Il loculo di jpr

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jpr williams
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Re: Il loculo di jpr

Messaggio da jpr williams » 27 gen 2022, 14:31

Bravo quaros, hai centrato benissimo uno dei punti che avevo in mente io.
La mia premessa, che già so mi farà bollare come nostalgico (etichetta che non mi spaventa affatto), è che guardando il rugby pre-pro in genere mi divertivo di più. Non sempre, ovviamente. Parlo del pre-pro di alto livello, tipo 5N o partite dei TM invernali di allora o di Coppa del Mondo pre-pro.
Il professionismo tende alla standardizzazione ed alla prevalenza dell'aspetto atletico e di quello tattico rispetto all'iniziativa individuale.
Attenzione: non significa che uno è più bello dell'altro.
Quella è una questione di gusti. Sicuramente quelli fra di noi che fanno i tecnici preferiranno probabilmente il rugby pro attuale perchè la tattica vi svolge un ruolo infinitamente superiore rispetto al passato.
Chi come me è un ignorantone si divertiva di più allora.
C'erano più errori, che si traducevano in turnover più frequenti con rovesciamenti di fronte vertiginosi e, ai miei occhi, divertentissimi. Perchè per chi come me guarda questo sport ancora con gli occhi del bambino di 8 anni che lo scoprì nel 1973 il divertimento è stato e resta la scintilla
Trovo che le partite fossero molto più imprevedibili sia nello svolgimento che, in parte, nei risultati. Altre cose che agli ignorantoni come il sottoscritto piacciono da morire.
Dice, allora sostieni che il rugby "dei tuoi tempi" era meglio di quello di oggi.
Si e no.
Era molto diverso ed io mi divertivo di più, cercando di togliere di mezzo il fatto che da giovani di solito ci si entusiasma più facilmente.
Ma i giocatori di allora erano meno essenziali, ecco, questo mi sembra il termine giusto: facevano anche cose non strettamente necessarie solo perchè l'istinto li spingeva a farle. E ne uscivano cose che ai miei occhi erano divertentissime.
Il rugby pro mi piace, mica mi fa schifo. Ma il bambino che è in me dopo un pò finisce per annoiarsi perchè vede cose meno divertenti ed imprevedibili.
Aggiungo una cosa: "ai miei tempi" se non avessi conosciuto la fisionomia dei giocatori e avessero oscurato i colori delle maglie in una partita del 5N avrei capito al 100% quali erano le due squadre in campo. Semplicemente per come giocavano e per il loro "linguaggio del corpo".
Oggi credo proprio che non ci riuscirei.
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
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jpr williams
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Re: Il loculo di jpr

