Didattica e Rugby

Sezione dedicata a discussioni sulle problematiche legate all'allenamento ed alla didattica del rugby.

Moderatore: Emy77

pilonefrustato
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Re: Didattica e Rugby

Messaggio da pilonefrustato » 1 giu 2011, 12:43

andrea12 ha scritto:Per i Club di eccellenza, quelli che hanno un budget che generalmente coinvolge qualche milione di euro, io credo si possa applicare anche una ulteriore obbligatorietà: quella di formare delle franchigie giovanili (magari per macroaree) e obbligare queste franchigie ad almeno 15 partite internazionali/anno (pena esclusione eccellenza o impossibilità regolamentare ad entrarvi), dall'U.16 compreso, in su (U.16, U.17 e U.18/19 o youth).
In questo modo a moltissimi giovani verrebbe offerta una occasione di esperienze notevole, sia sotto il profilo della comprensione del gioco, delle necessità sportive in generale, ma anche di competenza, che di tipo tecnico/relazionale per i coach. Ovviamente con team designati, perchè no, da IRB, per un campionato tipo Magners ma di anno in anno variabile: per esempio: quest'anno l'Italia con la Francia e l'Inghilterra con l'Irlanda e Galles-Scozia. Il prossimo anno l'Italia con Scozia, piuttosto che con Irlanda, e così via,
In 4 anni, un ragazzo di 16 anni arriva in youth con una competnza internazionale di tutto prestigio......e i suoi allenatori anche
Buon rugby
sarebbe bello
ma ti rendi conto quanto può costare

per ogni under 200000 euro di media un po' troppo anche per chi a soldi e poi per molti far crescere l'erba del vicino non conviene
(15 trasferte per 30 persone all'estero per un minimo di 400 euro a persona + varie ed eventuali)

penso che non bisogna allenarci al rugby internazionale, ma fortificare e incrementare il nazionale

poi le selezioni regionali, le accademie e le nazionali faranno fare le esperienze come già fanno magari incrementandole

i numeri sono ancora bassi e i soldi sono pochi

pilone ragioniere

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andrea12
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Re: Didattica e Rugby

Messaggio da andrea12 » 1 giu 2011, 17:18

Forse non mi sono spiegato o non l'ho detto precedentemente (ma in moltissimi altri post SI):
le Accademie non servono e costano circa 1.500.000 l'una, che moltiplicato 3 (lascia pure quella di Tirrenia che ha diversi obiettivi e finalità) fa una cifra molto considerevole.
Vuoi dire che con quasi 5.000.000 di euro in più, non riesci a sovvenzionare una 15ina di squadre?, magari in forma di rimborso al 60% delle spese vive (quelle vere, non quelle che servono per ottenre fatture da scaricare poi)? In più, se sei in grado (non noi come privati cittadini e tesserati, ma le Federazioni si) di "vendere" l'evento in modo adeguato, io credo che ci potrebbero anche essere degli utili
Come per l'economia, i soldi ci sono; anzi, ce ne sono molti di più di 10 anni fa. Il problema non sta nella quantità ma nel "come" vengono gestiti e distribuiti. L'accentramento e la privatizzazione dei capitali comporta maggiori povertà inflazionate e collettive (ma questo non lo scopro nè io nè te, adesso)
Buon rugby

bibi01
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Re: Didattica e Rugby

Messaggio da bibi01 » 2 giu 2011, 14:22

E' la prima volta che intervengo su forum però questo è un'argomento che mi sta molto a cuore, visto che alleno in under 12. L'idea della franchigia, ma più in generale della collaborazione tra le società, mi sembra molto utopistica. Qui in Veneto ogni società ha una sua linea, la considera migliore alle altre e non ama essere messa in discussione. Il risultato è che in under 12 giocano ragazzini che tra 2/3 anni saranno stanchi di questo gioco perchè hanno passato il tempo a schierarsi come in Celtic e pulire la palla come nel Tri nation.

