Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

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stefanot
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Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da stefanot » 15 ott 2009, 9:11

Da rugby 1823:

Non è una novità, ne abbiamo già parlato a lungo qui e, tra voci e certezze, non è certo la notizia del giorno. Ma Valerio Vecchiarelli, collega de Il Corriere della Sera, lo ha messo nero su bianco sulle pagine romane del quotidiano di Via Solferino l'altro ieri. Il rugby rischia di scomparire da Roma. Persa la Celtic League, ora la Capitale rischia di veder abbandonare Paolo Abbondanza e la sua Rugby Roma, ma, cosa ben più grave, rischia di veder scappare il 6 Nazioni. Nessuna ripicca veneta, nessun complotto protoleghista. Semplice inettitudine. Quella che da anni lascia che lo Stadio Flaminio sia un rudere fatiscente e ridicolo, come denunciato anche qui già da tempo.

La prima cosa da sottolineare, prima di andare avanti, è che le critiche e le paure che vengono portate alla luce arrivano da Roma, dalle pagine romane di un quotidiano importante e da un giornalista romano. Un fatto che deve far riflettere e che deve servire a evitare le solite prese di posizione pro o anti Roma.
Un giornalista che, giustamente, mette in risalto i numeri, più che positivi e importanti, del rugby capitolino: "59 società che si dividono tra vertice assoluto e livello gio­vanile, circa 6.000 tesserati, che rappresentano il 14% del­l’intero movimento italiano". Una risorsa che, però, è stata sprecata negli ultimi anni. Da un punto di vista sportivo, come evidenzia ancora Vecchiarelli: "Il di­scorso diventa sempre più politico, perché spostarlo sul piano tecnico sarebbe un sui­cidio: il Benetton Treviso, la squadra che si sarebbe resa protagonista del clamoroso scippo celtico, ha inchiodato alla sconfitta in Heineken Cup (la Champions League del rugby) niente di meno che i campioni di Francia del Perpignan, impresa mai riu­scita a un club italiano. La Futura Park Rugby Ro­ma, invece, che dovrebbe rappresentare il naturale em­brione di ciò che saranno i Praetorians, in Challenge Cup (la coppa Uefa del rugby) è tornata da Bayonne con 61 punti di passivo sulle spalle. Un’umiliazione cocen­te". Anche se, giustamente, bisogna ribadire il concetto che Benetton Treviso e Rugby Roma, oggi, non sono Benetton Treviso e Pretoriani di domani.
Ma andiamo al di là di fatti, sportivi o meno, risaputi e sui quali è inutile soffermarsi. Perché il Corriere della Sera va oltre, prospettando due scenari tetri per Roma. Il primo interno, riguardante le realtà d'elitè capitoline. La Capitolina scomparsa, la Lazio in Serie A che punta a una non facile promozione e la Rugby Roma, a un passo dal possibile addio, come confermano le parole di Vecchiarelli: "Abbondanza, che è uomo di ampie vedute, non ha nascosto le sue difficoltà ad andare avanti qualora non abbia la possibilità di al­largare i propri confini (e i propri investimenti) su un panorama e un mercato più ampio, come poteva essere quello disegnato dalla lega celtica. Avrà voglia di conti­nuare a spendere e impegnar­si in un campionato ridimen­sionato, declassato, semipro­fessionistico, come sarà quel­lo italiano dal prossimo an­no?". Non certo una sorpresa, ma la conferma di una sensazione che molti avevano e hanno: con l'addio al sogno celtico Abbondanza è pronto a dare l'addio al rugby. E con lui a dare l'addio sarà Roma.
Ma non finisce qui. Tra ultimatum federali (Dondi subito dopo il 18 luglio e subito dopo il 2 ottobre) e sparate istituzionali (Cochi dopo il 2 ottobre) si fa sempre più forte il sentore che anche il 6 Nazioni sia a rischio. Non per ripicche o altro. Non per volontà di Dondi o di Cochi. Semplicemente perché nei Paesi seri, in quelli dove le cose funzionano, l'organizzazione esiste e la dignità è ancora un valore, in quei Paesi che si chiamano Inghilterra, Galles, Scozia, Irlanda e Francia il Flaminio fa schifo. Già. Perché manca un lavoro strutturale di ammodernamento, perché i gabinetti, dove ci sono, sono fogne all'aperto, perché gli ingressi sono pochi, scomodi e pericolosi, perché i seggiolini sono degni del Burundi, perché in tribuna stampa un collega british scopre di non avere la corrente né la connessione internet. Insomma, perché il Flaminio è indegno, così come è ora, di ospitare una manifestazione come il 6 Nazioni. E Vecchiarelli lo dice, anche se con parole più pacate: "E se non si provvederà in fretta a dare allo stadio Flami­nio la veste imposta dallo standard del Sei Nazioni, con il Board dei padroni del vapo­re che continua a far pressio­ne perché l’Italia giochi in uno stadio adeguato alle nuo­ve esigenze logistico-televisi­ve di quello che è uno dei più grandi business dello sport europeo, la Capitale ri­schia anche di perdere lo spettacolo della Nazionale e del fascino antico di un Tor­neo unico al mondo".

