Prima parola: PLACCARE
placcare
/plac·cà·re/
verbo transitivo
1. Rivestire con uno strato di materiale per lo più prezioso. Esempio: placcare un braccialetto d'oro (o in oro).
2. Nel rugby, fermare un avversario con un placcaggio.
…dice il dizionario.
Ma perché il gesto di fermare un rugbista avversario cingendolo con le braccia e portandolo a terra si chiama “placcare”?
Il termine italiano è probabilmente una diretta trasposizione del francese plaquer, quindi occorrerà valicare le Alpi per cercare le origini etimologiche di questo termine.
In francese plaquer (https://fr.wiktionary.org/wiki/plaquer) ha il significato fondamentale di “applicare una cosa su un’altra”, definizione che sembra adattarsi abbastanza all’azione del placcaggio nel rugby, nel quale qualcuno (il placcatore) si cinge a un altro (il portatore di palla).
All’origine del termine francese dovrebbe stare il verbo olandese placken, che significa “incollare, attaccare”, ma l’origine ancor più lontana dovrebbe risiedere nel greco plax, che significava “tavola, lastra” o comunque “cosa piana”.
Tornando al francese, plaquer ha anche il significato più specifico di “rivestire con una placca una superficie”, come in italiano, e anche questa accezione può sembrare calzante al gesto rugbistico poiché il placcatore in un certo modo “riveste” il giocatore placcato.
Plaquer ha però anche un altro significato quasi opposto, utilizzato nel linguaggio colloquiale: “abandonner, quitter, laisser tomber”, cioè abbandonare, lasciare, lasciar cadere. Ci sono esempi di questo uso già almeno a inizio ‘900, quando forse la terminologia rugbistica era ancora in formazione.
Si tratta insomma di due sfumature di significato quasi antitetiche, per il medesimo verbo: da una parte “incollare, unire” e dall’altra “abbandonare, lasciar cadere”. Entrambe si adattano parzialmente al gesto del rugby e questo ci impedisce di capire in modo certo perché venne adottato proprio questo verbo così particolare per definire il tackle rugbistico.
Fu scelto perché il placcatore riveste come una placca il placcato (significato ufficiale di plaquer) o perché il placcatore butta a terra il placcato (significato colloquiale di plaquer)?
Tre altre note del dizionario francese arrivano forse in nostro soccorso: la prima afferma che anche nella lotta libera si utilizza il termine plaquer con il significato di “fare cadere l’avversario e mantenerlo al suolo”. Questo sembra armonizzare i due precedenti significati di plaquer: cioè “far cadere” ma anche “ricoprire” con il proprio corpo quello avversario.
La seconda nota ci informa che plaquer può avere anche il significato di aplatir (appiattire) e che proprio nel gergo rugbistico aplatir è sinonimo di “segnare una meta”, perché quando segna una meta in tuffo il giocatore si appiattisce sull’erba.
La terza nota spiega che in forma riflessiva plaquer significa “appiattirsi a qualcosa o serrarrsi strettamente”: se plaquer au sol, se plaquer contre quelqu’un.
Siamo qui forse vicini al nocciuolo del significato di placcare, anche se l’esatta etimologia continua a sfuggirci: ricoprire qualcuno, ma anche lasciarlo cadere, ma anche appiattirsi e serrarsi. Tutto questo fa parte della galassia semiologica di “plaquer”, dal quale noi italiani prendemmo il nostro “placcare”. Se il significato rugbistico sia un insieme di tutte quelle varianti di significato o derivi da una sola di esse non siamo riusciti a intuirlo.

illustrazione di Ottorino Mancioli, forse del 1933 o 1935