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andrea12
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Re: Didattica e Rugby

Messaggio da andrea12 » 2 giu 2011, 20:44

Ma infatti, Bibi, questo che sottolinei tu, non è solo un rischio già annunciato ma un effetto di mancanza di educazione. E con questo presupposto, non potremo mai pensare ai numeri (la qualità viene sempre dopo i numeri)
Ti dirò anche, che il nostro modello è talmente unico (e per fortuna del RUGBY) che ci sono i Paesi anglosassoni in cui quasi tutti i giocatorini di rugby giocano anche a calcio, e a scuola fanno un sacco di altre attività (formative ed educative); ma non in antitesi. Tutto diventa complementare; alcuni esempi: il ragazzino iscritto al Rugby Club gioca anche a scuola il rugby scolastico e nei due giorni liberi gioca a calcio. Significa, tanto per chiarire piccole discordanze: la priorità è della scuola sulla federazione e in più, c'è l'accordo tra club (Rugby e Football) di fare allenare Pierino 2 giorni col rugby e 2 giorni a football. Se sabato c'è concomitanza tra torneo union, scuola-federazione, si gioca con la scuola, sabato dopo giocherà con la federazione/Club. Il Paese di 500 abitanti ha mediamente 500 tesserati-praticanti che praticano e frequentano il campo di rugby e quello di football. Intorno ai 17 anni bisogna comunque scegliere.
Buon rugby

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andrea12
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Re: Didattica e Rugby

Messaggio da andrea12 » 19 giu 2011, 10:13

A seguito della ulteriore sconfitta azzurra WRC U.20, nella sezione dedicata ho postato il seguente commento:

Io credo che per noi sia necessario, al di là delle critiche e dei commenti, che vanno benissimo ma non sono costruttivi, in più ce li siamo già detti tutti, valutare non solo la bontà o meno (mi sembra che anche questo sia già stato trattato) delle Accademie, del progetto didattico ed educativo e del nostro rugby in generale, ma a anche e sopratutto il motivo di una didattica che , personalmente ritengo valida , ma solo sulla carta. Mi spiego meglio: questa ennesima debacle, dovrebbe portarci non tanto a ragionare sui motivi della sconfitta generale (diventerebbe pura accademia senza avere tutti i dati del problema), quanto piuttosto sulla didattica del rugby. Io non credo che il problema stia nel cosa non facciamo, ma nel come lo facciamo. Una faccenda molto simile avviene nella scuola italiana: si ritiene che gli studenti debbano essere dei sacchi di patate da riempire di conoscenze, dimenticandosi che con quelle conoscenze non arrivano neppure all'angolo della strada e con l'autonomia ideologica neppure fuori di casa . Questo sta a significare che bisogna cambiare un atteggiamento che deve permettere un cambio di indirizzo didattico: da istruttivo e contenutistico deve diventare di comprensione e critica. Diversamente non possiamo pensare alla competenza (cultura, per il mondo scolastico) ma rimaniamo ad un livello medio/buono di istruzione (ripetizione di consocenze fine a sè stesse, per la scuola e autoreferenziale in generale). Mi sembra che i due piani siano allo stesso livello. Di questo sono convinto, da circa 10/15 anni perchè i due sistemi (Scuola e Federazione) non hanno saputo e voluto, sopratutto, aggiornarsi in chiave globale.
Il rugby Francese, che peraltro è latino e quindi molto trasferibile nella nostra realtà sociale e mentale, ormai da più di 15 anni si è dato alcune impostazioni che nulla hanno a che fare con l'insegnamento delle conoscenze (che peraltro avviene comunque ma in seconda o terza fase) e noi che ora, non 10 anni fa, abbiamo adottato una didattica simile (i malpensanti come me dicono scopiazzata da quella francese, ma mi va bene perchè l'apprezzo), non siamo in grado di trasferirla perchè non solo non la sentiamo nostra, ma perchè non siamo mai passati (e questo è un problema tutto e solo italiano) dalla consapevolezza delle scelte, anche attraverso un dibattito culturale che porta inevitabilmente (anche se in chiave dialettica) alla metabolizzazione di principi e motivi di formazione/educazione.
Non voglio continuare perchè credo che interesserà a pochi, però, anche se in evidente minoranza , credo che questo sia il vero e unico problema del nostro sistema rugby.


