Gioco al piede
Moderatore: Emy77
- andrea12
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Re: Gioco al piede
Caro Rikkuss,
come ti sarai accorto (ma forse già da un po'), noi adulti, quando non abbiamo niente da fare, interveniamo su questo forum.
Il mio consiglio (poi mi interessa che tu abbia capito, degli altri mi interessa molto meno) era e rimane quello di fare un corso di approfondimento sul gioco al piede, a meno chè nel tuo Club, ci sia già un allenatore che si dedica anche al gioco al piede (non è affatto scontato).
Ecco perchè ti consigliavo il corso di jean Luc, che potrebbe davvero fare al caso tuo, così come ha permesso a tantissimi giocatori giovani e giovanissimi, di esplorare un terreno, che spessissimo nei club risulta anche "minato". Minato nel senso che molti coach, sopratutto alla tua età, vedono ancora poco influente questa pratica che non è affatto codificata. Per i calci è una cosa, tutto sommato abbastanza percorribile (è chiaro che prima devi essere istruito e poi messo in condizione di fare e rifare e rifare ancora), per il gioco al piede, invece, direi che è un ambito che noi italiani ancora non abbiamo fatto rientrare nelle programmazioni. Aggiungerei anche "generalmente" poichè ormai molti club/coach si stanno attrezzando.
Mi spiace, ma via internet e con poco spazio a disposizione, credo che la "lezioncina" diventerebbe poco efficace.
Buon rugby
come ti sarai accorto (ma forse già da un po'), noi adulti, quando non abbiamo niente da fare, interveniamo su questo forum.
Il mio consiglio (poi mi interessa che tu abbia capito, degli altri mi interessa molto meno) era e rimane quello di fare un corso di approfondimento sul gioco al piede, a meno chè nel tuo Club, ci sia già un allenatore che si dedica anche al gioco al piede (non è affatto scontato).
Ecco perchè ti consigliavo il corso di jean Luc, che potrebbe davvero fare al caso tuo, così come ha permesso a tantissimi giocatori giovani e giovanissimi, di esplorare un terreno, che spessissimo nei club risulta anche "minato". Minato nel senso che molti coach, sopratutto alla tua età, vedono ancora poco influente questa pratica che non è affatto codificata. Per i calci è una cosa, tutto sommato abbastanza percorribile (è chiaro che prima devi essere istruito e poi messo in condizione di fare e rifare e rifare ancora), per il gioco al piede, invece, direi che è un ambito che noi italiani ancora non abbiamo fatto rientrare nelle programmazioni. Aggiungerei anche "generalmente" poichè ormai molti club/coach si stanno attrezzando.
Mi spiace, ma via internet e con poco spazio a disposizione, credo che la "lezioncina" diventerebbe poco efficace.
Buon rugby
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Re: Gioco al piede
per fortuna c'è sempre qualcuno che sa....andrea12 ha scritto:Caro Rikkuss,
come ti sarai accorto (ma forse già da un po'), noi adulti, quando non abbiamo niente da fare, interveniamo su questo forum.
Il mio consiglio (poi mi interessa che tu abbia capito, degli altri mi interessa molto meno) era e rimane quello di fare un corso di approfondimento sul gioco al piede, a meno chè nel tuo Club, ci sia già un allenatore che si dedica anche al gioco al piede (non è affatto scontato).
Ecco perchè ti consigliavo il corso di jean Luc, che potrebbe davvero fare al caso tuo, così come ha permesso a tantissimi giocatori giovani e giovanissimi, di esplorare un terreno, che spessissimo nei club risulta anche "minato". Minato nel senso che molti coach, sopratutto alla tua età, vedono ancora poco influente questa pratica che non è affatto codificata. Per i calci è una cosa, tutto sommato abbastanza percorribile (è chiaro che prima devi essere istruito e poi messo in condizione di fare e rifare e rifare ancora), per il gioco al piede, invece, direi che è un ambito che noi italiani ancora non abbiamo fatto rientrare nelle programmazioni. Aggiungerei anche "generalmente" poichè ormai molti club/coach si stanno attrezzando.
Mi spiace, ma via internet e con poco spazio a disposizione, credo che la "lezioncina" diventerebbe poco efficace.
Buon rugby
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Re: Gioco al piede
Non è questione di sapere, tutti noi sappiamo queste monate; ma è molto probabile che un ragazzino di 15 anni abbia più difficoltà di noi a rimettere tutto insieme.
