41 Accademie!

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

Moderatore: Emy77

s6tefano71
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Re: 41 Accademie!

Messaggio da s6tefano71 » 2 lug 2013, 9:30

Tallonatore80 ha scritto:stefano, fattene una ragione. La motivazione principale è:

zambelli è l'unico che gli dava subito garanzie di stipendio. Sai. Questi ragazzoni non vivono e non mangiano il tifo accorato ma mettono il salame nel panino, e sono cose che costano.

Sempre che lo vedano, lo stipendio, a rovigo. Visto che tradizionalmente non siete rinomati per pagar fuori i debiti. ;)
D'accordo con la prima parte della tua analisi, al di là del furore agonistico partigiano, che mi diverto a liberare a briglie sciolte qui sul forum per vedere la reazione, so anch'io iche i motivi della scelta sono stati quelli che hai descritto essenzialmente.
Per la seconda parte, quì si dice che il Rovigo quest'anno abbia speso meno dell'anno scorso.

mariemonti
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Re: 41 Accademie!

Messaggio da mariemonti » 2 lug 2013, 9:38

Pare anche che la moglie dopo il caos di Parigi desiderasse vivere in una città più tranquilla, dal clima salubre e mite.

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giuseppone64
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Re: 41 Accademie!

Messaggio da giuseppone64 » 2 lug 2013, 10:19

Allora svelato finalmente l'arcano:Zambelli e' il mio salumiere.grazie a tallonatore per l'attività di intelligence.
Scusa tesoro se sono stato un po' brusco stamani. Papà non sei stato un po' brusco, sei stato un barbaro...
mio figlio 17 anni
Amore sbrigati che facciamo tardi a scuola! Mi sbrigo solo se mi ripeti che sono la più bella del mondo.
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Io

Tallonatore80
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Re: 41 Accademie!

Messaggio da Tallonatore80 » 2 lug 2013, 10:23

Sai, alla moglie di bergamirko non piacciono nebbia e zanzare.
"Il rugby e` l`assoluto ordine nell`apparente disordine."
Sandro Cepparulo

mariemonti
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Re: 41 Accademie!

Messaggio da mariemonti » 2 lug 2013, 10:57

Tallonatore80 ha scritto:Sai, alla moglie di bergamirko non piacciono nebbia e zanzare.
Allora avrebbe poca scelta, in Italia.
La finale dell'Eccellenza dell'anno prossimo, potrebbe essere uno scontro zanzare - moscerini, o al massimo un bel derby zanzare - zanzare. E ovviamente mi riferisco a zanzare degne di questo nome, con pungiglioni grossi come aghi per biopsia

lupomar
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Re: 41 Accademie!

Messaggio da lupomar » 2 lug 2013, 14:55

Axel1965 ha scritto:Buongiorno a tutti;
ho letto con estremo interesse tutti gli interventi, ma mi manca qualcosa nel quadro della discussione. Manca l'interesse per i ragazzi, per i giovani giocatori. Nessuno parla delle opportunità offerte a questi ultimi, e del percorso che li ha portati alla soglia dell'Accademia ( nuove o vecchie che siano ). Se mi permettete posso dire la mia, a titolo personale in quanto non facente parte della Dirigenza giallonera.
Dunque, si è parlato di vocazione rugbystica territoriale ( il nord-est ), di investimenti, di allargamento della base. Ritengo che pur avendo tutti una base logica, questi discorsi prescindano dalla realtà. Il lavoro di Selezione, fino agli ASA, è stato svolto da giocatori, genitori, Comitati Regionali e FIR con grande sforzo. Questo ha portato alle soglie delle nuove Accademie circa 250 giovani sul territorio Nazionale, parlo dei '97 ai quali si aggiungono ovviamente i '96 che erano già parte del circuito. Ora a questi ragazzi, selezionati per attitudine, caratteristiche morfologiche e pratica agonistica, viene offerta l'opportunità di proseguire il percorso scolastico e sportivo in una sola struttura. Il fulcro dell'offerta è questo. Non importa che Treviso, Padova, Rovigo piuttosto che Milano, Varese o Sondrio siano in grado di offrire altrettanto ( dubito ): le squadre sono proprietarie dei cartellini e sono libere di scegliere se consentire al giocatore l'inizio del percorso opure negarlo, offrendo alternative. Stiamo parlando di giovani pre-adolescenti o adolescenti, nella cui educazione devono confluire le esperienze di genitori, educatori e professori di scuola, Tutti allo stesso modo. Ci sono documenti sul sito FIR che richiamano attraverso interessanti slides questi concetti, e li spiegano a chi ha pazienza di leggere ed apprendere. Dopodichè ciascuno è libero di fare come crede. Criticare è corretto, ma occorre anche offrire alternative. Che possono esserci, vivaddio, a Treviso, e non a Borgomanero. E di ragazzi che hanno fatto la valigia per inseguire i propri sogni ne conosco, credetemi, come di adulti che parlano o scrivono senza voler condividere questa iniziativa. Il nord-est resterà per sempre radicato in questo sport, ma non ditemi che ci sono più o meno ragazzi che non nel nord-ovest. Parliamo di football americano ? Di nuoto ? Di basket ? Le Regioni che eccellono in questi sport, non tutti di nicchia, anzi, non possono offrire grazie alla FIR una diversa opportunità anche ai rugbysti ? Io credo di si. Ci sono, e ci saranno sempre grandi clubs, ci sono e ci saranno sempre ragazzi che eccellono. Da oggi sul modello delle Accademie francesi, dei Colleges americani o inglesi, ci sono le stesse opportunità anche qui da noi. Ovvero la possibilità di studiare e giocare ad alto livello. Ripeto, è tutto nero su bianco, anche nei verbali della FIR. Così come sta scritto che il progetto è perfettibile, ovviamente, con la collaborazione dei clubs e dei genitori. Gli altri possono restare a difendere il proprio orto e i propri convincimenti. Che sono legittimi. Provino a mettersi nei panni di un sedicenne e si prefigurino un percorso alternativo. Alternativo al giocare in un girone territoriale, in una squadra dell'Hinterland e senza poter affinare le proprie attitudini, anche scolastiche. Vorrei poter credere che la FIR abbia questo in mente, e ciò che il Presidente ha scritto è proprio questo. Nel caso non fosse, sarei il primo a contattarlo per suggerire modifiche. Ad oggi il percorso è stato netto, senza sbavature. Con tutti i ritardi e le incertezze del caso siamo arrivati davanti alla porta. Entrare è una conseguenza logica all'impegno che abbiamo assunto. Restarne fuori a protestare non onora questo sport e lo spirito di collaborazione che da sempre lo contraddistingue. Un'ultima cosa: impegno economico a parte, molte sono le squadre in grado di allestire una struttura simile. Ma la concertazione con gli impegni scolastici richiede un'autorità più forte, un intento più radicale. Se da oggi ci saranno Istituti scolastici in grado di accogliere i nostri giovani e affiancare la FIR nella loro formazione, bene, saluto questa grande novità e rendo merito al presidente per averla resa possibile. Non è un caso che i religiosi in primis abbiano risposto alla chiamata: Salesiani o Gesuiti non importa, purchè sempre e solo con l'intento di formare i ragazzi, non i giocatori, Quello è compito del team di tecnici... Anzi, vado oltre: le realtà di Milano, Torino, Genova e altre che non conosco direttamente, con i CUS, garantiscono impegno nello studio e opportunità sportive, alla pari. Non è una conseguenza logica di ciò che ci siamo detti sino ad ora ? Se si, bene. Oggi questa opportunità è anche per i più giovani, sicchè finalemnte si possa allargare il serbatoio, la base, e alimentare l'alto livello con più coerenza. Grazie.
Grazie Axel per il bell'intervento, non la pensiamo allo stesso modo, ma si capisce che anche a te sta a cuore il rugby e soprattutto la possibilità che dei ragazzi destinati alla noia o, ben che vada, ad altri sport scelgano invece il nostro.