Insomma, il tempo stringe e i problemi sono tanti. Il rugby italiano non può permettersi di perdere Roma e il centrosud non può permettersi di perdere il rugby che conta. Ma non possiamo continuare a giocare in quel teatrino politico e squallido che punta tutto sulle divisioni nord-sud. Perché la verità è evidente. Roma sta rischiando di scomparire dalla geografia ovale italiana e mondiale. E sta rischiando di farlo con le sue proprie mani. Non può permetterselo e non possiamo permettercelo tutti. Ma non possiamo neanche permetterci di dare carta bianca a chi usa il rugby per interessi personali o a chi da anni, e con ogni tipo di colore politico, fa promesse vane e mai mantenute.


Come dire: non solo siamo molto molto lontani dal rugby professionistico, ma siamo lontani anni luce dall'avere una cultura rugbystica!

orme53
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da orme53 » 15 ott 2009, 9:32

stefanot ha scritto:Da rugby 1823:

Non è una novità, ne abbiamo già parlato a lungo qui e, tra voci e certezze, non è certo la notizia del giorno. Ma Valerio Vecchiarelli, collega de Il Corriere della Sera, lo ha messo nero su bianco sulle pagine romane del quotidiano di Via Solferino l'altro ieri. Il rugby rischia di scomparire da Roma. Persa la Celtic League, ora la Capitale rischia di veder abbandonare Paolo Abbondanza e la sua Rugby Roma, ma, cosa ben più grave, rischia di veder scappare il 6 Nazioni. Nessuna ripicca veneta, nessun complotto protoleghista. Semplice inettitudine. Quella che da anni lascia che lo Stadio Flaminio sia un rudere fatiscente e ridicolo, come denunciato anche qui già da tempo.

