la maratona naturalmente era solo un'esempio....naturalmentekaiser ha scritto:Sostanzialmente concordo con Speed anche se non arriverei all'estremizzazione della maratona...................e rimarrei con i "piedi per terra".
Certo che la corsa, soprattutto se veloce diventa molto elastica, quindi relativamente eccentrica e quindi espressione pliometrica (infatti aumenta il rendimento meccanico)
Sulle scalette: vanno certamente bene come tutti gli esercizi tecnici di impulso; io dico, per esperienza decennale con mezzofondisti veloci internazionali che è meglio lavorare fuori da schemi pret a porter (le scalette, appunto) perchè poi il gesto deve essere riproducibile non in laboratorio o con le scalette ma sul campo. Ma perchè nell'atletica abbiamo lavorato per anni (e sostanzialmente non è cambiato molto neppure adesso) con corse, balzate, skipp, ecc? C'è qualche tecnico FIDAL, piuttosto che FIR, che mi dice quanto lavora (all'anno) con le scalette su un atleta da 10"2/10"3 sui 100?
Cerchiamo di essere pratici e ritorniamo al campo di rugby:
si usino pure le scalette ma nessuno si convinca che quello è l'esercizio migliore; è un buon mezzo soprattutto se alternato ad altre attività in cui magari possono essere variate frequenza e ampiezza, velocità, coordinazione generale. Credo che uno dei limiti dell'allenamento nel rugby (ma vale soprattutto per le categorie B e C) sia proprio quello di non far lavorare singolarmente, magari anche solo 2 giorni/settimana i più veloci (che spesso strutturalmente sono i ciccioni).
Metodologicamente l'errore principale è quello di pensare di proporre un metodo buono per tutti (e solo noi del rugby sappiamo che le tipologie fisiche presenti nella squadra ci sono tutte) e dimenticarsi che se devo agire sulle qualità condizionali dovrò necessariamente rendere i lavori più specifici ad-personam.
concordo con te su tutto.
io le "scalette" pur essendo ex velocista ora tecnico non le uso.
ciao