Centri di formazione U16

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

Moderatore: Emy77

rango
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Re: Centri di formazione U16

Messaggio da rango » 20 lug 2013, 12:25

dal consiglio federale

Centri di Formazione U16
Sono state identificate a Rho e Varese le sedi degli ultimi due Centri di Formazione U16 ancora vacanti, completando così la rosa dei ventitrè Centri legati alle Società ed ai nove legati alle Accademie zonali. I tecnici federali per tali strutture verranno definiti successivamente.


ma la lista dei centri è pubblica?
avete un link, per favore?

grazie
Marco

MAX2008
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Re: Centri di formazione U16

Messaggio da MAX2008 » 20 lug 2013, 14:17

rango ha scritto:dal consiglio federale

Centri di Formazione U16
Sono state identificate a Rho e Varese le sedi degli ultimi due Centri di Formazione U16 ancora vacanti, completando così la rosa dei ventitrè Centri legati alle Società ed ai nove legati alle Accademie zonali. I tecnici federali per tali strutture verranno definiti successivamente.


ma la lista dei centri è pubblica?
avete un link, per favore?

grazie
Marco
No ancora esiste....si sentono i rumors...

Axel1965
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Re: Centri di formazione U16

Messaggio da Axel1965 » 23 lug 2013, 8:35

Premessa: sembra che tutti scrivano e nessuno legga... Alla fine non si capisce chi è pro cosa e chi è contro...

Allargare la base: lo sento dire da anni, adesso vedo il progetto nella sue interezza. Centri di formazione Under 16, bene. Diamo la possibilità a tutti di testare un lavoro più intenso, fatto su campi più o meno contigui con giocatori del medesimo, alto, livello. Accademie, benissimo: scuola e sport, non voglio dire sul modello inglese o americano, ma dovrà funzionare con i miglioramenti del caso. Adesso arrivo alla soglia di ciò che il meccanismo dovrebbe produrre: la nazionale Under 17. Ci arrivano ragazzi che hanno affrontato un lavoro duro nei centri di formazione, e che frequentano le accademie al primo anno. Nel secondo saremo già in Under 18. Se guardo gli impegni di tutti questi ragazzi per luglio e agosto comprendo che siano già in un certo qual senso orientati a fare del Rugby la parte centrale della propria vita. Non rimangono che le prime due settimane di agosto di riposo, come un impiegato qualsiasi. Se poi penso a un eventuale campionato tra centri di formazione, o alle partite che si disputerannno tra le accademie, vedo solo tanto lavoro.

Perchè secodno voi tutto ciò non dovrebbe produrre buoni giocatori ? Questione fisico, o kilorugby che dir si voglia ? Impegni, anche per le famiglie, che per i centri non si discosta molto da quello delle Selezioni Regionali, mentre una volta in Accademia tutto è più semplice ?

Credo che alla fine si arrivi a mordersi la coda: l'under 17 di oggi è una selezione fatta tra 270 ragazzi, costantemente seguiti e monitorati dalla FIR. C'è abbondanza di giocatori per ogni ruolo, escluse forse le seconde linee che sono carenti per natura. Com'era prima ? Non lo so, ma invece di girare per campi scimmiottando i procuratori del football, alla ricerca del talento da prendere per due lire, credo sia sicuramente più serio e oggettivamente più garantito prendere un ragazzo con una sana predisposizione e lavorarci con continuità. La concretizzazione del progetto attuale viene da lontano, e nel medio lungo periodo darà i suoi frutti. Chi vuole mangiare le banane acerbe alla fine le sputa, e chi non vuole leggere non ha visto tutti i documenti pubblicati in tre anni dalla FIR, compresi i fondi destinati ai Club che hanno alllevato giovani destinati alle Accademie. Parlo sempre, ben inteso, a titolo personale in quanto non faccio parte della Dirigenza giallonera.

calep61
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Re: Centri di formazione U16

Messaggio da calep61 » 24 lug 2013, 1:02

Axel1965 ha scritto:Premessa: sembra che tutti scrivano e nessuno legga... Alla fine non si capisce chi è pro cosa e chi è contro...

Allargare la base: lo sento dire da anni, adesso vedo il progetto nella sue interezza. Centri di formazione Under 16, bene. Diamo la possibilità a tutti di testare un lavoro più intenso, fatto su campi più o meno contigui con giocatori del medesimo, alto, livello. Accademie, benissimo: scuola e sport, non voglio dire sul modello inglese o americano, ma dovrà funzionare con i miglioramenti del caso. Adesso arrivo alla soglia di ciò che il meccanismo dovrebbe produrre: la nazionale Under 17. Ci arrivano ragazzi che hanno affrontato un lavoro duro nei centri di formazione, e che frequentano le accademie al primo anno. Nel secondo saremo già in Under 18. Se guardo gli impegni di tutti questi ragazzi per luglio e agosto comprendo che siano già in un certo qual senso orientati a fare del Rugby la parte centrale della propria vita. Non rimangono che le prime due settimane di agosto di riposo, come un impiegato qualsiasi. Se poi penso a un eventuale campionato tra centri di formazione, o alle partite che si disputerannno tra le accademie, vedo solo tanto lavoro.