Messaggio da jpr williams » 27 gen 2022, 14:55

metabolik ha scritto:
26 gen 2022, 19:28
Erano belli i tempi andati ? altrochè, le squadre di ogni città erano composte al 95% da indigeni, di diversa estrazione, ognuna coi suoi eroi e le sue caratteristiche e con questo rugby ruspante siamo arrivati a Grenoble '97 : con 2 argentini oriundi e 1 equiparato australiano abbiamo battuto la Francia che aveva appena ottenuto un grande slam nel 5N.
Tutto vero e ultra piacevole, ma poi è arrivato il professionismo, che non consente di stare ai piani alti senza allenarsi tutti i giorni, senza un'organizzazione, senza i giusti ruoli, ecc...
Sarebbe ovviamente impossibile pretendere di tornare "a quei tempi". Chi ci provasse verrebbe spazzato via da quel Leviatano senza cuore, ma con tanti HP in più che si chiama, appunto, professionismo.
Il professionismo è irreversibile. Di questo mi sono dovuto fare una ragione pure io. Obtorto collo, nel senso che altrimenti avrei dovuto rinunciare allo sport che ho amato per tutta la vita.
Però credo non sia tabù dire che quello era più "vero" mentre questo è più costruito ed artefatto. Il che non significa migliore o peggiore, come dicevo sopra: quella è questione di gusto personale.
La differenza che passa fra i tortelli di zucca di mia nonna e quelli di Giovanni Rana che saranno sicuramente più salutari, con meno colesterolo e prodotti in maniera da rispettare i protocolli HCCP più restrittivi, ma...quelli di mia nonna me li ricordo ancora oggi e ripeto la ricetta quando posso. Abbondando col burro da versarci sopra in uscita...e in c*** al colesterolo.
metabolik ha scritto:
26 gen 2022, 19:28
Eehh , ai miei tempi ; ma quanti allenamenti facevi ai tuoi tempi ? qual era il massimo numero di fasi continue di gioco in una partita?
C'è solo un aspetto che ha senso rimpiangere nel rugby pre-professionistico : il livello tecnico individuale, che era mediamente molto più curato e piacevole a vedersi, ma era il ritmo più basso a consentire di esprimere maggiormente il talento tecnico. Oggi c'è pochissimo spazio e pochissimo tempo per farlo.
E molto meno divertimento di conseguenza, per me.
Il massimo numero di fasi continue di oggi è sicuramente indice di migliore preparazione atletica e struttura tattica del gioco.
Però scordati i turnover da cui nascono interminabili sequenze di gioco con rovesciamenti di fronte continui e divertentissimi.
Tutto più preciso. E asettico come i tortelli di Giovanni Rana.
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Re: Il loculo di jpr

Messaggio da speartakle » 27 gen 2022, 18:13

ehmm non vorrei rovinare il racconto di quaros, ma i giocatori odierni sono molto meno telecomandati di un 10 15 anni fa, dove c'era la moda del playbook da 200 pagine dove si programmava le fasi di gioco fino alla 10. Oggi si usano molti schemi aperti, e soprattutto devi decidere in base ai parametri: avanzante/non avanzante, velocità della palla, difesa distribuita o no. E tutto deve essere deciso ad una velocità molto molto alta. Gli allenamenti sono basati sul questioning e sul mettere di fronte gli atleti a scelte da fare.

Mi chiedo che perchè questo stereotipo del presente...

Poi facciamo un esempio dei tempi passati: era una bestemmia tenere il pallone con una mano sola.
Perchè? perchè si fa così, poi la perdi.

fortunatamente la cosa è stata messa in discussione, e abbiamo giocate che una volta ci sognavamo.

altro esempio: fino a 20 anni fa ti insegnavano che dovevi sempre andare a contatto con la spalla del senso di gioco, altrimenti avresti rallentato l'uscita del pallone. per fortuna è stato messo in discussione questo principio, non ha importanza la spalla con cui vai a contatto o con cui vai a terra per mettere a disposizione il pallone, l'importante è che tu sia avanzante e che metta a disposizione il pallone velocemente e distante dalla minaccia della difesa.

potrei continuare.

Sono stato allenato in gioventù ed in prima squadra da gente che il campionato anni 90 italiano lo faceva. Ecco il 90% degli allenamenti per i tre quarti era basato sul provare le "giocate" o griglie statiche di passaggio.
Ecco oggi è molto molto diverso e penso più divertente e stimolante, 3v2 in continuo sistemi aperti, allenamenti sempre con opposizione reale e meno scudi/cose a vuoto possibili.

Io mi chiedo, ma viviamo in due mondi diversi?

Garry
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Re: Il loculo di jpr

Messaggio da Garry » 27 gen 2022, 19:31

speartakle ha scritto:
27 gen 2022, 18:13
ehmm non vorrei rovinare il racconto di quaros, ma i giocatori odierni sono molto meno telecomandati di un 10 15 anni fa, dove c'era la moda del playbook da 200 pagine dove si programmava le fasi di gioco fino alla 10. Oggi si usano molti schemi aperti, e soprattutto devi decidere in base ai parametri: avanzante/non avanzante, velocità della palla, difesa distribuita o no. E tutto deve essere deciso ad una velocità molto molto alta. Gli allenamenti sono basati sul questioning e sul mettere di fronte gli atleti a scelte da fare.

