Non credo che qualcuno veda del romanticismo in stipendi non pagati, lodi arbitrali e squadre che arrivano in finale scudetto con una bella rosa che però non vede gli stipendi promessi da mesi. Il "romanticismo" come lo definisci tu casomai può stare in chi si fa il mazzo gratis o quasi e lo sa in partenza, non in chi firma un contratto per una cifra che poi non vede neanche in fotografia! E queste squadre esempi positivi lo sono, eccome.Namor ha scritto:Ma mica il problema è se i giocatori prendono soldi...
Il problema è che non ne prendono! Io spero che tutti ci auguriamo un campionato italiano bello, competitivo, professionistico, pieno di campioni e budget stellari, con le tv appresso a sbavare. Un sogno allo stato attuale, sia chiaro, ma continuare a prendere come esempi positivi squadre che non pagano gli stipendi manco in Eccellenza, solo perchè ci ricorda i tempi di un rugby romantico e pieno di poesia, non ci porta da nessuna parte.
La particolarità del "caso Capitolina" forse distoglie un po' l'attenzione da quella che è la realtà nel suo complesso: il professionismo in Eccellenza sta scomparendo inesorabilmente. E non da ora.
L'URC è un po' il caso limite forse, anche se a me comunque l'idea dei giocatori soci con diritto di voto piace parecchio, e questo indipendentemente dal fatto che prendano soldi o meno.
A parte i casi di cui si sente più parlare, cioè Prato e Crociati perchè non pagano e Rovigo che si sta comprando chiunque e dunque immagino prometta stipendi, non sono informatissima sulle squadre di Eccellenza. Vedo però, ad esempio, che Calvisano ha annunciato una linea "verde", cioè il lancio di molti giovani, che è sicuramente una cosa buona e giusta, ma anche un bel taglio alle spese, perchè ai ragazzi da lanciare non paghi uno stipendio diciamo degno di questo nome, ma si accontentanto di un rimborso (poi ognuno dia al termine la monetizzazione che preferisce). In tutte le squadre di Eccellenza, progressivamente e come in serie A, sono andati aumentando i giocatori del posto a discapito di stranieri e gente da fuori: si risparmia su case e stipendi, soprattutto se si trova al giocatore anche un lavoro che si possa conciliare bene con gli allenamenti. Facendo peraltro al giocatore anche un favore grosso come una casa in chiave futuro. E questo non avviene da ora, ma penso più o meno da sempre in diverse realtà, in Eccellenza come in A, in B e in C.
Dicevo, non so molto della situazione delle squadre di Eccellenza nel dettaglio, ma non fatico ad immaginare che la dimensione del rimborso spese più che degli stipendi sia piuttosto diffusa. Anche perchè, tutto sommato, se le squadre sono piene di giocatori del posto e di giovani usciti dai vivai o magari attirati a spostarsi anche dall'offerta universitaria è anche abbastanza semplice: un ragazzo studia, può trovare tanto tempo da dedicare al rugby, gioca in Eccellenza, spera che magari arrivi una convocazione da qualche parte e di venire fuori, e intanto prende un rimborso che magari equivale ad un lavoretto da studente. Idem se è un giocatore del posto, con un lavoro che riesce a conciliare con un impegno di rugby anche importante: fa quello che gli piace, arrotonda lo stipendio con il rimborso e, certamente, si fa un c*** quanto una casa.
Il Top14 è un campionato professionistico, la Premiership è un campionato professionistico, la Celtic è un campionato professionistico (anche se francamente non credo che, ad esempio nella nutrita rosa di Treviso, i più giovani che magari si fanno tanta tribuna e un po' di panca guadagnino stipendi degni del termine: dilettanti nel professionismo?), ma non l'Eccellenza.
Dopo la promozione delle FF.OO., in serie A il professionismo è praticamente sparito, limitato ai pochi stranieri scelti con cura dalle squadre e a pochissimi giocatori italiani di qualità diciamo "fuori sede". Quindi quest'anno è la Capitolina, l'anno prossimo e negli anni a venire sarà qualcun'altro, ma se non verrà cambiata la formula, non si potrà più parlare di dilettanti allo sbaraglio, perchè sarà semplicemente la norma. E già quasi lo è.
Tra voi che leggete, quasi squadre vi sentireste di definire come squadre professionistiche nell'Eccellenza di ora, Fiamme Oro a parte? Se per squadra professionistica il riferimento è una squadra dei campionati esteri citati sopra, o anche solo diciamo la totalità di atleti che percepiscano una cifra mensile che possa essere definita "stipendio", io personalmente neanche una. Penso che mi sentirei di definire semi-professionistiche quelle arrivate ai playoff + Rovigo e forse la Lazio (che però non conosco per niente: brancolo proprio nel buio), e semi-dilettantistiche tutte le altre.
Ma la colpa non è certo delle società: forse sarebbe ora di ripensare la formula del campionato da zero.