Perchè secodno voi tutto ciò non dovrebbe produrre buoni giocatori ? Questione fisico, o kilorugby che dir si voglia ? Impegni, anche per le famiglie, che per i centri non si discosta molto da quello delle Selezioni Regionali, mentre una volta in Accademia tutto è più semplice ?

Credo che alla fine si arrivi a mordersi la coda: l'under 17 di oggi è una selezione fatta tra 270 ragazzi, costantemente seguiti e monitorati dalla FIR. C'è abbondanza di giocatori per ogni ruolo, escluse forse le seconde linee che sono carenti per natura. Com'era prima ? Non lo so, ma invece di girare per campi scimmiottando i procuratori del football, alla ricerca del talento da prendere per due lire, credo sia sicuramente più serio e oggettivamente più garantito prendere un ragazzo con una sana predisposizione e lavorarci con continuità. La concretizzazione del progetto attuale viene da lontano, e nel medio lungo periodo darà i suoi frutti. Chi vuole mangiare le banane acerbe alla fine le sputa, e chi non vuole leggere non ha visto tutti i documenti pubblicati in tre anni dalla FIR, compresi i fondi destinati ai Club che hanno alllevato giovani destinati alle Accademie. Parlo sempre, ben inteso, a titolo personale in quanto non faccio parte della Dirigenza giallonera.
Caro Axel1965, finalmente un intervento misurato e pragmatico. Pregiudizi a parte, credo che un tale progetto parta sulla carta potenzialmente virtuoso e più che propositivo. Se le critiche avanzate vengono portate da chi pensa o sia per qualche motivo escluso è anche comprensibile; quando si fanno delle scelte è inevitabile accontentare qualcuno e scontentare qualcun'altro, ma il telaio che si presenta alla base di questo progetto, ripeto scelte individuali a parte, non può che andare nella direzione della crescita del movimento giovanile di base, quello dal quale presumibilmente potrebbe emergere qualche prospetto dotato di qualità ed attitudini da far sviluppare in un contesto sufficientemente organizzato e tecnicamente idoneo ad offrire il supporto necessario. La più vasta distribuzione sul territorio, poi, oltre a rappresentare un'ideale abbondante copertura nazionale rispetto alle soluzioni precedenti proposte dalla FIR, dovrebbe garantire anche sufficente risposte alle legittime aspettative di quei centri già attivi sulla formazione del rugby giovanile con sufficiente competenza. Che si giudichi il lavoro svolto solo dopo un sufficiente rodaggio e attività sul campo, insomma che si faccia partire questo progetto e, semmai, lo si giudichi a babbo morto. Tutte le considerazioni possibili avanzate in questa fase non possono che apparire strumentali e/o pregiudiziali.
È proprio vero che la maggior parte dei mali che capitano all'uomo sono cagionati dall'uomo.
Plinio il Vecchio
Non essendosi potuto fare in modo che quel che è giusto fosse forte, si è fatto in modo che quel che è forte fosse giusto.
Blaise Pascal
Nulla infonde più coraggio al pauroso della paura altrui.
Umberto Eco

calep61
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Re: Centri di formazione U16

Messaggio da calep61 » 24 lug 2013, 1:19

giorgino ha scritto: Per ragazzi in età scolare, stare 5 volte alla settimana in un campo da rugby significa destinare 3 ore pomeridiane tutti i giorni a questo. Io adoro il rugby, ma credo che non si possa sequestrare la vita e il futuro di adoloscenti per andare dietro ad un progetto, a mio parere, avulso dalla realtà
tutti i ragazzi che aspirano a crescere nello sport con l'obiettivo di farne qualche cosa di più di un hobby amatoriale devono, inevitabilmente, mettere in secondo piano lo studio, con poche eccezioni di quei giovani, con capacità ed attitudini allo studio particolarmente elevate con le quali riescono a non safrificarlo più di tanto.
Inanzi tutto perche una giornata è fatta di 24 ore e dall'impegno fisico e mentale di un giovane non si può pretendere miracoli. Secondariamente c'è un problema con la formazione didattica tradizionale che generalmente non vede di buon occhio impegni ed interessi parallali allo studio istituzionale; quale professore che non sia di educazione fisica, accetta di buon grado che la sua materia che tanto ha amato e ama, sia messa in secondo piano? Ciò accade nel calcio, nel nuoto, nell'atletica, nella scherma, nello sci, nel tennis e via dicorrendo, perche non dovrebbe accadere nel rugby?
Anche negli altri paesi più evoluti, benchè possano contare su un sistema più attento alle opportunità dei giovani di coltivare parallelamente aspettative nello sport, accade ciò.
l'importante, a mio avviso, è garantire una preparazione di base sufficientemente dignitosa, diciamo un diploma di scuola superiore che permetta, eventualmente, anche l'accesso ad una facoltà universitaria nel caso il progetto del ragazzo non si dovesse concretizzare come vorrebbe.
Se, invece, si vuole dare massima attenzione e spazio allo studio tradizionale, scelt sicuramente lecita, credo si debba rimanere nell'ambito della pratica sportiva amatoriale perchè la crescita di skill e fisica necessaria per primeggiare nello sport richiede molto tempo e dedizione quotidiana e se non si affronta all'età giusta si è, inevitabilmente, out da qualsiasi speranza di poter praticare ad alti livelli.
È proprio vero che la maggior parte dei mali che capitano all'uomo sono cagionati dall'uomo.
Plinio il Vecchio
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Axel1965
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Re: Centri di formazione U16