Il programma del Presidente Gavazzi ha un importante aspetto positivo e rivoluzionario: finalmente il candidato Presidente Fir inserisce (lui in extremis) nella sua campagna elettorale un programma dettagliato su come vuol far crescere il rugby giovanile e poi, una volta eletto, cerca di attuarlo. Penso che qui sia giusto dire grazie ad Amore per aver dato l'esempio e costretto anche gli altri candidati a presentare finalmente un programma dettagliato.

Purtroppo per me l'aspetto positivo termina qui e ti spiego perché.
Il mio dissenso nasce proprio da come Gavazzi ha voluto affrontare la cosa: organizziamo tutto centralisticamente, dividiamo il territorio in aree, sottoaree, tutto controllato dal centro. Il ragazzo a 14 anni viene scelto, inizia a frequentare i centri di fornmazione e poi verrà selezionato per l'accademia U18, dove se meriterà, sarà selezionato per Tirrenia, poi, se srà ancora vivo, andrà nelle Franchige e in Nazionale. Ma che bella carriera! Tutto già scritto a 14 anni, se sei dentro, sei dentro, altrimenti... Mi sembra la carriera del povero Bocchino che ha dovuto subire la pressione di tutti per anni, per poi capire che forse era meglio tornare a casa sua, coltivare sì la sua passione, ma anche studiare e pensare al suo futuro vero. Con l'aggravante che la selezione adesso vogliono farla ancora prima!
Questo discorso si innesta anche nella situazione economica che stiamo vivendo. I Bergamasco, Parisse, Castro, e tanti altri sono stati strafortunati ad arrivare nel momento giusto, adesso, nel giro di pochi anni è cambiato tutto, soldi non ce ne sono più e persone che vivono di rugby in Italia ce ne sono gran poche. Pompare questi ragazzi sradicandoli dalle proprie società, dai propri amici, dalle proprie famiglie così presto per me è deleterio. Pone su di loro un sacco di pressione e, il nostro sport è così, li sottopone troppo presto ad uno stress fisico troppo esasperato. Cosa non meno importante li distoglie dalla scuola, se li illudiamo così presto (attenzione non solo loro, ma anche le famiglie!) di diventare dei campioni di rugby che possano vivere e bene di quello, creeremo tanti ragazzi insodisfatti, che si ritroveranno con un pugno di mosche in mano, perché siamo franchi, anche funzionasse tutto, ne arriveranno pochissimi.
Per quanto riguarda il lato puramente tecnico, qui ci sono le maggiori perplessità. Per prima cosa dove sono i formatori, gli allenatori, i tecnici adeguati? Ne occorrono veramente tanti, solo in un singolo CFU16 serviranno almeno 3 tecnici e 1 preparatore. Chi sono? Chi li sceglie? E' stato fatto prima una sota di concorso, di selezione, che ci dia fiducia che queste persone sono adeguate? Perché devo pensare che siano più preparati di quelli che ho già in società? In Veneto abbiamo 2 tecnici Federali (2 per tutto il Veneto!) Mattia Dolcetto e Diego Scaglia. Mattia l'hanno prossimo andrà in una delle Accademie, da quel che so rimarrà solo Diego.
I tecnici prescelti avranno almeno il 1° livello? So che è una banalità ma vedrai che scopriremo che ci saranno tecnici che allenano i nostri ragazzi nei CFU16 senza neppure quello!
Ultima cosa i costi: quanto costerà tutto ciò? Chi gestirà questi soldi? Ci sarà un po' di trasparenza?

La visione che ho io è invece completamente diversa. Aiutiamo le società che già ci sono, che, tra mille difficoltà hanno già combattutto senza risorse per portare i ragazzi al campo, che hanno già esperienza, che sanno già quello che fanno. Se non hanno tecnici preparati aiutiamoli a fare i corsi, affianchiamoli con altri tecnici federali. Basta anche che si condivida un programma insieme studiato d'estate, fare poi una verifica a metà anno e poi trarre insieme le conclusioni a fine anno. Basterebbero 2 tecnici per area cui affidare questo compito, sarebbe un grande aiuto per gli allenatori delle società che sono sempre lasciati a se stessi.
L'altra cosa importante è sostenere le società sui costi di trasferta. Quanti di noi hanno scritto quanto importante sarebbe un campionato U20 nazionale meritocratico con 12 squadre, con le trasferte a completo carico della Fir. Costerebbe 3-500mila euro (a seconda degli anni e delle squadre presenti), ma la differenza tra l'Accademia di Tirrenia che ha 30 ragazzi predestinati e i 4-450 ragazzi che si giocano il campionato italiano U20 sarebbe un bacino enormemente più ampio dal quale pescare per una nazionale giovanile finalmente competitica non solo quando gioca col Cile!

Scusate la lungaggine, ma il concetto è questo: usiamo le risorse (che ci sono!, parliamo di un bilancio di 40-45 milioni!) per aiutare le società che già ci sono e farne crescere di nuove (qui non mi dilungo, ma un supporto a chi inizia ci vuole, la Fir dovrebbe avere 2 tecnici-tutor che girano solo nelle società per i primi 2 anni di vita + un amministrativo che arriva con un software già pronto per gestre la società e che ti insegna ad usarlo. Costo ridicolo e garanzia di nuove società tutti gli anni) e non per centralizzare tutto nelle mani di pochi che dall'alto calano le decisioni per tutti. Con che stimoli tutti quelli che lavorano gratis nelle nostre società continueranno a farlo?

Cerco continuare a tenere il potere nelle mani di pochi, è una garanzia per questi pochi che non se ne priveranno e che continuano a proporre questo tipo di riforme, che servono solo a loro e ai loro clientes e non al rugby!

lupomar
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Re: 41 Accademie!

Messaggio da lupomar » 2 lug 2013, 15:00

Per piacere chi ha voglia di parlare della società Rugby Rovigo e della sua storia, apra un altro 3d.

Squilibrio
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Re: 41 Accademie!

