Il rugby mi ha tolto dalla strada

La Storia del Rugby, le sue Tradizioni, le Leggende, attraverso documenti, detti, racconti, aforismi.

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sanzen
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Re: Il rugby mi ha tolto dalla strada

Messaggio da sanzen » 30 ago 2009, 21:57

Bene sono contento che si parli di quelle partite che furono per me "l'iniziazione" al rugby.
Contento che sia tornato MarcoGrun e la sua schiera di "seguaci" di cui mi pregio di far parte.
E' vero che quella partita rischiammo di vincerla e se non vado errato, sono passati quasi trent'anni, nel finale andammo vicino a segnare una meta.
Ero al Battaglini nella vecchia tribuna ed ero partito da Verona percorrendo la vecchia statale al mattino, pensando alla marea di gente che si sarebbe trovata in Via Alfieri, pronta per l'evento e in attesa di sostenere la nostra Nazionale.
Mi chiedo tristemente quanti dei 56.000 futuri spettatori al match di Novembre andranno "a vedere gli AllBlacks" senza considerare molto i loro avversari che ci rappresentano tutti.
Bando alle tristezze continua Marco che la storia del nostro rugby non può e non deve essere dimenticata.
Un caro saluto dal vescovo moro

yary
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Re: Il rugby mi ha tolto dalla strada

Messaggio da yary » 31 ago 2009, 9:02

Non sò se sono pazzo o cosa.
Giovedi, caro GRUN, ho avuto un colloquio con Alberto che voleva sapere delle sensazioni provate da Franco, al ritorno dalle vacanze, e parlando parlando l'idea di poter radunare gli attori di quella formazione è uscita in maniera naturale.
Il buon Alberto si è offerto di lanciare l'idea proponendola a uno di quei meravigliosi giocatori, da parte mia mi sono già attivato per trovare la locatrion per un eventuale incontro con una rappresentativa old.
La data dovrebbe essere la stessa di quell'avvenimento, ovviamente 30 anni dopo, i tempi sono strtti e credo che rimanga solo un'idea. Ma vediamo, chissà
Amo il rugby non perché è violento, ma perché è intelligente. Françoise Sagan

GRUN
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Re: Il rugby mi ha tolto dalla strada

Messaggio da GRUN » 31 ago 2009, 9:50

Un affettuoso saluto all'amico Sanzen (che l'amarone sia con lui...). Sì, caro vescovo moro, nel pomeriggio continuerò.
A Ersì, te possino... Sarebbe fantastico, poi metterremmo te a cuocere la porchetta, L3gs ed Enrica Quaglio a girare la polenta, Marco Pastonesi a bere er vino de li castelli ed il moderatore Billingham a suonare la mazurka con la sua band... Non vedo l'ora.

yary
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Re: Il rugby mi ha tolto dalla strada

Messaggio da yary » 31 ago 2009, 11:48

MARCOGRUN ha scritto:Un affettuoso saluto all'amico Sanzen (che l'amarone sia con lui...). Sì, caro vescovo moro, nel pomeriggio continuerò.
A Ersì, te possino... Sarebbe fantastico, poi metterremmo te a cuocere la porchetta, L3gs ed Enrica Quaglio a girare la polenta, Marco Pastonesi a bere er vino de li castelli ed il moderatore Billingham a suonare la mazurka con la sua band... Non vedo l'ora.
Si, Marco, ma mi devi dare una mano, tu sei a contatto con qualcuno di quei giocatori
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Radagast
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Re: Il rugby mi ha tolto dalla strada

Messaggio da Radagast » 31 ago 2009, 11:55

yary ha scritto:
MARCOGRUN ha scritto:Un affettuoso saluto all'amico Sanzen (che l'amarone sia con lui...). Sì, caro vescovo moro, nel pomeriggio continuerò.
A Ersì, te possino... Sarebbe fantastico, poi metterremmo te a cuocere la porchetta, L3gs ed Enrica Quaglio a girare la polenta, Marco Pastonesi a bere er vino de li castelli ed il moderatore Billingham a suonare la mazurka con la sua band... Non vedo l'ora.
Si, Marco, ma mi devi dare una mano, tu sei a contatto con qualcuno di quei giocatori
Vediamo "seriamente" cosa riusciamo a fare?
(diciamo che ci diamo una settimana...muoviamo i contatti e yary abbozza un struttura di programma???)

