Te l'ho già detto, te hai dei grossi problemi.zappatalpa ha scritto: ↑14 apr 2021, 18:25e puntualmente quando si parla di produrre figli saltano fuori gli altri 2 complessati
paonazzi in faccia a dare lezioni di antirazzismo immaginario pur di sfogarsi
mah...
Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?
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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?
Riccardo
Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?
Francamente no. Il nero omette di scrivere che Ashman è l’ennesimo giocatore che senza aver mai vissuto in Scozia gioca per la Scozia, non che questo sia per forza un male visto che il papà è scozzese ma Ashman è assolutamente un prodotto del rugby inglese avendo iniziato a giocare in Inghilterra ed essendosi formato lì, quindi non vedo il problema se Eddie Jones lo vuole giustamente chiamare.Guido_53 ha scritto: ↑14 apr 2021, 20:25https://ilneroilrugby.it/2021/04/14/ele ... a-ritorno/
Mette bene in evidenza gli aspetti paradossali della questione.
Per quanto riguarda poi le nazionali del pacifico a me pare che a loro le attuali regole sull’eleggibilità portino più vantaggi che svantaggi (soprattutto per Samoa e Tonga e Leo è infatti samoano), e questo si riflette nelle loro politiche con WR nelle quali non hanno mai chiesto di cambiare le attuali regole ma solo di introdurre lo “stand-down period” che esiste già per il 7s (ci abbiamo preso Brex) anche nel XV. E’ infatti vero che le nazionali del pacifico perdono alcuni giocatori verso nazioni Tier 1 (soprattutto Fiji), ma è altrettanto vero che Samoa e Tonga sono quelle che attualmente sfruttano di più la regola sul poter giocare dove sono nati genitori o nonni visto che le loro squadre sono praticamente una Nuova Zelanda B, ad esempio Tonga agli ultimi mondiali in rosa aveva ben 18 giocatori nati in NZ, 10 dei quali con cap con i Baby Blacks. Vedrete che tra uno o due decenni le nazionali del pacifico chiederanno di estendere la regola anche ai bis-nonni così da poter allargare il bacino di eleggibili (e che la cosa sarà appoggiata dalla FIR, WRU, IRFU e SRU).
Il Nero poi omette anche di scrivere che in passato l’Italia ha avuto molti di quelli che definisce “nazionali di ritorno” (Dominguez, Gardner) senza i quali probabilmente nel 6N non saremo entrati.
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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?
Ma infatti al nero non interessa approfondire, interessa, come al nostro amico nazi, l'estetica delle cose. Fare l'articoletto semiumoristico, per suscitare un po'di indignazione spicciola...giodeb ha scritto: ↑15 apr 2021, 8:31Francamente no. Il nero omette di scrivere che Ashman è l’ennesimo giocatore che senza aver mai vissuto in Scozia gioca per la Scozia, non che questo sia per forza un male visto che il papà è scozzese ma Ashman è assolutamente un prodotto del rugby inglese avendo iniziato a giocare in Inghilterra ed essendosi formato lì, quindi non vedo il problema se Eddie Jones lo vuole giustamente chiamare.Guido_53 ha scritto: ↑14 apr 2021, 20:25https://ilneroilrugby.it/2021/04/14/ele ... a-ritorno/
Mette bene in evidenza gli aspetti paradossali della questione.
Per quanto riguarda poi le nazionali del pacifico a me pare che a loro le attuali regole sull’eleggibilità portino più vantaggi che svantaggi (soprattutto per Samoa e Tonga e Leo è infatti samoano), e questo si riflette nelle loro politiche con WR nelle quali non hanno mai chiesto di cambiare le attuali regole ma solo di introdurre lo “stand-down period” che esiste già per il 7s (ci abbiamo preso Brex) anche nel XV. E’ infatti vero che le nazionali del pacifico perdono alcuni giocatori verso nazioni Tier 1 (soprattutto Fiji), ma è altrettanto vero che Samoa e Tonga sono quelle che attualmente sfruttano di più la regola sul poter giocare dove sono nati genitori o nonni visto che le loro squadre sono praticamente una Nuova Zelanda B, ad esempio Tonga agli ultimi mondiali in rosa aveva ben 18 giocatori nati in NZ, 10 dei quali con cap con i Baby Blacks. Vedrete che tra uno o due decenni le nazionali del pacifico chiederanno di estendere la regola anche ai bis-nonni così da poter allargare il bacino di eleggibili (e che la cosa sarà appoggiata dalla FIR, WRU, IRFU e SRU).