Poichè mi sembrava che il dibattito in questa sezione fosse partito decisamente bene, come ulteriore argomento di confronto, si potrebbe ripartire da qui. Buon rugby

jentu
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Re: Didattica e Rugby

Messaggio da jentu » 19 giu 2011, 17:13

Alcune considerazioni:
nelle scuole italiane non si fa sport, anzi per alcuni versi lo sport è osteggiato. Purtroppo con l'andazzo che c'è sarà un lusso solo pensare che avremo una scuola di qualità nel prossimo futuro e quindi il discorso diventa quello per cui le società si armano di tecnici con tanto tempo a disposizione, ma di varia qualità che girano per le scuole e propongono l'inserimento del rugby nei vari POF (offerta formativa) scolastici.
Poi il ragazzo se va bene arriva al campo questo prevede la presenza di genitori illuminati - non solo per il rugby, ma che pensano che i ragazzi debbano fare sport a discapito del loro sonno della domenica mattina o del giro all'outlet (il non luogo per eccellenza). Ma se il ragazzo/bimbo arriva al campo, come fa la società di calcio, rugby o altro a lasciarsi scappare la retta d'iscrizione? e se magari sceglie di fare l'altro sport?
Allora è meglio farli candire in un ambiente dove, a parte la qualità, non c'è quasi mai la misura ottimale di 1 educatore ogni 10/12 bambini.
Poi nasce nel nostro sport il problema della qualità ed allora chiediamoci quanti giocatori scelgono di rimanere nel rugby? e se si, si mettono in discussione rispetto all'evoluzione che il nostro sport ha avuto in Italia e nel mondo? e se si si aggiornano o hanno l'occasione di aggiornarsi?
Guardate che al di la di tutto il nuovo modo di formare gli allenatori di 1° livello con corsi che prevedono l'acquisizione di crediti formativi è stat davvero una buona idea della FIR, casomai si dovrebbe fare una varifica su come viene applicata nelle varie parti d'Italia. Mi dispiace che nel progetto rugby di base di quest'anno non ci sia il parziale rimborso per il costo di formazione di allenatori di !° livello com'è stato quest'anno. In tal modo si ridurrebbero gli "inventati" che fanno gli educatori nella propaganda dove alcuni gesti di base (placcaggio in primis, ma anche battere l'avversario e iniziare a passere il pallone in maniera efficace) vanno insegnati.
Infine vorrei chiudere per ora sulla sciocchezza della selezione dei giocatori basata solo sul fisico e sulla distruzione operata nella programmazione delle atività giovanili delle società che la fanno - perchè tante società fanno solo finta di farla - dalla continua modilica della struttura delle categiorie e del settore giovanile e di propaganda. Quest'anno ci è stato realmente difficile scambiare visite con le società francesi, addirittura cambiare regione per andare a giocare nella regione limitrofa...
In ultimo gli arbitri - ma non per lamentarsi su una partita, ma sull'impostazione che viene loro data nell'arbitraggio dai formatori e dai tutor quando ci sono - non è possibile che si permetta a tutti i livelli e contro le indicazioni del Board dell'IRB di consentire alle squadre di uccidere il gioco: chi arbitra deve tutelere sempre la volontà di giocare!
Non solo, ma dovrebbero anche tenere a mente un vecchio adagio anglosassone "Less is better", meno si fischia nel rispetto delle regole e valutando l'essenza del fallo nellla sua influenza nel gioco e meglio è.

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andrea12
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Re: Didattica e Rugby

Messaggio da andrea12 » 23 giu 2011, 16:13

Ho dimenticato una cosa molto importante del rugby gallese: nelle scuole si gioca moltissimo a seven, nel club si gioca sopratutto union ma anche league e anche seven. La media è di oltre 30 match/anno, senza contare tournee, mini tornei locali o partecipazione a tornei internazionali

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Re: Didattica e Rugby

Messaggio da pilonefrustato » 24 giu 2011, 11:24

andrea12 ha scritto:Ho dimenticato una cosa molto importante del rugby gallese: nelle scuole si gioca moltissimo a seven, nel club si gioca sopratutto union ma anche league e anche seven. La media è di oltre 30 match/anno, senza contare tournee, mini tornei locali o partecipazione a tornei internazionali

COME AL SOLITO LA DIFFERENZA LA FA' IL VISSUTO

perchè non organizzare allora campionati estivi (non tornei) di rugby seven, legue o union per le giovanili e i settori propaganda
oppure
fare campionati estivi e campionati invernali per non lasciare il rugby nei mesi estivi al caso e alla voglia di pochi, si eviterebbe una parte dell'abbandono, e si continuerebbe il reclutamento di ragazzi anche d'estate

grazie al clima che abbiamo in italia non sarebbe il caso di sfruttarlo anche d'estate?