Non credo di aver detto niente di particolare, se non di affidarsi al suo coach o ad altri che masticano di questo argomento: da solo, comunque, non combinerebbe un gran chè.
Cosa ho detto di così speciale?
Non credo di aver detto niente di particolare, se non di affidarsi al suo coach o ad altri che masticano di questo argomento: da solo, comunque, non combinerebbe un gran chè.
Cosa ho detto di così speciale?
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Re: Gioco al piede
siamo qua tra amici, te compreso.. poco bello dire: (poi mi interessa che tu abbia capito, degli altri mi interessa molto meno)
o no?
o no?
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Re: Gioco al piede
magari mi sbaglio, ma credo che quella frase non fosse rivolta a tutti...zorrykid ha scritto:siamo qua tra amici, te compreso.. poco bello dire: (poi mi interessa che tu abbia capito, degli altri mi interessa molto meno)
o no?
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Re: Gioco al piede
ok, correggo...Mad Max ha scritto:magari mi sbaglio, ma credo che quella frase non fosse rivolta a tutti...zorrykid ha scritto:siamo qua tra amici, te compreso.. poco bello dire: (poi mi interessa che tu abbia capito, dell'altro mi interessa molto meno)
o no?
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Re: Gioco al piede
Quacuno ha parlato di adulti che quando hanno tempo lo perdono scrivendo su questo forum.
Personalmente, credo che come adulti si stia dando proprio una cattiva immagine di se, litigiosi, cocciuti, ed estremi nella difesa delle proprie verità senza la pur minima apertura mentale e se io fossi un giovine, uhmmmm..., incomincerei a dubitare di questi grandi uomini di vita!
Un ragazzo con estrema semplicità ha evidenziato un proprio problema chiedendo ai forumisti se ci fosse qualcuno capace di offrire qualche consiglio.
Davvero pensate che il ragazzo (nell'epoca di internet e del libero web) non sappia che ci sono stage sul tema calci, se avesse un allenatore capace di farlo crescere nei calci non avrebbe chiesto un aiuto su questo forum, quindi, se ha ritenuto opportuno farlo un motivo ci sarà, non pensate?
Non solo nessuno ha cercato di contribuire con qualche suggerimento, ma all'unico tentativo in tal senso si è pensato bene di delegittimare chi ci ha aveva provato, povero ragazzo non capirà più nulla.
Bravi e che grandi psicologi!
Non mi è mai piaciuto parlare di me, non è per questo che mi sono iscritto a questo forum, ma ero un'apertura con un più che discreto gioco al piede, non ho mai fatto uno stage (ai miei tempi non c'erano, è la palla pesava decisamente di più, sopprattutto quando pioveva e s'inzuppava d'acqua ) e tutto quello che ho imparato l'ho imparato sui campi spesso facendo quanto suggerito nel mio commento, cioè provare, provare e riprovare e gli esercizi me li sono sempre costruiti a tavolino, simulando le azioni di gioco della partita della settimana prima, magari dove il mio calcio tattico non era stata abbastanza efficace o il mio piazzato laterale era uscito di un niente facendo perdera la mia squadra e il mio coach, al massimo, mi diceva dopo l'allenamento della squadra: tu fermati e vai a calciare un po' la palla. L'autodidattica ha accompagnato la crescita dei più grandi atleti in ogni sport e ad ogni livello e tale pratica non è in alcun modo antitetica alla formazione accademica e proposta da un istruttore preparato e buon docente, quando c'è, ma consente di consolidare quanto appreso in quei pochi e specialistici imput se e quando forniti da un esperto.
Quindi, è ovvio che se il ragazzo avrà l'opportunità di seguire stage, corsi o farsi affiancare da un tecnico specializzato non potrà che riceverne giovamento (se fosse già così, evidentemente, non avrebbe chiesto un aiuto sul forum), ma non possiamo far finta di dimenticare, noi adulti, che i corsi e gli stage costano, non sono gratis e, se all'estero, richiedono spese aggiuntive per il soggiorno, per il viaggio, insomma, noi adulti, dovremmo sapere come gira il mondo e, in particolare, il rugby in Italia, o no?
