CHE LIBRI LEGGETE?

[RigolettoMSC]

Non so se si leggerà, ma questo dice Pastonesi del libro di Calandri:
.......

Si legge...

[Garry]

Consiglio:

[Garry]

Non è un libro, ma è l'interessante recensione da parte del linguista Fabio Marri, docente dell'Università di Bologna e anche podista-maratoneta, del numero di debutto della rivista di studi «Scritture e linguaggi dello sport».

Eccola: http://podisti.net/index.php/commenti/i ... -ifWxXtqs4

Se non avete tempo di leggerla tutta vi segnalo solo la parte dedicata al pezzo “Baricco e il rugby. Spettacolo, straniamento e ‘cuore’ delle cose" (autore Paolo Briganti, già prof. di Letteratura italiana moderna e contemporanea all'Università di Parma - ne so qualcosa - ed ex rugbista).
Una lieve e delicata stroncatio del tanto osannato Baricco.
La riporto qui:

"...Ma intanto, non posso congedarmi dal fascicolo da cui ho cominciato senza raccomandare la lettura di uno degli ultimi contributi, finalmente una recensione dove non si annuncia genuflessi e conniventi il nuovo Manzoni o Tolstoi o Proust (come si fa invece ogni settimana sui supplementi mondano-letterari del Corriere della sera), e piuttosto, come diceva Foscolo, si sfrondano gli allori di quanti sfornano il loro romanzetto mensile o – appunto come si diceva sopra - da ombrellone.

Questo godibilissimo saggio di una quindicina di pagine è dovuto a un critico e docente universitario parmigiano, Paolo Briganti, che fino a un brutto incidente faceva il rugbista, mediano di mischia in serie B, e da quando ha compiuto 70 anni gareggia nell’altro suo amore sportivo, il nuoto (un mese fa è arrivato 4° ai campionati italiani master di Riccione nei 100 rana). Proprio le sue competenze di rugby, confrontate con le improvvisazioni dilettantesche (o per dir meglio, professionali, nel senso commerciale del termine) di un venerato maestro letterario, l’hanno costretto a cantare chiaro in Baricco e il rugby. Spettacolo, straniamento e ‘cuore’ delle cose, a proposito di due “cronache” di rugby, poi immancabilmente raccolte in volume, che fin dai titoli All Blacks: la ballata del rugby e La danza violenta del rugby dimostrano approssimazione e voglia di stupire, senza badare troppo alla veridicità. Dunque, poco importa se si confonde Tolone con Tolosa, se si definisce “pilastro” quello che tecnicamente è un pilone, se si cita a sproposito Franco Califano, se la cronaca riesce a sbagliare il risultato (23-7 anziché 23-12) perché il cronista, comodamente accoccolato sulla panchina azzurra, si perde una meta; e rompe anche le scatole ai giocatori come testimonierà uno di loro, Matteo Mazzantini, cui toccò persino la sgridata di un alto dirigente federale: “Non sai chi era quello? – Era un rompic** - Ma quale rompic**, quello è Alessandro Baricco! Il c******* sei tu!”.

Per compensare i giocatori della rottura, alla fine del suo articolo Baricco esalterà il loro “cuore e marroni” (“che poi maroni con una sola erre sarebbe stato più efficace”, osserva Briganti), notando come gli azzurri, sconfitti, “escono dal campo con gli inglesi che li applaudono”, cioè col cosiddetto onore delle armi. Senza sapere che accade così in tutte le partite di rugby; ma d’altronde, da un pianista che non è mai disceso a terra dall’oceano, non si può pretendere troppo".

Argh...

[RigolettoMSC]

A me Baricco è sempre stato cordialmente sui maroni (con una sola "r" come usano dire i miei amici modenesi ) ho anche provato a leggerlo, una sola volta, era "Seta" e per me è risultato illeggibile, non ho più avuto il coraggio di leggere altro.
Baricco ha aperto la porta ai "narratori da tv", su Sky c'è ne sono due o tre che prendendo qualche vecchia storia di sport, si informano, un pochino ma non troppo che se no rischi di passare per saccente, mescolano con un bel po' di retorica (almeno un bel 60% se no sono solo semplici storie di persone che fondamentalmente non interessano a nessuno) ed ecco confezionata un'oretta di trasmissione a costo praticamente zero.
Pare che sia un genere che tira, io non li seguo ma sono molto invidioso perché sono sempre stato un cialtrone scansafatiche e la lingua lunga non mi è mai mancata, praticamente il lavoro perfetto per me.

[Ilgorgo]

Sto leggendo una interessante raccolta di lettere di Beppe Fenoglio, da poco pubblicata da Einaudi. Molte lettere in effetti provengono dall'archivio Einaudi ma pare che la massima parte della raccolta epistolare posseduta da Fenoglio, così come molti racconti inediti e bozze, sia andata perduta, mangiata dalle acque del Tanaro perché abbandonata in un capanno sulle sue rive. Solo una piccola parte fu raccolta casualmente da un operaio che la tenne distrattamente in casa per qualche tempo; quando il Fenoglio divenne famoso, l'operaio si risovvenne di quegli inumiditi scartafacci.
Comunque sia in una di quelle lettere, al direttore del periodico letterario "Caffè", Fenoglio scrive: "Le mando un piccolissimo racconto langhigiano intitolato "Il gorgo" (da noi, sulla langa, il gorgo non è il vortice o mulinello, è la pozza d'acqua ferma ed alta più di un metro che il Belbo fa in qualche raro punto del suo corso: in Belbo, che è quasi ovunque profondo un palmo, ci si può affogare soltanto in un gorgo"...).

Non lo sapevo...

