Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

Moderatore: Emy77

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andrea12
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Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo

Messaggio da andrea12 » 25 dic 2011, 21:39

Ti quoto, ruspante, ma rimaniamo sempre troppo pochi.........in un paio di post saremo immediatamente sommersi e annullati da chi non va oltre il risultato di quella partita. Aumentare l'angolo visuale e cercare di vedere prima, durante e dopo, pare che interessi ai meno. Tra qualche mese ci lamenteremo per cosa è successo e per come è andata "quella determinata partita"; poi discuteremo di come andrà il mondiale per i nostri ragazzi U.20....... ma guardare oltre pare che sia peccato........peccato
Buon rugby e buon Natale

copernico
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Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo

Messaggio da copernico » 25 dic 2011, 23:29

Cari Andrea e Ruspante , mi sembra che voi siete legati ad un rugby che ora non esiste più.Dire che Tolosa non ha giocatori di "livello" significa non conoscere l'attualità del rugby,Tolosa è la squadra Francese con il Budget più alto,che di solito corrisponde a giocatori di qualità.Il rugby è cambiato e parlare di "pre-azione" adesso fa sorridere,quando si parla di movimento davanti alla difesa o dentro la difesa(termini coniati da Villepreux che fa parte dello staff che sceglie le innovazioni del Board mondiale),purtroppo oltre alle capacità tecniche adesso ci vogliono anche quelle fisiche,ma non di "grossezza",di forza e agilità.Doussain (anno 1991)numero 9 del Tolosa che ha giocato 10 min la finale mondiale,ha potuto partecipare perchè ha percorso le accademie francesi della FFR e del Tolosa.Non c'è un giocatore giovane in europa che debutta ne campionato maggiore che non sia uscito da un 'accademia.Fatevi una domanda, quante società in Italia sono in grado di poter fare un'accademia nel proprio club?E a quale livello.Quante società si possono permettere un allenatore a livello giovanile professionista.Quante società , preso i soldi dalla FIR per fare questo , poi lo fanno sul serio?E la nota più dolente quante società accettano un tecnico fedrale che venga ad insegnare a loro come si costruisce un giocatore di alto livello?Io sono daccordo che in Italia dobbiamo perseguire la scuola francese ,ma questa ci insegna che dobbiamo fare un certo percorso, e fra un po vedremo nascere le accademie della Benetton e degli Aironi, e a livello più basso si spera di avere più alenatori qualificati anche se non professionisti.Auguro a tutti buone feste e buon Rugby, e non denigriamo i nostri ragazzi quando vanno ha giocare in Francia e perdono(Nell'era Coste perdevamo anche contro la Scozia, adesso no)

quattro8
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Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo

Messaggio da quattro8 » 26 dic 2011, 10:40

copernico ha scritto:Cari Andrea e Ruspante , mi sembra che voi siete legati ad un rugby che ora non esiste più.Dire che Tolosa non ha giocatori di "livello" significa non conoscere l'attualità del rugby,Tolosa è la squadra Francese con il Budget più alto,che di solito corrisponde a giocatori di qualità.Il rugby è cambiato e parlare di "pre-azione" adesso fa sorridere,quando si parla di movimento davanti alla difesa o dentro la difesa(termini coniati da Villepreux che fa parte dello staff che sceglie le innovazioni del Board mondiale),purtroppo oltre alle capacità tecniche adesso ci vogliono anche quelle fisiche,ma non di "grossezza",di forza e agilità.Doussain (anno 1991)numero 9 del Tolosa che ha giocato 10 min la finale mondiale,ha potuto partecipare perchè ha percorso le accademie francesi della FFR e del Tolosa.Non c'è un giocatore giovane in europa che debutta ne campionato maggiore che non sia uscito da un 'accademia.Fatevi una domanda, quante società in Italia sono in grado di poter fare un'accademia nel proprio club?E a quale livello.Quante società si possono permettere un allenatore a livello giovanile professionista.Quante società , preso i soldi dalla FIR per fare questo , poi lo fanno sul serio?E la nota più dolente quante società accettano un tecnico fedrale che venga ad insegnare a loro come si costruisce un giocatore di alto livello?Io sono daccordo che in Italia dobbiamo perseguire la scuola francese ,ma questa ci insegna che dobbiamo fare un certo percorso, e fra un po vedremo nascere le accademie della Benetton e degli Aironi, e a livello più basso si spera di avere più alenatori qualificati anche se non professionisti.Auguro a tutti buone feste e buon Rugby, e non denigriamo i nostri ragazzi quando vanno ha giocare in Francia e perdono(Nell'era Coste perdevamo anche contro la Scozia, adesso no)
Mi sembra un ragionamento onesto e condivisibile.
Auguri a tutti

mariemonti
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Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo

