Unioni di clubs per la Heineken Cup ?

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

Moderatore: Emy77

fausto
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Messaggio da fausto » 11 mar 2004, 15:41

Scherzi a parte penso che il più grosso ostacolo possa derivare dai Club.
<BR>Pensate al Benetton, Calvisano o Viadana. Avrebbero molti giocatori selezionati nelle proprie province e si troverebbero a giocare molto spesso senza i loro gioelli.
<BR>Per il Rugby Nazionale sarebbe positivo perchè così i vari Zullo&C potrebbero giocare più spesso.
<BR>Se i club, in particolare i più blasonati, accettassero di buon grado una proposta del genere tutti ne avremmo da guadagnare.
<BR>Ci sarebbe un livellamento in basso del Super 10 a fronte, però, di un innalzamento globale del livello di coloro che farebbero parte delle selezioni.
<BR>Allora, chi telefona a Dondi ?

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jaco
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Messaggio da jaco » 11 mar 2004, 15:44

Dal sito della LIRE che comunica le decisioni del consiglio del 24/02/2004:
<BR>
<BR>\"... In materia di Coppe europee, la LIRE, prese in esame le proposte elaborate dalla Commissione Attività Tecniche di Lega, ha definito di non limitare nel numero la partecipazione dei club associati alle competizioni previste dalla ERC nel 2004/05, evidenziando però l’esigenza modificare la forma di partecipazione delle squadre italiane tale da favorirne l’incremento in termini di competitività. Rimarrebbe nella sostanza invariato il criterio di partecipazione alla Heineken Cup, alla quale avranno diritto di accedere le squadre finaliste del Super 10 con proprie denominazioni; alle stesse verrebbe però lasciata la possibilità di utilizzare elementi provenienti da altri non partecipanti ad altre competizioni europee. Per quanto riguarda la Challenge Cup, è stata definita la possibilità di costituire “Selezioni” liberamente formate dai club associati alla LIRE, secondo un criterio di territorialità. Nel corso dei lavori hanno manifestato l’esigenza di avviare da subito dei contatti in tal senso i club Safilo Petrarca Padova e ARD Rugby Rovigo, Conad L’Aquila e Rugby Roma. L’Assemblea, in accordo con il Vice presidente Sandro Manzoni (Delegato LIRE presso il Board della ERC), ha fissato la data limite del 30 Aprile 2004 per effettuare comunicazioni ufficiali in tal senso, e procedere all’inoltro di istanza ufficiale al Board della ERC precedentemente alla definizione del format dei tornei 2004/05. La partecipazione di tali selezioni non modificherà la suddivisione dei proventi relativi destinati ai club, che rimangono definiti su base proporzionale in funzione della partecipazione alla Heineken Cup o alla Challenge Cup.
<BR>
<BR><!-- BBCode Start --><B>Per quanto riguarda la Challenge Cup, è stata definita la possibilità di costituire “Selezioni” liberamente formate dai club associati alla LIRE, secondo un criterio di territorialità. Nel corso dei lavori hanno manifestato l’esigenza di avviare da subito dei contatti in tal senso i club Safilo Petrarca Padova e ARD Rugby Rovigo, Conad L’Aquila e Rugby Roma.</B><!-- BBCode End -->
L'ignorante sa tant, l'inteigente sa poc, el saggio sa nient. EL MONA SA TUT!

