BETTARELLO, 20 ANNI FA LA PRIMA COI BARBARIANS
Moderatore: Emy77
-
- Messaggi: 4800
- Iscritto il: 29 nov 2005, 0:00
BETTARELLO, 20 ANNI FA LA PRIMA COI BARBARIANS
Dato che la sezione Storia è ancora chiusa per problemi con il server, vi pubblico un articolo da parte di L3gs.
Grazie L3gs!
E' articolo commemorativo dei 20 anni dalla prima selezione di Bettarello nei Barbarians, apparso sul Gazzettino la settimana scorsa e scritto da Antonio Liviero
" BETTARELLO, 20 ANNI FA LA PRIMA COI BARBARIANS
Bararello? Bararello chi? Alla reception dell'albergo, una signorina gentile e incredula controllò più volte la lista degli ospiti senza trovare quel nome insolito. Stefano sillabò: Bet-ta-rel-lo. Ma lei di rimando: Ba-ra-rel-lo? I'm sorry.Una goccia di sudore affiorò sulla fronte del mediano di apertura del Treviso e dell'Italia. Pensò che forse non si trovava a Cardiff ma stava sognando. Oppure si trattava di uno scherzo di qualche compagno del Treviso. Insistette nel suo inglese stentato. Ma la signorina lo scrutava inflessibile e sospettosa: un italiano nei Barbarians? Ma chi vorrà prendere in giro, sembrava chiedersi. Ci pensò il direttore dell'hotel, chiamato d'urgenza, a mettere fine a quell'assurdo imbarazzo. Aveva origini italiane: «Stefano, ma certo. Qui c'è molta curiosità per te».
Era il venerdì santo. La sera i Baa-Baas sostennero un sommario allenamento sul campo dell'Athletic Cardiff cui seguì la cena in albergo. Tra i britannici ci fu molta cordialità mentre Bettarello rimase un po' in disparte con il terza linea della Romania Morariu. Erano i soli esterni all'International Board. «Mi pare che ci sia un po' di diffidenza nei nostri confronti, è naturale» confidò Bettarello. «Se ci hanno chiamati è per giocare ma per domani la vedo dura». Invece quando alzarono da tavola, il capitano del Galles Pickering avvicinò l'apertura del Treviso: «Allora, domani giochi».
Il 18 aprile 1987 i Barbarians affrontarono il Cardiff all'Arms Park, sul campo che ospitava abitualmente il club. Era un pomeriggio di sole, senza una bava di vento. Bettarello interpretò subito la partita secondo il dogma dei Barbarians, sollecitando a ripetizione la linea dei trequarti nella quale spiccava la star inglese Carling. Dopo una decina di minuti l'arbitro concesse una punizione da oltre metacampo. «Adesso fai vedere chi sei» disse tra sè Stefano. Piazzò il pallone: 52 metri, centrale. Un brusio di sorpresa si levò dalle tribune. Bettarello fece i suoi soliti 5 passi indietro, seguiti dai tre laterali a semicerchio. Infine aggiustò la posizione dei piedi, allontanandosi di dieci centimetri dalla palla. Rilassò le spalle e rallentò il respiro. Guardò i pali. Poi solo la palla. Unì il pollice e l'indice della mano sinistra e, come sempre quando compiva quel gesto, pensò a Roby Robazza, tallonatore azzurro e suo maestro di training autogeno. Trascorsero tre secondi di vuoto mentale. Chiuse gli occhi per un attimo. Infine la breve rincorsa. Colpì di collo pieno. La palla si alzò dritta. «Va, va, va...» mormorò il mediano d'apertura. Un boato accompagnò il tiro che entrava tra i pali. La partita dell'apertura azzurra proseguì sullo stesso livello: un monumentale calcio di spostamento dai propri 22 metri ai 22 avversari; tre mete trasformate delle quali due dalla linea di touche. E un'altra punizione da 48 metri. Alla fine 100% al piede, e scelte di gioco perfette. I Barbarians in vantaggio 18-3 alla fine del primo tempo furono rimontati e sconfitti (33-24) dalla forza del collettivo del Cardiff. Il giorno dopo le pagine dei quotidiani erano tutte per Bettarello “padrone della scena”, paragonato per creatività a Barry John. “Ah, se la mamma gli avesso messo nome Gareth...” sospirò il cronista del Sunday Mail.
