Osservatorio italiani all'estero
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Re: Osservatorio italiani all'estero
Hai un capo allenatore che non parla italiano, una buona quantità di giocatori che non parlano italiano, ti confronti ogni domenica contro squadre che non parlano italiano andando in posti dove non si parla italiano, con arbitri spesso non italiani o che comunque dovrebbero parlare in altra lingua. La lingua universalmente parlata nel mondo del rugby e fuori è l'inglese.
A meno che tu non preveda di avere traduttori ed insegnanti al seguito della squadra e metta la lingua italiana nei contratti come requisito o come obiettivo, è abbastanza normale che ti ritrovi ad avere una franchigia in cui la lingua predominante utilizzata sia l'inglese. E di conseguenza anche gli oriundi in nazionale poi non è che cambiano per magia...
A meno che tu non preveda di avere traduttori ed insegnanti al seguito della squadra e metta la lingua italiana nei contratti come requisito o come obiettivo, è abbastanza normale che ti ritrovi ad avere una franchigia in cui la lingua predominante utilizzata sia l'inglese. E di conseguenza anche gli oriundi in nazionale poi non è che cambiano per magia...
Re: Osservatorio italiani all'estero
Per le franchigie va bene ed è normale che sia così. Ma non credo che la Nazionale debba essere un posto dove prevale l'inglese o dove qualcuno comunque non parla l'italiano se no cambiamo il nome e la chiamiamo Selezione o qualcosa del genere.
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Re: Osservatorio italiani all'estero
E allora facciamo in modo che chi è convocato anche nelle franchigie abbia supporto.
In Giappone hanno un traduttore e un aiuto traduttore.
Queste cose le fai avverare se è l'ambiente e la cultura della nazionale che ti spinge a farlo. Dal TM al allenatore e tutto lo staff, oltre ad offrire supporto. Difficile si avveri perché i tifosi lo pretendono su forum, o per sola volontà innata del singolo giocatore
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Re: Osservatorio italiani all'estero
Ok. Rispetto il tuo parere anche se è diverso dal mio. Non ti darò del fascista per questo. Come ho già detto più volte un criterio discriminante ci deve pur essere e quindi si escluderà sempre qualcuno. A meno di non mettere nessun criterio per cui ognuno rappresenta chi gli pare e piace. Con questo concetto se io ai miei tempi invece che una pippa fossi stato un campione essendomi innamorato del rugby grazie ad un insegnante gallese avrei potuto pretendere la maglia dei Dragoni.
Beh, ma se si accetta il principio per cui uno può rappresentare chi meglio crede pur se in regola non puoi mettere paletti linguistici.
Perchè la lingua si e la formazione no?
Fra l'altro uno formato qui molto probabilmente la lingua la conosce eccome.
Uno nato all'estero, che ha fatto le scuole all'estero e si è formato all'estero venendo in Italia solo in vacanza difficilmente conoscerà una lingua che non gli serve se non per proprio diletto.
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)
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Re: Osservatorio italiani all'estero
Non farci caso, dare via del suo è un'abitudine che gli appartiene come apparteneva al Berlusca; questi di solito accusava gli avversari di mettere in piedi campagne d'odio contro di lui e poi li dipingeva come coloro che volevano portare miseria, dittatura e morte (testuale in uno spot di FI girato in una discarica con tanto di musica tipo Schindler's list).
Quello invece, per fare un esempio, ogni tanto mi dà dello stalker. Poi, se tu vai a cercare i miei post, ci troverai subito poco dopo un suo intervento che può essere una battutina divertente (in questo è bravo, gli va riconosciuto) o un'intemerata indignata stile freedom fighter, che però gli viene meno bene. Nei panni del partigiano parmigiano non è molto credibile.
Io penso che quando si valuta se una determinata cosa sia "giusta" o "sbagliata" si dovrebbe sempre evitare di inserire fra i criteri di valutazione il fatto che la tal cosa faccia o meno comodo. Nello specifico mi sembra che pretendiamo di avere più di quello che meritiamo con le nostre forze.Luqa-bis ha scritto: ↑29 apr 2021, 11:28Ripeto capisco il punto di vista, lo scouting sistematico è l'ammissione della propria debolezza (un tirolesoso direbbe che è come quello che cerca il ganzo per la moglie nei siti per scambisti).