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jaco
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Messaggio da jaco » 11 mar 2004, 15:46

Scusate... ho fatto un po\' di casino, ma il concetto mi sembra chiaro: ci stanno pensando seriamente!
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giancarlo
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Messaggio da giancarlo » 11 mar 2004, 15:48

Mi sembrerebbe piu\' corretto e comprensivo di tutti fare una divisione tipo:
<BR>Nord-Est (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Agige)
<BR>Nord-Ovest (Lombardia, Piemonte, Liguria, Val D\'Aosta)
<BR>Centro (Emilia Romagna, Toscana, Marche)
<BR>Centro-Sud (Le altre regioni)
<BR>
<BR>E\' vero che oggi come oggi questo equivale a Veneto, Lombardia, Emilia, Lazio&Abruzzo, ma domani non si puo\' mai sapere.
<BR>Poi potrebbe essere interessante convocare in queste squadre per luogo di nascita e non per club di appartenenza.

run
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Messaggio da run » 11 mar 2004, 16:00

Le aggregazioni geografiche possono essere un criterio valido fino a un certo punto (anche se anch\'io all\'inizio ho tracciato un\'idea di una squadra lombarda, una veneta e così via considerando la concentrazione di club presenti in quelle regioni). In realtà forse club più importanti e solidi (vedi Treviso) potrebbero pure permettersi di andare in coppa da soli, ma altri club (indipendentemente dalla loro area geografica) potrebbero trovare allettante l\'idea di unire le forze nelle partite di coppa. Quindi forse l\'effettivo peso finanziario, organizzativo e sportivo potrebbe rappresentare un valido criterio nel considerare eventuali fusioni. Quanto al super10 credo che possa rimanere così com\'è (anche se pure qui qualche sinergia fra club vicini si potrebbe trovare, almeno a livello di vivaio). Forse Parma è una realtà un po anomala con due squadre nel super10, ma non conosco la situazione locale per dare un giudizio.
<BR>Buon Rugby a tutti

pam
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Messaggio da pam » 11 mar 2004, 17:15

A Parma, se non si sono bevuti tutti il cervello, sarebbe l\'ideale fare la squadra unica per la coppa...e non ritengo scandaloso ipotizzare che possa essere una prova generale per qualcosa di più.
<BR>La contiguità geografica aiuta senz\'altro verso diversi obiettivi:
<BR>- contenimento dei costi,
<BR>- mantenimento di livello competitivo.
<BR>Se gli anglosassoni, che prima di noi hanno iniziato a giocare a rugby e vantano bacini di utenza ben maggiori, hanno preso questa strada...
<BR>buona serata
<BR>pam
RADICITUS NUX VICTORIA CONSTANTER.

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Willimoski
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Messaggio da Willimoski » 12 mar 2004, 10:12

Tra l\'altro la proposta di Run è già stata fatta da Padova-Rovigo ed è stata attuata dalla federazione Gallese.
<BR>
<BR>E\' stata adottata credo anche dal Portogallo nella Shield Cup
<BR>
<BR>\"da secoli siam derisi, perchè siam divisi .....\"
<BR>
<BR>
Advance Australian Fair !

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jaco
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Messaggio da jaco » 12 mar 2004, 10:17

Scusate ribadisco:
<BR>Comunicato LIRE sull\'assemblea svolta in data 24/02/2004:
<BR>
<BR>[...] Per quanto riguarda la Challenge Cup, è stata definita la possibilità di costituire “Selezioni” liberamente formate dai club associati alla LIRE, secondo un criterio di territorialità. Nel corso dei lavori hanno manifestato l’esigenza di avviare da subito dei contatti in tal senso i club Safilo Petrarca Padova e ARD Rugby Rovigo, Conad L’Aquila e Rugby Roma [...]
<BR>
<BR>Entro aprile l\'esame delle prproste e la decisione se puntare sulle selezioni o no in challenge cup. OK?
<BR>
<BR>
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Messaggio da Willimoski » 12 mar 2004, 10:25

Credo che la strada proposta dalla LIRE sia quella più corretta: devono essere scelte \"libere\", qualcuno comincia, gli altri seguiranno.
<BR>
<BR>Chiaro che Padova-Rovigo, Roma-L\'aquila e anche Parma-Parma sia la strada migliore (ma perchè non Parma-Parma-Viadana ?)
<BR>
<BR>Ovviamente devono essere squadre di livello simile (non credo che Calvisano potrebbe essere interessata a fondersi con Brescia)
<BR>
<BR>
Advance Australian Fair !

