Osservatorio italiani all'estero

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

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loverthetop_86
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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da loverthetop_86 » 29 apr 2021, 15:22

Garry ha scritto:
29 apr 2021, 15:00
loverthetop_86 ha scritto:
29 apr 2021, 14:47
speartakle ha scritto:
29 apr 2021, 14:35
...
Ah per la cronaca, ho assistito a più allenamenti del Benetton, Crowley parla praticamente sempre in inglese, a volte traduce Gallon (ma più verso l'esterno). Poi i giocatori usano sempre un misto di italiano e inglese sempre a seconda del loro interlocutore.
Ah beh, che Crowley parli quasi esclusivamente in inglese ci sta.
Io nel mio piccolo ho studiato un po' di glottodidattica e imparare una nuova lingua ex novo a 50 anni non è così facile come farlo a 10.
Io qualche allenamento l'ho visto, che Crowley ci provi è indubbio, che gli venga più naturale l'inglese è nell'ordine delle cose.
COS invece aveva iniziato bene, sembrava lanciato verso una futura discreta padronanza, poi chissà perché si è fermato e addirittura in certe interviste è sembrato anche essere regredito.
Sarà una cosa degli irlandesi, visto che anche Bradley più o meno sta percorrendo la stessa strada.

Invece è davvero ammirevole Steyn, per come ha imparato la nostra lingua
O'Shea arrivò in Italia avendo già imparato abbastanza italiano da farsi capire, cosa molto professionale e non scontata. Poi la padronanza e l'ottimismo della prima ora sparirono in modo direttamente proporzionale.
Credo che una delle differenze riscontrabili sia nel background lavorativo. Voglio dire, O'Shea aveva risollevato gli Harlequins dopo il bloodgate, ma non era esattamente la stessa cosa che prendere in mano la Federazione Italiana, soprattutto se consideriamo il primo materiale umano a disposizione. O'Shea è arrivato preparatissimo, conoscendo nomi e cognomi di tutti i giocatori delle franchigie e a questo associò un italiano migliorabile, ma niente affatto male.
Per Crowley bisogna considerare che è approdato sulla panchina di una franchigia con più di qualche giocatore straniero, ambiente molto diverso da quello che poteva essere una panchina italiana.
A questo va aggiunto un altro aspetto: se è vero che la Federazione richiede una buona competenza nella lingua di Dante (discutibile, molto discutibile, ma se è la loro policy c'è poco da fare), ci sta che O'Shea si fosse preso avanti.
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Man of the moment
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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da Man of the moment » 29 apr 2021, 15:23

Secondo me una questione interessante potrebbe essere: un giocatore formato qui di certo è legato indissolubilmente al movimento e alla "storia" (es: uno formato in Italia sa cosa vuol dire mettersi davanti alla tv al sei nazioni e per sei anni non gioire mai, altro es: uno formato in Galles avrà sperimentato dalla nascita un certo astio verso gli inglesi ecc).
Ecco, un giocatore così sarà disposto a dare quell'infinitesimale goccia di sudore in più rispetto a un estero-italiano?

Da quello che ho visto io no, tutti danno tutto, ma potrebbe entrare in gioco una visione del genere alla base delle considerazioni su quanto sia opportuno tenere queste regole

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jpr williams
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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da jpr williams » 29 apr 2021, 15:29

No, su questo io credo sinceramente che uno che scenda in campo in un match internazionale dia sempre tutto sé stesso E l'impegno profuso dai nostri equiparati o italo- alias è lì a dimostrarlo, come avviene peraltro anche nelle altre nazionali.
La mia contrarietà al loro utilizzo non ha nulla a che fare né con la loro provenienza, né con il loro impegno, né con il colore della pelle o altra baggianata. Soprattutto non è contro le loro persone. Ma contro l'utilizzo opportunistico che ne fanno le federazioni.
Come dicevo vedere un dirigente di una federazione vantarsi dei risultati di una nazionale in cui il lavoro del suo movimento c'entra poco mi sembra un ben triste spettacolo.
Immaginate un domani Innocenti che metta in campo 15 equiparati allenati da un neozelandese, vinca il 6N e si metta a declamare le virtù del rugby italiano e la sua capacità di stare ad alto livello. Ecco, per me sarebbe da prendere a pomodorate.
Ovviamente è un esempio limite e paradossale. Tanto quanto una nazionale con 15 equiparati. O che vinca il 6N.
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)