Messaggio da Squilibrio » 2 lug 2013, 15:12

Lupomar io non concordo totalmente per te per vari motivi, Gavazzi attualmente sta facendo quello che la fir non ha fatto negli ultimi anni, è stato si eletto ma secondo me aveva ben in mente cosa fare non è uno sprovveduto, chiaro però che ci vuole tempo ci sono problemi che non risolvi nel’immediato e il punto di rottura con il passato per me è l’intervista in cui dice di non poter cambiare a causa di contratti firmati poco prima della sua elezione, avrebbe potuto parlare solo di contratti senza specificare quando sono stati rinnovati, invece ha detto la pura verità. Il controllo centrale poi non è detto che non sia una cosa positiva, un modo per seguire una linea comune (ricordiamoci il passato, linea giovanile molto europea e nazionale maggiore in mano a Johnstone) dove anche nei passi successivi si può rientrare senza problemi nel giro e magari dove il famoso progetto altezza (ricordiamoci che chi ha partorito questa cosa ha il contratto blindato) venga accantonato. Per me i giudizi bisogna darli tra 2/3 anni, l’unica cosa che mi lascia perplesso è il rilancio dell’eccellenza a livello di marketing, ne aveva parlato mentre per ora non si vede nulla.

MAX2008
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Re: 41 Accademie!

Messaggio da MAX2008 » 2 lug 2013, 18:15

lupomar ha scritto:
Axel1965 ha scritto:Buongiorno a tutti;
ho letto con estremo interesse tutti gli interventi, ma mi manca qualcosa nel quadro della discussione. Manca l'interesse per i ragazzi, per i giovani giocatori. Nessuno parla delle opportunità offerte a questi ultimi, e del percorso che li ha portati alla soglia dell'Accademia ( nuove o vecchie che siano ). Se mi permettete posso dire la mia, a titolo personale in quanto non facente parte della Dirigenza giallonera.
Dunque, si è parlato di vocazione rugbystica territoriale ( il nord-est ), di investimenti, di allargamento della base. Ritengo che pur avendo tutti una base logica, questi discorsi prescindano dalla realtà. Il lavoro di Selezione, fino agli ASA, è stato svolto da giocatori, genitori, Comitati Regionali e FIR con grande sforzo. Questo ha portato alle soglie delle nuove Accademie circa 250 giovani sul territorio Nazionale, parlo dei '97 ai quali si aggiungono ovviamente i '96 che erano già parte del circuito. Ora a questi ragazzi, selezionati per attitudine, caratteristiche morfologiche e pratica agonistica, viene offerta l'opportunità di proseguire il percorso scolastico e sportivo in una sola struttura. Il fulcro dell'offerta è questo. Non importa che Treviso, Padova, Rovigo piuttosto che Milano, Varese o Sondrio siano in grado di offrire altrettanto ( dubito ): le squadre sono proprietarie dei cartellini e sono libere di scegliere se consentire al giocatore l'inizio del percorso opure negarlo, offrendo alternative. Stiamo parlando di giovani pre-adolescenti o adolescenti, nella cui educazione devono confluire le esperienze di genitori, educatori e professori di scuola, Tutti allo stesso modo. Ci sono documenti sul sito FIR che richiamano attraverso interessanti slides questi concetti, e li spiegano a chi ha pazienza di leggere ed apprendere. Dopodichè ciascuno è libero di fare come crede. Criticare è corretto, ma occorre anche offrire alternative. Che possono esserci, vivaddio, a Treviso, e non a Borgomanero. E di ragazzi che hanno fatto la valigia per inseguire i propri sogni ne conosco, credetemi, come di adulti che parlano o scrivono senza voler condividere questa iniziativa. Il nord-est resterà per sempre radicato in questo sport, ma non ditemi che ci sono più o meno ragazzi che non nel nord-ovest. Parliamo di football americano ? Di nuoto ? Di basket ? Le Regioni che eccellono in questi sport, non tutti di nicchia, anzi, non possono offrire grazie alla FIR una diversa opportunità anche ai rugbysti ? Io credo di si. Ci sono, e ci saranno sempre grandi clubs, ci sono e ci saranno sempre ragazzi che eccellono. Da oggi sul modello delle Accademie francesi, dei Colleges americani o inglesi, ci sono le stesse opportunità anche qui da noi. Ovvero la possibilità di studiare e giocare ad alto livello. Ripeto, è tutto nero su bianco, anche nei verbali della FIR. Così come sta scritto che il progetto è perfettibile, ovviamente, con la collaborazione dei clubs e dei genitori. Gli altri possono restare a difendere il proprio orto e i propri convincimenti. Che sono legittimi. Provino a mettersi nei panni di un sedicenne e si prefigurino un percorso alternativo. Alternativo al giocare in un girone territoriale, in una squadra dell'Hinterland e senza poter affinare le proprie attitudini, anche scolastiche. Vorrei poter credere che la FIR abbia questo in mente, e ciò che il Presidente ha scritto è proprio questo. Nel caso non fosse, sarei il primo a contattarlo per suggerire modifiche. Ad oggi il percorso è stato netto, senza sbavature. Con tutti i ritardi e le incertezze del caso siamo arrivati davanti alla porta. Entrare è una conseguenza logica all'impegno che abbiamo assunto. Restarne fuori a protestare non onora questo sport e lo spirito di collaborazione che da sempre lo contraddistingue. Un'ultima cosa: impegno economico a parte, molte sono le squadre in grado di allestire una struttura simile. Ma la concertazione con gli impegni scolastici richiede un'autorità più forte, un intento più radicale. Se da oggi ci saranno Istituti scolastici in grado di accogliere i nostri giovani e affiancare la FIR nella loro formazione, bene, saluto questa grande novità e rendo merito al presidente per averla resa possibile. Non è un caso che i religiosi in primis abbiano risposto alla chiamata: Salesiani o Gesuiti non importa, purchè sempre e solo con l'intento di formare i ragazzi, non i giocatori, Quello è compito del team di tecnici... Anzi, vado oltre: le realtà di Milano, Torino, Genova e altre che non conosco direttamente, con i CUS, garantiscono impegno nello studio e opportunità sportive, alla pari. Non è una conseguenza logica di ciò che ci siamo detti sino ad ora ? Se si, bene. Oggi questa opportunità è anche per i più giovani, sicchè finalemnte si possa allargare il serbatoio, la base, e alimentare l'alto livello con più coerenza. Grazie.
Grazie Axel per il bell'intervento, non la pensiamo allo stesso modo, ma si capisce che anche a te sta a cuore il rugby e soprattutto la possibilità che dei ragazzi destinati alla noia o, ben che vada, ad altri sport scelgano invece il nostro.

Il programma del Presidente Gavazzi ha un importante aspetto positivo e rivoluzionario: finalmente il candidato Presidente Fir inserisce (lui in extremis) nella sua campagna elettorale un programma dettagliato su come vuol far crescere il rugby giovanile e poi, una volta eletto, cerca di attuarlo. Penso che qui sia giusto dire grazie ad Amore per aver dato l'esempio e costretto anche gli altri candidati a presentare finalmente un programma dettagliato.

