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da yeti » 6 feb 2010, 11:50
Caro Grubber (e altri),
scusatemi se ritorno velocemente su questa storia in maniera un po’ anacronistica, visto che il tema centrale ormai è la partita dell’Italia. Giusto per mettere in chiaro due cose. Ho avuto l’impressione che il presunto Cavinato più che interloquire e scherzare, cominciasse a trattarvi con crescente supponenza e arroganza. Ma probabilmente mi sarò sbagliato. In ogni caso le notizie fornite per dimostrare di essere Cavinato non è che dimostrino molto: chiunque può entrare nel sito e dire di essere Andrea Cavinato e ad Athlone ci sono 22 ragazzi U 20 che possono darci le stesse notizie. Visto lo stile delle risposte (e non intendo in senso negativo, semplicemente è uno stile da ventenne) e di reagire (in maniera altrettanto “giovanile”, diciamo) sono sempre più convinto che si tratti di uno dei ragazzi della squadra che, annoiandosi in quella vivace metropoli di Athlone, abbia deciso di prenderci in giro. E a me starebbe benissimo e gli faccio tanti auguri. Anzi, ti dirò: ho bisogno, bisogno di credere che sia così. Io non conosco per nulla Andrea Cavinato, nemmeno per sentito dire, ma mi rifiuto di credere che una persona di quel livello, e che immagino dotata di qualità non solo tecniche, ma umane superiori alla media, si esprima e si comporti in questo modo, e che per dimostrare di essere Cavinato vada in giro a raccontare una storia come quella delle maglie da gioco, che oltre a dimostrare il pressapochismo tipicamente italico con cui si vanno ad affrontare certi impegni, io mi sarei ben guardato dal divulgare, per evitare di farci una brutta figura. Ma se malauguratamente fosse così, beh, allora povera Italia. Ma questo si sapeva già (e non solo nel rugby).
Detto questo sia un po’ chi vuole. Sul sito in 7 anni ho visto passare neozelandesi tarocchi che scrivevano dalla provincia di Pesaro, procuratori irlandesi avvinazzati con 27 nicknames diversi e che ogni tanto facevano finta di essere argentini, presunti manager italo-francesi che hanno minacciato di sporgere querele a mezzo sito dai commissariati parigini di non so quale arrondissement. Il sito è bello perché vario. Per me la storia è chiusa qui. In bocca al lupo ai ragazzi e un consiglio: se davvero volete imparare a giocare a rugby e fare del rugby il vostro mestiere, cercate di andarvene dall’Italia.