Quindi, che male c'è se il ragazzo si attrezzi con un po' di sana e creativa autodidattica, qualcuno di voi si è sentito forse defraudato del proprio ruolo o ha paura di perdere il posto nel proprio club, ma costa così tanto leggere e passare oltre, quando non si ha nulla da aggiungere?
Personalmente, credo che come adulti si stia dando proprio una cattiva immagine di se, litigiosi, cocciuti, ed estremi nella difesa delle proprie verità senza la pur minima apertura mentale e se io fossi un giovine, uhmmmm..., incomincerei a dubitare di questi grandi uomini di vita!
Un ragazzo con estrema semplicità ha evidenziato un proprio problema chiedendo ai forumisti se ci fosse qualcuno capace di offrire qualche consiglio.
Davvero pensate che il ragazzo (nell'epoca di internet e del libero web) non sappia che ci sono stage sul tema calci, se avesse un allenatore capace di farlo crescere nei calci non avrebbe chiesto un aiuto su questo forum, quindi, se ha ritenuto opportuno farlo un motivo ci sarà, non pensate?
Non solo nessuno ha cercato di contribuire con qualche suggerimento, ma all'unico tentativo in tal senso si è pensato bene di delegittimare chi ci ha aveva provato, povero ragazzo non capirà più nulla.
Bravi e che grandi psicologi!
Non mi è mai piaciuto parlare di me, non è per questo che mi sono iscritto a questo forum, ma ero un'apertura con un più che discreto gioco al piede, non ho mai fatto uno stage (ai miei tempi non c'erano, è la palla pesava decisamente di più, sopprattutto quando pioveva e s'inzuppava d'acqua ) e tutto quello che ho imparato l'ho imparato sui campi spesso facendo quanto suggerito nel mio commento, cioè provare, provare e riprovare e gli esercizi me li sono sempre costruiti a tavolino, simulando le azioni di gioco della partita della settimana prima, magari dove il mio calcio tattico non era stata abbastanza efficace o il mio piazzato laterale era uscito di un niente facendo perdera la mia squadra e il mio coach, al massimo, mi diceva dopo l'allenamento della squadra: tu fermati e vai a calciare un po' la palla. L'autodidattica ha accompagnato la crescita dei più grandi atleti in ogni sport e ad ogni livello e tale pratica non è in alcun modo antitetica alla formazione accademica e proposta da un istruttore preparato e buon docente, quando c'è, ma consente di consolidare quanto appreso in quei pochi e specialistici imput se e quando forniti da un esperto.
Quindi, è ovvio che se il ragazzo avrà l'opportunità di seguire stage, corsi o farsi affiancare da un tecnico specializzato non potrà che riceverne giovamento (se fosse già così, evidentemente, non avrebbe chiesto un aiuto sul forum), ma non possiamo far finta di dimenticare, noi adulti, che i corsi e gli stage costano, non sono gratis e, se all'estero, richiedono spese aggiuntive per il soggiorno, per il viaggio, insomma, noi adulti, dovremmo sapere come gira il mondo e, in particolare, il rugby in Italia, o no?
Quindi, che male c'è se il ragazzo si attrezzi con un po' di sana e creativa autodidattica, qualcuno di voi si è sentito forse defraudato del proprio ruolo o ha paura di perdere il posto nel proprio club, ma costa così tanto leggere e passare oltre, quando non si ha nulla da aggiungere?
È proprio vero che la maggior parte dei mali che capitano all'uomo sono cagionati dall'uomo.
Plinio il Vecchio
Non essendosi potuto fare in modo che quel che è giusto fosse forte, si è fatto in modo che quel che è forte fosse giusto.
Blaise Pascal
Nulla infonde più coraggio al pauroso della paura altrui.
Umberto Eco
Plinio il Vecchio
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Blaise Pascal
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Re: Gioco al piede
Quacuno ha parlato di adulti che quando hanno tempo lo perdono scrivendo su questo forum.
Personalmente, credo che come adulti si stia dando proprio una cattiva immagine di se, litigiosi, cocciuti, ed estremi nella difesa delle proprie verità senza la pur minima apertura mentale e se io fossi un giovine, uhmmmm..., incomincerei a dubitare di questi grandi uomini di vita!
Un ragazzo con estrema semplicità ha evidenziato un proprio problema chiedendo ai forumisti se ci fosse qualcuno capace di offrire qualche consiglio.