Purtroppo per me l'aspetto positivo termina qui e ti spiego perché.
Il mio dissenso nasce proprio da come Gavazzi ha voluto affrontare la cosa: organizziamo tutto centralisticamente, dividiamo il territorio in aree, sottoaree, tutto controllato dal centro. Il ragazzo a 14 anni viene scelto, inizia a frequentare i centri di fornmazione e poi verrà selezionato per l'accademia U18, dove se meriterà, sarà selezionato per Tirrenia, poi, se srà ancora vivo, andrà nelle Franchige e in Nazionale. Ma che bella carriera! Tutto già scritto a 14 anni, se sei dentro, sei dentro, altrimenti... Mi sembra la carriera del povero Bocchino che ha dovuto subire la pressione di tutti per anni, per poi capire che forse era meglio tornare a casa sua, coltivare sì la sua passione, ma anche studiare e pensare al suo futuro vero. Con l'aggravante che la selezione adesso vogliono farla ancora prima!
Questo discorso si innesta anche nella situazione economica che stiamo vivendo. I Bergamasco, Parisse, Castro, e tanti altri sono stati strafortunati ad arrivare nel momento giusto, adesso, nel giro di pochi anni è cambiato tutto, soldi non ce ne sono più e persone che vivono di rugby in Italia ce ne sono gran poche. Pompare questi ragazzi sradicandoli dalle proprie società, dai propri amici, dalle proprie famiglie così presto per me è deleterio. Pone su di loro un sacco di pressione e, il nostro sport è così, li sottopone troppo presto ad uno stress fisico troppo esasperato. Cosa non meno importante li distoglie dalla scuola, se li illudiamo così presto (attenzione non solo loro, ma anche le famiglie!) di diventare dei campioni di rugby che possano vivere e bene di quello, creeremo tanti ragazzi insodisfatti, che si ritroveranno con un pugno di mosche in mano, perché siamo franchi, anche funzionasse tutto, ne arriveranno pochissimi.
Per quanto riguarda il lato puramente tecnico, qui ci sono le maggiori perplessità. Per prima cosa dove sono i formatori, gli allenatori, i tecnici adeguati? Ne occorrono veramente tanti, solo in un singolo CFU16 serviranno almeno 3 tecnici e 1 preparatore. Chi sono? Chi li sceglie? E' stato fatto prima una sota di concorso, di selezione, che ci dia fiducia che queste persone sono adeguate? Perché devo pensare che siano più preparati di quelli che ho già in società? In Veneto abbiamo 2 tecnici Federali (2 per tutto il Veneto!) Mattia Dolcetto e Diego Scaglia. Mattia l'hanno prossimo andrà in una delle Accademie, da quel che so rimarrà solo Diego.
I tecnici prescelti avranno almeno il 1° livello? So che è una banalità ma vedrai che scopriremo che ci saranno tecnici che allenano i nostri ragazzi nei CFU16 senza neppure quello!
Ultima cosa i costi: quanto costerà tutto ciò? Chi gestirà questi soldi? Ci sarà un po' di trasparenza?

La visione che ho io è invece completamente diversa. Aiutiamo le società che già ci sono, che, tra mille difficoltà hanno già combattutto senza risorse per portare i ragazzi al campo, che hanno già esperienza, che sanno già quello che fanno. Se non hanno tecnici preparati aiutiamoli a fare i corsi, affianchiamoli con altri tecnici federali. Basta anche che si condivida un programma insieme studiato d'estate, fare poi una verifica a metà anno e poi trarre insieme le conclusioni a fine anno. Basterebbero 2 tecnici per area cui affidare questo compito, sarebbe un grande aiuto per gli allenatori delle società che sono sempre lasciati a se stessi.
L'altra cosa importante è sostenere le società sui costi di trasferta. Quanti di noi hanno scritto quanto importante sarebbe un campionato U20 nazionale meritocratico con 12 squadre, con le trasferte a completo carico della Fir. Costerebbe 3-500mila euro (a seconda degli anni e delle squadre presenti), ma la differenza tra l'Accademia di Tirrenia che ha 30 ragazzi predestinati e i 4-450 ragazzi che si giocano il campionato italiano U20 sarebbe un bacino enormemente più ampio dal quale pescare per una nazionale giovanile finalmente competitica non solo quando gioca col Cile!

Scusate la lungaggine, ma il concetto è questo: usiamo le risorse (che ci sono!, parliamo di un bilancio di 40-45 milioni!) per aiutare le società che già ci sono e farne crescere di nuove (qui non mi dilungo, ma un supporto a chi inizia ci vuole, la Fir dovrebbe avere 2 tecnici-tutor che girano solo nelle società per i primi 2 anni di vita + un amministrativo che arriva con un software già pronto per gestre la società e che ti insegna ad usarlo. Costo ridicolo e garanzia di nuove società tutti gli anni) e non per centralizzare tutto nelle mani di pochi che dall'alto calano le decisioni per tutti. Con che stimoli tutti quelli che lavorano gratis nelle nostre società continueranno a farlo?

Cerco continuare a tenere il potere nelle mani di pochi, è una garanzia per questi pochi che non se ne priveranno e che continuano a proporre questo tipo di riforme, che servono solo a loro e ai loro clientes e non al rugby!

Condivido, invece di centralizzare bisognava aiutare le società esistenti e individuare nuove aree e uomini di rugby volenterosi per creare nuove società. Vi faccio un esempio della mia regione , l'Abruzzo, ci sono 8 Under 16 di cui una in elite'. Un totale di ragazzi che la domenica scendono in campo di 150 ragazzi max (e abbondo...) ....veramente pocoooooo . Ora e' stata definita il centro federale a L'Aquila presso la Polisportiva L'Aquila Rugby. Il presidente Gavazzi precisa che il numero degli allenamenti e' limitato a "3" :roll: .....ma come si puo' pensare che dalla costa si possa andare 3 volte la settimana a L'Aquila. Visto che si mettono sul tavolo soldi, tecnici, e quant'altro......ma non era meglio intervenire fra le società !!!!! Strategie che porteranno dei grossi danni fra tre anni e azzereranno la forza propulsiva che viene dall' opinione pubblica sul ruolo educativo del GIOCO del rugby.....

Buon rugby a tutti....

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giuseppone64
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Re: 41 Accademie!