run
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Messaggio da run » 12 mar 2004, 10:46

Nella premessa iniziale, quando ho aperto la discussione, ho citato il fatto che l\'idea delle fusioni per le coppe era già stata presa in considerazione e valutata a vari livelli, che poi sino quelli che devono gestire la cosa. In realtà il mio intento era quello di vedere quanto tale idea (quale che sia poi la soluzione adottata) fosse recepita positivamente dalla base degli appassionati. Per fare un parallelo con il calcio (ogni tanto ci tocca, ahimé) dubito che le tifoserie tradizionali possano approvare una cosa simile (vivendo a Roma immagino cosa accadrebbe se qualcuno pensasse ad una fusione Roma-Lazio per la Champions League). Ho notato invece con estremo piacere che l\'appassionato di Rugby (non mi piace la parola tifoso) parte da altri presupposti e privilegia sempre e comunque l\'interesse generale di questo sport. Segno di maturità oltre che di una diffusa cultura sportiva che, evidentemente, il Rugby può vantare nei confronti di molte altre discipline.
<BR>Buon Rugby a tutti.

Petolo
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Messaggio da Petolo » 12 mar 2004, 10:58

A me non piace, cosi\' come non piace vedere un \"campionato parallelo\" celtico. Hanno appena iniziato, e se son rose fioriranno (non parlo di risultati, ma di seguito di pubblico).
<BR>
<BR>Altrimenti dove ci fermiamo? Perche\' non facciamo una sola squadra e mandiamo la nazionale piu\' i migliori stranieri del Super10 a vincere la Heineken Cup?
...non potendo avere la botte piena e la moglie ubriaca, si ubriaco' e riempi' la moglie di botte.
...il paese e' piccolo e la gente morde.
...noi perso la partita? mettiamola cosi': noi siamo arrivati secondi, loro solo penultimi.

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jaco
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Messaggio da jaco » 12 mar 2004, 11:21

run, prima di darti ragione vorrei sentire cosa ne pensano gli appassionati rodigini (o meglio \"rovigoti\") dell\'intenzione di giocare in una mista con \"l\'odiato\" Petrarca... invito gli interessati a farsi vivi...
<BR>E poi non so... anche petolo ha fatto una osservazione pertinente. Io credo che il nostro rugby si sia sempre fondato sulle società: è giusto rinunciare ad una tradizione consolidata e che bene o male ha mandato avanti la carretta fino ad ora o sarebbe più giusto dare alle società i mezzi e i modi per essere e diventare competitive in campo internazionale?
<BR>Le selezioni, poi, non si possono fare due giorni prima dell\'incontro: ci vogliono collegiali, partite amichevoli di rodaggio, qualcuno parla di un ulteriore torneo tra selezioni, relegando le società in secondo/terzo piano con un campionato sempre meno importante e sempre più all\'ombra di altre competizioni...
<BR>Scusate, ma se fossi il dirigente di qualche società personalmente non sarei così propenso: ma come, finalmente che il rugby sembra possa uscire dalla nicchia in cui è stato sepolto per anni, finalmente che comincia ad avere più visibilità, finalmente che potremmo cominciare a limitare i passivi e magari cominciare a guadagnarci un po\' ecco che mi ricacciano in un mondo che per forza di cose verrebbe oscurato da altri nuovi eventi...
<BR>Non sono contrario tout-court al discorso selezioni, ma siamo sicuri i essere maturi, come movimento, per un evento di questo tipo e, soprattutto, che porti solo benefici? Studiamola bene questa possibilità affinchè non si riveli un pericoloso boomerang...
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run
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Messaggio da run » 12 mar 2004, 12:17