R
(in nomine cutis boarium)

P.S. @Grun: Sampierdarena senza alcun dubbio
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…. perché chi combatterà ivi sarà per noi per sempre fratello e, per quanto sia di umile campionato,
questo giorno lo eleverà al disopra di qualsiasi professionista..

GRUN
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Re: Il rugby mi ha tolto dalla strada

Messaggio da GRUN » 2 set 2009, 9:34

In attesa che Yary, L3gs ed il sampierdarenese Radagast mi dicano come vogliono sviluppare le reunion, vado avanti con la partita.
I secondi venti minuti del primo tempo furono tra i più gloriosi ed entusiasmanti della storia del rugby italiano. Per anni è valsa la convinzione che il secondo tempo sia stato un festival azzurro, una sarabanda tricolore, un tambureggiare italico sullo stanco corpo neozelandese. In realtà, rivedendo il match, non fu esattamente così e ne parleremo.
La pertita, come detto, cominciò a modificare l'inerzia iniziale, del tutto favorevole ai neozelandesi, dopo la seconda meta degli all-blacks. I calci tattici con conseguente occupazione del territorio avversario, una difesa sempre più efficace, una progressiva fiducia nei propri mezzi tecnici che portò la squadra ad assumere iniziative in attacco, a muovere la palla, a garantire sostegni sistematici, tutto, tutto questo, fu possibile nel momento in cui Mascioletti e compagni modificarono la percezione che avevano avuto inizialmente dei tuttineri.
Come tutte le grandi nazionali storiche, più di tutte le grandi nazionali storiche, gli all-blacks erano e sono al contempo simbolo e materia. Nel loro caso l'apparato simbolico (con tutti i rituali ad esso correlati) è talmente imponente da condizionare la percezione della materia. Molte, troppe squadre sono uscite sconfitte o umiliate anche perché inibite dalla storia che i neozelandesi rappresentavano, intimorite dall'aura che li ha sempre circondati, sottomesse psicologicamente a una grandezza talmente assorbita da un immaginario rugbistico condiviso da diventare archetipo condizionante.
Anche gli azzurri quel giorno di novembre non poterono non farsi condizionare emotivamente e culturalmente dall'apparato simbolico, dal muro di storia, tradizione e leggenda contro il quale dovevano andare a sbattere. Ma risentirono di quella pressione solo nella fase iniziale, poi la squadra riuscì a reagire. I neozelandesi smisero di essere simbolo e divennero pura, grezza materia. Non furono più percepiti come archetipi irraggiungibili, tornarono uomini: si potevano placcare, si potevano attaccare.

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Re: Il rugby mi ha tolto dalla strada

Messaggio da jaco » 2 set 2009, 18:12

Come sempre straordinario GRUN!
Ho un ricordo nebuloso e in bianconero di quella storica partita, davanti alla TV (rigorosamente senza telecomando) mentre facevo i compiti per il giovedì da bravo scolaretto... fa piacere, ora, "rivederla" meglio attraverso il tuo racconto...

Ah, aspetto che anche che riprenda la storia del campionato italiano... :wink:

Come sempre: grazie!

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Re: Il rugby mi ha tolto dalla strada

Messaggio da GiorgioXT » 3 set 2009, 0:26

jaco ha scritto:Come sempre straordinario GRUN!
Ho un ricordo nebuloso e in bianconero di quella storica partita, davanti alla TV (rigorosamente senza telecomando) mentre facevo i compiti per il giovedì da bravo scolaretto... fa piacere, ora, "rivederla" meglio attraverso il tuo racconto...