Messaggio da giuseppone64 » 2 lug 2013, 18:22

lupomar ha scritto:
Axel1965 ha scritto:Buongiorno a tutti;
ho letto con estremo interesse tutti gli interventi, ma mi manca qualcosa nel quadro della discussione. Manca l'interesse per i ragazzi, per i giovani giocatori. Nessuno parla delle opportunità offerte a questi ultimi, e del percorso che li ha portati alla soglia dell'Accademia ( nuove o vecchie che siano ). Se mi permettete posso dire la mia, a titolo personale in quanto non facente parte della Dirigenza giallonera.
Dunque, si è parlato di vocazione rugbystica territoriale ( il nord-est ), di investimenti, di allargamento della base. Ritengo che pur avendo tutti una base logica, questi discorsi prescindano dalla realtà. Il lavoro di Selezione, fino agli ASA, è stato svolto da giocatori, genitori, Comitati Regionali e FIR con grande sforzo. Questo ha portato alle soglie delle nuove Accademie circa 250 giovani sul territorio Nazionale, parlo dei '97 ai quali si aggiungono ovviamente i '96 che erano già parte del circuito. Ora a questi ragazzi, selezionati per attitudine, caratteristiche morfologiche e pratica agonistica, viene offerta l'opportunità di proseguire il percorso scolastico e sportivo in una sola struttura. Il fulcro dell'offerta è questo. Non importa che Treviso, Padova, Rovigo piuttosto che Milano, Varese o Sondrio siano in grado di offrire altrettanto ( dubito ): le squadre sono proprietarie dei cartellini e sono libere di scegliere se consentire al giocatore l'inizio del percorso opure negarlo, offrendo alternative. Stiamo parlando di giovani pre-adolescenti o adolescenti, nella cui educazione devono confluire le esperienze di genitori, educatori e professori di scuola, Tutti allo stesso modo. Ci sono documenti sul sito FIR che richiamano attraverso interessanti slides questi concetti, e li spiegano a chi ha pazienza di leggere ed apprendere. Dopodichè ciascuno è libero di fare come crede. Criticare è corretto, ma occorre anche offrire alternative. Che possono esserci, vivaddio, a Treviso, e non a Borgomanero. E di ragazzi che hanno fatto la valigia per inseguire i propri sogni ne conosco, credetemi, come di adulti che parlano o scrivono senza voler condividere questa iniziativa. Il nord-est resterà per sempre radicato in questo sport, ma non ditemi che ci sono più o meno ragazzi che non nel nord-ovest. Parliamo di football americano ? Di nuoto ? Di basket ? Le Regioni che eccellono in questi sport, non tutti di nicchia, anzi, non possono offrire grazie alla FIR una diversa opportunità anche ai rugbysti ? Io credo di si. Ci sono, e ci saranno sempre grandi clubs, ci sono e ci saranno sempre ragazzi che eccellono. Da oggi sul modello delle Accademie francesi, dei Colleges americani o inglesi, ci sono le stesse opportunità anche qui da noi. Ovvero la possibilità di studiare e giocare ad alto livello. Ripeto, è tutto nero su bianco, anche nei verbali della FIR. Così come sta scritto che il progetto è perfettibile, ovviamente, con la collaborazione dei clubs e dei genitori. Gli altri possono restare a difendere il proprio orto e i propri convincimenti. Che sono legittimi. Provino a mettersi nei panni di un sedicenne e si prefigurino un percorso alternativo. Alternativo al giocare in un girone territoriale, in una squadra dell'Hinterland e senza poter affinare le proprie attitudini, anche scolastiche. Vorrei poter credere che la FIR abbia questo in mente, e ciò che il Presidente ha scritto è proprio questo. Nel caso non fosse, sarei il primo a contattarlo per suggerire modifiche. Ad oggi il percorso è stato netto, senza sbavature. Con tutti i ritardi e le incertezze del caso siamo arrivati davanti alla porta. Entrare è una conseguenza logica all'impegno che abbiamo assunto. Restarne fuori a protestare non onora questo sport e lo spirito di collaborazione che da sempre lo contraddistingue. Un'ultima cosa: impegno economico a parte, molte sono le squadre in grado di allestire una struttura simile. Ma la concertazione con gli impegni scolastici richiede un'autorità più forte, un intento più radicale. Se da oggi ci saranno Istituti scolastici in grado di accogliere i nostri giovani e affiancare la FIR nella loro formazione, bene, saluto questa grande novità e rendo merito al presidente per averla resa possibile. Non è un caso che i religiosi in primis abbiano risposto alla chiamata: Salesiani o Gesuiti non importa, purchè sempre e solo con l'intento di formare i ragazzi, non i giocatori, Quello è compito del team di tecnici... Anzi, vado oltre: le realtà di Milano, Torino, Genova e altre che non conosco direttamente, con i CUS, garantiscono impegno nello studio e opportunità sportive, alla pari. Non è una conseguenza logica di ciò che ci siamo detti sino ad ora ? Se si, bene. Oggi questa opportunità è anche per i più giovani, sicchè finalemnte si possa allargare il serbatoio, la base, e alimentare l'alto livello con più coerenza. Grazie.
Grazie Axel per il bell'intervento, non la pensiamo allo stesso modo, ma si capisce che anche a te sta a cuore il rugby e soprattutto la possibilità che dei ragazzi destinati alla noia o, ben che vada, ad altri sport scelgano invece il nostro.

Il programma del Presidente Gavazzi ha un importante aspetto positivo e rivoluzionario: finalmente il candidato Presidente Fir inserisce (lui in extremis) nella sua campagna elettorale un programma dettagliato su come vuol far crescere il rugby giovanile e poi, una volta eletto, cerca di attuarlo. Penso che qui sia giusto dire grazie ad Amore per aver dato l'esempio e costretto anche gli altri candidati a presentare finalmente un programma dettagliato.

Purtroppo per me l'aspetto positivo termina qui e ti spiego perché.
Il mio dissenso nasce proprio da come Gavazzi ha voluto affrontare la cosa: organizziamo tutto centralisticamente, dividiamo il territorio in aree, sottoaree, tutto controllato dal centro. Il ragazzo a 14 anni viene scelto, inizia a frequentare i centri di fornmazione e poi verrà selezionato per l'accademia U18, dove se meriterà, sarà selezionato per Tirrenia, poi, se srà ancora vivo, andrà nelle Franchige e in Nazionale. Ma che bella carriera! Tutto già scritto a 14 anni, se sei dentro, sei dentro, altrimenti... Mi sembra la carriera del povero Bocchino che ha dovuto subire la pressione di tutti per anni, per poi capire che forse era meglio tornare a casa sua, coltivare sì la sua passione, ma anche studiare e pensare al suo futuro vero. Con l'aggravante che la selezione adesso vogliono farla ancora prima!
Questo discorso si innesta anche nella situazione economica che stiamo vivendo. I Bergamasco, Parisse, Castro, e tanti altri sono stati strafortunati ad arrivare nel momento giusto, adesso, nel giro di pochi anni è cambiato tutto, soldi non ce ne sono più e persone che vivono di rugby in Italia ce ne sono gran poche. Pompare questi ragazzi sradicandoli dalle proprie società, dai propri amici, dalle proprie famiglie così presto per me è deleterio. Pone su di loro un sacco di pressione e, il nostro sport è così, li sottopone troppo presto ad uno stress fisico troppo esasperato. Cosa non meno importante li distoglie dalla scuola, se li illudiamo così presto (attenzione non solo loro, ma anche le famiglie!) di diventare dei campioni di rugby che possano vivere e bene di quello, creeremo tanti ragazzi insodisfatti, che si ritroveranno con un pugno di mosche in mano, perché siamo franchi, anche funzionasse tutto, ne arriveranno pochissimi.
Per quanto riguarda il lato puramente tecnico, qui ci sono le maggiori perplessità. Per prima cosa dove sono i formatori, gli allenatori, i tecnici adeguati? Ne occorrono veramente tanti, solo in un singolo CFU16 serviranno almeno 3 tecnici e 1 preparatore. Chi sono? Chi li sceglie? E' stato fatto prima una sota di concorso, di selezione, che ci dia fiducia che queste persone sono adeguate? Perché devo pensare che siano più preparati di quelli che ho già in società? In Veneto abbiamo 2 tecnici Federali (2 per tutto il Veneto!) Mattia Dolcetto e Diego Scaglia. Mattia l'hanno prossimo andrà in una delle Accademie, da quel che so rimarrà solo Diego.
I tecnici prescelti avranno almeno il 1° livello? So che è una banalità ma vedrai che scopriremo che ci saranno tecnici che allenano i nostri ragazzi nei CFU16 senza neppure quello!
Ultima cosa i costi: quanto costerà tutto ciò? Chi gestirà questi soldi? Ci sarà un po' di trasparenza?