Soidog
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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da Soidog » 29 apr 2021, 16:22

jpr williams ha scritto:
29 apr 2021, 14:18
Soidog ha scritto:
29 apr 2021, 12:39
Straquoto.
A me dove si sia formato un giocatore interessa meno di zero. Se ha i requisiti per rappresentare l'Italia e lo merita sul piano tecnico, per me è sufficiente.
E chi ti vieta di pensarla così? Per te è sufficiente e buon per te che i regolamenti la pensino come te.
Io invece penso che un ragazzo che si è formato qui venendo da altrove rappresenti l'Italia meglio di uno che ci è venuto solo in vacanza.
A me dove un giocatore si è formato interessa eccome. Perchè rappresenta sia la sua adesione al nostro movimento, sia le capacità dello stesso nel formarlo. E' così mostruosa come idea?
Magari mi interessano meno i suoi antenati, che non sono un suo merito o una sua scelta
Soidog ha scritto:
29 apr 2021, 12:39
Le persone hanno il diritto di scegliere quale nazione rappresentare e, nel caso abbiano più opzioni, le loro decisioni sono sempre legittime e rispettabili.
Queste opzioni non nascono da diritto divino, ma da specifici criteri adottati in un regolamento. Non stiamo parlando di diritto naturale, ma di norme pattizie. Che potrebbero tranquillamente mutare scegliendo diversi criteri di attribuzione di quel diritto.
Il ragazzino formato in Italia ha tutto il diritto di rappresentare la nazione della sua famiglia di origine, se decide così. Il luogo di formazione non è una tagliola e non deve diventarlo.

giodeb
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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da giodeb » 29 apr 2021, 16:39

Soidog ha scritto:
29 apr 2021, 16:22
Il ragazzino formato in Italia ha tutto il diritto di rappresentare la nazione della sua famiglia di origine, se decide così. Il luogo di formazione non è una tagliola e non deve diventarlo.
Sono d’accordo. Trovo giusto che un giocatore possa scegliere di giocare per la nazionale che si sente (ovviamente nel rispetto delle regole), indipendentemente da dove sia cresciuto o dove si sia formato.

Ad esempio, Tica è un prodotto della FIR (o meglio di società affiliate alla FIR) avendo iniziato a giocare in Italia ed essendosi interamente formato qui, ma se da grande volesse giocare per la Romania perché si sente di volerlo fare non ci vedrei nulla di male (certo dovesse diventare il crack che può e non giocasse per noi sarei molto incazzato).

Nel calcio, dove le nazionali non hanno praticamente nessun peso sui guadagni dei calciatori, è pieno di figli di immigrati che hanno scelte di rappresentare il paese di origine dei propri genitori e non il paese di nascita e formazione. Il caso più famoso è quello di Rakitic, centrocampista di classe mondiale che ha giocato per tanti anni al Barcellona. Lui è nato e cresciuto in Svizzera e ha rappresentato la Svizzera in tutte le nazionali giovanili. Quando però ha dovuto scegliere la nazionale maggiore ha optato per quella dei suoi genitori, la Croazia, facendo incazzare non poco federazione e tifosi elvetici e ricevendo anche minacce da gruppi estremisti. Però lui si sentiva di voler giocare per la Croazia ed è giusto che abbia potuto farlo.

Casi come il suo ce ne sono davvero tanti, come ad esempio Pjanic, Boateng o Chalanoglu (nato e cresciuto in Germania ha sempre voluto rappresentare solo la Turchia anche a livello giovanile). In Francia è pieno di giocatori che hanno optato per le nazionali africane di origine dei genitori (ad esempio Kulibaly del Napoli che gioca nel Senegal pur essendo nato in Francia e avendo giocato nelle nazionali giovanili francesi) e adesso si vedendo casi anche da noi in Italia come Kumbulla nato e cresciuto a Peschiera del Garda e formatosi dall’età di 8 anni all’Hellas Verona che ha sempre scelte di rappresentare l’Albania (paese di origine dei genitori) anche a livello giovanile.

Nel rugby purtroppo alla fine più che senso di appartenenza o altro secondo me nella scelta su quale nazionale giocare pesa molto il fattore di poter giocare competizioni di livello (nel calcio anche l’Islanda ha giocato i mondiali, nel rugby se non sei in una Tier 1 o 2 i mondiali te li vedi solo in TV e se non sei in una Tier 1 ti vedi in TV anche il 6N o il Championship) e soprattutto quello economico. Mentre nel calcio giocare per l’Italia o per l’Albania (prendendo il caso di Kumbulla sopra) non ha praticamente nessun impatto sui guadagni del calciatore, nel rugby la scelta di quale nazionale rappresentare ha un impatto notevole sui guadagni di un atleta. Giocare per l’Italia è molto più redditizio che giocare per la Romania quindi è più facile che un giocatore scelga l’Italia; così come giocare per l’Inghilterra (mi pare di aver letto circa £20K a partita) è molto più redditizio che giocare per l’Italia rendendola più attraente (come abbiamo visto nei casi Lozowski o Odgwu). Essendo dei professionisti questo ha un peso perché il guadagno che si ha dalle nazionali nel rugby ha un impatto importante, non solo per il gettone ma anche perché riduce quello che un club può pagare.

