calep61 ha scritto:
no, non sono mai stato in argentina, ma non credo sia necessario girare tuto il mondo per conoscere aspetti caratterizzanti, culture e condizioni di vita dei principali paesi.
ci sono molti mezzi oggi come oggi per approfondire la conoscenza, non credi, della crisi finanziaria, come della guerra con gli inglesi si è saputo anche senza fare un giro sulle ande e per chi decida di fare dgli approfondimenti c'è solo l'imbarazzo della scelta.
non ho messo in discussione l'efficacia del movimento rugbystico argentino,o la qualità dei club, ho semplicemente affermato che non si può parlare di un sistema, ne tantomeno esportabile; le cooperative (modello organizzativo assimilabile)esistono in Italia prima dell'ultima guerra, ma non mi sembra siano imiegate con particolare enfasi nel mondo dello sport e, forse, stanno perdendo di credibilità anche più in generale e non perchè il modello non sia valido sulla carta, ma forse perchè non appartiene molto alla cultura e tradizione italiana in genrale, quindi come esportare un modus operandi che nasce e cresce in Argentina come soluzione naturale ai problemi di fondo di un paese che, consentimelo, non si è mai distinto negli ultmi 50 anni almeno per eccellenza economica, suvvia. Per confronto citi gli stadi italiani, giusto, infatti anche da noi ci lamentiamo della pochezza del nostro movimento, ma non è che in Argentina, al di la di una buona scuola e tradizione di base, siano stati raggiunti chissà quali risultati in termini di organizzazione ed infrastrutture del movimento infatti c'è ancora il dilettantismo e noi dovremmo regridire verso un tale modello (l'Argentina è forte come nazionale solo grazie ai tanti giocatori che performano abitualmente nei campionati più competitivi in giro per il mondo e non certo perchè giocano abitualmente in Argntina!) Ilparagone, poi, con gli anglosassoni è completamente fuori luogo, loro hanno dato vita al rugby, ci giocano da 200 anni e sono strutturati organizzativamente da almeno 150, lascia perdere, li si che possiamo trovare delle best pratice da scimmiottare. Quello che possiamo acquisire per osmosi dagli argentini è sicuramente una maggiore serietà e convinzione nelle cose che fanno e questo non solo nel rugby o nello sport, ma anche questo non è un sistema esportabile, ma un modo di fare, un attegiamento a cui, semmai, ispirarsi.
1) certi aspetti li cogli solo se vai sulposto. Il filtro della rete è terribile. Basta leggersi la percezione stereotipata che hanno del'Italia su certi siti...
2) Il modello non è certamentamene esportabile in toto, ma di certo qualcosa da imparare dovremmo averlo .
3) Il modello anglosassone è per noi ancor più incopianbile. Non abbaimo il seguito anche mediatico che ha il rugby in UK o pggio in NZ. Non c'è pratica nelel scuole e via dicendo.
Quanto alla frase ('Argentina è forte come nazionale solo grazie ai tanti giocatori che performano abitualmente nei campionati più competitivi in giro per il mondo e non certo perchè giocano abitualmente in Argntina!) ti replico dicendo due cose:
- la formazione giovanile mica la fanno all'estero
- Anche il 95% dei nostri nazionali gioca in campionati esteri (la pro-12, mica è un campionato italiano, è un terneo celtico di cui siamo ospiti)
Ecco proprio il primo punto fa la differenza. la formazione giovanile.
Lasciar perdere la presupponenza che permea anche questo Forum, ossia che le società i club siano fatti da genii che non hanno nulla da imparare, eche la colpa sia solùo di Ascione e DOndi
L'umiltà ecco cosa manca al rugby italiano. Il volere scimmiotttare un modello quello anglosassone che non ci appartiene è l'altro problema.