La prima cosa da sottolineare, prima di andare avanti, è che le critiche e le paure che vengono portate alla luce arrivano da Roma, dalle pagine romane di un quotidiano importante e da un giornalista romano. Un fatto che deve far riflettere e che deve servire a evitare le solite prese di posizione pro o anti Roma.
Un giornalista che, giustamente, mette in risalto i numeri, più che positivi e importanti, del rugby capitolino: "59 società che si dividono tra vertice assoluto e livello gio­vanile, circa 6.000 tesserati, che rappresentano il 14% del­l’intero movimento italiano". Una risorsa che, però, è stata sprecata negli ultimi anni. Da un punto di vista sportivo, come evidenzia ancora Vecchiarelli: "Il di­scorso diventa sempre più politico, perché spostarlo sul piano tecnico sarebbe un sui­cidio: il Benetton Treviso, la squadra che si sarebbe resa protagonista del clamoroso scippo celtico, ha inchiodato alla sconfitta in Heineken Cup (la Champions League del rugby) niente di meno che i campioni di Francia del Perpignan, impresa mai riu­scita a un club italiano. La Futura Park Rugby Ro­ma, invece, che dovrebbe rappresentare il naturale em­brione di ciò che saranno i Praetorians, in Challenge Cup (la coppa Uefa del rugby) è tornata da Bayonne con 61 punti di passivo sulle spalle. Un’umiliazione cocen­te". Anche se, giustamente, bisogna ribadire il concetto che Benetton Treviso e Rugby Roma, oggi, non sono Benetton Treviso e Pretoriani di domani.
Ma andiamo al di là di fatti, sportivi o meno, risaputi e sui quali è inutile soffermarsi. Perché il Corriere della Sera va oltre, prospettando due scenari tetri per Roma. Il primo interno, riguardante le realtà d'elitè capitoline. La Capitolina scomparsa, la Lazio in Serie A che punta a una non facile promozione e la Rugby Roma, a un passo dal possibile addio, come confermano le parole di Vecchiarelli: "Abbondanza, che è uomo di ampie vedute, non ha nascosto le sue difficoltà ad andare avanti qualora non abbia la possibilità di al­largare i propri confini (e i propri investimenti) su un panorama e un mercato più ampio, come poteva essere quello disegnato dalla lega celtica. Avrà voglia di conti­nuare a spendere e impegnar­si in un campionato ridimen­sionato, declassato, semipro­fessionistico, come sarà quel­lo italiano dal prossimo an­no?". Non certo una sorpresa, ma la conferma di una sensazione che molti avevano e hanno: con l'addio al sogno celtico Abbondanza è pronto a dare l'addio al rugby. E con lui a dare l'addio sarà Roma.
Ma non finisce qui. Tra ultimatum federali (Dondi subito dopo il 18 luglio e subito dopo il 2 ottobre) e sparate istituzionali (Cochi dopo il 2 ottobre) si fa sempre più forte il sentore che anche il 6 Nazioni sia a rischio. Non per ripicche o altro. Non per volontà di Dondi o di Cochi. Semplicemente perché nei Paesi seri, in quelli dove le cose funzionano, l'organizzazione esiste e la dignità è ancora un valore, in quei Paesi che si chiamano Inghilterra, Galles, Scozia, Irlanda e Francia il Flaminio fa schifo. Già. Perché manca un lavoro strutturale di ammodernamento, perché i gabinetti, dove ci sono, sono fogne all'aperto, perché gli ingressi sono pochi, scomodi e pericolosi, perché i seggiolini sono degni del Burundi, perché in tribuna stampa un collega british scopre di non avere la corrente né la connessione internet. Insomma, perché il Flaminio è indegno, così come è ora, di ospitare una manifestazione come il 6 Nazioni. E Vecchiarelli lo dice, anche se con parole più pacate: "E se non si provvederà in fretta a dare allo stadio Flami­nio la veste imposta dallo standard del Sei Nazioni, con il Board dei padroni del vapo­re che continua a far pressio­ne perché l’Italia giochi in uno stadio adeguato alle nuo­ve esigenze logistico-televisi­ve di quello che è uno dei più grandi business dello sport europeo, la Capitale ri­schia anche di perdere lo spettacolo della Nazionale e del fascino antico di un Tor­neo unico al mondo".

Insomma, il tempo stringe e i problemi sono tanti. Il rugby italiano non può permettersi di perdere Roma e il centrosud non può permettersi di perdere il rugby che conta. Ma non possiamo continuare a giocare in quel teatrino politico e squallido che punta tutto sulle divisioni nord-sud. Perché la verità è evidente. Roma sta rischiando di scomparire dalla geografia ovale italiana e mondiale. E sta rischiando di farlo con le sue proprie mani. Non può permetterselo e non possiamo permettercelo tutti. Ma non possiamo neanche permetterci di dare carta bianca a chi usa il rugby per interessi personali o a chi da anni, e con ogni tipo di colore politico, fa promesse vane e mai mantenute.


Come dire: non solo siamo molto molto lontani dal rugby professionistico, ma siamo lontani anni luce dall'avere una cultura rugbystica!
Veramente io ci leggo che siamo lontani dalla cultura civile degli altri paesi. La cultura rugystica ne è la conseguenza. Difatti io non condivido il teorema che il rugby è diverso dalle altre discipline sportive. :roll:

stefanot
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da stefanot » 15 ott 2009, 9:47