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jpr williams
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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da jpr williams » 30 apr 2021, 13:49

Soidog ha scritto:
29 apr 2021, 16:22
Il ragazzino formato in Italia ha tutto il diritto di rappresentare la nazione della sua famiglia di origine, se decide così. Il luogo di formazione non è una tagliola e non deve diventarlo.
Mai mezzo dubbio, eh, solo sentenze.
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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da 30 min » 30 apr 2021, 15:51

Non e' una sentenza, e' una legittima opinione.

Soidog
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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da Soidog » 30 apr 2021, 16:16

jpr williams ha scritto:
30 apr 2021, 13:49
Soidog ha scritto:
29 apr 2021, 16:22
Il ragazzino formato in Italia ha tutto il diritto di rappresentare la nazione della sua famiglia di origine, se decide così. Il luogo di formazione non è una tagliola e non deve diventarlo.
Mai mezzo dubbio, eh, solo sentenze.
In casi come questo si tratta della libera scelta di un individuo, cosa che è sempre da rispettare.

Garry
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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da Garry » 30 apr 2021, 16:23

Qualche volta si dovrebbe arrivare a scrivere "Scusate, ho scritto una fesseria. Vietare a un italiano di giocare nella nazionale italiana solo perché ha studiato all'estero non è giusto"

A volte nella foga della discussione si arrivano a sostenere posizioni che a mente fredda risultano assurde anche a chi le ha scritte

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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da Luqa-bis » 30 apr 2021, 16:36

Che è quello che dovresti fare tu, rileggendo la battuta sul fez e a chi l'hai scritta.

Sempre a fare il maestrino ottocentesco.

Saluti e Buon I Maggio

Garry
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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da Garry » 30 apr 2021, 17:03

Luqa-bis ha scritto:
30 apr 2021, 16:36
Che è quello che dovresti fare tu, rileggendo la battuta sul fez e a chi l'hai scritta.

Sempre a fare il maestrino ottocentesco.

Saluti e Buon I Maggio
Rileggi quello che hai appena scritto e pensa a chi sta facendo il maestrino dalla penna rossa.

Saluti e mi auguro tu abbia trascorso un buon 25 aprile

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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da Garry » 30 apr 2021, 17:07

Luqa-bis ha scritto:
30 apr 2021, 16:36
Che è quello che dovresti fare tu, rileggendo la battuta sul fez e a chi l'hai scritta.
A proposito, hai scritto he era una battuta.
Complimenti, ero sicuro che non avresti capito nemmeno quello.

Però ti avevo risposte e te l'avevo spiegata. O non hai letto la mia risposta o sei de coccio, come si dice a Bolzano

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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da jpr williams » 1 mag 2021, 11:12

30 min ha scritto:
30 apr 2021, 15:51
Non e' una sentenza, e' una legittima opinione.
Nessuno ne contesta la legittimità. Ci mancherebbe, poi, essendo l'opinione maggioritaria e anche opportunisticamente più comoda, visto che magari dalla sua applicazione può scaturire qualche risultato frutto del lavoro altrui.
E' il tono da Sezioni Unite della Cassazione a farla sembrare una sentenza. Come se fosse illecito pensarla diversamente e, magari, in maniera meno "comoda".
In ogni caso non c'è nulla di più gratificante che riconoscere un'ovvia legittimità ad un'opinione collimante con la propria.
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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da jpr williams » 1 mag 2021, 11:15

Soidog ha scritto:
30 apr 2021, 16:16
In casi come questo si tratta della libera scelta di un individuo, cosa che è sempre da rispettare.
Come dicevo, il punto è lo stile un pò sentenzioso delle affermazioni che le fanno sembrare non delle tue più che lecite opinioni, ma appunto delle sentenze che non ammettono discussione. Ci manca solo un "E' così e basta, fine delle discussioni!".
Magari non fai apposta, ma lo stile argomentativo che usi è un pò apodittico.
Dopo ogni tuo post si potrebbe chiudere qualunque thread...
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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da Garry » 1 mag 2021, 11:35

Tutte le opinioni differenti, per qualcuno diventano sentenze.

Le sentenze, quelle vere, sono le regole, di tutti i generi.
Figuriamoci in un'epoca di relativismo galoppante se devono esistere regole morali ed etiche.
I diritti? E perché?

Una sentenza potrebbe essere:
"Un atleta dovrebbe poter giocare (se se lo merita) con la nazionale del proprio Paese".
E una possibile risposta "up to date" potrebbe essere:
"E perché? E chi l'ha detto?"

Non ha più senso, oggi, scrivere sentenze. Se dichiari apoditticamente che la terra è sferica un terrapiattista ti massacra

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