La visione che ho io è invece completamente diversa. Aiutiamo le società che già ci sono, che, tra mille difficoltà hanno già combattutto senza risorse per portare i ragazzi al campo, che hanno già esperienza, che sanno già quello che fanno. Se non hanno tecnici preparati aiutiamoli a fare i corsi, affianchiamoli con altri tecnici federali. Basta anche che si condivida un programma insieme studiato d'estate, fare poi una verifica a metà anno e poi trarre insieme le conclusioni a fine anno. Basterebbero 2 tecnici per area cui affidare questo compito, sarebbe un grande aiuto per gli allenatori delle società che sono sempre lasciati a se stessi.
L'altra cosa importante è sostenere le società sui costi di trasferta. Quanti di noi hanno scritto quanto importante sarebbe un campionato U20 nazionale meritocratico con 12 squadre, con le trasferte a completo carico della Fir. Costerebbe 3-500mila euro (a seconda degli anni e delle squadre presenti), ma la differenza tra l'Accademia di Tirrenia che ha 30 ragazzi predestinati e i 4-450 ragazzi che si giocano il campionato italiano U20 sarebbe un bacino enormemente più ampio dal quale pescare per una nazionale giovanile finalmente competitica non solo quando gioca col Cile!

Scusate la lungaggine, ma il concetto è questo: usiamo le risorse (che ci sono!, parliamo di un bilancio di 40-45 milioni!) per aiutare le società che già ci sono e farne crescere di nuove (qui non mi dilungo, ma un supporto a chi inizia ci vuole, la Fir dovrebbe avere 2 tecnici-tutor che girano solo nelle società per i primi 2 anni di vita + un amministrativo che arriva con un software già pronto per gestre la società e che ti insegna ad usarlo. Costo ridicolo e garanzia di nuove società tutti gli anni) e non per centralizzare tutto nelle mani di pochi che dall'alto calano le decisioni per tutti. Con che stimoli tutti quelli che lavorano gratis nelle nostre società continueranno a farlo?

Cerco continuare a tenere il potere nelle mani di pochi, è una garanzia per questi pochi che non se ne priveranno e che continuano a proporre questo tipo di riforme, che servono solo a loro e ai loro clientes e non al rugby!
Ragazzi interventi encomiabili,aspetto le ferie per leggerli.
Scusa tesoro se sono stato un po' brusco stamani. Papà non sei stato un po' brusco, sei stato un barbaro...
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Axel1965
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Re: 41 Accademie!

Messaggio da Axel1965 » 2 lug 2013, 18:31

Lupomar, non deve sembrarti strano se condivido il tuo intervento, e in prima battuta perchè guarda ai ragazzi. Non posso entrare in particolari ma continuerò ad intervenire con la mia esperienza. Nel senso che parlerò di come sto vivendo la cosa e non di come l'avrei organizzata... Sono oltretutto molto compiaciuto per la qualità degli interventi e per i benefici effetti sulla discussione.

GiorgioXT
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Re: 41 Accademie!

Messaggio da GiorgioXT » 2 lug 2013, 18:56

lupomar ha scritto: Per quanto riguarda il lato puramente tecnico, qui ci sono le maggiori perplessità. Per prima cosa dove sono i formatori, gli allenatori, i tecnici adeguati? Ne occorrono veramente tanti, solo in un singolo CFU16 serviranno almeno 3 tecnici e 1 preparatore. Chi sono? Chi li sceglie? E' stato fatto prima una sota di concorso, di selezione, che ci dia fiducia che queste persone sono adeguate? Perché devo pensare che siano più preparati di quelli che ho già in società? In Veneto abbiamo 2 tecnici Federali (2 per tutto il Veneto!) Mattia Dolcetto e Diego Scaglia. Mattia l'hanno prossimo andrà in una delle Accademie, da quel che so rimarrà solo Diego.
I tecnici prescelti avranno almeno il 1° livello? So che è una banalità ma vedrai che scopriremo che ci saranno tecnici che allenano i nostri ragazzi nei CFU16 senza neppure quello!
Ultima cosa i costi: quanto costerà tutto ciò? Chi gestirà questi soldi? Ci sarà un po' di trasparenza?
No, non c'è alcuna trasparenza , ormai pare chiaro che il centro di formazione U.16 di Padova verrà assegnato al Valsugana, con ragione "ufficiosa" che "il Petrarca avrebbe chiesto troppi soldi" ; Visto che io so che il Petrarca ha chiesto una somma più vicina ai 20 che ai 30 euro/ragazzo/vitto+alloggio (lo può fare perché ha una propria foresteria) mi vengono dei dubbi ...
L'unica cosa certa è che almeno per le accademie U.17 di Dondi c'era un capitolato pubblico e si sapeva quanto la FIR dava, adesso è tutto non conosciuto e non pubblico.
lupomar ha scritto: La visione che ho io è invece completamente diversa. Aiutiamo le società che già ci sono, che, tra mille difficoltà hanno già combattutto senza risorse per portare i ragazzi al campo, che hanno già esperienza, che sanno già quello che fanno. Se non hanno tecnici preparati aiutiamoli a fare i corsi, affianchiamoli con altri tecnici federali. Basta anche che si condivida un programma insieme studiato d'estate, fare poi una verifica a metà anno e poi trarre insieme le conclusioni a fine anno. Basterebbero 2 tecnici per area cui affidare questo compito, sarebbe un grande aiuto per gli allenatori delle società che sono sempre lasciati a se stessi.
L'altra cosa importante è sostenere le società sui costi di trasferta. Quanti di noi hanno scritto quanto importante sarebbe un campionato U20 nazionale meritocratico con 12 squadre, con le trasferte a completo carico della Fir. Costerebbe 3-500mila euro (a seconda degli anni e delle squadre presenti), ma la differenza tra l'Accademia di Tirrenia che ha 30 ragazzi predestinati e i 4-450 ragazzi che si giocano il campionato italiano U20 sarebbe un bacino enormemente più ampio dal quale pescare per una nazionale giovanile finalmente competitica non solo quando gioca col Cile!r
Costerebbe molto, ma molto meno di 300.000 euro - già con soli 130.000 euro si riesce a pagare il grosso dei costi di trasferta di un campionato u.20 nazionale e meritocratico a 10-12 squadre , usando un semplice criterio di ripartizione dei costi per distanza ; ci sarebbero 2 squadre che incassano 20/30.000 euro per le 10 trasferte di 2 giorni o in aereo, e le altre 4-5.000 euro per il paio di trasferte lunghe...

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Re: 41 Accademie!

Messaggio da Luqa-bis » 3 lug 2013, 8:35

Il campionato U20 (o U21 non voglio stare a spaccare il capello in quattro) nazionale, o magari in forma mista (giorne elite nazionale e qualificazioni regionali progressive) è comunque un progetto che ha un valore.
E potrebbe essere sostenibile.

Secondo me non confligge con la filosofia dei centri U16 e delle accademie U18.
E peraltro nemmeno con quello ipotetico delle accademie maggiori, per le quali una mi pare semmai poco.