Ma la regola deve tener conto del bimbo che butti via assieme all'acqua sporca.
Che il nostro sistema ancora non marcia come dovrebbe sul piano formativo ce lo ricordano:
1. i numeri assoluti
2. la distribuzione territoriale
3. il numero di squadre giovanili e femminili
4. le prestazioni
5. le note della stampa estera sul " - born"
Nulla di mostruoso, ovviamente, ma non vedo perchè se uno pensa che bisognerebbe fare diversamente la sua idea non meriti egualmente rispetto.
Io la sottoscriverei. Mi sembrerebbe una buona cosa. però, anche questa, sarebbe una discriminante che esclude qualcuno. E allora si violano i diritti umani.
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Re: Osservatorio italiani all'estero
E chi ti vieta di pensarla così? Per te è sufficiente e buon per te che i regolamenti la pensino come te.
Io invece penso che un ragazzo che si è formato qui venendo da altrove rappresenti l'Italia meglio di uno che ci è venuto solo in vacanza.
A me dove un giocatore si è formato interessa eccome. Perchè rappresenta sia la sua adesione al nostro movimento, sia le capacità dello stesso nel formarlo. E' così mostruosa come idea?
Magari mi interessano meno i suoi antenati, che non sono un suo merito o una sua scelta
Queste opzioni non nascono da diritto divino, ma da specifici criteri adottati in un regolamento. Non stiamo parlando di diritto naturale, ma di norme pattizie. Che potrebbero tranquillamente mutare scegliendo diversi criteri di attribuzione di quel diritto.
Questo è un problema serio. Che andrebbe ovviamente regolamentato.
Spero che lo stesso ragionamento valga anche per quelli che ami chiamare italians.
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Re: Osservatorio italiani all'estero
Io ovviamente sono d'accordo.
Ma se si accetta la regola per cgui ognuno rappresenta il paese che meglio crede poi non ci si deve stupire se accade quel che dici.
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Re: Osservatorio italiani all'estero
Qualche giorno fa ho trovato un paper di Francesca Gallina, che ora è consigliera federale in quota giocatori e che nella vita lavora all'università, in merito alla situazione linguistica della Benetton Treviso (l'ho trovato solo in formato pdf, altrimenti l'avrei girato qui).speartakle ha scritto: ↑29 apr 2021, 13:49E allora facciamo in modo che chi è convocato anche nelle franchigie abbia supporto.
In Giappone hanno un traduttore e un aiuto traduttore.
Queste cose le fai avverare se è l'ambiente e la cultura della nazionale che ti spinge a farlo. Dal TM al allenatore e tutto lo staff, oltre ad offrire supporto. Difficile si avveri perché i tifosi lo pretendono su forum, o per sola volontà innata del singolo giocatore
A disposizione dei giocatori c'è a disposizione una scuola privata di Italiano per stranieri, scuola frequentata anche da Crowley. Non è un obbligo per i giocatori, ma una possibilità.
Negli allenamenti e in campo la prima lingua è l'italiano, ma se Crowley si rende conto che non sa essere efficace come vorrebbe passa all'inglese, prontamente tradotto. Tra i giocatori si comunica in italiano e in inglese, con qualche parola in dialetto per incoraggiarsi (presumo una bella serie di "dai fioi!").
Nella statistica delle lingue parlate e conosciute, Allan manda all'aria tutti i dati: parla italiano, inglese, francese, dialetto e zulu (!), oltre a cavarsela col turco, imparato dalla moglie.
https://www.facebook.com/anonimapiloni
Vincitore del Premio Nostradamus 2022
"Co te mori, no te se de essar morto, no te soffri, ma par chealtri a xe dura.
Co te si mona xe a stessa roba."
(Antico detto veneto)
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Re: Osservatorio italiani all'estero
Si chiama nazionale italiana e dovrebbero giocarci solo italiani. Stop.
Quando ho fatto il servizio militare nella mia squadra c'era un altoatesino che non parlava una parola di italiano. Non per modo di dire, ma letteralmente. Per vincere cinque giorni di licenza ed essere quindi la migliore squadra del CAR lo abbiamo dovuto convincere a buttarsi malato. Lui non era convocabile in nazionale, e però avrebbe dovuto andare in guerra con l'esercito italiano?