Messaggio da Axel1965 » 24 lug 2013, 8:21

Ciao Calep, grazie per il tuo misurato intervento. Vorrei poter aggiungere due considerazioni, senza scendere nel particolare, ovviamente. All'inizio di questa esperienza il lavoro di Elite si è aggiunto agli impegni "normali". Consapevolezza dei ragazzi e qualche abbandono dovuto allo studio... Ma da parte FIR, e dubito che si sia trattato solo di una precauzione del nostro Comitato, non è mai stato esercitato alcun diritto, alcuna prevaricazione nei confronti dello studio. Ai ragazzi è sempre stata data la possibilità di dare precedenza ai compiti, alla scuola. Se questo poi interferiva con le varie attività proposte, poco male. Nel gruppo le defezioni erano sporadiche e sempre giustificate. Le esperienze che ho raccolto personalmente, che portano sino all'Università, mi hanno fatto pensare ad una grande difficoltà dei ragazzi nel poter seguire i corsi normali. Ecco perchè da subito abbiamo ribadito, e siamo stati ascoltati, il diritto allo studio in primis, per gli atleti coinvolti. Credemi, molti lasciano per propria volontà: alcuni perchè non tengono il ritmo, altri per difficoltà oggettive che la FIR, con le Accademie strutturate in questo modo e in questi Istituti, ha sicuramente mitigato. Due le considerazioni fatte un paio di anni fa, valide ancora oggi: di Rugby non si campa, ed è comunque la disciplina con il più alto numero di laureati. Quindi nessuno, e posso dirlo con orgoglio, ha mai proposto lo sport come alternativa allo studio. Nella consapevolezza che trovarsi quarantenni con una bella carriera Nazionale alle spalle, ma in infradito e bermuda su qualche campo dell'Hinterland a bere birra, non sia il percorso più indicato. Dare una possibilità per un futuro che sia già oltre il Rugby, e pensarlo adesso, mi sembra opportuno... Sin qui... Adesso inizia un percorso che richiederà impegni, ma che sarà facilitato dal vivere all'interno di una struttura per praticare e studiare. Non è poco. Tutto quello che possiamo aggiungere sono considerazioni che vanno al di là del Campanile. Parliamo di Scuola e di Sport. Affrontiamo insieme a questi ragazzi l'impegno e sosteniamo la FIR con richieste e se possibile consigli. Tanto dietro ai vari nick ci sono persone che ne sono dentro fino al collo, e sappiamo tutti bene di cosa si sta parlando. Da ultimo, l'incompatibilità dello studio con l'Alto Livello. mi sono già espresso. Plaudo ai tanti pionieri che pur con mille difficoltà sono arrivati alla maturità, ma ricordo che se si sono persi per strada è stato per una certa pigrizia imposta già dal preconcetto dell'incompatibilità. O dal fatto di aver iniziato da subito l'esperienza pensando di essere dei campioni. Potrebbe essere un amaro risveglio per molti, e vorrei evitarlo. Parlando di Accademie abbiamo parlato di Scuola, ma vorrei parlare anche di Rugby: ci sono un paio di casi per i quali il rientro nelle squadre di appartenenza il venerdì è un problema, e questo favorisce l'aggregazione verso squadre più vicine alle strutture. Un bene o un male ? Non so, se qualcuno ne ha voglia possiamo discuterne...

rugbying
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Re: Centri di formazione U16