Davvero pensate che il ragazzo (nell'epoca di internet e del libero web) non sappia che ci sono stage sul tema calci, se avesse un allenatore capace di farlo crescere nei calci non avrebbe chiesto un aiuto su questo forum, quindi, se ha ritenuto opportuno farlo un motivo ci sarà, non pensate?
Non solo nessuno ha cercato di contribuire con qualche suggerimento, ma all'unico tentativo in tal senso si è pensato bene di delegittimare chi ci ha aveva provato, povero ragazzo non capirà più nulla.
Bravi e che grandi psicologi!
Non mi è mai piaciuto parlare di me, non è per questo che mi sono iscritto a questo forum, ma ero un'apertura con un più che discreto gioco al piede, non ho mai fatto uno stage (ai miei tempi non c'erano, è la palla pesava decisamente di più, sopprattutto quando pioveva e s'inzuppava d'acqua ) e tutto quello che ho imparato l'ho imparato sui campi spesso facendo quanto suggerito nel mio commento, cioè provare, provare e riprovare e gli esercizi me li sono sempre costruiti a tavolino, simulando le azioni di gioco della partita della settimana prima, magari dove il mio calcio tattico non era stata abbastanza efficace o il mio piazzato laterale era uscito di un niente facendo perdera la mia squadra e il mio coach, al massimo, mi diceva dopo l'allenamento della squadra: tu fermati e vai a calciare un po' la palla. L'autodidattica ha accompagnato la crescita dei più grandi atleti in ogni sport e ad ogni livello e tale pratica non è in alcun modo antitetica alla formazione accademica e proposta da un istruttore preparato e buon docente, quando c'è, ma consente di consolidare quanto appreso in quei pochi e specialistici imput se e quando forniti da un esperto.
Quindi, è ovvio che se il ragazzo avrà l'opportunità di seguire stage, corsi o farsi affiancare da un tecnico specializzato non potrà che riceverne giovamento (se fosse già così, evidentemente, non avrebbe chiesto un aiuto sul forum), ma non possiamo far finta di dimenticare, noi adulti, che i corsi e gli stage costano, non sono gratis e, se all'estero, richiedono spese aggiuntive per il soggiorno, per il viaggio, insomma, noi adulti, dovremmo sapere come gira il mondo e, in particolare, il rugby in Italia, o no?
Quindi, che male c'è se il ragazzo si attrezzi con un po' di sana e creativa autodidattica, qualcuno di voi si è sentito forse defraudato del proprio ruolo o ha paura di perdere il posto nel proprio club, ma costa così tanto leggere e passare oltre, quando non si ha nulla da aggiungere?
Personalmente, credo che come adulti si stia dando proprio una cattiva immagine di se, litigiosi, cocciuti, ed estremi nella difesa delle proprie verità senza la pur minima apertura mentale e se io fossi un giovine, uhmmmm..., incomincerei a dubitare di questi grandi uomini di vita!
Un ragazzo con estrema semplicità ha evidenziato un proprio problema chiedendo ai forumisti se ci fosse qualcuno capace di offrire qualche consiglio.
Davvero pensate che il ragazzo (nell'epoca di internet e del libero web) non sappia che ci sono stage sul tema calci, se avesse un allenatore capace di farlo crescere nei calci non avrebbe chiesto un aiuto su questo forum, quindi, se ha ritenuto opportuno farlo un motivo ci sarà, non pensate?
Non solo nessuno ha cercato di contribuire con qualche suggerimento, ma all'unico tentativo in tal senso si è pensato bene di delegittimare chi ci ha aveva provato, povero ragazzo non capirà più nulla.
Bravi e che grandi psicologi!
Non mi è mai piaciuto parlare di me, non è per questo che mi sono iscritto a questo forum, ma ero un'apertura con un più che discreto gioco al piede, non ho mai fatto uno stage (ai miei tempi non c'erano, è la palla pesava decisamente di più, sopprattutto quando pioveva e s'inzuppava d'acqua ) e tutto quello che ho imparato l'ho imparato sui campi spesso facendo quanto suggerito nel mio commento, cioè provare, provare e riprovare e gli esercizi me li sono sempre costruiti a tavolino, simulando le azioni di gioco della partita della settimana prima, magari dove il mio calcio tattico non era stata abbastanza efficace o il mio piazzato laterale era uscito di un niente facendo perdera la mia squadra e il mio coach, al massimo, mi diceva dopo l'allenamento della squadra: tu fermati e vai a calciare un po' la palla. L'autodidattica ha accompagnato la crescita dei più grandi atleti in ogni sport e ad ogni livello e tale pratica non è in alcun modo antitetica alla formazione accademica e proposta da un istruttore preparato e buon docente, quando c'è, ma consente di consolidare quanto appreso in quei pochi e specialistici imput se e quando forniti da un esperto.