Ah, aspetto che anche che riprenda la storia del campionato italiano... :wink:

Come sempre: grazie!
Non posso che associarmi, anche perchè c'è una necessità assoluta di salvaguardare e preservare la memoria.
è da queste partite che nasce la r*** dell'italia nel rugby moderno ... sono fermamente convinto che quella nazionale se avesse avuto la possibilità
di giocare con le squadre del cinque nazioni, alemno due vittorie le avrebbe portate a casa , e sarebbe cambiata la storia del nostro sport.

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Re: Il rugby mi ha tolto dalla strada

Messaggio da GRUN » 3 set 2009, 10:49

Ringrazio GiorgioXT. Abbraccio con grande affetto Jaco e gli prometto che prima o poi salirò nella terra della polenta e del baccalà a salutarlo. Eeehhh, la storia del campionato... Amico mio, lo sai che sono tanto pigro e che mi deprimo facilmente (e di questi tempi il rugby italiano, e non solo, vedi il caso Dean Richards, ce la mette tutta per mandarmi per funghi...). Però, dai, forse un giorno un capitoletto sulle Fiamme Oro potrebbe venire fuori.

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Re: Il rugby mi ha tolto dalla strada

Messaggio da GRUN » 3 set 2009, 11:14

Villepreux, nei giorni precedenti il match, aveva posto l'attenzione della squadra sulla necessità di contrattaccare usando i palloni recuperati e quelli presi al volo dopo i loro calci. Era consapevole che in rimessa laterale avremmo pagato pesantemente dazio e temeva che a Lorigiola arrivassero pochi palloni puliti da situazioni di mischia ordinata. In realtà in mischia ordinata, dopo grosse difficoltà iniziali, Bona, Robazza e Cucchiella in prima linea si adattarono benissimo all'impatto neozelandese e misero in grossa difficoltà Ketels, Dalton e Thompson, riequilibrando una fase che alla vigilia si pensava nettamente sbilanciata a favore dei tuttineri. Anche per questa ragione fu più facile per Lorigiola, che era passatore sublime, iniziare a distribuire palloni più "fluidi", meno "affannati", autentica manna per Bettarello e Nello Francescato, che era a tutti gli effetti una seconda apertura. Anche i contrattacchi persero il carattere di temerarietà quasi irrazionale ed estemporanea che avevano avuto ad esempio le prime due ripartenze di Gaetaniello, per diventare incisive propulsioni corroborate da sostegni adeguati.
Se un torto gli azzurri (in realtà l'Italia giocò indossando una divisa tutta bianca) ebbero, e purtroppo fu torto di decisiva sostanza, fu quello di non concretizzare. A fronte di un volume di gioco per venti minuti davvero impressionante, considerati il valore degli avversari e le caratteristiche del rugby in quel periodo storico, l'Italia non mise punti nel tabellino.
Le azioni alla mano si susseguirono, coinvolgendo in pratica tutta la squadra. La prima importante fu anche quella che ci portò più vicini alla segnatura: dopo una palla rubata vicino ai loro ventidue, un passamano semplice, rapido arioso ed efficace spostò l'ovale da sinistra a destra, mettendo Marchetto in condizione di giocare un grabber per se stesso. Solo il tuffo (con conseguente annullamento) del bravo Newson impedì all'ala del Treviso di schiacciare in meta.

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Re: Il rugby mi ha tolto dalla strada

Messaggio da acarraro306 » 23 set 2009, 12:05

Se nel prossimo sei nazioni avessimo una linea mediana della qualità di Lorigiola-Bettarello-Francescato ... avremmo risolto il maggiore dei nostri problemi!

Grun ... ti supplichiamo, continua! :lol:

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Re: Il rugby mi ha tolto dalla strada

Messaggio da GRUN » 23 set 2009, 16:14

E vabbuò, accarraro 386, se proprio vuoi farti del male continuerò...