Mi chiedo che perchè questo stereotipo del presente...

Poi facciamo un esempio dei tempi passati: era una bestemmia tenere il pallone con una mano sola.
Perchè? perchè si fa così, poi la perdi.

fortunatamente la cosa è stata messa in discussione, e abbiamo giocate che una volta ci sognavamo.

altro esempio: fino a 20 anni fa ti insegnavano che dovevi sempre andare a contatto con la spalla del senso di gioco, altrimenti avresti rallentato l'uscita del pallone. per fortuna è stato messo in discussione questo principio, non ha importanza la spalla con cui vai a contatto o con cui vai a terra per mettere a disposizione il pallone, l'importante è che tu sia avanzante e che metta a disposizione il pallone velocemente e distante dalla minaccia della difesa.

potrei continuare.

Sono stato allenato in gioventù ed in prima squadra da gente che il campionato anni 90 italiano lo faceva. Ecco il 90% degli allenamenti per i tre quarti era basato sul provare le "giocate" o griglie statiche di passaggio.
Ecco oggi è molto molto diverso e penso più divertente e stimolante, 3v2 in continuo sistemi aperti, allenamenti sempre con opposizione reale e meno scudi/cose a vuoto possibili.

Io mi chiedo, ma viviamo in due mondi diversi?
La tua risposta mette in evidenza che è sbagliato mettere in parallelo il rugby di oggi con quello del passato, perché non esiste un solo "rugby del passato".
Giuste le osservazioni sulla evoluzione degli ultimi 10-15 anni, ma dagli anni 90 ne sono passati 30 ed era un altro rugby, e quando ho iniziato a giocare era un altro rugby ancora.
L'ho già scritto qui al bar in passato, la trasformazione è stata atletica, tattica, tecnica, ma anche di regolamento, a cominciare dal peso diverso di una meta (che era 5 punti) rispetto a un cp, cosa che ovviamente influenzava le scelte di gioco.
Un tempo le touche, le ruck, le maul anche ad alto livello erano casino puro, l'apoteosi della confusione, e in qualche caso l'esaltazione del "colpo proibito", e siccome anche all'epoca giravano fior di giocatori e di atleti, il pensiero che mi torna periodicamente è come si sarebbero esaltate le doti di certi monumenti del rugby mondiale se avessero giocato con le regole di oggi

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Re: Il loculo di jpr

Messaggio da supermax » 27 gen 2022, 20:39

Quello che mi viene in mente comparando il rugby di oggi e 30 anni fa è questo:
1 - impressionante il cambiamento "medio" del fisico dei giocatori. Oggi abbiamo ali ed estremi di oltre 1,90 e fisicatissimi. Non è raro trovare mm dalla muscolatura alla Dupont mentre prima erano sempre i nani della squadra. Piloni oltre 1,85 non esistevano in natura;
2 - la prima linea giocava tutta la partita a meno di infortuni. Oggi è quasi certo che almeno un pilone viene cambiato al 50 minuto e gli altri due entro il 60
3 - corollario: panchina da 2 uomini e poi da 4;
4 -il mediano di apertura era spesso l'unico ad uscire con la maglia pulita;
5 - questo anche perché imperversava l'up and under.
Non do giudizi di merito. È solo il senso del tempo che cambia. Impressione: le partite prima erano più noiose in media ma le giocate individuali più numerose e clamorose. Mascioletti, con un fisico da ragioniere, faceva impazzire tutte le difese e molte fasi finivano con il calcio dell'apertura. Meglio o peggio? Non riesco a dirlo

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Re: Il loculo di jpr

Messaggio da speartakle » 28 gen 2022, 7:09

Garry ha scritto:
27 gen 2022, 19:31
speartakle ha scritto:
27 gen 2022, 18:13
ehmm non vorrei rovinare il racconto di quaros, ma i giocatori odierni sono molto meno telecomandati di un 10 15 anni fa, dove c'era la moda del playbook da 200 pagine dove si programmava le fasi di gioco fino alla 10. Oggi si usano molti schemi aperti, e soprattutto devi decidere in base ai parametri: avanzante/non avanzante, velocità della palla, difesa distribuita o no. E tutto deve essere deciso ad una velocità molto molto alta. Gli allenamenti sono basati sul questioning e sul mettere di fronte gli atleti a scelte da fare.