Il giorno di Pasqua i Baa Baas si riunirono a pranzo in un ristorante sulla scogliera tra Cardiff e Swansea. All'improvviso Pickering picchiettò con il coltello sul bicchiere. Si fece silenzio ed entrò tra gli applausi un cameriere con una torta e una candelina. Sulla torta c'era scritto “happy birthday”. Stefano compiva 29 anni ma non l'aveva detto a nessuno. Il ghiaccio era sciolto. Contro ogni previsione fu schierato dal primo minuto anche l'indomani a Swansea, dove i Barbarians vinsero 30-17 con 6 mete. Bettarello rinunciò sistematicamente a piazzare è realizzò 3 trasformazioni. L'anno dopo fu invitato di nuovo. Giocò entrambe le partite e segnò all'ultimo minuto il drop della vittoria (22-21) a Swansea che diede al capitano dell'Inghilterra Orwin il suo primo successo in Galles."
Grazie L3gs!
E' articolo commemorativo dei 20 anni dalla prima selezione di Bettarello nei Barbarians, apparso sul Gazzettino la settimana scorsa e scritto da Antonio Liviero
" BETTARELLO, 20 ANNI FA LA PRIMA COI BARBARIANS
Bararello? Bararello chi? Alla reception dell'albergo, una signorina gentile e incredula controllò più volte la lista degli ospiti senza trovare quel nome insolito. Stefano sillabò: Bet-ta-rel-lo. Ma lei di rimando: Ba-ra-rel-lo? I'm sorry.Una goccia di sudore affiorò sulla fronte del mediano di apertura del Treviso e dell'Italia. Pensò che forse non si trovava a Cardiff ma stava sognando. Oppure si trattava di uno scherzo di qualche compagno del Treviso. Insistette nel suo inglese stentato. Ma la signorina lo scrutava inflessibile e sospettosa: un italiano nei Barbarians? Ma chi vorrà prendere in giro, sembrava chiedersi. Ci pensò il direttore dell'hotel, chiamato d'urgenza, a mettere fine a quell'assurdo imbarazzo. Aveva origini italiane: «Stefano, ma certo. Qui c'è molta curiosità per te».
Era il venerdì santo. La sera i Baa-Baas sostennero un sommario allenamento sul campo dell'Athletic Cardiff cui seguì la cena in albergo. Tra i britannici ci fu molta cordialità mentre Bettarello rimase un po' in disparte con il terza linea della Romania Morariu. Erano i soli esterni all'International Board. «Mi pare che ci sia un po' di diffidenza nei nostri confronti, è naturale» confidò Bettarello. «Se ci hanno chiamati è per giocare ma per domani la vedo dura». Invece quando alzarono da tavola, il capitano del Galles Pickering avvicinò l'apertura del Treviso: «Allora, domani giochi».
Il 18 aprile 1987 i Barbarians affrontarono il Cardiff all'Arms Park, sul campo che ospitava abitualmente il club. Era un pomeriggio di sole, senza una bava di vento. Bettarello interpretò subito la partita secondo il dogma dei Barbarians, sollecitando a ripetizione la linea dei trequarti nella quale spiccava la star inglese Carling. Dopo una decina di minuti l'arbitro concesse una punizione da oltre metacampo. «Adesso fai vedere chi sei» disse tra sè Stefano. Piazzò il pallone: 52 metri, centrale. Un brusio di sorpresa si levò dalle tribune. Bettarello fece i suoi soliti 5 passi indietro, seguiti dai tre laterali a semicerchio. Infine aggiustò la posizione dei piedi, allontanandosi di dieci centimetri dalla palla. Rilassò le spalle e rallentò il respiro. Guardò i pali. Poi solo la palla. Unì il pollice e l'indice della mano sinistra e, come sempre quando compiva quel gesto, pensò a Roby Robazza, tallonatore azzurro e suo maestro di training autogeno. Trascorsero tre secondi di vuoto mentale. Chiuse gli occhi per un attimo. Infine la breve rincorsa. Colpì di collo pieno. La palla si alzò dritta. «Va, va, va...» mormorò il mediano d'apertura. Un boato accompagnò il tiro che entrava tra i pali. La partita dell'apertura azzurra proseguì sullo stesso livello: un monumentale calcio di spostamento dai propri 22 metri ai 22 avversari; tre mete trasformate delle quali due dalla linea di touche. E un'altra punizione da 48 metri. Alla fine 100% al piede, e scelte di gioco perfette. I Barbarians in vantaggio 18-3 alla fine del primo tempo furono rimontati e sconfitti (33-24) dalla forza del collettivo del Cardiff. Il giorno dopo le pagine dei quotidiani erano tutte per Bettarello “padrone della scena”, paragonato per creatività a Barry John. “Ah, se la mamma gli avesso messo nome Gareth...” sospirò il cronista del Sunday Mail.
