supercaponez ha scritto:[
non ti posso dire cosa sucede da Caltanisetta a Bolzano, ma ti posso dire cosa succede da noi, e sono sicuro che non siamo ne più intelligenti di altri, ne più fortunati, forse lavoriamo per il rugby.
Ebbene, lo scorso anno under 8, under 10 coon due squadre, under 12 spesso con due squadre, under 14 sempre con due squadre, under 16 giusta. Quest'anno under 6, under 8, under 10, under 12, 2 under 14, una under 16 con numeri alti, under 18 in franchigia, inizio della seniores (forse il prossimo anno sarà under 23) alcune under 14 femminile due under 16 femminili, un tuttoraggio con una scuola.
Non trovo il tempo di vedere cosa succede al di fuori, però forse la domanda è perchè al difuri non ci si riesce?
Azzardo.
situazone culturale: in abruzzo il rugby ha storicamente sempre avuto buon attecchimento
situazione infrastrutturale: Il vostro impianto è una favola. Il sostegno a livello istituzionale c'è evidentemente stato.
situazione strategica iniziale: partire dal basso ha evidenti vantaggi derivanti dal dover impiegare tutte le risorse in una unica direzione (anche ad Ascoli sono partiti dalle scuole e i risultati sono notevoli).
situazione economica: sostenere tutto quel popò di squadre non è un impegno economico di poco conto (per non parlare della necessaria disponibilità di tecnici, accompagnatori eccetera..)
Poi, ovviamente, c'è da aggiungere l'abilità personale dei dirigenti e dei tecnici, in grado di attuare una strategia ottimale per la zona e ottenere in breve tempo buoni risultati.
Ma non ovunque è facile trovare una simile sinergia.
In alcune zone mancano strutture, mancano sponsor, mancano risorse umane.
Quelli che ci si dedicano si trovano, spesso, a dover sbatttere il naso contro il muro di gomma istituzionale.
Spesso devono fare delle scelte dettate dalla mancanza dell'ubiquità.
Spesso devono fare i conti con un ambiente diffidente verso il rugby, quando non apertamente contrastati.
Nelle marche, per esempio, il proliferare di società nuove ha portato a una maggiore diffusione di notizie relative al rugby ma, giocoforza, una maggiore dispersione di risorse (economiche e non). Dove si parte dall'alto i tempi si allungano per forza.
Si fa un passo alla volta. Si fa collimare le esigenze di una prima squadra che HA IL DIRITTO DI ESISTERE con la necessita di costruire un vivaio. SI cerca di fare le cose sempre al meglio per farsi notare dall'opinione pubblica e dagli sponsor. Si cerca di bussare sempre più insistentemente alle porte dei sempre stranamente sordi politici di turno.
Si investono soldi personali.
Si sottrae tempo al lavoro e alla famiglia.
E tutto questo per garantire un qualche tipo di futuro alla società.
E non mi sembra giusto liquidare il tutto con un ironico "forse stiamo lavorando per il rugby".
Tutti lavorano per il rugby. Ognuno a suo modo, secondo le proprie possibilità.
Saper che esistono realtà come la vostra infonde fiducia che si possono raggiungere ottimi risultati, ma la VOSTRA situazione o quella di ASCOLI non sono lo specchio della penisola intera!! Sia chiaro!
TUTTI i patecipanti di una maratona si sono sacrificati, allenandosi duramente e spaccandosi i piedi per mesi. Ma non arrivano tutti simultaneamente al traguardo. Alcuni non arrivano nemmeno. Ma non per questo i primi hanno diritto di criticare.