Credo che il fatto di avere SOLO il 14% dei tesserati a Roma e degli imprenditori che potrebbero mollare da un momento all'altro sia veramente negativo. Credo che la Fir dovrebbe interrogarsi sulle linee d'azione per i prossimi anni perchè è da 10 anni che il 6 nazioni è a Roma ma evidentemente non si è riusciti a far decollare il rugby nella capitale e il fatto che si sia persa dal super 10 la capitolina, si rischi di perdere anche la Rugby Roma e che si rischi di perdere il rugby internazionale (magners league e 6 nazioni) sia indice di una gestione assolutamente negativa.
Senza voler dar colpe specifiche, credo sia il caso di pensare più seriamente e in maniera professionistica a tutto il movimento perchè c'è una Magners da conquistare, un tempio del rugby per la nazionale da decidere (sperando possa rimanere a Roma) e un movimento da sviluppare, ma cosa sicuramente più difficile, una cultura sportiva da diffondere e qui si possono chiamare in causa anche gli sport maggiori che hanno mancato clamorosamente in questo!
Non solo la Fir, ma Coni e tutti gli organi cmpetenti sarebbe ora che si attivassero!

luqa
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da luqa » 15 ott 2009, 12:09

Dissento dalla prima frase di stefanot.

Roma provincia ha 4 milioni di abitanti, Roma urbe circa 2milioni e 800mila.

Il che significa rispettivamente poco più del 7% e circa il 5% della popolazione, oltretutto con un'alto tasso di stranieri residente, che per i noti limiti FIR hanno talvolta ostacoli per la pratica sportiva di base.

Ergo il 14% non mi pare affatto male, del resto il Lazio è una delle prime 5 regioni per praticanti e in Under20 Elite, dove le squadre sono solitamente "del vivaio" , Rugby Roma e Lazio stanno facendo molto bene; direi anzi che il Lazio si contrappone come vera alternativa al veneto almeno sino alla U20.

Ergo il problema è a livello superiore, laddove servono i soldi per pagare il professionismo.
Roma non ha il settore imprenditoriale di altre regioni e comunque anche gli imprenditori romani devono come quelli veneti, lombardi, emiliani, toscani, piemontesi tenere presenti le necessità tecniche e strategiche delle società di rugby ma anche delle loro imprese.

Con la CL, se non sitrova il modo di rendere "visibile" il campionato italiano, saranno in molti a farsi da parte, forse meno in realtà di provincia, forse di più in realtà urbane metropoliatne che hanno altri sport, altre squadre più visibili. Non è un problema solo romano.

La tipicità romana è che Roma ha un gran baicno giovanile e amatoriale. Non ai livelli veneti ma almeno al IV-V posto in Italia.
Se vogliamo ricondurre il tutto al rugby professionistico, il Veneto avrà Treviso in CL, Lombardia ed Emilia avranno gli Aironi in CL. Due situazioni più "gestibili".

Roma non avrà qualcosa di simile.

Forse la FIR dovrebbe cominciare a pensare a come potersi organizzare per passare dalle 2 squadre professionistiche e professionali che avrà nel 2010 (con altri atleti proefssionisti sparsi all'estero o in qualche squadra di Eccellenza) ad una situazione "optimum" dove i professionisti italiani che giocano per suqdare italiane siano il doppio o il triplo, cioè arrivare a mettiamo 4-5-6 squadre pro italiane.

blackjack
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da blackjack » 15 ott 2009, 12:37

Come bacino giovanile direi il secondo dopo il veneto, specie se comprendiamo anche le altre realtà laziali.
Che Abbondanza pensi di lasciare non mi sorprende, ha preso la società per venire incontro ad una richiesta "sociale", gli ha ridato un nome di società seria nei pagamenti (cosa che non era stata negli anni prima), ha permesso la ricostruzione del settore giovanile, ha agevolato la ricostruzione di un ambiente (se volete ha "debonizzato" la società) ma non è un riccoscemo, soprattutto non è scemo, ed investire a fondo perduto un milione di euro l'anno (la butto lì, ma non penso di sbagliare di grosso) nel rugby, alla fine uno si stufa, specie se non vede sviluppi.
Anche se la club house del Tre Fontane è di livello europeo (lo so che è l'unica cosa ma ...)
"Qui ognuno festeggia il suo 17 giugno"

pandorino
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da pandorino » 15 ott 2009, 13:34

Patro ha scritto:Luqa mi hai anticipato...anche a me il 14% non sembra male....visto che la popolazione della provincia di Roma rappresenta circa il 7% della popolazione nazionale....
Se la mettiamo giu' a percentuali, a Parma e provincia vi sono 2000 tesserati , il 4,5 % del totale, la popolazione e' di 400.000 abitanti cioe lo 0,6 % di quella Italiana, in pratica vi e' un tesserato ogni 200 abitanti, per avere la stessa incidenza la provincia di Roma davrebbe avere 14.000 , tutto cio assolutamente non vuole svilire la grandissima importanza che il Rugby Romano ha ed ha avuto ed avra' in Italia, e' solo un dato.

stefanot
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da stefanot » 15 ott 2009, 14:20

luqa ha scritto:Dissento dalla prima frase di stefanot.