Il giorno di Pasqua i Baa Baas si riunirono a pranzo in un ristorante sulla scogliera tra Cardiff e Swansea. All'improvviso Pickering picchiettò con il coltello sul bicchiere. Si fece silenzio ed entrò tra gli applausi un cameriere con una torta e una candelina. Sulla torta c'era scritto “happy birthday”. Stefano compiva 29 anni ma non l'aveva detto a nessuno. Il ghiaccio era sciolto. Contro ogni previsione fu schierato dal primo minuto anche l'indomani a Swansea, dove i Barbarians vinsero 30-17 con 6 mete. Bettarello rinunciò sistematicamente a piazzare è realizzò 3 trasformazioni. L'anno dopo fu invitato di nuovo. Giocò entrambe le partite e segnò all'ultimo minuto il drop della vittoria (22-21) a Swansea che diede al capitano dell'Inghilterra Orwin il suo primo successo in Galles."
-
- Messaggi: 669
- Iscritto il: 28 lug 2006, 9:07
- parramatta
- Messaggi: 748
- Iscritto il: 26 gen 2006, 0:00
-
- Messaggi: 1849
- Iscritto il: 13 giu 2006, 2:37
- Località: Napoli, Regno delle Due Sicilie
- Contatta:
...
Grandissimo, complimenti di cuore!
-
- Messaggi: 1275
- Iscritto il: 25 lug 2004, 0:00
- Località: rr
- Contatta:
brava per l'articolo
betta e' stato un grandissimo
con ghini attuale allenatore del parma e' stata una delle mediane piu' forti mai viste in italia di ITALIANI
aveva una classe immensa
uno stile nel calciare impeccabile
un giocatore che si e' fatto amare dentro e fuori l'italia
memorabile la sua partita insieme all'italia nella partita contro la francia A sotto la neve finita 6 a 6
la prima non sconfitta contro i transalpini
betta sei un grandissimo !!!!!!!!!!!!!!
betta e' stato un grandissimo
con ghini attuale allenatore del parma e' stata una delle mediane piu' forti mai viste in italia di ITALIANI
aveva una classe immensa
uno stile nel calciare impeccabile
un giocatore che si e' fatto amare dentro e fuori l'italia
memorabile la sua partita insieme all'italia nella partita contro la francia A sotto la neve finita 6 a 6
la prima non sconfitta contro i transalpini
betta sei un grandissimo !!!!!!!!!!!!!!
-
- Messaggi: 735
- Iscritto il: 25 feb 2007, 21:36
- Località: London
e poi va detto che i baa baas di 20 anni fa erano tutto un'altra cosa rispetto alla selezione attuale...prima era un onore giocare per i BB's (una specia di world top 15) ora sembra quasi piu' un obbligo e fanno fatica a mettere insieme una squadra discreta. Un paio di anni fa andai a twickenham a vedere una loro partita contro gli AB's fu un massacro (47-19) risultato trallaltro poco veritiero...non mi vorrei sbagliare ma segno' una meta anche il Barone. Una volta i baa baas gli ABs li battevano...altri tempi...
Nostradamus '09 XV / XV
-
- Messaggi: 594
- Iscritto il: 2 dic 2005, 0:00
- Località: USCIO (GE)
Stefano Bettarello è stato una delle più forti aperture del nostro rugby, ma, come quasi sempre succede in Italia, ne sono stati per anni più evidenziati i difetti che sottolineate le qualità, ricercati i limiti piuttosto che individuati i valori. Figlio di Romano, bravo giocatore del Rovigo vincitore dei suoi primi scudetti negli anni cinquanta ed azzurro (due caps nel 1953) e nipote di Ottorino, campione d'Italia con le Fiamme Oro Padova e tre volte azzurro, Stefano ha avuto una carriera lunga, tormentata, complicata, ma sotto il profilo tecnico c'era poco da dire (e da ridire). Non era certo un feroce placcatore (ed il fisico molto "normale" non lo aiutava in difesa), ma aveva mani eccellenti, gambe discrete ed un'intelligenza tattica superiore, affinata con l'esperienza e grazie soprattutto a quell'amore per il gioco che lo portava a studiare il rugby in tutti i suoi sviluppi. Come calciatore, beh, come calciatore non c'è molto da aggiungere a quello che è stato scritto sul tema: era di assoluta caratura internazionale, sia nei calci di spostamento che nei piazzati. Esordì in nazionale il 14 aprile 1979 contro la Polonia a L'Aquila, per volontà di Villepreux, che ne aveva compreso il talento e lo inserì al posto, ironia della sorte, di un altra forte