere divisa, così si introdusse la differenza punti fatti/subiti, e poi 4 anni fa, il cervellotico punteggio australe e i bonus. Ecco stravolta l'anima del Torneo ora identico agli altri. Ecco l'amore per la Storia del gioco che difendono, più del loro stipendio, i giocatori All Blacks." *
*Paolo Ricci Bitti per “il Messaggero
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Re: il vil denaro e il rugby
L'opinione di Wayne Smith e Kirwan:
https:/www.facebook.com/watch/?v=309214243962105
Il durissimo è argomentato attacco ai giocatori di un giornalista nz:
https://www.rugbypass.com/news/hard-to- ... ning-body/
https:/www.facebook.com/watch/?v=309214243962105
Il durissimo è argomentato attacco ai giocatori di un giornalista nz:
https://www.rugbypass.com/news/hard-to- ... ning-body/
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Re: il vil denaro e il rugby
è la generazione che l'ha fatto per amore che si sta ribellando a questi fondi. una parte di questi- i morti e i più anziani - non volevano il mondiale! poi lo squalo li ha mangiati tutti. c'è una parte del loro pensiero logico che ha presa pure sui giovani e in generale sull'opinione pubblica (!), sono loro i difensori dell' idea arcaica dello sport come passatempo. o come momento di significato esistenziale e sociale. dopo gli originals abbiamo la generazione dei ricordi degli originals, i templari della haka.
arrivano i soldi addio anime belle.
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Re: il vil denaro e il rugby
"... Da più di venticinque anni divido la mia stanza con degli esemplari di sciama, un uccello che secondo l'opinione del mio maestro, Oscar Heinroth, confermata dalla mia esperienza personale, è il più grande 'artista' fra tutti gli uccelli canori.
È sorprendente che esso crei le armonie più belle e più complesse quando sta giocando.
In tutti i passeri il canto ha una certa parentela con il gioco, e ciò in misura tanto maggiore, quanto più è dotata di facoltà mimetiche la specie considerata.
L'uccello in riposo, che, con quel suo atteggiamento rilassato del piumaggio sembra quasi mezzo assopito, 'gioca' con combinazioni sempre nuove dei vari suoni che riesce a emettere.
Proprio come le creazioni dell'uomo subiscono una decisiva perdita di valore artistico se vengono messe al servizio di uno scopo pratico, così il canto dello sciama subisce una grave caduta del suo valore estetico se l'uccello diviene preda di uno stato di intensa eccitazione, come quando deve difendere il proprio nido, oppure durante il corteggiamento, insomma, quando il suo canto viene inserito in un comportamento diretto a uno scopo e viene asservito al raggiungimento dello scopo stesso". (KONRAD LORENZ - "Il Declino dell'uomo")
Anche il rugby è arte, o almeno lo è stato.
È naturale che sia iniziata la sua corruzione quando si è messo al servizio di interessi economici, e il declino diventa sempre più evidente
È sorprendente che esso crei le armonie più belle e più complesse quando sta giocando.
In tutti i passeri il canto ha una certa parentela con il gioco, e ciò in misura tanto maggiore, quanto più è dotata di facoltà mimetiche la specie considerata.
L'uccello in riposo, che, con quel suo atteggiamento rilassato del piumaggio sembra quasi mezzo assopito, 'gioca' con combinazioni sempre nuove dei vari suoni che riesce a emettere.
Proprio come le creazioni dell'uomo subiscono una decisiva perdita di valore artistico se vengono messe al servizio di uno scopo pratico, così il canto dello sciama subisce una grave caduta del suo valore estetico se l'uccello diviene preda di uno stato di intensa eccitazione, come quando deve difendere il proprio nido, oppure durante il corteggiamento, insomma, quando il suo canto viene inserito in un comportamento diretto a uno scopo e viene asservito al raggiungimento dello scopo stesso". (KONRAD LORENZ - "Il Declino dell'uomo")
Anche il rugby è arte, o almeno lo è stato.
È naturale che sia iniziata la sua corruzione quando si è messo al servizio di interessi economici, e il declino diventa sempre più evidente
"La vita è quello che non esisterà mai sotto il fascismo: libertà, creazione, sincerità, verità, bellezza e volto umano"
R.I.P. Pavel Kushnir - pianista russo morto in carcere, vittima del fascismo russo