Luqa-bis ha scritto:Poi smetto che domani c'è l'Argentina,
calep61... qualche volta ricordati di scendere dalla cattedra, eh?
peraltro , ioricordoanche tecnici di squadre del Trination che vantavano l'arte della "intimidazione fisica"... quindi è realtà che nei placcaggi e in altre fasi si cerca di prevalere nel senso di dominanza fisica sull'avversario.
Il fallo è spesso una reazione di inferiorità alla gestualità tecnia, tattica o atletica dell'avversario: sei più bravo, più scaltro, più veloce, più potente, più resistente,più freddo. e allora provo a fare il furbo o il maramaldo.
Se placchi lo puoi fare tatticamente ("utile all'azione") o strategicamente ("convincere" l'avversario che lì non si passa e nemmeno si è accolti con cortesia)
topotto53, capisco lo spirito, però dovresti riflettere: hai usato secondo me una espressione abbastanza offensiva nei confronti della lotta affermnado che è tesa a far male all'avversario.
A me piace la libera e la greco romana, e non mi pare di vedere torme di lottatori storpi.
Anzi , la trovo molto vicina al rugby per spirito.
invece io credo che non sia il caso di smettere. Forse il topic ha un titolo troppo skillato sulla sfida di sabato, ma il tema trattato finora è estremamente delicato ed interessante. Io sulla cattedra? Solo perchè cerco di argomentare e supportare le mie tesi con esempi e articolandole con un po' troppe parole. Cos'è che mi fa sembrare cattedrattico, il logorroico estenuante tentativo di cercare di convincere che il rugby al di la della sua fisicità innata possa essere rappresentato anche oltre questo aspetto, che non si deve e non è giusto fermarsi a stereotipi che focalizzano aspetti che oltre ad essere dannosi mediaticamente rappresentando solo una dei tanti volti di questa disciplina, ad un'attenta ed asettica analisi possono risultare anche poco efficaci allo scopo del gioco, questo mi fa sembrare cattedrattico? Certo non lo è la mia dimostrata capacità grammaticale considerati i tanti rilievi ricevuti in tal senso, forse i tanti anni passati all'estero hanno lasciato qulche strascico di troppo

! Volevo sottolineare che Favaro sta intraprendendo una strada molto somigliante a quella di un certo Bergamasco, flanker come pochi, ma mai troppo sopra le righe e non mi riferisco alle tante reazioni, a volte spropositate e controproducenti da rugby ante litteram a cui ci ha abituato, ma alla capacità di saper misurare l'agressività sempre entro il lecito, pur nell'efficacia dell'azione giocata. Citare lui come esempio da contrapporre alle mie tesi equivale a non averle comprese fino in fondo, forse non sono stato bravo ad esprimerle compiutamente. So bne che molti, anche addetti ai lavori, credono che la pozione magica sia tutto nell'agressività, io credo, invece, che l'agressività senza il controllo non serva molto, anzi possa essere facilmente aggirata e, sabato scorso, l'Italia l'ha ampliamente dimostrato e se i giocatori non si fossero fatti prendere da un po' di ansia da risultato non avrebbero penato neanche negli ultimi 10 minuti del macht. D'altro cantose Davide e Golia dopo millenni sono ancora presi ad esempio per evidenziare come l'intelligenza possa avere la meglio sulla semplice forza fisica un motivo dovrà pur esserci e le migliori scuole rugbistiche nella classifica mondiale non mi sembra si distinguano per la semplice forza bruta. Ricordiamo come si presentò il baffo francese al suo esordio come tecnico degli azzurri; equilibrio. Ecco, ci vuole equilibrio, forza, agressività, m anche raziocinio, fermezza, controllo e strategia. una sola di queste cose non può bastare per essere vincenti, forse può bastare per andare su youtube nella heat parade dei placaggi monster, o per far male qualcuno e farsi la fama dell'orco di turno e se questo è il proprio obbiettivo, bene, diversamente la pratica del rugby è un'altra cosa e all'aggressività si dovrà abbinare anche atro.