geovale ha scritto: ↑8 apr 2020, 12:51
Cerco di portare il mio modesto contributo, in termini di esperienza diretta, sulla questione privato si privato no in campo sanitario.
E' un argomento collaterale che alcuni di noi, me compreso, hanno sfiorato più volte.
Con lo spunto fornito da geovale, parlo della mia esperienza diretta (lavoro da sempre in questo settore).
L'analisi di geovale è corretta, la situazione è proprio quella. Io aggiungerei anche una con-causa: la presenza massiccia ed invadente, in molti ospedali, del sindacato. Gli
"imboscati", specialisti della mutua a singhiozzo, tiratardi ecc garantiti "dal posto fisso" alla Checco Zalone ci sono e spesso sono nei posti dove fanno più danni, perché non li può toccare nessuno. In certi reparti si arriva al punto in cui un primario non osa fare una legittima osservazione a un OSS (caso-limite, ma verificato in diretta).
Sulla produttività queste cose incidono pesantemente, e però convivono con estremi opposti come gli esami diagnostici eseguiti tipo catena di montaggio. Esempio: ecodoppler agli arti inferiori che devi eseguire in massimo 20 minuti (tabella ufficiale), compresi vestizione e svestizione del paziente, saluti e baci.
Quindi tutto corretto, però non vorrei che si arrivasse alla conclusione "se il pubblico è così, il privato diventa indispensabile".
Questo non lo accetto. Non ancora.
La sanità pubblica non DEVE essere così. Bisogna avere la forza di cambiare, ma per farlo ci vogliono grandi personaggi, personaggi di spessore e forza tali da scardinare il sistema. Adesso quello che è stato fatto con il processo di "aziendalizzazione" è stato assorbire immediatamente tutti i difetti delle aziende private (per esempio studio dei sistemi per farsi rimborsare il più possibile dallo Stato - inserimenti di DRG più complessi in cartella) e non assimilarne i pregi, i vantaggi, l'efficienza.
Per me la sanità privata dovrebbe servire a fare quello che sta facendo oggi. Un "polmone" di sicurezza per assorbire l'impatto di situazioni eccezionali. Anche per visite specialistiche, se non riesci a garantire liste d'attesa accettabili (ma devi anche sforzarti di migliorare la situazione per utilizzarlo il meno possibile). A volte invece si ha l'impressione che le liste d'attesa vengano fatte gonfiare di proposito per costringere i cittadini a rivolgersi al privato
Quello che può succedere nel privato è quello che ha descritto geovale. Lasciamo perdere i reati penali emersi in Lombardia per interventi eseguiti su pazienti sani, ma può comunque succedere (ed è perfettamente legale anche se non deontologicamente corretto) che vengano effettuate forzature come quella degli interventi ai legamenti che ha nominato geovale, e io aggiungo gli interventi alla cuffia dei rotatori o quelli per il tunnel carpale, effettuati a raffica.
E' un problema grosso, se non hai conoscenze nel settore, perché devi stare a quello che ti dicono.
Si l'organizzazione privata spesso è più efficiente, ma DEVE esserlo anche quella pubblica.
A parte il fatto che molta parte dell'efficienza del privato è legata al fatto che si dedica ad interventi più facilmente "standardizzabili", non dovendosi sobbarcare i settori più problematici e dispendiosi come l'emergenza e la chirurgia d'urgenza.
Aggiungendo le grosse limitazioni sopra esposte, quindi, sposo la conclusione di geovale:
Quindi due messaggi: attenzione a non buttare via il bambino con l’acqua sporca, nel senso che la sinergia pubblico-privato potrebbe essere virtuosa e produttiva se ben governata; secondo spesso siamo noi “furbastri” all’italiana a rovinare le cose, non le cose in se.
PS: Se, come vorrebbe Travaglio, centralizzassero nuovamente la Sanità, a mio avviso le cose peggiorerebbero di parecchio. Come ha detto Bonaccini piuttosto di livellare tutti verso il basso, si dovrebbe fare di tutto per sollevare le regioni rimaste indietro