Messaggio da rugbying » 24 lug 2013, 13:15

Il Centro formazione Under 16 con 5 allenamenti la settimana + la partita la domenica, con annesso viaggio andata/ritorno da casa al Cf a spese proprie peraltro, è utopia, almeno per le realtà medio-piccole. Un conto è fare 3 accademie nazionali con tutta una nazione come base di reclutamento, dov'è più facile trovare 30 "pazzi" (in senso buono e senza offesa...) e le loro famiglie disposti a fare una vita da professionisti, qualcuno dice "reclusi" riguardo alle accademie, (a 14 anni...), un altro è trovarne altrettanti nell'ambito di una regione, magari piccola (come scritto, 1 su 4 è del cf, in pratica quasi nessuna selezione).
Ci sono altri sport, come nuoto, ginnastica, etc. in cui i ragazzi si allenano tutti i giorni a costo di immani sacrifici. Verissimo, ma qualcuno mi deve spiegare dove sta scritto che abbiano ragione loro e che sia una cosa fatta bene. Certo porta risultati ma anche i bambini cinesi o le ragazze dell'est vincono/vincevano tutte le medaglie, ma il gioco vale la candela?
Dall'ottica di un genitore: voi mandereste (anzi, portereste, che può essere anche questo un problema) vostro figlio 3 volte la settimana (cioè 3 pomeriggi pieni con rientro giusto per la cena se va bene) + 2 al club, + partita, totale 6 giorni su 7 a fare una sola cosa, per quanto bella, come il rugby?
Lo studio non inficia la pratica sportiva, vero, ma solo se mantenuto nei limiti di un'accettabile praticabilità. Se stai 6 giorni su 7 al campo anche Einstein avrebbe problemi a metterci la testa giusta.
Se poi, come qualcuno ha scritto, lo studio deve essere messo in secondo piano rispetto allo sport (ma sarà una scelta decisiva che il genitore farà in nome e per conto del figlio 14enne e del suo futuro: e giusto??) allora prego, si accomodi, io la penso diversamente. C'è ancora uno spazio e una dignità per chi vuol far praticare lo sport ad un adolescente senza per forza rimpinzarlo di promesse e professionismi precoci? E c'è magari spazio anche per questi, se bravi, a far parte dell'elite del rugby italiano quando saranno più grandicelli?
In generale, è la base ampia che porta il talento. L'Italia o il Brasile del calcio vincono nel mondo da un secolo perché tutti giocavano al pallone negli oratori o nelle spiagge e non perché se ne sono accademizzati pochi, arrivati a caso. L'Argentina o la Francia del rugby hanno le accademie a 15 anni o una base più ampia della nostra? Siete sicuri che la iper-professionalizzazione a 14-15 anni porti ad avere atleti grandi forti? O li nauseiamo e smetteranno appena arrivati all'età della ragione (quando l'80% dei ragazzi smette)? pronto ad essere smentito da come evolveranno le cose, ma sulla carta mi pare difficile che funzioni.
Discorso diverso ovvaimente quando il ragazzo è più grande, maturo e "autosufficiente".

Axel1965
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Re: Centri di formazione U16

Messaggio da Axel1965 » 24 lug 2013, 13:40

Nell'ultimo messaggio ci sono molti punti da sviluppare, senza per forza arroccarsi su posizioni contrapposte. Ripeto che per chi ha voglia di leggere ci sono documenti FIR che sono stati e sono il prosupposto alle Accademie e premetto che in questi 3/4 anni nessuno ha mai fatto promesse di alcun genere.

Parliamo di predisposizione: fisica, mentale e anche all'impegno. Come mai se un ragazzo di 14 anni finita la terza media sceglie un Istituto Tecnico perchè vuole fare il caldaista viene sostenuto dalle famiglie, mentre se sceglie/viene scelto per un percorso di Elite nello sport lo si scoraggia ? Risposta, perchè con lo sport, con questo sport, non manterrà mai salvo eccezioni una famiglia. Bene, ma non è questo il punto. Il punto è che con queste Accademie niente dovrebbe essere compromesso: la formazione sportiva e quella scolastica andranno di pari passo. Quanto agli impegni settimanali, beh, con il lunedì allenamento Elite, martedi in squadra, mercoledì in selezione, giovedì e venerdì in squadra con la partita il sabato, o la domenica, non ci sono differenze con il passato per chi vuole provare un percorso più duro. E non dimentichiamo i mezzi pubblici, che talvolta aiutano parecchio. Ne conosco di ragazzi che a 15 anni sono andati su e giù per l'italia in treno senza soffrire ( Tirrenia, Sportilia, Recco, eccetera... ).

Io sono pronto ad affiancare la proposta della FIR con le mie osservazioni di genitore, così come sono sempre stato ad ascoltare molte voci dissonanti. Ma ad eccezione di alcuni esempi veramente documentati, non vedo difficoltà oggettivamente insuperabili. Mi metto anche nei panni della Federazione: offro un percorso sborsando soldi, non lo farei se non avessi un minimo di sicurezza sulla volontà del ragazzo e delle famiglie. Gli abbandoni dell'ottanta per cento sono reali, e sono in massima parte dovuti ad un paventato impegno scolastico. Peccato che ad abbandonare siano in percentuale maggiore ragazzi che non stanno frequentando l'Elite ma sono rimasti al lavoro dei Clubs: se già quello serve a scoraggiarli, beh, non posso non pensare a cosa sarebbe un impegno maggiore. Io direi che gli ultimi interventi possono essere approfonditi, sempre però con chiarezza di intenti e senza cadere nuovamente nella critica asettica. Non serve ricordarlo, ma parlo sempre a titolo personale perchè non faccio parte della Dirigenza giallonera.

calep61
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Re: Centri di formazione U16