Quindi, è ovvio che se il ragazzo avrà l'opportunità di seguire stage, corsi o farsi affiancare da un tecnico specializzato non potrà che riceverne giovamento (se fosse già così, evidentemente, non avrebbe chiesto un aiuto sul forum), ma non possiamo far finta di dimenticare, noi adulti, che i corsi e gli stage costano, non sono gratis e, se all'estero, richiedono spese aggiuntive per il soggiorno, per il viaggio, insomma, noi adulti, dovremmo sapere come gira il mondo e, in particolare, il rugby in Italia, o no?
Quindi, che male c'è se il ragazzo si attrezzi con un po' di sana e creativa autodidattica, qualcuno di voi si è sentito forse defraudato del proprio ruolo o ha paura di perdere il posto nel proprio club, ma costa così tanto leggere e passare oltre, quando non si ha nulla da aggiungere?
È proprio vero che la maggior parte dei mali che capitano all'uomo sono cagionati dall'uomo.
Plinio il Vecchio
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Umberto Eco
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- andrea12
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Re: Gioco al piede
ESATTO, grazie.Mad Max ha scritto:magari mi sbaglio, ma credo che quella frase non fosse rivolta a tutti...zorrykid ha scritto:siamo qua tra amici, te compreso.. poco bello dire: (poi mi interessa che tu abbia capito, degli altri mi interessa molto meno)
o no?
Il buon Calep è davvero incredibile e addirittura comico quando chiude dicendo:"Quindi, che male c'è se il ragazzo si attrezzi con un po' di sana e creativa autodidattica, qualcuno di voi si è sentito forse defraudato del proprio ruolo o ha paura di perdere il posto nel proprio club, ma costa così tanto leggere e passare oltre, quando non si ha nulla da aggiungere?".
Di sicuro saprà tutto e meglio di tutti in fatto di rugby, per il resto è già diventato patetico.
Mi asterrò, d'ora in poi, di intervenire quando presumo la sua presenza.
-
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Re: Gioco al piede
anch'io cerco di attenermi a questa massima, ma certe volte passa il segno e parte l'embolo...andrea12 ha scritto: Di sicuro saprà tutto e meglio di tutti in fatto di rugby, per il resto è già diventato patetico.
Mi asterrò, d'ora in poi, di intervenire quando presumo la sua presenza.
"f*** russians", said the English Fly-half just after being neck-tackled by the russian flanker
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Re: Gioco al piede
Non c'è peggior sordo di chi non voglia sentireandrea12 ha scritto:ESATTO, grazie.Mad Max ha scritto: magari mi sbaglio, ma credo che quella frase non fosse rivolta a tutti...
Il buon Calep è davvero incredibile e addirittura comico quando chiude dicendo:"Quindi, che male c'è se il ragazzo si attrezzi con un po' di sana e creativa autodidattica, qualcuno di voi si è sentito forse defraudato del proprio ruolo o ha paura di perdere il posto nel proprio club, ma costa così tanto leggere e passare oltre, quando non si ha nulla da aggiungere?".
Di sicuro saprà tutto e meglio di tutti in fatto di rugby, per il resto è già diventato patetico.
Mi asterrò, d'ora in poi, di intervenire quando presumo la sua presenza.
Il trionfo dell'autodidatta (esempio reale di come un metodo, anzi il metodo più elementare al mondo, possa risultare moooolto efficace, molto meglio di tante, troppe, parole al vento per esemplificare il concetto )
http://www3.lastampa.it/sport/sezioni/golf/lstp/449551/
È proprio vero che la maggior parte dei mali che capitano all'uomo sono cagionati dall'uomo.