Ragazzi, partiamo da qualche presupposto comune sennò andiamo avanti per equivoci.
<BR>E\' ovvio (credo) che a tutti piacerebbe vedere il proprio club prosperare e vincere. E\' ovvio che la tradizione non può e non deve essere cancellata e che il campanile e la rivalità (quando sani) sono motivo di crescita e di interesse (sono il sale della competizione sportiva).
<BR>Premesso ciò, è altrettanto ovvio che il nostro rugby, tanto a livello di movimento di base quanto al settore professionistico, deve darsi una \"riaggiustatina\" per muoversi in un contesto che è diventato all\'improvviso molto più dinamico di quanto non lo fosse stato per decenni.
<BR>Il fatto di essere arrivati a competere a livello del sei-nazioni non vuol dire automaticamente che tutto quello che c\'è dietro (numero di praticanti, strutture, tradizione, sponsors, etc.) sia allo stesso livello. Da qui la necessità di ovviare ad alcune situazioni che, in attesa di tempi migliori, devono trovare delle soluzioni praticabili ed efficaci.
<BR>Il ritorno di immagine, e con quello anche di sponsors e nuovi potenziali praticanti, è dovuto alle vittorie. Sono quelle che hanno portato questa ventata di entusiasmo (e di soldi), che ci piaccia o no. Gli appassionati di rugby continueranno a seguire questo sport comunque ma gli altri non si avvicinerebbero mai senza un traino vincente. E\' accaduto con lo sci, con il tennis, e così via. Ma questo è valido anche per i club. Finito il sei-nazioni si rischia di avere un calo di interesse notevole perché troppo legato alla nazionale e non al rugby in se stesso. E i destini del rugby italiano sono, per il resto dell\'anno, legati ai club. Non soltanto dal punto di vista sportivo, ma anche e soprattutto di crescita del movimento tutto e della visibilità all\'esterno da conquistare.
<BR>Da qui l\'idea che aggregando le forze che, a confronto con altri paesi dalle tradizioni rugbistiche più consolidate risultano essere inferiori a volte in un rapporto di uno a dieci, si possano raggiungere nell\'immediato due obbiettivi: quello di limitare i costi e quello di presentare squadre capaci di vincere e suscitare nuovo interesse.
<BR>Non dimentichiamoci che il rugby è diffuso in Italia a macchia di leopardo. Concentrato in alcune zone, totalmente assente in molte altre. Lasciando quindi da parte le oasi felici, mi chiedo se per recuperare realtà dimenticate ma pur importanti (vedi Catania ad esempio) non sia l\'unica soluzione praticabile quella di creare più di una mini-nazionale (appunto le squadre aggregate) che non possano raccogliere le aspettative e l\'interesse anche di quelle zone. Oltretutto con la possibilità di essere decisamente più competitive nei confronti almeno di scozzesi e gallesi a medio termine.
<BR>Lasciamo poi le corazzate tipo Benetton a rivaleggiare con francesi e inglesi per ora, ma per la maggior parte degli altri club le coppe si rivelano ancora più come un peso che come una opportunità.
<BR>E\' una realtà con cui stanno facendo i conti anche altri paesi come Galles e Irlanda, figuriamoci se non possiamo e dobbiamo farlo noi. Il giorno poi che arriveremo ad avere dieci club economicamente e tecnicamente in grado di competere con i migliori, beh, ne saremo tutti contenti.
<BR>Buon rugby a tutti.

Manitou
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Messaggio da Manitou » 12 mar 2004, 12:22

concordo con jaco....bisogna starci attenti...potremmo tirarci la zappa sui piedi....
<BR>
<BR>Inoltre penso che l\'unico motivo per rendere effettivamente interessante una prospettiva del genere eè che le selezioni siano formate da soli italiani....di nascita!
<BR>Altrimenti la qualità del nostro \"rebi\" sarà sempre legata agli stranieri...facciamo giocare un po di italiani a livello internazionale....vedrete che cresceremo....
Domani cambierò. Ieri volevo farlo oggi.

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