Mi chiedo che perchè questo stereotipo del presente...

Poi facciamo un esempio dei tempi passati: era una bestemmia tenere il pallone con una mano sola.
Perchè? perchè si fa così, poi la perdi.

fortunatamente la cosa è stata messa in discussione, e abbiamo giocate che una volta ci sognavamo.

altro esempio: fino a 20 anni fa ti insegnavano che dovevi sempre andare a contatto con la spalla del senso di gioco, altrimenti avresti rallentato l'uscita del pallone. per fortuna è stato messo in discussione questo principio, non ha importanza la spalla con cui vai a contatto o con cui vai a terra per mettere a disposizione il pallone, l'importante è che tu sia avanzante e che metta a disposizione il pallone velocemente e distante dalla minaccia della difesa.

potrei continuare.

Sono stato allenato in gioventù ed in prima squadra da gente che il campionato anni 90 italiano lo faceva. Ecco il 90% degli allenamenti per i tre quarti era basato sul provare le "giocate" o griglie statiche di passaggio.
Ecco oggi è molto molto diverso e penso più divertente e stimolante, 3v2 in continuo sistemi aperti, allenamenti sempre con opposizione reale e meno scudi/cose a vuoto possibili.

Io mi chiedo, ma viviamo in due mondi diversi?
La tua risposta mette in evidenza che è sbagliato mettere in parallelo il rugby di oggi con quello del passato, perché non esiste un solo "rugby del passato".
Giuste le osservazioni sulla evoluzione degli ultimi 10-15 anni, ma dagli anni 90 ne sono passati 30 ed era un altro rugby, e quando ho iniziato a giocare era un altro rugby ancora.
L'ho già scritto qui al bar in passato, la trasformazione è stata atletica, tattica, tecnica, ma anche di regolamento, a cominciare dal peso diverso di una meta (che era 5 punti) rispetto a un cp, cosa che ovviamente influenzava le scelte di gioco.
Un tempo le touche, le ruck, le maul anche ad alto livello erano casino puro, l'apoteosi della confusione, e in qualche caso l'esaltazione del "colpo proibito", e siccome anche all'epoca giravano fior di giocatori e di atleti, il pensiero che mi torna periodicamente è come si sarebbero esaltate le doti di certi monumenti del rugby mondiale se avessero giocato con le regole di oggi
Non voglio fare paragoni del tipo meglio o peggio però vorrei evitare stereotipi sul rugby attuale.
Il rugby per fortuna è anche di chi lo pratica e per fortuna di chi cerca di fare cose sempre diverse o rimettere in discussione principi che ciclicamente vengono superati per poi magari tornare attuali.
C'è un gap tra chi guarda e basta e chi lo fà. Come c'è ovviamente un gap tra chi lo fà amatoriale e chi pro.

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Re: Il loculo di jpr

Messaggio da quaros » 28 gen 2022, 14:01

Ora non vorrei smontare le teorie e le pratiche ma allenando per parametri non si allena l'intelligenza ma il tempo di reazione, la chiamata istintiva in pratica.

La stessa cosa la si fa nel football (incredibile) per allenare i giocatori nelle situazioni no-huddle, ovvero laddove il gioco non si ferma ad ogni snap per dare la possibilità ai coach di scegliere il piano di gioco ma la chiamata è lasciata al qb.
E quindi questo in base ai famosi parametri chiama al volo la giocata, dall'altra parte il linebacker centrale (solitamente è lui il regista difensivo) a sua volta si adatta preventivamente.