La lingua sarà un handicap per le comunicazioni in campo, ed è giusto che venga insegnata a chi non la sa, ma cosa c'entra con la possibilità di giocare in nazionale?
PS: Se qualcuno cercando di travisare l'orbace predica l'autarchia saranno fatti suoi. Mi sembra che per fortuna non abbia un grande seguito, da queste parti
Quando ho fatto il servizio militare nella mia squadra c'era un altoatesino che non parlava una parola di italiano. Non per modo di dire, ma letteralmente. Per vincere cinque giorni di licenza ed essere quindi la migliore squadra del CAR lo abbiamo dovuto convincere a buttarsi malato. Lui non era convocabile in nazionale, e però avrebbe dovuto andare in guerra con l'esercito italiano?
La lingua sarà un handicap per le comunicazioni in campo, ed è giusto che venga insegnata a chi non la sa, ma cosa c'entra con la possibilità di giocare in nazionale?
PS: Se qualcuno cercando di travisare l'orbace predica l'autarchia saranno fatti suoi. Mi sembra che per fortuna non abbia un grande seguito, da queste parti
"Il bello del sesso di gruppo è che se uno vuole, può anche dormire"
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Re: Osservatorio italiani all'estero
bello! se ci si tiene di più al fattore lingua basta intensificare la spinta verso l'uso dell'italiano anche in contesti come quello di Negri (ha parlato in inglese perchè così era sicuramente più efficace). Si tratta di fissare regole di squadra da rispettare per essere parte del gruppo.loverthetop_86 ha scritto: ↑29 apr 2021, 14:25Qualche giorno fa ho trovato un paper di Francesca Gallina, che ora è consigliera federale in quota giocatori e che nella vita lavora all'università, in merito alla situazione linguistica della Benetton Treviso (l'ho trovato solo in formato pdf, altrimenti l'avrei girato qui).speartakle ha scritto: ↑29 apr 2021, 13:49E allora facciamo in modo che chi è convocato anche nelle franchigie abbia supporto.
In Giappone hanno un traduttore e un aiuto traduttore.
Queste cose le fai avverare se è l'ambiente e la cultura della nazionale che ti spinge a farlo. Dal TM al allenatore e tutto lo staff, oltre ad offrire supporto. Difficile si avveri perché i tifosi lo pretendono su forum, o per sola volontà innata del singolo giocatore
A disposizione dei giocatori c'è a disposizione una scuola privata di Italiano per stranieri, scuola frequentata anche da Crowley. Non è un obbligo per i giocatori, ma una possibilità.
Negli allenamenti e in campo la prima lingua è l'italiano, ma se Crowley si rende conto che non sa essere efficace come vorrebbe passa all'inglese, prontamente tradotto. Tra i giocatori si comunica in italiano e in inglese, con qualche parola in dialetto per incoraggiarsi (presumo una bella serie di "dai fioi!").
Nella statistica delle lingue parlate e conosciute, Allan manda all'aria tutti i dati: parla italiano, inglese, francese, dialetto e zulu (!), oltre a cavarsela col turco, imparato dalla moglie.
A me sinceramente non è che tocchi così tanto il discorso (forse un po' di più in nazionale).
Il 90% di un allenatore o l'essere leader in campo è comunicare efficacemente agli altri. Esprimere un discorso toccante e coinvolgente è già difficile nella propria lingua madre, figurarsi in una che si conosce poco.
Ah per la cronaca, ho assistito a più allenamenti del Benetton, Crowley parla praticamente sempre in inglese, a volte traduce Gallon (ma più verso l'esterno). Poi i giocatori usano sempre un misto di italiano e inglese sempre a seconda del loro interlocutore.
Re: Osservatorio italiani all'estero
E dove avrei scritto che uno può rappresentare chi meglio crede, basta solo la volontà del giocatore? Ho detto che, per me, il criterio del posto di formazione non è importante per escluderlo se può e vuole rappresentare l'Italia. Altri criteri più importanti, sempre secondo me, vanno messi. E, per stare al tuo esempio, fra gli "uno nato all'estero, che ha fatto le scuole all'estero e si è formato all'estero" ci stavano i Bona, Cuttitta, Parisse, Castrogiovanni, Canale, ecc. ecc. che l'italiano lo conoscevano benissimo e che, secondo i tuoi criteri, non avrebbero dovuto giocare per l'Italia e secondo me sì.jpr williams ha scritto: ↑29 apr 2021, 13:54Beh, ma se si accetta il principio per cui uno può rappresentare chi meglio crede pur se in regola non puoi mettere paletti linguistici.