Messaggio da calep61 » 24 lug 2013, 15:02

rugbying ha scritto:Il Centro formazione Under 16 con 5 allenamenti la settimana + la partita la domenica, con annesso viaggio andata/ritorno da casa al Cf a spese proprie peraltro, è utopia, almeno per le realtà medio-piccole. Un conto è fare 3 accademie nazionali con tutta una nazione come base di reclutamento, dov'è più facile trovare 30 "pazzi" (in senso buono e senza offesa...) e le loro famiglie disposti a fare una vita da professionisti, qualcuno dice "reclusi" riguardo alle accademie, (a 14 anni...), un altro è trovarne altrettanti nell'ambito di una regione, magari piccola (come scritto, 1 su 4 è del cf, in pratica quasi nessuna selezione).
Ci sono altri sport, come nuoto, ginnastica, etc. in cui i ragazzi si allenano tutti i giorni a costo di immani sacrifici. Verissimo, ma qualcuno mi deve spiegare dove sta scritto che abbiano ragione loro e che sia una cosa fatta bene. Certo porta risultati ma anche i bambini cinesi o le ragazze dell'est vincono/vincevano tutte le medaglie, ma il gioco vale la candela?
Dall'ottica di un genitore: voi mandereste (anzi, portereste, che può essere anche questo un problema) vostro figlio 3 volte la settimana (cioè 3 pomeriggi pieni con rientro giusto per la cena se va bene) + 2 al club, + partita, totale 6 giorni su 7 a fare una sola cosa, per quanto bella, come il rugby?
Lo studio non inficia la pratica sportiva, vero, ma solo se mantenuto nei limiti di un'accettabile praticabilità. Se stai 6 giorni su 7 al campo anche Einstein avrebbe problemi a metterci la testa giusta.
Se poi, come qualcuno ha scritto, lo studio deve essere messo in secondo piano rispetto allo sport (ma sarà una scelta decisiva che il genitore farà in nome e per conto del figlio 14enne e del suo futuro: e giusto??) allora prego, si accomodi, io la penso diversamente. C'è ancora uno spazio e una dignità per chi vuol far praticare lo sport ad un adolescente senza per forza rimpinzarlo di promesse e professionismi precoci? E c'è magari spazio anche per questi, se bravi, a far parte dell'elite del rugby italiano quando saranno più grandicelli?
In generale, è la base ampia che porta il talento. L'Italia o il Brasile del calcio vincono nel mondo da un secolo perché tutti giocavano al pallone negli oratori o nelle spiagge e non perché se ne sono accademizzati pochi, arrivati a caso. L'Argentina o la Francia del rugby hanno le accademie a 15 anni o una base più ampia della nostra? Siete sicuri che la iper-professionalizzazione a 14-15 anni porti ad avere atleti grandi forti? O li nauseiamo e smetteranno appena arrivati all'età della ragione (quando l'80% dei ragazzi smette)? pronto ad essere smentito da come evolveranno le cose, ma sulla carta mi pare difficile che funzioni.
Discorso diverso ovvaimente quando il ragazzo è più grande, maturo e "autosufficiente".
rugbying, le tue considerazioni di attenzione massima alla crescita culturale di un ragazzo non sono discutibili, tantomeno contestabili sotto il profilo della bontà etica delle intenzioni, ma il punto è un'altro.
Il livello delle competizioni, le dinamiche con cui un atleta si avvicina all'alto livello del suo sport, la tempistica che, via via nel tempo ha abattuto sempre più l'età d'ingresso nella massima competizione degli atleti in alcuni sport (la ginnastica artistica in particolare, ma anche il tennis dove sempre più 17/18enni vincono grandi tornei professionistici e, di recente, persino nel golf c'è stato un giovanissimo ventenne italiano a mettersi in mostra tra i top ten) è determinata dalla naturale evoluzione mondiale delle aspettative dei singoli; come poterla fermare e chi dovrebbe farlo? Quello che voglio dire è come se per contenere certi effetti della globalizzazione si volesse vietare di spostare la produzione industriale nei paesi dove i costi siano più bassi per le imprese e chi e come dovrebbe vietarlo? Anche se si riuscisse a vietarlo e alcuni paesi hanno anche attuato norme di tutela per limitare condizionamenti negativi sull'economia interna, si subirebbe comunque l'effetto di chi, invece, cogliendo la sfida andando comunque a produrre a costi più bassi si troverebbe in una condizione di favore e vantaggio potendo vendere a minor prezzo (l'economia di quel paese ne avrebbe comunque un danno determinato dalla minor capacità di essere competitivi). Nello sport è un po' la stessa cosa, possiamo anche dirci che è eticamente sbagliato far entrare nello sport d'alto livello atleti troppo giovani che, quindi, devono sacrificare studio, ma anche la propria adolescenza che, inevitabilmente, sarà diversa dai loro coetanei, tra virgolette, normali. Detto ciò, è certo che il trend è ormai questo ed il livello, la così detta asticella, con cui un giovane deve confrontarsi per essere considerato pronto ad entrare nell'elite degli sportivi veri, cioè non amatoriali, è definità da questo sistema naturale delle cose e non c'è modo di raggiungere analoghi risultati con un approccio più lasco, meno impegnativo e, quindi, la scelta è un po' inevitabile, o si accetta la sfida per quella che è, o si sceglie di fare una vita più attenta ad altri valori. Non è neanche pensabile di aspettare di aprocciare lo sport con maggiore impegno a scuole già fatte, ad adolescenza superata, in molti sport a quell'età si è già fuori dalle competizioni. Nadia Com?neci, una delle più giovani ginnaste a vincere le Olimpiadi (14 anni), a 22 anni si ritirò dalle competizioni. Il rugby sotto questo aspetto è, forse, meno coinvolto di altri sport, infatti il livello di istruzione universitaria media è molto alta e i paesi che primeggiano in questa disciplina hanno una particolare attenzione a valori etici più elevati, ma più di tanto non si può sperare neanche in questo sport. L'iniziativa della FIR mi sembra particolarmente attenta al problema dello studio che non solo a parole, dimostra di voler affrontare seriamente, ma pensare di preparare adeguatamente dei ragazzi che aspirano a fare rugby ad alto livello con qualche oretta di preparazione alla settimana significa essere fuori dalla realtà delle cose. In Inghilterra ci sono fior di giocatori in prima squadra nella premiership già a 18 e 19 anni, puoi seriamente pensa re che questi ragazzi si siano allenati un 2/3 giorni alla settimana ed abbiamo tale livello di competenza rugbystica?
È proprio vero che la maggior parte dei mali che capitano all'uomo sono cagionati dall'uomo.
Plinio il Vecchio
Non essendosi potuto fare in modo che quel che è giusto fosse forte, si è fatto in modo che quel che è forte fosse giusto.
Blaise Pascal
Nulla infonde più coraggio al pauroso della paura altrui.
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MAX2008
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Re: Centri di formazione U16