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Re: Gioco al piede
Bubba, il grande eretico dello swing
Vuoi andare a destra? Tira a sinistra
Milano, 10 aprile 2012
Bubba Watson è l’uomo che non ti aspetti, quello che ha portato al trionfo al Masters di Augusta il golf poco ortodosso, i colpi "alternativi", uno swing forse brutto da vedere ma tremendamente efficace. Nelle ultime due stagioni ha guadagnato oltre 6 milioni di dollari, investiti in parte per realizzare il suo sogno: comprarsi la “Generale Lee”, l’auto originale del telefilm Hazzard
L’anti-divo con la Green Jacket. Bubba Watson è l’uomo che non ti aspetti, quello che ha portato al trionfo al Masters di Augusta il golf poco ortodosso, dei colpi di classe e di genio (vedi il secondo tiro alla buca 10 dello spareggio con Oosthuizen), dell’uomo tutto casa, chiesa e golf, di quello che il giorno dopo aver conquistato il primo Major della sua carriera festeggia “il cambio del primo pannolino” di Caleb, il figlio che ha adottato due settimane fa con la moglie Angie. Ecco il nuovo eroe del green.
i sogni e la fama — “Nei miei sogni non sono mai arrivato così lontano da vincere un Masters - ha detto il 33enne Gerry Lester Watson Jr, questo il nome completo di Bubba -. Famoso? Non voglio essere famoso, voglio solo continuare ad essere me stesso e a giocare a golf”. Watson, che con la vittoria ad Augusta è salito al 4° posto del ranking mondiale, diventando lo statunitense meglio piazzato, famoso in realtà lo è già da un po’: professionista dal 2003 è uno dei giocatori più popolari del Pga Tour, soprattutto per la sua simpatia e per il suo stile non convenzionale che lo porta, ad esempio, adavere un driver rosa. Ha fatto un primo salto di qualità nel 2010, quando ha perso il Pga Championship allo spareggio contro Martin Kaymer e si è guadagnato una convocazione per la Ryder Cup. Nelle ultime due stagioni ha guadagnato oltre 6 milioni di dollari, investiti in parte per realizzare il suo sogno: comprarsi la “Generale Lee”, l’auto originale del telefilm Hazzard (serie andata in onda negli usa dal 1979 al 1985) di cui fa sfoggio nella foto profilo su Twitter. Proprio attraverso il social network Bubba ha conquistato parte della sua fama: da sempre risponde ad ogni menzione dei fans (sono diventati oltre 475mila dopo la vittoria ad Augusta) e nemmeno dopo il Masters ha fatto eccezione.
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Milano, 10 aprile 2012
Bubba Watson è l’uomo che non ti aspetti, quello che ha portato al trionfo al Masters di Augusta il golf poco ortodosso, i colpi "alternativi", uno swing forse brutto da vedere ma tremendamente efficace. Nelle ultime due stagioni ha guadagnato oltre 6 milioni di dollari, investiti in parte per realizzare il suo sogno: comprarsi la “Generale Lee”, l’auto originale del telefilm Hazzard
L’anti-divo con la Green Jacket. Bubba Watson è l’uomo che non ti aspetti, quello che ha portato al trionfo al Masters di Augusta il golf poco ortodosso, dei colpi di classe e di genio (vedi il secondo tiro alla buca 10 dello spareggio con Oosthuizen), dell’uomo tutto casa, chiesa e golf, di quello che il giorno dopo aver conquistato il primo Major della sua carriera festeggia “il cambio del primo pannolino” di Caleb, il figlio che ha adottato due settimane fa con la moglie Angie. Ecco il nuovo eroe del green.
i sogni e la fama — “Nei miei sogni non sono mai arrivato così lontano da vincere un Masters - ha detto il 33enne Gerry Lester Watson Jr, questo il nome completo di Bubba -. Famoso? Non voglio essere famoso, voglio solo continuare ad essere me stesso e a giocare a golf”. Watson, che con la vittoria ad Augusta è salito al 4° posto del ranking mondiale, diventando lo statunitense meglio piazzato, famoso in realtà lo è già da un po’: professionista dal 2003 è uno dei giocatori più popolari del Pga Tour, soprattutto per la sua simpatia e per il suo stile non convenzionale che lo porta, ad esempio, adavere un driver rosa. Ha fatto un primo salto di qualità nel 2010, quando ha perso il Pga Championship allo spareggio contro Martin Kaymer e si è guadagnato una convocazione per la Ryder Cup. Nelle ultime due stagioni ha guadagnato oltre 6 milioni di dollari, investiti in parte per realizzare il suo sogno: comprarsi la “Generale Lee”, l’auto originale del telefilm Hazzard (serie andata in onda negli usa dal 1979 al 1985) di cui fa sfoggio nella foto profilo su Twitter. Proprio attraverso il social network Bubba ha conquistato parte della sua fama: da sempre risponde ad ogni menzione dei fans (sono diventati oltre 475mila dopo la vittoria ad Augusta) e nemmeno dopo il Masters ha fatto eccezione.