Il giocatore non pensa, reagisce. Non inventa, non crea.
E lo fa sui parametri che gli ha dato l'allenatore!

Oh ma gli inglesi che non sapevano come reagire contro la non ruck dell'Italia di o'shea secondo voi erano giocatori pensanti??? Semplicemente l'allenatore non aveva previsto il parametro e questi come automi sono andati in loop infinito dall'arbitro.

If then else... Se non c'è la condizione è un bel casino!

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Re: Il loculo di jpr

Messaggio da speartakle » 28 gen 2022, 14:29

quaros ha scritto:
28 gen 2022, 14:01
Ora non vorrei smontare le teorie e le pratiche ma allenando per parametri non si allena l'intelligenza ma il tempo di reazione, la chiamata istintiva in pratica.

La stessa cosa la si fa nel football (incredibile) per allenare i giocatori nelle situazioni no-huddle, ovvero laddove il gioco non si ferma ad ogni snap per dare la possibilità ai coach di scegliere il piano di gioco ma la chiamata è lasciata al qb.
E quindi questo in base ai famosi parametri chiama al volo la giocata, dall'altra parte il linebacker centrale (solitamente è lui il regista difensivo) a sua volta si adatta preventivamente.

Il giocatore non pensa, reagisce. Non inventa, non crea.
E lo fa sui parametri che gli ha dato l'allenatore!

Oh ma gli inglesi che non sapevano come reagire contro la non ruck dell'Italia di o'shea secondo voi erano giocatori pensanti??? Semplicemente l'allenatore non aveva previsto il parametro e questi come automi sono andati in loop infinito dall'arbitro.

If then else... Se non c'è la condizione è un bel casino!
Si ok però direi che allenare solo il QB a prendere la decisione è una cosa, allenare anche il pilone a fare il primo ricevitore, cercare di fissare la difesa, decidere se andare lui, giocare il 2v1 con il compagno di POD o girare il pallone dietro al debordante non so se l'ho visto così spesso in passato.

C'è stata una evoluzione nelle competenze generali in tutti i ruoli.

Ricordo molto bene però che un pilone non doveva permettersi di pensare o di fare passaggi non previsti. Che una terza potesse fare anche altro oltre a placcare. Che ad un'ala fosse richiesto di giocare al centro del campo anche qui decidendo il da farsi. Ecc.

Confermo che il presente lascia meno spazio alla pura improvvisazione, ma non mi sembra che in passato ci fossero chissà che libertà per tutti.
Cerano eccome se cerano comportamenti prestabiliti a prescindere dalla situazione di gioco.

Certamente il professionismo tende a selezionare e spingere le soluzioni più efficaci (in media) e quindi a standardizzare.
Ora però non me li sono inventati io gli allenamenti della fine anni 90' inizio 2000 dove la preparazione alla partita erano fasi su fasi a vuoto prestabilite dove bisognava recitare come in un esercizio di ginnastica.

Eppure sembra sia oggi il problema. Ma 20 anni fa?

Poi se il punto è che è bello solo il rugby improvvisato allora vi do ragione.
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Si fa con ciò che si ha di innato.

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Re: Il loculo di jpr

Messaggio da jpr williams » 28 gen 2022, 14:37

Vorrei ringraziare tutti voi che siete intervenuti, davvero tutti con contributi interessanti e che in alcuni casi mi vedono assolutamente concorde, in altri meno e su certi punti mi hanno anche stimolato ripensamenti e riflessioni.
Desidero rispondere a ciascuno di voi, ma oggi non mi è davvero possibile. Come detto altrove mi trovo in mezzo ad una terrificante fusione aziendale che mi sta mandando ai matti.
Ma davvero sono grato a ciascuno di voi per il contributo.
Continuate come se foste a cas., ehm, nel loculo vostro.
Il titolare si fida di voi e appena può torna.
Grazie davvero a tutti voi e a quelli che vorranno intervenire (mi piacerebbe sentire meta, ad esempio).
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Re: Il loculo di jpr