Messaggio da MAX2008 » 24 lug 2013, 18:18

rugbying ha scritto:Il Centro formazione Under 16 con 5 allenamenti la settimana + la partita la domenica, con annesso viaggio andata/ritorno da casa al Cf a spese proprie peraltro, è utopia, almeno per le realtà medio-piccole. Un conto è fare 3 accademie nazionali con tutta una nazione come base di reclutamento, dov'è più facile trovare 30 "pazzi" (in senso buono e senza offesa...) e le loro famiglie disposti a fare una vita da professionisti, qualcuno dice "reclusi" riguardo alle accademie, (a 14 anni...), un altro è trovarne altrettanti nell'ambito di una regione, magari piccola (come scritto, 1 su 4 è del cf, in pratica quasi nessuna selezione).
Ci sono altri sport, come nuoto, ginnastica, etc. in cui i ragazzi si allenano tutti i giorni a costo di immani sacrifici. Verissimo, ma qualcuno mi deve spiegare dove sta scritto che abbiano ragione loro e che sia una cosa fatta bene. Certo porta risultati ma anche i bambini cinesi o le ragazze dell'est vincono/vincevano tutte le medaglie, ma il gioco vale la candela?
Dall'ottica di un genitore: voi mandereste (anzi, portereste, che può essere anche questo un problema) vostro figlio 3 volte la settimana (cioè 3 pomeriggi pieni con rientro giusto per la cena se va bene) + 2 al club, + partita, totale 6 giorni su 7 a fare una sola cosa, per quanto bella, come il rugby?
Lo studio non inficia la pratica sportiva, vero, ma solo se mantenuto nei limiti di un'accettabile praticabilità. Se stai 6 giorni su 7 al campo anche Einstein avrebbe problemi a metterci la testa giusta.
Se poi, come qualcuno ha scritto, lo studio deve essere messo in secondo piano rispetto allo sport (ma sarà una scelta decisiva che il genitore farà in nome e per conto del figlio 14enne e del suo futuro: e giusto??) allora prego, si accomodi, io la penso diversamente. C'è ancora uno spazio e una dignità per chi vuol far praticare lo sport ad un adolescente senza per forza rimpinzarlo di promesse e professionismi precoci? E c'è magari spazio anche per questi, se bravi, a far parte dell'elite del rugby italiano quando saranno più grandicelli?
In generale, è la base ampia che porta il talento. L'Italia o il Brasile del calcio vincono nel mondo da un secolo perché tutti giocavano al pallone negli oratori o nelle spiagge e non perché se ne sono accademizzati pochi, arrivati a caso. L'Argentina o la Francia del rugby hanno le accademie a 15 anni o una base più ampia della nostra? Siete sicuri che la iper-professionalizzazione a 14-15 anni porti ad avere atleti grandi forti? O li nauseiamo e smetteranno appena arrivati all'età della ragione (quando l'80% dei ragazzi smette)? pronto ad essere smentito da come evolveranno le cose, ma sulla carta mi pare difficile che funzioni.
Discorso diverso ovvaimente quando il ragazzo è più grande, maturo e "autosufficiente".
Hai centrato il problema. Condivido ed aggiungo che oltre i ragazzi il fallimento dei Centri di Formazione sara' sancito dalla diminuzione delle società affluenti non coinvolte direttamente . Meditare

Axel1965
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Re: Centri di formazione U16