Messaggio da mariemonti » 26 dic 2011, 11:23

copernico ha scritto:Cari Andrea e Ruspante , mi sembra che voi siete legati ad un rugby che ora non esiste più.Dire che Tolosa non ha giocatori di "livello" significa non conoscere l'attualità del rugby,Tolosa è la squadra Francese con il Budget più alto,che di solito corrisponde a giocatori di qualità.Il rugby è cambiato e parlare di "pre-azione" adesso fa sorridere,quando si parla di movimento davanti alla difesa o dentro la difesa(termini coniati da Villepreux che fa parte dello staff che sceglie le innovazioni del Board mondiale),purtroppo oltre alle capacità tecniche adesso ci vogliono anche quelle fisiche,ma non di "grossezza",di forza e agilità.Doussain (anno 1991)numero 9 del Tolosa che ha giocato 10 min la finale mondiale,ha potuto partecipare perchè ha percorso le accademie francesi della FFR e del Tolosa.Non c'è un giocatore giovane in europa che debutta ne campionato maggiore che non sia uscito da un 'accademia.Fatevi una domanda, quante società in Italia sono in grado di poter fare un'accademia nel proprio club?E a quale livello.Quante società si possono permettere un allenatore a livello giovanile professionista.Quante società , preso i soldi dalla FIR per fare questo , poi lo fanno sul serio?E la nota più dolente quante società accettano un tecnico fedrale che venga ad insegnare a loro come si costruisce un giocatore di alto livello?Io sono daccordo che in Italia dobbiamo perseguire la scuola francese ,ma questa ci insegna che dobbiamo fare un certo percorso, e fra un po vedremo nascere le accademie della Benetton e degli Aironi, e a livello più basso si spera di avere più alenatori qualificati anche se non professionisti.Auguro a tutti buone feste e buon Rugby, e non denigriamo i nostri ragazzi quando vanno ha giocare in Francia e perdono(Nell'era Coste perdevamo anche contro la Scozia, adesso no)
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Arvy
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Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo

Messaggio da Arvy » 27 dic 2011, 8:31

cicciocotenna ha scritto:Scusa ma, forse, se spieghi ed argomenti è meglio...... :roll:[/quoSemplice...ultimamente ho visto un pò di partite del Campionato Elite Under 20 Nord est ed ho notato alcuni ragazzi che sul campo spiccavano alquanto (prima linea)...e mi sono chiesto il motivo per il quale tali elementi non fanno parte dell'Accademia di Parma... :shock: in quanto ho assistito a partite fra le Accademie e debbo dire che soprattutto in alcuni settori (vedi sopra) la differenza è notevole... :cry:
Ci vuole molto coraggio per dire che la prima linea dell'Accademia di Parma è scarsa, visto che èconsiderata da tutti gli addetti al lavoro la più forte in assoluto.Mi piacerebbe vedre i giocatori che tu ritieni "alquanto" più forti come sono e come giocano per fare un confronto.Buon Natale a tutti[/quote]
Ho detto di aver visto alcune partite del Campionato Elite Under 20 Nord Ovest dove decisamente "spiccavano" un paio di elementi di prima linea e mi domandavo il motivo per il quale non figuravano (viste le loro capacità e potenzialità decisamente superiori ) fra le fila dell'Accademia di Parma.Ho visto anche parecchie partite dell'Accademia di Parma e nulla togliendo alla loro mischia...però ...qualche "prova" io la inserirei nel corso delle vare preparazioni..Tanti Auguri a tutti :D

ayr
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Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo

Messaggio da ayr » 27 dic 2011, 10:20

copernico ha scritto:Cari Andrea e Ruspante , mi sembra che voi siete legati ad un rugby che ora non esiste più.
Conta pure anche me in quel gruppo, anche se non condivido tutti i loro punti di vista...
Quello che mi rende assolutamente antidiluviano e' che nel mio piccolo ho sempre cercato di formare prima di tutto "persone"... e possibilmente "persone pensanti", cosa che col professionismo e' diventata assolutamente secondaria... io pero' (e da questo si vede come sono rimasto indietro) non ho cambiato idea nel frattempo...
Grazie al cielo l'hanno inventato a Rugby e non a Llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch!

ayr
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Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo

Messaggio da ayr » 27 dic 2011, 10:27

ruspante ha scritto:E il massimo lo raggiungemmo con George Coste, il quale dal 94 al 99 ci portò al sei nazioni mettendo a posto la difesa che era estremamente efficace per il recupero di palla dell'avversario e di contrattaccare prevalentemente alla mano. Poi con Barbizier si concluse la fase positiva. E nessuno della federazione se n'è reso conto. Il rugby attuale si è totalmente allontanato dalla strada indicataci da Villepreux.
Forse non te ne sei accorto, ma tra Coste a Berbizier ci sono stati diversi altri allenatori... :wink:

L'allenatore contemporaneo piu' simile all'idea di rugby che hai tu e' Brian Ashton, che e' stato mandato via a calci dai senatori della nazionale Inglese perche' loro si trovavano meglio con un rugby "superprogrammato" (con il quale avevano vinto la Coppa del Mondo, tra l'altro...).
Non e' obbligatorio seguire l'una o l'altra delle scuole di pensiero (rugby pianificato contro rugby dove ogni giocatore reagisce alla situazione che vede davanti nel modo migliore) e non e' detto che una sia superiore all'altra come risultati, ma bisogna adattarsi ai giocatori a disposizione (se il parco giocatori e ridotto, come in Italia), oppure bisogna selezionare i giocatori a seconda dell'approccio che si vuole dare alla squadra (ma se anche l'Inghilterra, che e' la nazione col maggior numero di giocatori di rugby, non e' riuscita a farlo...).
Grazie al cielo l'hanno inventato a Rugby e non a Llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch!

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Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo

Messaggio da ayr » 27 dic 2011, 10:32

copernico ha scritto:Fatevi una domanda, quante società in Italia sono in grado di poter fare un'accademia nel proprio club?E a quale livello.
Sicuramente il Petrarca.
Qualche anno fa hanno ingaggiato Roden per gestire il settore giocanile e nel giro di pochi anni hanno sfornato una serie di giocatori (tipo Bortolami, Bergamasco...) che, se l'Italia ne sfornasse un paio cosi' all'anno...............
La verita' e' che, con le risorse limitate che ci sono, bisogna porsi delle priorita'... e poi seguirle!
SE il regolamento FIR premiasse di piu' le societa' che reclutano e formano i giocatori, la cosa si autoalimenterebbe da se, invece i regolamenti premiano di piu' chi compra i giocatori gia' formati rispetto a chi li recluta e a chi li forma. :(
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Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo

Messaggio da ayr » 27 dic 2011, 10:41

copernico ha scritto:Quante società si possono permettere un allenatore a livello giovanile professionista.
MOLTE! per esempio il Valsugana Rugby Padova, piccola societa' di Padova, con una prima squadra che e' sempre stata tra la serie B e la serie C, ha deciso, un paio di anni fa, di spendere i pochi soldi disponibili in un allenatore professionista di alto livello (il Roden citato prima) e come risultato nel breve tempo puoi vedere quanti sono i giocatori del Valsugana nelle varie nazionali giovanili.
Adesso che Roden e' tornato in Nuova Zelanda, hanno preso un altro professionista (Beda).
Come detto, e' tutta questione di scelte e di saper decidere quali sono le priorita' (e poi seguirle), per cui la prima squadra fa fatica in serie B, ma il settore giovanile e' tra i primi in Italia.