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Re: Gioco al piede
io alleno i ragazzi under 14 del vasari rugby arezzo,imbattuti in toscana e su un buon livello nazionale,tanto da andare al torneo Six Fours e piazzarsi al 5°posto su 24 squadre pur essendo loro tutti 98 in un torneo dove gli avversari erano tutti 97.non dico questo per farmi una sega ma per inquadrare il problema.Innanzi tutto se c'è una cosa dove hanno subito in francia è stato sul gioco al piede, utilizzato in qualità ed in quantità, tanto che ad un certo punto il loro torneo è stato interrotto dal fatto che i padroni di casa, han piazzato dei calci che hanno fatto la differenza di punteggio finale( le mete le avevano pareggiate).I miei si sono distinti in toscana( pur essendo criticati dai selezionatori regionali per questo motivo) dalla qualità del gioco al piede( piazzati e drop da 35-40 metri,uso tattico del piede).In Francia però hanno avuto maggiore difficoltà giocando col pallone n°5 anzichè il 4° come in Italia.E nella partita che ha fatto la differenza il 10 francese resosi conto della buona organizzazione difensiva della linea,ha usato il grubber in modo scentifico avevdo capito che noi non avevamo una buona 2da linea di difesa,causa forse il fatto che in italia giochiamo senza flanker( si gioca in 15 in francia,in 13 in Italia),per cui il nostro 9°anzichè fare la seconda linea di difesa andava a far pressione al posto del 7 sul 10 avversario.
Ho fatto questa premessa per dire che l'estate scorso, in 8 sono andati a fare lo stage di Jean Luc Sans, e ne sono tornati trasformati per quanto riguarda l'utilizzo del gioco al piede. è anche vero che ad arezzo ora abbiamo proprio la fortuna di avvalerci della collaborazione di Sans, ma vi assicuro che il salto l'hanno fatto durante quello stage.ovviamente,nel prosecuio della stagione, a fine allenamenti,si sono sempre fermati spontaneamente ad allenarsi su quanto avevano appreso in estate.vi assicuro che se vedete come calcio io, è evidente che non possono avere imparato da me!!!!!!!!!!!!!!!!
Ho fatto questa premessa per dire che l'estate scorso, in 8 sono andati a fare lo stage di Jean Luc Sans, e ne sono tornati trasformati per quanto riguarda l'utilizzo del gioco al piede. è anche vero che ad arezzo ora abbiamo proprio la fortuna di avvalerci della collaborazione di Sans, ma vi assicuro che il salto l'hanno fatto durante quello stage.ovviamente,nel prosecuio della stagione, a fine allenamenti,si sono sempre fermati spontaneamente ad allenarsi su quanto avevano appreso in estate.vi assicuro che se vedete come calcio io, è evidente che non possono avere imparato da me!!!!!!!!!!!!!!!!
se il rugby è una metafora della vita, e la vita è una ruota, sono al terzo giro, il primo da giocatore, il secondo da allenatore, il terzo da genitore..
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Re: Gioco al piede
Non vorrei aver fatto registrare dai miei commenti la mia contrarietà allo stage segnalato, piuttosto che alla formazione istituzionale più in generale, nulla di ciò ed a dimostrazione ed integrazione del tuo commento, allego a puro scopo informativo ( per chi ne fosse interessato) il link del sito web: http://www.cad-deb.com, un link dimostrativo da you tube:bep68 ha scritto:io alleno i ragazzi under 14 del vasari rugby arezzo,imbattuti in toscana e su un buon livello nazionale,tanto da andare al torneo Six Fours e piazzarsi al 5°posto su 24 squadre pur essendo loro tutti 98 in un torneo dove gli avversari erano tutti 97.non dico questo per farmi una sega ma per inquadrare il problema.Innanzi tutto se c'è una cosa dove hanno subito in francia è stato sul gioco al piede, utilizzato in qualità ed in quantità, tanto che ad un certo punto il loro torneo è stato interrotto dal fatto che i padroni di casa, han piazzato dei calci che hanno fatto la differenza di punteggio finale( le mete le avevano pareggiate).I miei si sono distinti in toscana( pur essendo criticati dai selezionatori regionali per questo motivo) dalla qualità del gioco al piede( piazzati e drop da 35-40 metri,uso tattico del piede).In Francia però hanno avuto maggiore difficoltà giocando col pallone n°5 anzichè il 4° come in Italia.E nella partita che ha fatto la differenza il 10 francese resosi conto della buona organizzazione difensiva della linea,ha usato il grubber in modo scentifico avevdo capito che noi non avevamo una buona 2da linea di difesa,causa forse il fatto che in italia giochiamo senza flanker( si gioca in 15 in francia,in 13 in Italia),per cui il nostro 9°anzichè fare la seconda linea di difesa andava a far pressione al posto del 7 sul 10 avversario.