Messaggio da Axel1965 » 24 lug 2013, 18:53

MAX 2008, prendo nota della tua affermazione. Ti invito però a non essere così conciso nel formulare le tue sentenze. Puoi argomentare, se vuoi. Intanto la FIR continua a pubblicare documenti che non leggete...: sono stati resi noti i premi del progetto Rugby base, e non a caso... Poi ci sono gli estremi del nuovo progetto, che è riservato di fatto a chi aderisce ai programmi Federali.
Poi se vuoi possiamo criticare il sistema, ma dobbiamo almeno formulare proposte alternative. Voglio sollecitare la tua intelligenza: ci è stato mostrato il programma settimanale di allenamento degli All Blacks. Nota che i pomeriggi o le mattine libere sono riempite con la scuola o il lavoro per chi ha superato l'età scolare... Davanti a quel documento, tutti in silenzio. Per vincere occorre lavorare, e duro, sin dall'adolescenza. Hai altre idee in proposito ?

MAX2008
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Re: Centri di formazione U16

Messaggio da MAX2008 » 24 lug 2013, 20:31

Axel1965 ha scritto:MAX 2008, prendo nota della tua affermazione. Ti invito però a non essere così conciso nel formulare le tue sentenze. Puoi argomentare, se vuoi. Intanto la FIR continua a pubblicare documenti che non leggete...: sono stati resi noti i premi del progetto Rugby base, e non a caso... Poi ci sono gli estremi del nuovo progetto, che è riservato di fatto a chi aderisce ai programmi Federali.
Poi se vuoi possiamo criticare il sistema, ma dobbiamo almeno formulare proposte alternative. Voglio sollecitare la tua intelligenza: ci è stato mostrato il programma settimanale di allenamento degli All Blacks. Nota che i pomeriggi o le mattine libere sono riempite con la scuola o il lavoro per chi ha superato l'età scolare... Davanti a quel documento, tutti in silenzio. Per vincere occorre lavorare, e duro, sin dall'adolescenza. Hai altre idee in proposito ?
Axel siamo nati nello stesso anno, 1965, ma io ho forse il vantaggio di conoscere da pochi anni il mondo del rugby e quindi ne vedo pregi e difetti. Nel 2008 ho fondato insieme ad amici una società in Abruzzo . Per 5 anni consecutivi ho regolarmente partecipato a tutti i progetti del documento di cui parli risultando a volte anche la seconda società in Abruzzo dietro la Polisportiva L'Aquila Rugby per importo. Ti aggiungo che 3 anni fa , ho fatto notare a Francesco Ascione che non c'era trasparenza nella comunicazione e che era assurdo scrivere un premio di 4.000 Euro e poi darne o il 50% - o il 30% o il 12% (stagione 2012-2013) di meno. Bene da subito Francesco Ascione ha reso trasparente il raggiungimento degli obbiettivi con cifra per ogni categoria e per ogni società. Dopo 3 anni, con il progetto base dell'altro ieri hanno modificato, con l'aumento del budget, il fatto di tagliare, e nella comunicazione ne mettono in risalto il perche !!!!!!'. Quindi diciamo che sbagli clamorosamente quando dichiari " Intanto la FIR continua a pubblicare documenti che non leggete.."

Ti potrei parlare per ore sul perché la scelta dei Centri di formazione e' sbagliata, ma c'e' gente pagata fior di migliaia di euro che e' giusto faccia le giuste scelte. Io non le condivido, l'ho detto di persona al presidente Gavazzi prima delle elezioni. Speriamo che mi sbagli ma di una cosa sono certo, in Italia si sta creando un unico GRANDE CLUB : La federazione Italiana Rugby con una squadra in Celtic, una in A1, nr. 8 in Under 8 e nr. 32 in Under 16 che difatti giocheranno per questa stagione 8-9 partite fra di loro e fra qualche anno sono certo che sostituiranno le squadre delle società in elite' lasciando alle societa' spolpate dei migliori il campionato regionale. I tecnici regionali gia' si preparano a visitare le Under 14......alle società non resta che prendere contatto con le scuole materne. Troppa troppa centralita', troppi costi, ma le scelte sono scelte e le rispetto ma mi sento di criticare prima di tornare ad essere un esterno del Rugby o come dice su un bell'articolo di oggi di La Meta .....un guarito del RUGBY.

Max2008

Axel1965
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Re: Centri di formazione U16

Messaggio da Axel1965 » 25 lug 2013, 8:21

Caro Max, sono felice di conoscere qualcosa in più di te e su ciò che hai fatto. Sicuramente parli per esperienza personale e quindi sai cosa dici. Troppi interventi vengono fatti con superficialità e poche argomentazioni, sicchè ho più volte ribadito come sia necessario leggere ciò che viene pubblicato e poi giudicare i fatti. Posso solo esortarti a non mollare, perchè tutto serve al movimento, anche le voci dissonanti.