Il grosso problema e' che, in questo modo, il Valsugana (e qualunque altra piccola societa' che voglia investire seriamente in reclutamento e formazione - e ti assicuro che ce ne sono), diventa un "supermercato" dove chi cura ($$$) esclusivamente la prima squadra puo' fare tranquillamente man bassa, e le regole federali, purtroppo, favoriscono tuttora chi sfrutta il lavoro altrui anziche' finanziare i reclutatori e formatori. :twisted:
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Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo

Messaggio da ayr » 27 dic 2011, 10:44

copernico ha scritto:E la nota più dolente quante società accettano un tecnico fedrale che venga ad insegnare a loro come si costruisce un giocatore di alto livello?
E la nota ancora piu' dolente: quanti tecnici federali di valore internazionale ci sono, che possano documentare la loro competenza a formare un giocatore di alto livello??? :oops:
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Campo11
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Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo

Messaggio da Campo11 » 27 dic 2011, 12:25

Beda sostituisce Roden? non penso.... Il Valsu, con l'ingaggio di M.Zanato ex coach federale con esperienze nel Super10, ha iniziato a investire anche sulla prima squadra, è arrivato anche Wium oltre ad altri. la società padovana punta a tutto, sia junior che senior.

quattro8
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Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo

Messaggio da quattro8 » 27 dic 2011, 17:30

Campo11 ha scritto:Beda sostituisce Roden? non penso.... Il Valsu, con l'ingaggio di M.Zanato ex coach federale con esperienze nel Super10, ha iniziato a investire anche sulla prima squadra, è arrivato anche Wium oltre ad altri. la società padovana punta a tutto, sia junior che senior.
Si, hai ragione sia tu che ayr, perché ciò che il Valsugana sta facendo parte da lontano, da almeno 7/8 anni fa, programmando a lungo termine il futuro della società, al di là dei presidenti che si sono succeduti (Selvadego prima e Beraldin poi) con una unità di intenti che è una cosa assai rara perché quasi sempre succede che quando una società cambia presidente, cambia anche la programmazione. Là non è successo, secondo me ci sarebbe da imparare!
Cosa ne pensate?
Buone feste e buone birre a tutti!

ayr
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Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo

Messaggio da ayr » 27 dic 2011, 17:38

Mah... non posso dire piu' di tanto perche' sono lontano dall'Italia ormai da diversi anni e non posso conoscere le situazioni, pero' posso dire che per diversi anni il settore giovanile ha avuto di gran lunga piu' grandi attenzioni e risorse da parte del club, rispetto alla prima squadra... e tutto sommato sono anche d'accordo (perche' sono ancora legato a mentalita' e punti di vista antidiluviani come detto sopra)...

Per quanto riguarda Wium (del quale non so nulla a parte che ho letto che era fermo da uno o due anni...), ricordo che al Valsugana sono passati diversi giocatori di alto livello (Checco Salavadego, Beppe Artuso, Paolino De Lissandri, Marzio Innocenti, Fabio Gomez... alcuni poi sono rimasti come allenatori o dirigenti...) solo perche' la societa' presentava un bell'ambiente e loro avevano ancora voglia di giocare e divertirsi senza troppi assilli in un campionato inferiore...

Certo che se la prima squadra fosse allo stesso livello del settore giovanile, dovrebbe essere in Eccellenza e non in serie B :wink:
...evidentemente sono state fatte delle scelte mettendo il reclutamento e la formazione al primo posto, investendo piu' risorse nel settore giovanile con formatori qualificati (e professionisti) che in prima squadra. Si puo' fare!
Grazie al cielo l'hanno inventato a Rugby e non a Llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch!

Il_romagnolo
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Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo

Messaggio da Il_romagnolo » 28 dic 2011, 0:07

Sono totalmente d'accordo sull'analisi fatta dall'iniziatore della discussione. Ma come? Parlando strattamente del campionato che sto seguendo (la serie A2, mi definisco Il_romagnolo perché lo sono) mi capita di vedere che abbiamo giocatori di livello notevole. quali Diana della Capitolina, il nostro Fantini, Menniti - Ippolito del Rubano (però mi pare che lui ci sia), e molti altri, l'allenatore dei nostri mi diceva che un altro nostro giocatore - attualmente infortunato, ma con trascorsi notevoli in quel di Parma, Gabriele Turroni - è ad un ottimo livello. Tanto che aveva un pour parler con Rovigo...
Vedremo questi giocatori in Nazionale? Pare di no... si arriverà al paradosso che una squadra vincente e di vertice non avrà al suo interno alcun nazionale italiano, mentre saranno convocati personaggi di squadre, magari, militanti in serie B, o più indietro (Ospitaletto, Bologna,...). E, secondo paradosso, nel Galles che batterà sonoramente l'Italia nel 6 Nazioni, magari, militerà Michael Hall, forse ancora giocatore del Romagna RFC, e tra i Pumas, un giorno, vedremo anche Marioli Nobile, magari anche lui nel campionato italiano e con la maglia dei galletti.
Il moderatore dice, giustamente, che non sono ammessi insulti, oscenità o altro. Non ce ne sarebbe bisogno in nessun caso: basta guardare come si comporta la federazione; ecco, un comportamento del genere è già un'oscenità in sé. E la pagheremo con cucchiai di legno in serie, ed un mesto ritorno al torneo delle 5 nazioni (senza l'Italia) o delle 6 nazioni (con Spagna o Romania). Quel giorno il rugby azzurro si sgonfierà nell'interesse della gente, che si potrà rifare con le prodezze di Doni (quello dell'Atalanta) o delle squadre dirette da Moggi (o chi per lui): buon divertimento...