Ho fatto questa premessa per dire che l'estate scorso, in 8 sono andati a fare lo stage di Jean Luc Sans, e ne sono tornati trasformati per quanto riguarda l'utilizzo del gioco al piede. è anche vero che ad arezzo ora abbiamo proprio la fortuna di avvalerci della collaborazione di Sans, ma vi assicuro che il salto l'hanno fatto durante quello stage.ovviamente,nel prosecuio della stagione, a fine allenamenti,si sono sempre fermati spontaneamente ad allenarsi su quanto avevano appreso in estate.vi assicuro che se vedete come calcio io, è evidente che non possono avere imparato da me!!!!!!!!!!!!!!!!
http://www.youtube.com/watch?v=K8bVPJv1 ... creen&NR=1, segnalando, infine, che il costo settimanale si aggirava intorno ai 500 euro (se ricordo bene).
Quello che sarei curioso di valutare, invece, di questi 8 giovani da te segnalati, come a seguito della loro applicazione più autodidattica (se mi è permesso così chiamarlo il lavoro individualmente svolto da ogni ragazzo con continui esercizi sui calci, come da te precisato ) successiva alla formazione ricevuta nella settimana di stage, si sia evoluta la loro capacità di esecuzione dei calci. Sono sicuro che tra loro ci sarà chi avrà saputo acquisire dall'esercitazione individuale maggiori spunti di miglioramento perchè capace di maggiore autocritica e, quindi, sfruttare meglio l'analisi del gesto tecnico eseguito per introdurre autonomamente grasdi e livelli di correzione del gesto ed altri che, meno capaci di ciò, saranno rimasti più agganciati e, quindi, fermi, all'elementari istruzioni impartite nello stage.
Questo per dire che in ogni atleta, in ogni sportivo, ma, in fondo, in ogni persona la capacità di lavorare sui se stessi è fondamentale per migliorarsi perchè i momenti accademici di formazione sono, inevitabilmente, ridotti rispetto al tempo che individualmente ognuno di noi può dedicare a se stessi.
In questo senso, ritenevo e ritengo l'autodidattica un valore aggiunto a cui potersi aggrappare per migliorarci continuamente senza, per questo, considerare la formazione guidata da docenti qualche cosa di inutile o tantomeno dannoso, sia chiaro
È proprio vero che la maggior parte dei mali che capitano all'uomo sono cagionati dall'uomo.
Plinio il Vecchio
Non essendosi potuto fare in modo che quel che è giusto fosse forte, si è fatto in modo che quel che è forte fosse giusto.
Blaise Pascal
Nulla infonde più coraggio al pauroso della paura altrui.
Umberto Eco
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Re: Gioco al piede
io sono stato anche alpinista prima e istruttore di alpinismo poi( quindi uno sport che più individuale non ce n'è ) e questo per fare un parallelo che può sembrare assurdo ma che a mio avviso non lo è: in primis ci vogliono le motivazioni( se mandi un ceppo a fare lo stage ti ritorna che è un ceppo..), poi ci vuole qualcuno che ha l'esperienza per darti poche, ma chiare, comprensibili e applicabili "dritte".dopodichè ci vuole il lavoro, lavoro, lavoro..l'alpinista deve avere tanto ma tanto fiato, inoltre a livello di muscoli,tendini ecc ecc o è allenato, o cade( ogni buon alpinista che sia anche un rocciatore fa trazioni tutti i giorni..)
se il rugby è una metafora della vita, e la vita è una ruota, sono al terzo giro, il primo da giocatore, il secondo da allenatore, il terzo da genitore..