Radagast ha scritto: ritenete che un ragazzino che ha già vissuto una "vita" (dalla u6 alla u16) da atleta "agonista" abbia voglia di immergersi ulteriormente nell'impegno?
Interessante considerazione.
Temo si sia introdotta, da qualche anno ormai, una pericolosa deriva rappresentata dall'avvicinamento sempre più precoce allo sport in generale dei figli di genitori alla ricerca spasmodica di un impegno a tutto tondo nella giornata che vede sempre più bambini, da poco non più in fasce (

), in tour de force giornalieri caraterizzati dalla scuola alla mattina e primo pomeriggio del tempo pieno(questa, ovviamente, non può mancare, ci mancherebbe altro!), corso di lingue al pomeriggio (non sanno neanche scrivere, magari, ma sono già iscritti ad inglese

), catechismo che non se ne può certo fare a meno, lo sport preferito, un secondo sport piuttosto che scuola di musica (non si sa mai!?), merenda e piccolo passaggio con joystick prima di finire stremati a letto.
Io che non sono più giovanissimo, ricordo che finita la scuola si passava il pomeriggio in oratorio (i più fortunati) piuttosto che nella vietta chiusa a sbucciarci le ginocchia con i propri coetanei almeno fino a 10 anni circa e solo dopo ci si avvicinava ad uno sport organizzato.
Certo, pensare di tornare indietro mi sembra impossibile, tra l'altro lo sport performante è cominciato piuttosto presto in molti paesi
occidentali oramai e sempre più spesso si assiste a giovani, anzi giovanissimi sportivi ad alti livelli di competizione in molte discipline.
Rimane un grosso problema per molti giovani che desiderano avviarsi verso l'agonismo, diventare performanti abbastanza presto (come sempre più spesso si è sollecitato dal sistema, che piaccia o meno) e rimanere performanti per molto tempo non è da tutti e spesso si assiste, come da te ricordato, a precoci abbandoni proprio quando un giovane adolescente dovrebbe fare il salto di qualità.
Purtroppo, mi sa che è proprio il mondo d'oggi