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andrea12
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Re: Nazionali Giovanili, Accademie e sviluppo

Messaggio da andrea12 » 28 dic 2011, 9:03

Quotavo e quoto ruspante, per il suo tentativo onesto e trasparente di guardare al nostro movimento.
Siamo evidentemente, ma non da oggi, in grandissima minoranza (lui, io e pochissimi altri) ma vorrei provare a rispondere ai signori che mi tacciono di old rugby.
Non so se sono io il vecchio o altri (che in tutte le culture, vecchio, è anche sinonimo di esperienza, quindi degno perlomeno di ascolto), tant'è che esordivo dando il calendario della Coppa del Mondo junior in Sud Africa (con gli abbinamenti :? ).
Quello che penso io, al di là di condivisioni e alleanze dettate anche da un sospiro di tentata innovazione (non di ancoraggio ad un "consueto", peraltro perdente) è che la nazionale maggiore esiste in virtù di un sistema rugby federale giovanile; e quest'ultimo non decolla affatto. Gli anni passano e noi stiamo sempre al palo (o al cucchiaio di legno :oops: ). Continuo a ripetere che le accademie zonali non hanno nessuna necessità di esistere (quella di Tirrenia è invece necessaria) e con quei proventi si potrebbe pensare ad un cambio gestionale dei settori giovanili di moltissimi Club.
Che i tecnici professionisti non si possano prendere per le giovanili, è solo un problema politico e gestionale dei Club; che sia oneroso non lo metto in dubbio, ma prendere due stranieri bolsi e inutili in meno in prima squadra, permetterebbe di mettere da parte sostanze per un Signor allenatore e direttore tecnico del settore giovanile, in grado di indirizzare anche gli altri coach (compreso il minirugby). Dei campanilismi e della pochezza di argomentazioni, è vero che noi italiani siamo maestri (purtroppo non solo nel rugby), ma in un momento in cui il rugby internazionale (e anche questo non è old rugby) si sta interrogando sul valore delle varie didattiche in ambito giovanile, forse varrebbe la pena che anche noi ci inserissimo perché la nostra struttura didattica è l'unica spendibile a livello internazionale.
Questo volevo dire.
Mandare allo sbaraglio dei ragazzini non è mai corretto. Mi si viene a dire dei Centre de formation francais? e si vogliono paragonare alle nostre accedemie federali? Forse non sono io ad essere superato dal tempo, poiché non paragonerei mai neppure nessuna academy con alcuna accademia nostrana; in questo siete voi che rendete di valore qualcosa che non ne ha affatto (e purtroppo lo constateremo fra 9 mesi in sudafrica, come se non lo avessimo visto ormai da un due/tre anni, e in termini di evoluzione lo possiamo invece valutare bene (il fenomeno, non il rendimento)).
Volevo anche dire che, di base, i nostri giovani, partono già con un gap abbastanza visibile ai più (e non servono tante competenze da super rugby coach) e che nel tempo diventa imbarazzante: le skill. Sull'organizzazione non intervengo perchè dovremmo spostarci nella didattica; ma sulla fisicità, aggiungo, per chiudere, che a caricare l'asino non è un lavoro da professionisti e neppure che tenere in gioco dei ragazzi di 18/19 anni per soli 50 minuti, non è un gran risultato........nel rugby moderno.
Buon rugby

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