Messaggio da tonione » 30 gen 2022, 23:39

ringraziare ringraziare. e va f.an c.ulo. introduco un filmato di sicuro interesse, aeo situ de Altivole? https://www.youtube.com/watch?v=rpRJ9UWOBgE

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Re: Il loculo di jpr

Messaggio da jpr williams » 31 gen 2022, 13:44

speartakle ha scritto:
27 gen 2022, 18:13
ehmm non vorrei rovinare il racconto di quaros...
...Ecco oggi è molto molto diverso e penso più divertente e stimolante, 3v2 in continuo sistemi aperti, allenamenti sempre con opposizione reale e meno scudi/cose a vuoto possibili.
Al netto della successiva risposta di Garry, non metto in dubbio le tue considerazioni sulle metodologie di allenamento mutevoli nel tempo.
Ma io parlavo di una cosa diversa, cioè di quel che si vede in partita da fuori, non di come la si prepara da dentro.
E ribadisco che le partite "dei miei tempi" erano caratterizzate da maggiore imprevedibilità e capacità di emozionare grazie al fatto che il possesso passava di mano con molta maggiore facilità con rovesciamenti di fronte frequenti e mozzafiato.
Oggi il possesso passa di mano solo per turnover decretati dall'arbitro o per falli, gli in avanti quasi mai sfociano in qualcosa di diverso da una mischia perchè la squadra che non l'ha commesso non è in grado di sfruttarlo e l'altra è pronta a difendere.
Così abbiamo un rugby un pò stile gridiron in cui c'è una squadra che ha la palla finchè l'azione non si conclude e l'altra che difende.
Io lo trovo meno divertente
Quanto al concetto di standardizzazione era riferito più al fatto che ormai le squadre giocano più o meno tutte allo stesso modo.
"Ai miei tempi" i francesi giocavano in un modo riconoscibilissimo, i gallesi pure, gli inglesi anche. Adesso è tutto molto più omogeneo e indistinto.
Impressioni personali, ovviamente.
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Re: Il loculo di jpr

Messaggio da jpr williams » 31 gen 2022, 13:44

speartakle ha scritto:
27 gen 2022, 18:13
ehmm non vorrei rovinare il racconto di quaros...
...Ecco oggi è molto molto diverso e penso più divertente e stimolante, 3v2 in continuo sistemi aperti, allenamenti sempre con opposizione reale e meno scudi/cose a vuoto possibili.
Al netto della successiva risposta di Garry, non metto in dubbio le tue considerazioni sulle metodologie di allenamento mutevoli nel tempo.
Ma io parlavo di una cosa diversa, cioè di quel che si vede in partita da fuori, non di come la si prepara da dentro.
E ribadisco che le partite "dei miei tempi" erano caratterizzate da maggiore imprevedibilità e capacità di emozionare grazie al fatto che il possesso passava di mano con molta maggiore facilità con rovesciamenti di fronte frequenti e mozzafiato.
Oggi il possesso passa di mano solo per turnover decretati dall'arbitro o per falli, gli in avanti quasi mai sfociano in qualcosa di diverso da una mischia perchè la squadra che non l'ha commesso non è in grado di sfruttarlo e l'altra è pronta a difendere.
Così abbiamo un rugby un pò stile gridiron in cui c'è una squadra che ha la palla finchè l'azione non si conclude e l'altra che difende.
Io lo trovo meno divertente
Quanto al concetto di standardizzazione era riferito più al fatto che ormai le squadre giocano più o meno tutte allo stesso modo.
"Ai miei tempi" i francesi giocavano in un modo riconoscibilissimo, i gallesi pure, gli inglesi anche. Adesso è tutto molto più omogeneo e indistinto.
Impressioni personali, ovviamente.
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Messaggio da jpr williams » 31 gen 2022, 13:54