Roma provincia ha 4 milioni di abitanti, Roma urbe circa 2milioni e 800mila.

Il che significa rispettivamente poco più del 7% e circa il 5% della popolazione, oltretutto con un'alto tasso di stranieri residente, che per i noti limiti FIR hanno talvolta ostacoli per la pratica sportiva di base.

Ergo il 14% non mi pare affatto male, del resto il Lazio è una delle prime 5 regioni per praticanti e in Under20 Elite, dove le squadre sono solitamente "del vivaio" , Rugby Roma e Lazio stanno facendo molto bene; direi anzi che il Lazio si contrappone come vera alternativa al veneto almeno sino alla U20.

Ergo il problema è a livello superiore, laddove servono i soldi per pagare il professionismo.
Roma non ha il settore imprenditoriale di altre regioni e comunque anche gli imprenditori romani devono come quelli veneti, lombardi, emiliani, toscani, piemontesi tenere presenti le necessità tecniche e strategiche delle società di rugby ma anche delle loro imprese.

Con la CL, se non sitrova il modo di rendere "visibile" il campionato italiano, saranno in molti a farsi da parte, forse meno in realtà di provincia, forse di più in realtà urbane metropoliatne che hanno altri sport, altre squadre più visibili. Non è un problema solo romano.

La tipicità romana è che Roma ha un gran baicno giovanile e amatoriale. Non ai livelli veneti ma almeno al IV-V posto in Italia.
Se vogliamo ricondurre il tutto al rugby professionistico, il Veneto avrà Treviso in CL, Lombardia ed Emilia avranno gli Aironi in CL. Due situazioni più "gestibili".

Roma non avrà qualcosa di simile.

Forse la FIR dovrebbe cominciare a pensare a come potersi organizzare per passare dalle 2 squadre professionistiche e professionali che avrà nel 2010 (con altri atleti proefssionisti sparsi all'estero o in qualche squadra di Eccellenza) ad una situazione "optimum" dove i professionisti italiani che giocano per suqdare italiane siano il doppio o il triplo, cioè arrivare a mettiamo 4-5-6 squadre pro italiane.

La mia frase non deve essere presa in senso assoluto, ma considerando che Roma è l'unico grosso centro italiano che ospita ogni anno una competizione internazionale come il 6 nazioni. Quindi mi parrebbe logico aspettarsi un numero di praticanti superiore al 14%, non dico 50%, ma almeno 30% sì. 10 anni di 6 nazioni avrebbero dovuto portare, secondo me molti più tesserati e società più solide nel super10. Consideriamo che comunque a Roma il rugby non era uno sport sconosciuto prima dell'avvento del 6 nazioni, credo sarebbe importante sapere quale fosse la poercentuale prima dell'arrivo del 6 nazioni.
E' vero che anche nel calcio Roma non ha squadre solidissime dal punto di vista finanziario, ma io sinceramente mi aspetto molto in termini di contributo al movimento da Roma!

delay
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da delay » 15 ott 2009, 14:32

stefanot ha scritto: La mia frase non deve essere presa in senso assoluto, ma considerando che Roma è l'unico grosso centro italiano che ospita ogni anno una competizione internazionale come il 6 nazioni. Quindi mi parrebbe logico aspettarsi un numero di praticanti superiore al 14%, non dico 50%, ma almeno 30% sì. 10 anni di 6 nazioni avrebbero dovuto portare, secondo me molti più tesserati e società più solide nel super10. Consideriamo che comunque a Roma il rugby non era uno sport sconosciuto prima dell'avvento del 6 nazioni, credo sarebbe importante sapere quale fosse la poercentuale prima dell'arrivo del 6 nazioni.
E' vero che anche nel calcio Roma non ha squadre solidissime dal punto di vista finanziario, ma io sinceramente mi aspetto molto in termini di contributo al movimento da Roma!