[RigolettoMSC]

Sto leggendo "Mussolini il capobanda" di Cazzullo, tanto per tenere bene a mente che le Leggi Razziali non furono affatto un tremendo incidente di percorso di un sistema politico sì un po' autoritario ma in fondo storicamente inevitabile (che la narrativa meloniana sta cercando di accreditare con forza), ma il normale coronamento di un regime brutale ed omicida, che aveva sterminato praticamente tutti gli oppositori, e che di lì a poco avrebbe trascinato l'Italia in una guerra disastrosa, freddamente pianificata e con la chiara coscienza di essere tragicamente impreparati, tentando la sorte in un poker nefasto avendo in mano solo una coppia di sette.

@gorgo, essere citato addirittura nel titolo di un libro di Fenoglio è tanta roba, eh.

[metabolik]

Non è un libro, ma è l'interessante recensione da parte del linguista Fabio Marri, docente dell'Università di Bologna e anche podista-maratoneta, del numero di debutto della rivista di studi «Scritture e linguaggi dello sport».

Eccola: http://podisti.net/index.php/commenti/i ... -ifWxXtqs4

Se non avete tempo di leggerla tutta vi segnalo solo la parte dedicata al pezzo “Baricco e il rugby. Spettacolo, straniamento e ‘cuore’ delle cose" (autore Paolo Briganti, già prof. di Letteratura italiana moderna e contemporanea all'Università di Parma - ne so qualcosa - ed ex rugbista).
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Non entro nel merito dell'articolo; siccome il nome mi diceva qualcosa ( non ricordo quando nrq) sono andato a vedere Paolo Briganti su faccialibro. Neanche farlo apposta in prima esposizione c'è una foto formazione CUS Parma 63- 64, e leggo nomi noti, che ricordo seppur dopo quasi 60 anni .
'Contro' Paparusso ho giocato, nrq, avversario non gradevole, Calzolari venne per un anno nel Piacenza nrq e con Barbacini giocai una patita nel CUS Bologna, e qui ricordo quando, '69 a Perugia.
A ghe po gnint da fè, sum propi vecc'.

[Ilgorgo]

@gorgo, essere citato addirittura nel titolo di un libro di Fenoglio è tanta roba, eh.

Il mio niccneim in realtà è proprio un omaggio, chiamiamolo così, a quel racconto; quello che non sapevo e che ho appreso solo leggendo quell'epistola è che il gorgo della storia non era un vero gorgo come lo intendiamo noi ma solo una pozza d'acqua ferma, lungo il fiume. E viene da chiedersi, anche se non sono bei pensieri, come si possa cercare di farla finita in una pozza di un metro o poco più di acqua ferma; un gorgo nel senso di mulinello, si sa, ti risucchia giù, ma una pozza stagnante?

[RigolettoMSC]

....... ma una pozza stagnante?

Ti ammazza di noia?

[ruttobandito]

....... ma una pozza stagnante?

Ti ammazza di noia?

[parisgino]

In questo momento sto leggendo nuovamente (in francese ovviamente) gli "Esercizi di stile" (Exercices de style) di Raymond Queneau (che fu molto vicino a Calvino durante il soggiorno parigino di ques'ultimo) . Ho scoperto che esiste una traduzione (ma si tratta anche per certi versi di una riscrittura) italiana curata da Umberto Eco. Il punto di partenza degli "esercizi" consiste nella narrazione (brevissima) di un "incontro" fortuito e banale su un autobus fra due personnaggi.
Gli "esercizi di stile" consistono poi' nel proporre la narrazione dell'accaduto, appunto in diversi stili (99 versioni), cioè "gergo", "sorpresa", "metafora", "botanica", "zoologica" etc.
Devo dire che oltre al, ovviamente, grande piacere nella lettura di questo capolavoro letterario-linguistico, la lettura di tante delle versioni risulta veramente esilarante.

Se qualcuno ha letto la "traduzione/riscrittura" italiana mi piacerebbe avere il suo parere.

Nota a margine : pure noi del forum potremmo avere i nostri "Esercizi di stile". Ponendo, magari, come "argomento iniziale" la diatriba relativa agli equiparati da declinare poi' in tante versioni (dialetto, gergo, poetica etc.).
Nota speciale per "jpr" : l'esercizio non consiste assolutamente nel scrivere "quel tizio non c'entra niente con l'Italia tranne per le lasagne".

[Garry]

L'ho letto troppi anni fa per poterti rispondere.
Ti segnalo che in Italia Michele Serra ha scritto un libro in cui si ispirava a quel modello.
Se mi ricorderò il titolo te lo scriverò

[jpr williams]

Nota a margine : pure noi del forum potremmo avere i nostri "Esercizi di stile". Ponendo, magari, come "argomento iniziale" la diatriba relativa agli equiparati da declinare poi' in tante versioni (dialetto, gergo, poetica etc.).
Nota speciale per "jpr" : l'esercizio non consiste assolutamente nel scrivere "quel tizio non c'entra niente con l'Italia tranne per le lasagne".

Perchè?
A me sembra impeccabile.

[parisgino]

Ti segnalo che in Italia Michele Serra ha scritto un libro in cui si ispirava a quel modello.
Se mi ricorderò il titolo te lo scriverò

Ti ringrazio. Intanto sono andato a cercare informazioni su questo scrittore che non conoscevo proprio.

[ruttobandito]

"I lunghi coltelli", l'ultimo di Irvine Welsh. Letto d'un fiato, al solito, come tutti gli altri, e come quasi tutti mi è piaciuto quanto basta per leggere anche il prossimo.
Noir nel solco dei precedenti, con ambientazioni e personaggi ormai familiari, argomenti e dinamiche per certi versi scontati e ridondanti, la variazione stavolta è data dal tema LGBTetc. tanto caro al ns. zappatalpa. Gliene consiglio la lettura, sono sicuro ci troverà spunti interessanti.