Tallonatore80 ha scritto:Portalo in francia.
Io ho iniziato li, e ho praticamente vissuto di rendita (ci vivo tutt'ora
).
Unica cosa. Il rugby non sfama, come diceva il mio nonno che faceva il pilone. Quindi è un sacrificio grosso. Ma un'esperienza all'estero (Francia o Scozia) non farebbe affatto male.
Detto questo... Tanu, Andrea, Giorgio e anche Game possono essere di conferma che andare a giocare all'estero, anche se giovani, è un'esperienza fantastica. Ma va fatta per passione, non per ripicca
Nessuno, neanche il più cretino, può pensare di fare ripicche anzicchè formazione. All'estero ormai mio figlio c'è da una stagione: ha giocato in youth, è tornato trasformato e irriconoscibile e con la prossima giocherà nella loro prima divisione (qui non andava più bene neppure in regionale). Importante è che si diverta, continui ad imparare e a fare tesoro di esperienze. I costi sono molto, molto simili a quelli italiani (anzi, per certi versi mi costa meno nel UK che in Italia) e l'esperienza di gioco , di coach, di squadre e di rugby in generale è da altro mondo. Certamente abbiamo un figlio lontano, fuori casa, e questo ci addolora immensamente, ma sappiamo che quello che sta facendo non solo è estremamente stimolante per lui , e formativo, , ma va anche nella direzione di un coaching (stiamo parlando di un 18enne) e di una esperienza di vita, che qui non sono neppure ipotizzabili. Nostro figlio non è un fenomeno; è un ragazzo normale che sta ritrovando una sua dimensione in un sistema corretto e serio. Se ti valutano interessante e non rendi, c'è sempre qualcuno che si chiede il perchè, fino alla risoluzione di tutto. Non sto parlando di un altro mondo, o di un mondo lontanissimo, e neppure di academy; sto parlando di un mondo che si pone dei problemi, e con correttezza e onestà prova a risolverli: questo è il rugby