Radagast
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Re: Didattica e Rugby

Messaggio da Radagast » 24 giu 2011, 11:55

Credo di capire che la percezione di un problema "superiore" alle semplici scelte della FIR si stia diffondendo..
Scuola e ancor prima Società (famiglia inclusa) sono purtroppo contagiate da modelli e stili che poco hanno a che fare con
la progettazione e la realizzazione dei percorsi educativi (umani, scolastici e sportivi) dei ragazzi.

La realtà drammatica che dobbiamo affrontare ogni giorno che contro il modello televisivo e spesso scolastico
difficilmente si riesce a lottare efficacemente con solo 4/6 ore alla settimana

se spesso il danno è visibile sin dall'infanzia relativamente a motricità o educazione alimentare quando ci inoltriamo in aree
più critiche e spesso pericolose in quanto zone di forte inadeguatezza "filosofica" quali competitività sociale meritocrazia motivazioni...
i danni prodotti dall'ambiente diventano permanenti
Immagine
…. perché chi combatterà ivi sarà per noi per sempre fratello e, per quanto sia di umile campionato,
questo giorno lo eleverà al disopra di qualsiasi professionista..

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andrea12
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Re: Didattica e Rugby

Messaggio da andrea12 » 4 lug 2011, 10:43

Quello che sottoscrive Radagast, io lo quoto in toto. E' proprio un problema culturale e sociale proprio perchè il rugby ha come forma di espressione il gioco ma sostanzialmente è una filosofia di vita.
Però, io credo che se già da U.10/12 i ragazzi giocassero di più, probabilmente in un momento "naturalmente" formativo (non c'è bisogno di tirare in ballo Piaget o altri pedagogisti) i risultati poi sarebbero molto più confortanti, anche sotto il profilo della crescita umana individuale e collettiva dei ragazzini (e si spera anche degli allenatori). Cioè: io credo che con 2 allenamenti settimana, si possa fare del grandissimo mini rugby. Però è inutile vedere che nell'oretta abbondante di rugby, la palla in mano ce l'hanno poco, di giri di corsa ne fanno troppi, di momenti di pontificato in spiegazioni tecnico scientifiche i ragazzi ne hanno le palline piene, di freddo per interruzioni, spiegazioni importanti e chiarimenti, ne prendono una barca (d'inverno sopratutto). SE non fanno come vuole l'allenatore si gioca pochissimo; se giocano, gli è già stato già spiegato come e cosa devono fare; si continua a dividere la parte atletica dalla parte tecnica.................insomma ragazzi. Ma è possibile che noi adulti queste cose non le capiamo? Ma la gioia di giocare, di uscire dopo un'ora di gioco e di divertimento, quando se la prendono? Ma li vedete i ragazzini negli spogliatoi? SE fanno casino e imbrattano dappertutto è perchè sono annoiati e non si sono stancati a sufficienza.
SE guardano in giro o si tirano la terra è perchè sono annoiati.
Questi, di qualità, così, non ne faranno mai
Buon rugby

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Re: Didattica e Rugby

Messaggio da andrea12 » 28 lug 2011, 16:09

Leggendo e cazzeggiando fra i vari thread mi rendo conto che esistono dei preconcetti e dei clichet in uso quasi dappertutto, e che purtroppo sono ancora in uso senza possibilità di variazione:
1) Il rugby è una cosa, e la preparazione fisica è un'altra;
2) maggiore è il numero di allenamenti settimanali, più alta è la qualità del rugby che ne scaturisce;
3) fino ad una certa età si devono divertire (i ragazzini); poi devono lavorare (quelli più grandi);
3) chi si allena 2 volte/settimana (sul campo) non fa niente;
4) lo psicologo è una cazzata di cui il rugby non ha bisogno;
5) "io sono poco democratico, quindi si fa così:.......";
6) "tu sbagli questo.....lo devi fare così........";
7) se non si fanno le skill correttamente: PUNIZIONE FISICA: 30 piegamenti, oppure 20 balzi, oppure 3 giri di corsa, ecc;
8) "la smetti di venire qui a dare fastidio? Guarda che ti mando via..........";
9) tempi lun ghissimi, sopratutto nell'avviamento mororio senza pallone in mano;
10) materiali scadenti e mal tenuti;
.............meglio non andare avanti
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