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Re: Il rugby mi ha tolto dalla strada

Messaggio da GRUN » 23 set 2009, 16:37

Ok, acarraro 306, sorry...

Negli ultimo quarto del primo tempo le azioni alla mano si succedettero incessanti. L'Italia occupò la metà campo neozelandese e sgranò un rosario di soluzioni offensive, la più memorabile delle quali rimane una sequenza di sette fasi (in un'epoca in cui parlare di multifasi poteva provocare crampi al cervello anche a menti rugbisticamente raffinate...) che scatenò l'entusiasmo del pubblico. Purtroppo tutte queste soluzioni vennero vanificate da errori in fase di "rifinitura" e dall'umiltà degli All Blacks, che difesero con determinazione, adattandosi alla situazione. Nell'unica occasione, in quei venti minuti, in cui i neozelandesi si accovacciarono nella nostra metà campo presero punti: un (chiaro) fuorigioco di Cucchiella garantì, al 40', a Hewson di mettere una punizione in mezzo ai pali. Ci fu ancora tempo di recriminare per una splendida azione iniziata da De Anna (un grande giocatore al quale bisognerebbe dedicare un meritato profilo...) che partendo da mischia ordinata ruppe un paio di placcaggi e determinò un break. Mariani andò in sostegno e a sua volta scaricò a Cucchiella, un pilone che amava andare a giocare in campo aperto, come altre prime linee aquilane dell'epoca (Fulvione Di Carlo, Giorgio Morelli, il sottovalutato Catena). In quella circostanza però Cucchiella, invece di allargare per Nello Francescato e Mascioletti, pronti a sinistra a giocare un due contro uno, entrato nei ventidue avversari si girò per costituire, col sostegno degli avanti, una maul, scatenando le più biliose ire di molti spettatori. Dalla tribuna coperta partirono moccoli terrificanti, che svegliarono pure il curato di Polesella, sprofondato nel riposo post -prandiale...

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Re: Il rugby mi ha tolto dalla strada

Messaggio da L3gs » 23 set 2009, 20:53

MARCOGRUN ha scritto:Ok, acarraro 306, sorry...

Negli ultimo quarto del primo tempo le azioni alla mano si succedettero incessanti. L'Italia occupò la metà campo neozelandese e sgranò un rosario di soluzioni offensive, la più memorabile delle quali rimane una sequenza di sette fasi (in un'epoca in cui parlare di multifasi poteva provocare crampi al cervello anche a menti rugbisticamente raffinate...) che scatenò l'entusiasmo del pubblico. Purtroppo tutte queste soluzioni vennero vanificate da errori in fase di "rifinitura" e dall'umiltà degli All Blacks, che difesero con determinazione, adattandosi alla situazione. Nell'unica occasione, in quei venti minuti, in cui i neozelandesi si accovacciarono nella nostra metà campo presero punti: un (chiaro) fuorigioco di Cucchiella garantì, al 40', a Hewson di mettere una punizione in mezzo ai pali. Ci fu ancora tempo di recriminare per una splendida azione iniziata da De Anna (un grande giocatore al quale bisognerebbe dedicare un meritato profilo...) che partendo da mischia ordinata ruppe un paio di placcaggi e determinò un break. Mariani andò in sostegno e a sua volta scaricò a Cucchiella, un pilone che amava andare a giocare in campo aperto, come altre prime linee aquilane dell'epoca (Fulvione Di Carlo, Giorgio Morelli, il sottovalutato Catena). In quella circostanza però Cucchiella, invece di allargare per Nello Francescato e Mascioletti, pronti a sinistra a giocare un due contro uno, entrato nei ventidue avversari si girò per costituire, col sostegno degli avanti, una maul, scatenando le più biliose ire di molti spettatori. Dalla tribuna coperta partirono moccoli terrificanti, che svegliarono pure il curato di Polesella, sprofondato nel riposo post -prandiale...
Un saluto, un abbraccio ed una nota di merito a Grun, per la citazione situazionista sul curato di Polesella.