Squilibrio
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Re: 41 Accademie!

Messaggio da Squilibrio » 3 lug 2013, 9:32

@GIORGIO: la stessa motivazione per cui l’accademia under 18 è andata a Mogliano, ai tempi si diceva che il Petrarca avesse chiesto 1 milione di euro annui.

Comunque dare aiuti alle società bisogna stare attenti perché non tutte le società lavorano bene, ci vorrebbero controlli sui risultati perché è capitato, quando avevano fatto le accademie under 16 (le prime ormai 5/6 anni fa) alcune società avevano lavorato bene mentre altre hanno pensato solamente ad incassare i soldi, è capitato anche che una società sede di accademia con giocatori provenienti da altre città arrivasse ultima nel girone regionale tanto per dire che non sempre la cosa è trasparente, io ad esempio parlando di Parma dico che anni fa l’accademia fu data agli amatori che lavorò bene, alla rugby parma con risultati disastrosi dal punto di vista dei risultati mentre fu esclusa noceto che da anni lavorava egregiamente (non vorrei dire una stupidata ma se non ricordo male i risultati erano superiori o comunque almeno pari a quelli degli amatori) oltretutto a proprie spese, la motivazione era la posizione geografica lontana da scuole (in 15 minuti di autobus a tutte le ore arrivi in centro a Parma). A parte il fatto dell’inutilità di darne 2 a due società della stessa città, perché escludi una società che ha sempre lavorato bene? Ci sono poi le pre accademie under16 presso i club degli ultimi 2 anni, bene due anni fa a Parma la sede era agli amatori che ha sempre lavorato bene ma per questioni di campanile una società in particolare non mandava i propri atleti, bene in quest’ultima stagione per far arrivare qualche denaro l’accademia è stata data ai crociati con la collaborazione di tutti i club del territorio ma poi si è dovuta registrare la defezione degli amatori non concordi nell’assegnare un’accademia giovanile ad una società indebitata e senza settore giovanile con nemmeno una sede o campi da gioco. Lasciamo perdere poi chi era il regista dell’operazione, uno che ad ogni risultato negativo acquista sempre più peso, uno che ha raccolto solo risultati negativi nel club di appartenenza, negli aironi (si è presentato con la frase “noi siamo la storia, noi abbiamo vinto 3 campionati, noi comandiamo”), nei crociati e un po’ ovunque sia andato. Quest’anno i giocatori amatori non sono stati coinvolti come non lo sono stati o lo sono stati marginalmente in tutte le attività del comitato regionale, ufficialmente per indisponibilità dei blu celesti…. Si si, intanto una sera davanti a qualche bicchiere di troppo è stata bella la mia soddisfazione personale quando dalla bocca di un selezionatore è stata fatta uscire la frase “voi avete commesso l’errore di contrastare spotti, vi siete messi contro il potere e adesso ne pagate le conseguenze”….

jerrylee
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Re: 41 Accademie!

Messaggio da jerrylee » 3 lug 2013, 10:12

lupomar ha scritto:
Axel1965 ha scritto:Buongiorno a tutti;
ho letto con estremo interesse tutti gli interventi, ma mi manca qualcosa nel quadro della discussione. Manca l'interesse per i ragazzi, per i giovani giocatori. Nessuno parla delle opportunità offerte a questi ultimi, e del percorso che li ha portati alla soglia dell'Accademia ( nuove o vecchie che siano ). Se mi permettete posso dire la mia, a titolo personale in quanto non facente parte della Dirigenza giallonera.
Dunque, si è parlato di vocazione rugbystica territoriale ( il nord-est ), di investimenti, di allargamento della base. Ritengo che pur avendo tutti una base logica, questi discorsi prescindano dalla realtà. Il lavoro di Selezione, fino agli ASA, è stato svolto da giocatori, genitori, Comitati Regionali e FIR con grande sforzo. Questo ha portato alle soglie delle nuove Accademie circa 250 giovani sul territorio Nazionale, parlo dei '97 ai quali si aggiungono ovviamente i '96 che erano già parte del circuito. Ora a questi ragazzi, selezionati per attitudine, caratteristiche morfologiche e pratica agonistica, viene offerta l'opportunità di proseguire il percorso scolastico e sportivo in una sola struttura. Il fulcro dell'offerta è questo. Non importa che Treviso, Padova, Rovigo piuttosto che Milano, Varese o Sondrio siano in grado di offrire altrettanto ( dubito ): le squadre sono proprietarie dei cartellini e sono libere di scegliere se consentire al giocatore l'inizio del percorso opure negarlo, offrendo alternative. Stiamo parlando di giovani pre-adolescenti o adolescenti, nella cui educazione devono confluire le esperienze di genitori, educatori e professori di scuola, Tutti allo stesso modo. Ci sono documenti sul sito FIR che richiamano attraverso interessanti slides questi concetti, e li spiegano a chi ha pazienza di leggere ed apprendere. Dopodichè ciascuno è libero di fare come crede. Criticare è corretto, ma occorre anche offrire alternative. Che possono esserci, vivaddio, a Treviso, e non a Borgomanero. E di ragazzi che hanno fatto la valigia per inseguire i propri sogni ne conosco, credetemi, come di adulti che parlano o scrivono senza voler condividere questa iniziativa. Il nord-est resterà per sempre radicato in questo sport, ma non ditemi che ci sono più o meno ragazzi che non nel nord-ovest. Parliamo di football americano ? Di nuoto ? Di basket ? Le Regioni che eccellono in questi sport, non tutti di nicchia, anzi, non possono offrire grazie alla FIR una diversa opportunità anche ai rugbysti ? Io credo di si. Ci sono, e ci saranno sempre grandi clubs, ci sono e ci saranno sempre ragazzi che eccellono. Da oggi sul modello delle Accademie francesi, dei Colleges americani o inglesi, ci sono le stesse opportunità anche qui da noi. Ovvero la possibilità di studiare e giocare ad alto livello. Ripeto, è tutto nero su bianco, anche nei verbali della FIR. Così come sta scritto che il progetto è perfettibile, ovviamente, con la collaborazione dei clubs e dei genitori. Gli altri possono restare a difendere il proprio orto e i propri convincimenti. Che sono legittimi. Provino a mettersi nei panni di un sedicenne e si prefigurino un percorso alternativo. Alternativo al giocare in un girone territoriale, in una squadra dell'Hinterland e senza poter affinare le proprie attitudini, anche scolastiche. Vorrei poter credere che la FIR abbia questo in mente, e ciò che il Presidente ha scritto è proprio questo. Nel caso non fosse, sarei il primo a contattarlo per suggerire modifiche. Ad oggi il percorso è stato netto, senza sbavature. Con tutti i ritardi e le incertezze del caso siamo arrivati davanti alla porta. Entrare è una conseguenza logica all'impegno che abbiamo assunto. Restarne fuori a protestare non onora questo sport e lo spirito di collaborazione che da sempre lo contraddistingue. Un'ultima cosa: impegno economico a parte, molte sono le squadre in grado di allestire una struttura simile. Ma la concertazione con gli impegni scolastici richiede un'autorità più forte, un intento più radicale. Se da oggi ci saranno Istituti scolastici in grado di accogliere i nostri giovani e affiancare la FIR nella loro formazione, bene, saluto questa grande novità e rendo merito al presidente per averla resa possibile. Non è un caso che i religiosi in primis abbiano risposto alla chiamata: Salesiani o Gesuiti non importa, purchè sempre e solo con l'intento di formare i ragazzi, non i giocatori, Quello è compito del team di tecnici... Anzi, vado oltre: le realtà di Milano, Torino, Genova e altre che non conosco direttamente, con i CUS, garantiscono impegno nello studio e opportunità sportive, alla pari. Non è una conseguenza logica di ciò che ci siamo detti sino ad ora ? Se si, bene. Oggi questa opportunità è anche per i più giovani, sicchè finalemnte si possa allargare il serbatoio, la base, e alimentare l'alto livello con più coerenza. Grazie.
Grazie Axel per il bell'intervento, non la pensiamo allo stesso modo, ma si capisce che anche a te sta a cuore il rugby e soprattutto la possibilità che dei ragazzi destinati alla noia o, ben che vada, ad altri sport scelgano invece il nostro.