Perchè la lingua si e la formazione no?
Fra l'altro uno formato qui molto probabilmente la lingua la conosce eccome.
Uno nato all'estero, che ha fatto le scuole all'estero e si è formato all'estero venendo in Italia solo in vacanza difficilmente conoscerà una lingua che non gli serve se non per proprio diletto.
E' poi ovvio che ci arrotoliamo sempre attorno alle stesse opinioni. Ma di una cosa stai pure sicuro: non ho mai minimamente pensato che mi avresti dato del fascista
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Re: Osservatorio italiani all'estero
Ah beh, che Crowley parli quasi esclusivamente in inglese ci sta.speartakle ha scritto: ↑29 apr 2021, 14:35
bello! se ci si tiene di più al fattore lingua basta intensificare la spinta verso l'uso dell'italiano anche in contesti come quello di Negri (ha parlato in inglese perchè così era sicuramente più efficace). Si tratta di fissare regole di squadra da rispettare per essere parte del gruppo.
A me sinceramente non è che tocchi così tanto il discorso (forse un po' di più in nazionale).
Il 90% di un allenatore o l'essere leader in campo è comunicare efficacemente agli altri. Esprimere un discorso toccante e coinvolgente è già difficile nella propria lingua madre, figurarsi in una che si conosce poco.
Ah per la cronaca, ho assistito a più allenamenti del Benetton, Crowley parla praticamente sempre in inglese, a volte traduce Gallon (ma più verso l'esterno). Poi i giocatori usano sempre un misto di italiano e inglese sempre a seconda del loro interlocutore.
Io nel mio piccolo ho studiato un po' di glottodidattica e imparare una nuova lingua ex novo a 50 anni non è così facile come farlo a 10.
Io qualche allenamento l'ho visto, che Crowley ci provi è indubbio, che gli venga più naturale l'inglese è nell'ordine delle cose.
Poi dipende da che allenamenti ha visto la Gallina.
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Re: Osservatorio italiani all'estero
Mi fa piacere. Io amo discutere con chi ha opinioni diverse. Se cominciassi dandogli del fascista solo perchè non la pensa come me finiremmo di discutere in 5 secondi.
Comunque è vero, quella roba che uno rappresenta chi vuole non l'hai scritta. Scusa
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Re: Osservatorio italiani all'estero
Niente di nuovo, è il suo solito sistema.supermax ha scritto: ↑29 apr 2021, 14:46E dove avrei scritto che uno può rappresentare chi meglio crede, basta solo la volontà del giocatore?jpr williams ha scritto: ↑29 apr 2021, 13:54Beh, ma se si accetta il principio per cui uno può rappresentare chi meglio crede pur se in regola non puoi mettere paletti linguistici.
Perchè la lingua si e la formazione no?...
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Re: Osservatorio italiani all'estero
COS invece aveva iniziato bene, sembrava lanciato verso una futura discreta padronanza, poi chissà perché si è fermato e addirittura in certe interviste è sembrato anche essere regredito.loverthetop_86 ha scritto: ↑29 apr 2021, 14:47Ah beh, che Crowley parli quasi esclusivamente in inglese ci sta.speartakle ha scritto: ↑29 apr 2021, 14:35...
Ah per la cronaca, ho assistito a più allenamenti del Benetton, Crowley parla praticamente sempre in inglese, a volte traduce Gallon (ma più verso l'esterno). Poi i giocatori usano sempre un misto di italiano e inglese sempre a seconda del loro interlocutore.
Io nel mio piccolo ho studiato un po' di glottodidattica e imparare una nuova lingua ex novo a 50 anni non è così facile come farlo a 10.
Io qualche allenamento l'ho visto, che Crowley ci provi è indubbio, che gli venga più naturale l'inglese è nell'ordine delle cose.
Sarà una cosa degli irlandesi, visto che anche Bradley più o meno sta percorrendo la stessa strada.
Invece è davvero ammirevole Steyn, per come ha imparato la nostra lingua
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