tu parli di solo il 14% ???, ma dimentichi che Roma è anche per alcuni versi il "motore" di moltissimi altri sport, escludo il calcio tra società di nuoto atletica, basket, pallavolo a tutti i livelli per gli sport definiamoli "più in vista" ma per decine di sport "minori dall'hockey prato alla pallanuoto al baseball al football americano etc etc.. a occhio e croce c'è un coinvolgimento che solo all'estero può essere vantato, per una città di queste dimensioni , il lato negativo è sicuramente che anche la frammentazione degli eventuali soldi investiti crea "disagio sparso"
Sembra Talco Ma Non È..
stamo a giocà co la proidiotialleluia ...c'ho un bizantinismo nell'orbe terracqueo..

Giorgio8
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da Giorgio8 » 15 ott 2009, 14:54

Consiglio a tutti un bel saggio Darrell Huff. Si intitola "How to Lie with Statistics", tradotto in "Come mentire con le statistiche". 8-)

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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da ARZI1977 » 15 ott 2009, 15:46

delay ha scritto:
stefanot ha scritto: La mia frase non deve essere presa in senso assoluto, ma considerando che Roma è l'unico grosso centro italiano che ospita ogni anno una competizione internazionale come il 6 nazioni. Quindi mi parrebbe logico aspettarsi un numero di praticanti superiore al 14%, non dico 50%, ma almeno 30% sì. 10 anni di 6 nazioni avrebbero dovuto portare, secondo me molti più tesserati e società più solide nel super10. Consideriamo che comunque a Roma il rugby non era uno sport sconosciuto prima dell'avvento del 6 nazioni, credo sarebbe importante sapere quale fosse la poercentuale prima dell'arrivo del 6 nazioni.
E' vero che anche nel calcio Roma non ha squadre solidissime dal punto di vista finanziario, ma io sinceramente mi aspetto molto in termini di contributo al movimento da Roma!

tu parli di solo il 14% ???, ma dimentichi che Roma è anche per alcuni versi il "motore" di moltissimi altri sport, escludo il calcio tra società di nuoto atletica, basket, pallavolo a tutti i livelli per gli sport definiamoli "più in vista" ma per decine di sport "minori dall'hockey prato alla pallanuoto al baseball al football americano etc etc.. a occhio e croce c'è un coinvolgimento che solo all'estero può essere vantato, per una città di queste dimensioni , il lato negativo è sicuramente che anche la frammentazione degli eventuali soldi investiti crea "disagio sparso"
Mi permetto solo di dire che il nodo del discorso non è la percentuale dei praticanti...ma il perche dopo 10 anni di 6 Nazioni il 3 Fontane è ridotto ai minimi termini...riflettete gente...

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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da jaco » 15 ott 2009, 16:03

ARZI1977 ha scritto:
delay ha scritto:
stefanot ha scritto: La mia frase non deve essere presa in senso assoluto, ma considerando che Roma è l'unico grosso centro italiano che ospita ogni anno una competizione internazionale come il 6 nazioni. Quindi mi parrebbe logico aspettarsi un numero di praticanti superiore al 14%, non dico 50%, ma almeno 30% sì. 10 anni di 6 nazioni avrebbero dovuto portare, secondo me molti più tesserati e società più solide nel super10. Consideriamo che comunque a Roma il rugby non era uno sport sconosciuto prima dell'avvento del 6 nazioni, credo sarebbe importante sapere quale fosse la poercentuale prima dell'arrivo del 6 nazioni.
E' vero che anche nel calcio Roma non ha squadre solidissime dal punto di vista finanziario, ma io sinceramente mi aspetto molto in termini di contributo al movimento da Roma!