Il programma del Presidente Gavazzi ha un importante aspetto positivo e rivoluzionario: finalmente il candidato Presidente Fir inserisce (lui in extremis) nella sua campagna elettorale un programma dettagliato su come vuol far crescere il rugby giovanile e poi, una volta eletto, cerca di attuarlo. Penso che qui sia giusto dire grazie ad Amore per aver dato l'esempio e costretto anche gli altri candidati a presentare finalmente un programma dettagliato.

Purtroppo per me l'aspetto positivo termina qui e ti spiego perché.
Il mio dissenso nasce proprio da come Gavazzi ha voluto affrontare la cosa: organizziamo tutto centralisticamente, dividiamo il territorio in aree, sottoaree, tutto controllato dal centro. Il ragazzo a 14 anni viene scelto, inizia a frequentare i centri di fornmazione e poi verrà selezionato per l'accademia U18, dove se meriterà, sarà selezionato per Tirrenia, poi, se srà ancora vivo, andrà nelle Franchige e in Nazionale. Ma che bella carriera! Tutto già scritto a 14 anni, se sei dentro, sei dentro, altrimenti... Mi sembra la carriera del povero Bocchino che ha dovuto subire la pressione di tutti per anni, per poi capire che forse era meglio tornare a casa sua, coltivare sì la sua passione, ma anche studiare e pensare al suo futuro vero. Con l'aggravante che la selezione adesso vogliono farla ancora prima!
Questo discorso si innesta anche nella situazione economica che stiamo vivendo. I Bergamasco, Parisse, Castro, e tanti altri sono stati strafortunati ad arrivare nel momento giusto, adesso, nel giro di pochi anni è cambiato tutto, soldi non ce ne sono più e persone che vivono di rugby in Italia ce ne sono gran poche. Pompare questi ragazzi sradicandoli dalle proprie società, dai propri amici, dalle proprie famiglie così presto per me è deleterio. Pone su di loro un sacco di pressione e, il nostro sport è così, li sottopone troppo presto ad uno stress fisico troppo esasperato. Cosa non meno importante li distoglie dalla scuola, se li illudiamo così presto (attenzione non solo loro, ma anche le famiglie!) di diventare dei campioni di rugby che possano vivere e bene di quello, creeremo tanti ragazzi insodisfatti, che si ritroveranno con un pugno di mosche in mano, perché siamo franchi, anche funzionasse tutto, ne arriveranno pochissimi.
Per quanto riguarda il lato puramente tecnico, qui ci sono le maggiori perplessità. Per prima cosa dove sono i formatori, gli allenatori, i tecnici adeguati? Ne occorrono veramente tanti, solo in un singolo CFU16 serviranno almeno 3 tecnici e 1 preparatore. Chi sono? Chi li sceglie? E' stato fatto prima una sota di concorso, di selezione, che ci dia fiducia che queste persone sono adeguate? Perché devo pensare che siano più preparati di quelli che ho già in società? In Veneto abbiamo 2 tecnici Federali (2 per tutto il Veneto!) Mattia Dolcetto e Diego Scaglia. Mattia l'hanno prossimo andrà in una delle Accademie, da quel che so rimarrà solo Diego.
I tecnici prescelti avranno almeno il 1° livello? So che è una banalità ma vedrai che scopriremo che ci saranno tecnici che allenano i nostri ragazzi nei CFU16 senza neppure quello!
Ultima cosa i costi: quanto costerà tutto ciò? Chi gestirà questi soldi? Ci sarà un po' di trasparenza?

La visione che ho io è invece completamente diversa. Aiutiamo le società che già ci sono, che, tra mille difficoltà hanno già combattutto senza risorse per portare i ragazzi al campo, che hanno già esperienza, che sanno già quello che fanno. Se non hanno tecnici preparati aiutiamoli a fare i corsi, affianchiamoli con altri tecnici federali. Basta anche che si condivida un programma insieme studiato d'estate, fare poi una verifica a metà anno e poi trarre insieme le conclusioni a fine anno. Basterebbero 2 tecnici per area cui affidare questo compito, sarebbe un grande aiuto per gli allenatori delle società che sono sempre lasciati a se stessi.
L'altra cosa importante è sostenere le società sui costi di trasferta. Quanti di noi hanno scritto quanto importante sarebbe un campionato U20 nazionale meritocratico con 12 squadre, con le trasferte a completo carico della Fir. Costerebbe 3-500mila euro (a seconda degli anni e delle squadre presenti), ma la differenza tra l'Accademia di Tirrenia che ha 30 ragazzi predestinati e i 4-450 ragazzi che si giocano il campionato italiano U20 sarebbe un bacino enormemente più ampio dal quale pescare per una nazionale giovanile finalmente competitica non solo quando gioca col Cile!

Scusate la lungaggine, ma il concetto è questo: usiamo le risorse (che ci sono!, parliamo di un bilancio di 40-45 milioni!) per aiutare le società che già ci sono e farne crescere di nuove (qui non mi dilungo, ma un supporto a chi inizia ci vuole, la Fir dovrebbe avere 2 tecnici-tutor che girano solo nelle società per i primi 2 anni di vita + un amministrativo che arriva con un software già pronto per gestre la società e che ti insegna ad usarlo. Costo ridicolo e garanzia di nuove società tutti gli anni) e non per centralizzare tutto nelle mani di pochi che dall'alto calano le decisioni per tutti. Con che stimoli tutti quelli che lavorano gratis nelle nostre società continueranno a farlo?

Cerco continuare a tenere il potere nelle mani di pochi, è una garanzia per questi pochi che non se ne priveranno e che continuano a proporre questo tipo di riforme, che servono solo a loro e ai loro clientes e non al rugby!
concordo assolutamente sulla sostanza Mio figlio ha appena rinunciato all'Accademia U20 perchè anni di sacrifici lontano da casa non sono giustificati da un fututo incerto, la vita si costruisce sullo studio (almeno qui in Italia e sicuramente nel rugby non ci sono più soldi), purtroppo dove sfogare la passione per il rugby di un certo livello?

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