Il Nero poi omette anche di scrivere che in passato l’Italia ha avuto molti di quelli che definisce “nazionali di ritorno” (Dominguez, Gardner) senza i quali probabilmente nel 6N non saremo entrati.
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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?
orpo, mi hanno dato ancora del razzista / nazi solo perché non riesco a farmi piacere che isolani del pacifico giochino per le nazionali europee.
quanto astio contro la talpa
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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?
Ti danno del razzista forse perché loro non lo sono e allora gli salta all'occhio questa cosa.
Se va in un forum di Forza Nuova, magari potresti anche discutere sulle sfumature di colore senza problemi
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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?
Credevo si fosse ormai capito (avendolo ripetuto qualche centinaio di volte) che quel che voglio io non è affatto questo.Squilibrio ha scritto: ↑14 apr 2021, 15:10No fammi capire bene il tuo discorso, non la pensi come JPR che vuole tutti italiani
Che poi è più o meno quello che vorrei io.
Non me ne frega nulla se uno è bianco, giallo, arancione o a pois, né che dio prega, né con chi fa sesso, né dove è nato e mi frega pochissimo di cosa c'è scritto sul suo passaporto.
Un figlio di clandestini ruandesi arrivato qui a 10 anni che vada a scuola qui e impari a giocare qui per me è italiano come la pizza e come me.
Detto questo debbo a tutti voi (meno uno) delle scuse.
Ieri sono stato molto impegnato e non ho potuto "sorvegliare" le discussioni. Ringrazio l'avventore che mi ha inviato la segnalazione di quale maleodorante tanfo si stesse alzando da questo thread. Che oggi vorrei d'istinto cancellare, ma che lascerò perchè tante discussioni interessanti non possono essere disperse per colpa di un solo inqualificabile soggetto che si qualifica benissimo da solo senza che provveda io.
Il soggetto però deve sapere che lo pedinerò in maniera assillante e cancellerò d'ufficio qualunque altra bestialità simile a quelle che ho letto sopra dovesse venirgli in mente di vomitare su queste pagine.
Purtroppo non avrebbe senso cancellare il pregresso perchè comporterebbe anche la cancellazione di tutte le risposte che giustamente gli sono state riservate. E di cui ringrazio uno per uno chi le ha scritte.
E no, sandro.
Magari sarà anche vero come adombri tu che
Ma rimane il fatto che usare la merda per scherzare produce una puzza che non sono disposto a tollerare.ruttobandito ha scritto: ↑14 apr 2021, 20:31Va là che vi prende per qulo solo per il gusto, non vede l'ora di andare al mare in Sardegna per abbronzarsi.
Non mi turo il naso.
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)
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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?
l'umanitá che qui traspira non mi fa dubitare che siete tutti impegnatissimi nel sociale, soprattutto con i meno fortunati. bravi e complimenti, avanti cosí
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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?
1. "Fase razzista. Parole in libertà"
2. "Fase genitoriale"
3. "Fase aggressiva" o "Fase rosicona"
Già fatte.
Adesso passiamo alla "Fase pietosa", con sfumature ironico-aggressive
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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?
In altri post hai fatto riferimento al fatto che a tua notizia molti di questi fantomatici "italians" molto giovani strebbero "premendo" per arruolarsi.Soidog ha scritto: ↑13 apr 2021, 23:22Altra cosa sono gli Italians, che devono essere oggetto di attento scouting. Tanti di loro hanno conservato forti legami con il nostro paese, provengono da famiglie che non hanno mai rinunciato formalmente alla cittadinanza e per l'Italia giocherebbero senza esitazione.
Così per parlare e magari scoprire che siamo meno distanti di quanto magari sembra, più o meno di che età sono per quel che ne puoi sapere?
Io non avrei nulla in contrario ad accogliere nelle nostre accademie o nelle giovanili questi ragazzi che venissero a formarsi almeno in parte qui e che poi anche per me sarebbero tranquillamente schierabili in nazionale.