Garry ha scritto:
27 gen 2022, 19:31
La tua risposta mette in evidenza che è sbagliato mettere in parallelo il rugby di oggi con quello del passato, perché non esiste un solo "rugby del passato".
Giuste le osservazioni sulla evoluzione degli ultimi 10-15 anni, ma dagli anni 90 ne sono passati 30 ed era un altro rugby, e quando ho iniziato a giocare era un altro rugby ancora.
Sottoscrivo ogni sillaba.
Garry ha scritto:
27 gen 2022, 19:31
L'ho già scritto qui al bar in passato, la trasformazione è stata atletica, tattica, tecnica, ma anche di regolamento, a cominciare dal peso diverso di una meta (che era 5 punti) rispetto a un cp, cosa che ovviamente influenzava le scelte di gioco.
Sarebbe interessante chiedersi (non ho una risposta) se anche i cambiamenti regolamentari sono un portato del professionismo.
Cioè, non ci fosse il professionismo avrebbero modificato il sistema di punteggio, ad esempio?
Garry ha scritto:
27 gen 2022, 19:31
Un tempo le touche, le ruck, le maul anche ad alto livello erano casino puro
Ecco, questo, soprattutto la touche, è uno dei pochi aspetti del gioco che mi piace di più in era moderna che nella mia antichità. Anche perchè le touche di allora erano piattaforme assai poco affidabili per un lancio decente del gioco.
Meglio oggi, oggettivamente
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Re: Il loculo di jpr

Messaggio da jpr williams » 31 gen 2022, 13:58

supermax ha scritto:
27 gen 2022, 20:39
Quello che mi viene in mente comparando il rugby di oggi e 30 anni fa è questo:
1 - impressionante il cambiamento "medio" del fisico dei giocatori. Oggi abbiamo ali ed estremi di oltre 1,90 e fisicatissimi. Non è raro trovare mm dalla muscolatura alla Dupont mentre prima erano sempre i nani della squadra. Piloni oltre 1,85 non esistevano in natura;
A parte Dupont, per cui confesso di stravedere (sogno di vedere un giorno una mediana Dupont-Barrett :<3 ) trovi che sia un bene?
supermax ha scritto:
27 gen 2022, 20:39
Impressione: le partite prima erano più noiose in media ma le giocate individuali più numerose e clamorose. Mascioletti, con un fisico da ragioniere, faceva impazzire tutte le difese e molte fasi finivano con il calcio dell'apertura. Meglio o peggio? Non riesco a dirlo
La mia impressione, come detto, è opposta.
C'entra tanto quella faccenda del possesso che oggi è spesso noioso e interminabile.
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Re: Il loculo di jpr

Messaggio da jpr williams » 31 gen 2022, 14:03

speartakle ha scritto:
28 gen 2022, 14:29
Confermo che il presente lascia meno spazio alla pura improvvisazione, ma non mi sembra che in passato ci fossero chissà che libertà per tutti.

Certamente il professionismo tende a selezionare e spingere le soluzioni più efficaci (in media) e quindi a standardizzare.
Ora però non me li sono inventati io gli allenamenti della fine anni 90' inizio 2000 dove la preparazione alla partita erano fasi su fasi a vuoto prestabilite dove bisognava recitare come in un esercizio di ginnastica.

Eppure sembra sia oggi il problema. Ma 20 anni fa?

Poi se il punto è che è bello solo il rugby improvvisato allora vi do ragione.
Max 2 allenamenti, no palestra, chi è veloce è veloce, chi è lento è lento.
Si fa con ciò che si ha di innato.
Si, forse il paragone con 20 anni fa (troppe similitudini con l'attuale) non è calzante.
30 o 40 anni fa è il paragone che facevo io.
Ecco, quello era il rugby che trovavo imprevedibile, divertente, pieno di rovesciamenti di fronte e con squadre che avevano ciascuna un proprio stile e caratteristiche peculiari per cui le riconoscevi anche se avessero avuto una maglia diversa dalla loro e con giocatori mascherati per non riconoscerli.
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Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)

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