Mi sento chiamato in causa per il profilo su Elio De Anna... vedrò se nei prossimi giorni riuscirò ad accontentarti.
NO ALLO SPOSTAMENTO DEL MONUMENTO DEDICATO A MACI BATTAGLINI!:

http://www.petitiononline.com/maci/petition.html

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Re: Il rugby mi ha tolto dalla strada

Messaggio da L3gs » 23 set 2009, 21:12

Sul comportamento degli spettatori in quel giorno - mi riferisco ai moccoli per il mancato sfruttamento del 2vs1 con successiva ed inconscia, da parte di un uomo di prima linea, formazione della maul - ci sarebbe da aprire una parentesi piuttosto lunga.
Non mi dilungherò, portando solamente all'attenzione che nell'anno del signore 1979, Rovigo era all'apice dei riflettori su di essa puntati dal rugby italiano. Non a caso il "Battaglini" era la casa della nazionale, la Scala del rugby italiano; e non a caso il pubblico aveva un palato piuttosto fino, con i colori rossoblu accompagnati da Sanson, il primo sponsor consistente che una squadra di rugby potesse vantare nel bel paese (assieme ad Algida).

Per spiegare il clima da rugby di alto profilo che si respirava sulle tribune, è da ricordare come da un punto di vista tecnico fossero stati a Rovigo in pochi anni (1974-77 e 1977-79) due tecnici tra i migliori al mondo:

- Julien Saby, il grande vecchio di Grenoble, osteggiato in patria per i suoi trascorsi durante la guerra, aveva trovato in Italia un dolce esilio, divenendo un padre del rugby italiano e stabilendo una vera scuola tecnica nel capoluogo, grazie alla quale in Polesine si sono formati tecnici, dirigenti e giocatori per i 15 anni a venire.
- Nell'estate del 1978 gli era subentrato il più grande tecnico al mondo del momento, Carwyn James.

Sul poeta di Cefneithin due o tre cose voglio dirle. Nonostante l'affetto che i suoi giocatori gli tributano ancora oggi, non è poi vero che nel Rovigo di James si vedeva poco la mano del gallese e che quella era una squadra che giocava a memoria sui dettami di Saby.

Chi ha visto giocare il Rovigo di James sa benissimo che quella squadra faceva qualcosa che Saby non sarebbe mai stato in grado di insegnarle: giocava un rugby totale, con le terze linee mescolate ai trequarti ed un pack dinamicissimo, che poneva le basi per un gioco aperto sempre in avanzamento; un pack che nelle mischie spontanee vedeva in Giuseppe Favaretto il pivot per la magnetica 'gira' rossoblu.

Non va infatti dimenticato che James è da considerare uno dei padri del gioco moderno, assieme al neozelandese Fred Allen, a Pierre Villepreux (che ne estremizzerà i concetti) ed all'australiano Bob Dwyer.

Dopo un primo anno in cui Rovigo pagò alla lunga la preparazione fisica, impostata ancora sul modello-Saby e che portava i rossoblu a cali vistosi nella parte di campionato (lo scudetto perso a Udine ha questa precisa motivazione), nel secondo anno James dimostrò che - utilizzando semplicemente i giocatori che aveva a disposizione ed affidandosi al giovanissimo Bettarello in regia, in luogo del defezionario gallese Bernard Thomas - poteva far giocare il Rovigo con lo stesso piano gioco dei suoi Lions, per la prima volta nella storia vittoriosi in Nuova Zelanda nel 1971. Con ovvie proporzioni di velocità, fisicità e ritmo, s'intende.
NO ALLO SPOSTAMENTO DEL MONUMENTO DEDICATO A MACI BATTAGLINI!:

http://www.petitiononline.com/maci/petition.html

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