La mia contrarietà è ai giocatori che arrivano qui già fatti e finiti. E che quindi non rappresentano in nulla il nostro movimento, non essendone frutto.
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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?
Per puntualizzare.
Chi, come me, è contrario all'utilizzo di equiparati o formati altrove ce l'ha con le federazioni che utilizzano questo escamotage per conseguire risultati che altrimenti non sarebbero alla loro portata (realizzando in maniera legale lo stesso effetto del doping: ottengo risultati superiori a quelli che le mie capacità mi consentirebbero) e un pò con i tifosi che sono i veri opportunisti.
Non penso nulla di male di questi ragazzi. La mia contrarietà al loro utilizzo non ha nulla a che vedere né con la loro "onestà morale" (sulla quale non posso pronunciarmi non conoscendoli, a parte Steyn per il quale metterei la mano sul fuoco), né con le loro capacità tecniche, né tantomeno col loro impegno.
Lasciamo perdere altri osceni discorsi che non ho voglia di rinfocolare.
Ioane non lo conosco, magari è una splendida persona oltre che un eccellente giocatore che ha avuto un ottimo rendimento.
Il motivo per cui per me non dovrebbe giocare in nazionale è solo ed esclusivamente il fatto che non è stato formato dal nostro movimento e quindi non è lui che non ha diritto morale di giocare per noi, ma noi siamo gli opportunisti che approfittano del lavoro fatto da altri, nello specifico il movimento che lo ha formato.
Se Monty fosse arrivato qui da ragazzino e avesse imparato qui per me sarebbe titolare fisso.
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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?
Aboud lo ha detto, senza fare nomi, in una recente intervista. Quando vengono diramate le convocazioni per le giovanili cominciano a vedersi giocatori che hanno quale club di appartenenza la Fir. Sono loro.jpr williams ha scritto: ↑15 apr 2021, 13:39In altri post hai fatto riferimento al fatto che a tua notizia molti di questi fantomatici "italians" molto giovani strebbero "premendo" per arruolarsi.Soidog ha scritto: ↑13 apr 2021, 23:22Altra cosa sono gli Italians, che devono essere oggetto di attento scouting. Tanti di loro hanno conservato forti legami con il nostro paese, provengono da famiglie che non hanno mai rinunciato formalmente alla cittadinanza e per l'Italia giocherebbero senza esitazione.
Così per parlare e magari scoprire che siamo meno distanti di quanto magari sembra, più o meno di che età sono per quel che ne puoi sapere?
Io non avrei nulla in contrario ad accogliere nelle nostre accademie o nelle giovanili questi ragazzi che venissero a formarsi almeno in parte qui e che poi anche per me sarebbero tranquillamente schierabili in nazionale.
La mia contrarietà è ai giocatori che arrivano qui già fatti e finiti. E che quindi non rappresentano in nulla il nostro movimento, non essendone frutto.
Personalmente trovo discriminatorio nei confronti di chi possiede i requisiti per essere eleggibile, condizionare il suo reclutamento sulla base del luogo dove si è formato rugbisticamente.
Ci sono zone dell'appennino di Parma e Piacenza dove d'estate si sente parlare inglese o francese. Sono i discendenti degli emigrati che tornano a trovare i parenti e passano le vacanze nel paese di origine.
I legami con l'Italia sono sempre forti. Giocatori come Polledri e Varney vengono da famiglie originarie di quelle zone, indossano la maglia azzurra perché per loro è logico e naturale.
Circa le equiparazioni non ho preclusioni quando avvengono senza forzature, dopo anni di carriera spesi giocando in una nazione è comprensibile una scelta di questo tipo. Da noi sono sempre state poche e, con la regola dei 5 anni di residenza, saranno molto rare.
Sono contrario quando sono "scientifiche". Andare a reclutare giovani e giovanissimi in giro per il mondo non ha senso sul piano sportivo.
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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?
Beh, se vengono convocati per le giovanili se ne può arguire che non sono giocatori fatti e finiti, ma ancora in formazione.
Se ne può parlare anche per me.
Innanzitutto non userei il termine "discriminatorio". Se vuoi qualunque criterio, anche quelli di eleggibilità, costituisce un discrimine fra chi è dentro e chi è fuori. Il criterio della formazione non mi sembra più discriminatorio rispetto al luogo di nascita o agli ascendenti. Anzi, volendo lo è molto meno, perchè il luogo di nascita e gli ascendenti li "subisci", mentre il luogo di formazione entro certi limiti lo scegli.