apertura rodigina, Zuin. In azzurro giocò 55 partite, l'ultima delle quali il 3 dicembre 1988 a Roma contro un'Australia stellare (mostruosa nei tre quarti: Leeds, Walker, Lynagh, Campese, vi dicono niente questi nomi?) che ci rifilò un tremendo 55-6 (i sei punti italiani vennero da due punizioni di Bettarello, appunto), segnando 483 punti (è ancora il secondo marcatore azzurro, dietro a Dominguez), arrivati grazie a 7 mete, 103 punizioni, 46 trasformazioni e 18 drop. Non prese parte alla Coppa del Mondo del 1987 per non lasciare il proprio laboratorio (anche se a determinare la non convocazione sembra sia stata una richiesta di un rimborso di trenta milioni, alto per l'epoca e per quel rugby non professionale, rifiutata da Bollesan e dalla Federazione, che non vollero spaccare la squadra e creare un pericoloso precedente). A livello di club il suo percorso è stato ancora più tribolato e frammentato, con il famoso caso dell'estate 1982 (e Bettarello ripudiato dalla sua Rovigo e costretto a giocare in serie B nel Mogliano) ed altri episodi che fecero pensare ad un carattere tormentato che lo portò a fare a scelte non sempre gradite a dirigenti e compagni. Furono forse questi sali e scendi emozionali e certe richieste non ortodosse ad alimentare polemiche che si sovrapponevano alle considerazioni sul giocatore, portando ad esclusioni e a giudizi limitativi che a mio modestissimo modo di vedere non avevano significato tecnico (altra faccenda è il campo etico). Vestì anche la maglia del Casale sul Sile, del Treviso, del Villadose e del Livorno.
-
- Messaggi: 594
- Iscritto il: 2 dic 2005, 0:00
- Località: USCIO (GE)
Un saluto ed un ringraziamento a MAX_AM ed un saluto all'amico L3gs. Naturalmente volevo scrivere "un'altra forte apertura", con l'apostrofo... Una piccola osservazione: è vero quanto ha scritto Parega, Bettarello e Ghini formavano un'eccellente mediana, ma la combinazione magica era quella tra Lorigiola e Bettarello. Io li ricordo in una memorabile sera romana del maggio 1986, quando all'Olimpico misero in croce la mediana dell'Inghilterra XV, che era formata da Hill e Smith, due nomi importanti, in un match finito 15-15, con meta di Mascioletti e 11 punti al piede di Bettarello (ed un suo drop finito fuori di un niente all'ultimo secondo). Oppure fantastici protagonisti, insieme a tutti i compagni, in quel Italia- Nuova Zelanda del 28 novembre 1979, quando anche Donaldson e Dunn dovettero ammirarne e riconoscerne la classe. Anche su Lorigiola ci sarebbe da scrivere per delle ore. Giustamente si è celebrata l'esperienza di Bettarello con i Barbarians, ma bisogna ricordare che nel maggio del 1982 il futuro presidente del Petrarca giocò da titolare due partite col Resto del Mondo contro Queensland e New South Wales nell'ambito delle celebrazioni per i centenario della fondazione della Federazione del Queensland, con compagni quali Aguirre, Laporte, Mourie, Wilson, tanto per rammentarne qualcuno... E Bettarello e Lorigiola fecero un figurone proprio contro i Baa Baas, che in quell'occasione misero in campo nomi altisonanti, il 26 maggio del 1985 al Flaminio, quando Italia XV (ma era a tutti gli effetti la nazionale vera e propria) giocò una partita meravigliosa, perdendo 15-23, ma rinconciliando il paese intero con lo sport, a pochi giorni dalla tragedia dell'Heysel. Quella sera era, per la cronaca, in campo anche un illustre forumista di Rugby.it, nickname verosqualo, anch'egli baciato dalla grazia divina e splendido protagonista. Che notte quella notte...
-
- Messaggi: 386
- Iscritto il: 9 ott 2003, 0:00
Finalmente qualcuno, grazie a tutti, ripercorre la soria del rugby attraverso i protagonisti. Non quelli di due stagioni fa, ma coloro che hanno fatto la storia del rugby Italiano.
Come dice in rodigino Omoderebi la storia viene da lontano.
Ricordate di Bettarello una meta di pura furbizia a Genova, forse?
Come dice in rodigino Omoderebi la storia viene da lontano.
Ricordate di Bettarello una meta di pura furbizia a Genova, forse?