Non guardare a Viadana, ma alla realta che conosco un pochino di più ovvero la zona est della lombardia, ovvero da milano verso Rho, Parabiago, Lainate, Varese, eccetera. La mia esperienza mi ha portato a vedere uno scarso orientamento verso i giovani e una frammentazione che nuoce all'espressione migliore del movimento. Nel raggio di 5 kilometri ci sono appunto, ad esempio, Rho, Parabiago e Lainate. Tutte società molto vecchie che potrebbero, sull'esempio di altre discipline, almeno costruire una franchigia per poter partecipare ad un campionato giovanile di Elite. Non si fa, non si vuol fare, e alla fine Rho che ha il bacino più vasto e il vivaio più numeroso si prende il Centro di Formazione, e credo ne farà buon uso. Milano non fa testo: che siano CUS, Amatori o ASR il bacino è vasto, e c'è posto per tutti. Emerge, nei risultati, chi può lavorare meglio. Per parte mia posso solo aggiungere che grazie a tanti contributi disinteressati e gratuiti di genitori, alcune squadre possono contare più di altre su una base solida. I Gialloneri sono seguiti da almeno 5 accompagnatori ad ogni gara, e non mancano i filmati delle partite da rivedere poi con calma. Questo in altre società non accade solo perchè il coinvolgimento è minore. Chiaro che la FIR si propone come alternativa, e riesce ad accentrare almeno quei talenti, quelle predisposizioni sulle quali è necessario lavorare. Le società di Eccellenza possono comunque chiamarsi fuori ed andare per conto loro, ma nessuno lo fa perchè ritengo sia indispensabile quanto meno andare tutti nella stessa direzione. Le responsabilità saranno poi del Presidente, e tutti potremo giudicare. Adesso guardiamo l'under 17 e l'under 18, in Francia e Sud Africa, che hanno già giocatori che hanno preso parte ai lavori così come sono stati impostati negli anni precedenti. Un minimo di giusizio potremo darlo, o almeno potremo parlare di una base più solida rispetto al passato. Per il resto, io aspetto ad esprimere un parere critico perchè si tratta di un seme appena piantato. Forse i più anziani diranno che per l'ennesima volta si riparte da zero, ma non è così: oggi l'attenzione è maggiore nei confronti di questo sport, e tutti dobbiamo contribuire a diffonderlo. Chi fonda le Società, come nel tuo caso, e chi cerca di parlarne e scriverne bene. Leggo volentieri la Meta, anche se da me ne arrivano solo due copie: una per il Sindaco ( ex giocatore negli anni '80 ) e una mia, che sono solo un genitore che cerca di aiutare il pargolo nelle sue scelte.

Eurobatman
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Re: Centri di formazione U16

Messaggio da Eurobatman » 25 lug 2013, 10:52

Tenere impegnato un ragazzino di 16-17 anni per tutto l'anno tranne due settimane di vacanze, come fosse un adulto, con l'unico scopo di avere una nazionale di rugby più forte è a dir poco morboso.

calep61
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Re: Centri di formazione U16

Messaggio da calep61 » 25 lug 2013, 11:25

Eurobatman ha scritto:Tenere impegnato un ragazzino di 16-17 anni per tutto l'anno tranne due settimane di vacanze, come fosse un adulto, con l'unico scopo di avere una nazionale di rugby più forte è a dir poco morboso.
Sinceramente faccio fatica a capire commenti come questo; la scelta di aderire a tali ritmi è libera da parte degli atleti ritenuti idonei, nessuno obbliga nessuno, qual è il problema?
Si vorrebbe allineare verso il basso la proposta sportiva generale verso i giovani rugbisti e quale lo scopo se non mantenere apetibili e concorrenziali quelle organizzazioni che per loro natura non sono in grado di proporre programmi sportivi più impegnativi? Che si abbia il coraggio di dire le cose come stanno, simili progetti danno fastidio a chi propone attualmente un rugby amatoriale con 2 o 3 sedute di allenamenti alla settimana. Chiaramente tali proposte sportive a confronto con i programmi che la FIR avvierà appaiono meno performanti sulla carta e tutti quei giovani atleti che vorrebbero, aspirerebbero a fare un po' più sul serio sarebbero, evidentemnte, proiettati idealmente verso chi può e sa proporre programmi più intensi. Questo è il motivo di tanta polemica, la salute dei ragazzi c'entra poco. I ragazzi sono molto più svegli di quello che si crede e se un giovane atleta vuole fare dello sport solo a livello amatoriale per poter coltivare anche altri interessi saprà benissimo a chi rivolgersi, altri, invece, che aspirano a un maggiore coinvolgimento non vedo per quale motivo non debbano o possano trovare opportunità adeguate per affrontare un programma rugbistico più intenso, pur conservando la possibilità di studiare dignitosamente. Sono due distinti livelli ed approcci di vivere il proprio sport entrambi importanti, ma con obiettivi diversi e l'uno non esclude l'altro, non mi sembra complicato da accettare.
È proprio vero che la maggior parte dei mali che capitano all'uomo sono cagionati dall'uomo.
Plinio il Vecchio
Non essendosi potuto fare in modo che quel che è giusto fosse forte, si è fatto in modo che quel che è forte fosse giusto.
Blaise Pascal
Nulla infonde più coraggio al pauroso della paura altrui.
Umberto Eco

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