Ci sono luoghi così dappertutto. Ma sentirsi legati alle origini e rappresentare un movimento sono cose diverse. E' un fatto oggettivo che quei ragazzi non sono frutto del lavoro del nostro movimento. Non sono tanto loro quanto il nostro movimento a non avere il diritto di servirsene non avendo alcun merito nella loro formazione. Io ho questo tarlo in testa per cui uno deve avere solo ciò che merita ed essere valutato per quello, non per ciò che una botta di c*** gli ha riversato in testa.Soidog ha scritto: ↑15 apr 2021, 17:51Ci sono zone dell'appennino di Parma e Piacenza dove d'estate si sente parlare inglese o francese. Sono i discendenti degli emigrati che tornano a trovare i parenti e passano le vacanze nel paese di origine.
I legami con l'Italia sono sempre forti. Giocatori come Polledri e Varney vengono da famiglie originarie di quelle zone, indossano la maglia azzurra perché per loro è logico e naturale.
Quindi sei contro i project players? Incredibile, una cosa su cui siamo d'accordo!Soidog ha scritto: ↑15 apr 2021, 17:51Circa le equiparazioni non ho preclusioni quando avvengono senza forzature, dopo anni di carriera spesi giocando in una nazione è comprensibile una scelta di questo tipo. Da noi sono sempre state poche e, con la regola dei 5 anni di residenza, saranno molto rare.
Sono contrario quando sono "scientifiche". Andare a reclutare giovani e giovanissimi in giro per il mondo non ha senso sul piano sportivo.
Per il resto il punto è che sono contrario all'utilizzo di giocatori che arrivano qui come professionisti già formati. Ad esempio Steyn è arrivato giovanissimo e ha fatto la gavetta in eccellenza. Ioane o Faiva non sono la stessa cosa.
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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?
dimentichi la fase "mi piace la melanzana parmigiana"
oh, cmq il racconto di Squilibrio era toccante, li dove gode per il matrimonio misto...
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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?
@ Jpr
Certo il luogo di formazione non è che un metodo di porre un confine come per gli altri.
Però è dissimile dai vari principi in uso per la nazionalità.
E in fondo limiterebbe l'accesso alla formazione migliore per chi ne avrebbe possibilità: nato in italia, di genitori italiani, per necessità familiari studia in Francia > eleggibile solo per la nazionale francese.
Ci sarebbero obiezioni.
@ Zappatalpa
Ma una volta ogni tanto accettare di aver fatto outing fuori dal pitale, eh?!
Certo il luogo di formazione non è che un metodo di porre un confine come per gli altri.
Però è dissimile dai vari principi in uso per la nazionalità.
E in fondo limiterebbe l'accesso alla formazione migliore per chi ne avrebbe possibilità: nato in italia, di genitori italiani, per necessità familiari studia in Francia > eleggibile solo per la nazionale francese.
Ci sarebbero obiezioni.
@ Zappatalpa
Ma una volta ogni tanto accettare di aver fatto outing fuori dal pitale, eh?!
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Re: Equiparati si, equiparati no, la nazionale dei cachi?
In linea di principio hai ragione.Luqa-bis ha scritto: ↑16 apr 2021, 14:12Certo il luogo di formazione non è che un metodo di porre un confine come per gli altri.
Però è dissimile dai vari principi in uso per la nazionalità.
E in fondo limiterebbe l'accesso alla formazione migliore per chi ne avrebbe possibilità: nato in italia, di genitori italiani, per necessità familiari studia in Francia > eleggibile solo per la nazionale francese.
Ci sarebbero obiezioni.
Però qualunque criterio tu scelga finirei per includere taluni ed escludere altri.
Non esiste nessun criterio che "salvi tutto".
Il mio criterio, ovviamente a mio avviso, ha alcuni meriti rispetto agli altri: innanzitutto valorizza il lavoro del movimento che è ciò che per me una rappresentativa nazionale dovrebbe, appunto, rappresentare, e poi diversamente dai criteri "subiti" come la nascita o l'ascendenza è un criterio che dipende in buona misura dalle scelte attive del singolo.
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