tu parli di solo il 14% ???, ma dimentichi che Roma è anche per alcuni versi il "motore" di moltissimi altri sport, escludo il calcio tra società di nuoto atletica, basket, pallavolo a tutti i livelli per gli sport definiamoli "più in vista" ma per decine di sport "minori dall'hockey prato alla pallanuoto al baseball al football americano etc etc.. a occhio e croce c'è un coinvolgimento che solo all'estero può essere vantato, per una città di queste dimensioni , il lato negativo è sicuramente che anche la frammentazione degli eventuali soldi investiti crea "disagio sparso"
Mi permetto solo di dire che il nodo del discorso non è la percentuale dei praticanti...ma il perche dopo 10 anni di 6 Nazioni il 3 Fontane è ridotto ai minimi termini...riflettete gente...
D'accordissimo non è la percentuale che conta... e comunque, se prendiamo il dato ufficiale di tesserati FIR che è 61000, i 6000 tesserati romani rappresentano il 10% (non il 14)... che, a mio avviso, è comunque una "signora" percentuale... ma giusto per la precisione...
C'è comunque qualcosa che non capisco (e non in senso polemico): se è vero, come è vero (sono d'accordo con gli amici romani che lo rivendicano), che il rugby romano per tradizione e numeri è assai rappresentativo del rugby italiano, come si può dire che il rugby romano "morirà" senza la CL? Condividevo, a luglio, l'idea di chi diceva che il rugby veneto sarebbe sopravvissuto all'esclusione, ora non capisco perche a Roma non possa e non debba succedere altrettanto: la storia c'è, i numeri anche, le persone capaci ugualmente, un'accademia c'è presso il centro sportivo delle FF.OO.
Se Abbondanza se ne va, la base è comunque solida.
A proposito, però, lasciatemi dire che se si giustifica una sua eventuale uscita di scena si dovrebbe anche rivalutare il Berlusconi che lasciò il Milan e soprattutto si devono elogiare i Benetton (che, ripeto per l'ennesima volta, non sono tra i miei preferiti) per la passione, i soldi e le energie che da oltre trent'anni mettono in questo sport, senza alcun ritorno...

luponero.c
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da luponero.c » 15 ott 2009, 16:12

E parlando delle giovanili ci sarebbe molto da dire su chi e come vengono gestite , almeno da certe società!
L'etica di uno sport si vede dal rispetto portato ai giovani ma qui l'ambiente fa quasi invidiare il calcio.

jetmarin
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da jetmarin » 15 ott 2009, 20:23

Come dire: non solo siamo molto molto lontani dal rugby professionistico, ma siamo lontani anni luce dall'avere una cultura rugbystica![/quote]Veramente io ci leggo che siamo lontani dalla cultura civile degli altri paesi. La cultura rugystica ne è la conseguenza. Difatti io non condivido il teorema che il rugby è diverso dalle altre discipline sportive. :roll:[/quote]

Io condivido il teorema che il rugby è diverso dalle altre discipline sportive ma non qui in Italia.
Purtroppo siamo un popolo di pallonari.
Tumulto e fragore;
la battaglia sembra caotica,ma non c’è disordine;
le truppe che manovrano ordinatamente, non possono essere vinte.
Sun Tzu

ellis
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da ellis » 16 ott 2009, 10:41

jaco ha scritto: A proposito, però, lasciatemi dire che se si giustifica una sua eventuale uscita di scena si dovrebbe anche rivalutare il Berlusconi che lasciò il Milan e soprattutto si devono elogiare i Benetton (che, ripeto per l'ennesima volta, non sono tra i miei preferiti) per la passione, i soldi e le energie che da oltre trent'anni mettono in questo sport, senza alcun ritorno...
Senza alcun ritorno ????? :shock: :shock:

Stai scherzando vero ???????

Rugby-Tv
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Re: Crisi Capitale - Roma rischia di perdere l'eccellenza ovale

Messaggio da Rugby-Tv » 16 ott 2009, 10:45

ellis ha scritto:
jaco ha scritto: A proposito, però, lasciatemi dire che se si giustifica una sua eventuale uscita di scena si dovrebbe anche rivalutare il Berlusconi che lasciò il Milan e soprattutto si devono elogiare i Benetton (che, ripeto per l'ennesima volta, non sono tra i miei preferiti) per la passione, i soldi e le energie che da oltre trent'anni mettono in questo sport, senza alcun ritorno...
Senza alcun ritorno ????? :shock: :shock:

Stai scherzando vero ???????
Mi spiegheresti, per cortesia, quali sarebbero tutti questi ritorni nel rugby?

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