ma perchè anche i rugbisti non sono polizziotti?
Moderatore: Emy77
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ma perchè anche i rugbisti non sono polizziotti?
abbiamo scoperto che quasi tutti i medagliati di Pechino ricevono, oltre ai premi e alle entrate pubblicitarie, un regolare stipendio da polizziotti ... mi domando perché lo stesso non succeda ai nazionali di rugby che invece debbono andare all'estero per guadagnare abbastanza. Facessero 4 squadre con tutti i nazionali (carabinireri, poliziotti, finanzieri e pompieri) che giocassero nel campionato italiano!
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Re: ma perchè anche i rugbisti non sono polizziotti?
perchè il rugby non è sport olimpico e perchè i rugbisti (come i pallavolisti, cestisti etc etc) non hanno bisogno di uno stipendio da statale per arrivare a fine mese.pierrebi ha scritto:abbiamo scoperto che quasi tutti i medagliati di Pechino ricevono, oltre ai premi e alle entrate pubblicitarie, un regolare stipendio da polizziotti ... mi domando perché lo stesso non succeda ai nazionali di rugby che invece debbono andare all'estero per guadagnare abbastanza. Facessero 4 squadre con tutti i nazionali (carabinireri, poliziotti, finanzieri e pompieri) che giocassero nel campionato italiano!
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Re: ma perchè anche i rugbisti non sono polizziotti?
Credo che un nazionale italiano all'estero guadagni un po' di più....pierrebi ha scritto:... mi domando perché lo stesso non succeda ai nazionali di rugby che invece debbono andare all'estero per guadagnare abbastanza.
e poi in Italia c'è comunque la squadra delle fiamme oro.
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Giandolmen
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Re: ma perchè anche i rugbisti non sono polizziotti?
Come ha gia detto il quadrupede nei gruppi sportivi delle forze armate e della polizia vengono praticati solo gli sport "olimpici".
Angelo.
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Re: ma perchè anche i rugbisti non sono polizziotti?
ma una domanda collaterale:
che cavolo c'entrano i gruppi sportivi nelle forze armate?
non che non mi vada bene, semplicemente non capisco da dove arriva storicamente questa scelta, e cosa fa si che debba essere mantenuta ancora oggi.
che cavolo c'entrano i gruppi sportivi nelle forze armate?
non che non mi vada bene, semplicemente non capisco da dove arriva storicamente questa scelta, e cosa fa si che debba essere mantenuta ancora oggi.
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Re: ma perchè anche i rugbisti non sono polizziotti?
user234483 ha scritto:ma una domanda collaterale:
che cavolo c'entrano i gruppi sportivi nelle forze armate?
non che non mi vada bene, semplicemente non capisco da dove arriva storicamente questa scelta, e cosa fa si che debba essere mantenuta ancora oggi.
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©Nambereit : "...il NordEst tira la carretta, i Lumbard dirigono ed il Romano bello, profumato e riposato va a segnare"
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Re: ma perchè anche i rugbisti non sono polizziotti?
Vengono mantenuti perchè sarebbe impossibile per un atleta di livello alto (di uno sport povero) conciliare lavoro e agonismo.user234483 ha scritto:ma una domanda collaterale:
che cavolo c'entrano i gruppi sportivi nelle forze armate?
cosa fa si che debba essere mantenuta ancora oggi.
Per cui, per tenere alto l'onore sportivo italico, gli atleti vengono inquadrati nelle forze armate e mantenuti dallo stato.
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Re: ma perchè anche i rugbisti non sono polizziotti?
Capisco il fatto che siano "dipendenti statali" pagati per allenarsi (cosa con cui si puo' essere legittimamente d'accordo o meno), ma perche' nelle forze armate? tantovale fare una struttura apposta, o inquadrarli come personale universitario chesso' magari in ambito CUS, non sarebbe meglio?Cane_di_Pavlov ha scritto:Per cui, per tenere alto l'onore sportivo italico, gli atleti vengono inquadrati nelle forze armate e mantenuti dallo stato.
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Re: ma perchè anche i rugbisti non sono polizziotti?
il punto è che al di fuori dello Stato non ci sono strutture in grado di pagare un atleta professionistauser234483 ha scritto:Capisco il fatto che siano "dipendenti statali" pagati per allenarsi (cosa con cui si puo' essere legittimamente d'accordo o meno), ma perche' nelle forze armate? tantovale fare una struttura apposta, o inquadrarli come personale universitario chesso' magari in ambito CUS, non sarebbe meglio?Cane_di_Pavlov ha scritto:Per cui, per tenere alto l'onore sportivo italico, gli atleti vengono inquadrati nelle forze armate e mantenuti dallo stato.
il Cus sarebbe stato comunque (attraverso l'università) altrimenti ci sarebbero i dopolavoro. ma così più che atleti prof, al massimo si può metter sù la coppa Cobram con un prosciutto in palio. ecco perchè le FF.AA.. fanno a gara per prendersi gli atleti migliori. in questo campo la GdF ha lavorato tantissimo e bene; per esempio i Vigili del Fuoco avevano un gruppo sportivo fenomenale che però oggi è completamente scomparso
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Re: ma perchè anche i rugbisti non sono polizziotti?
si ma ci si entra con un certo diploma di studioGiandolmen ha scritto:Credo che un nazionale italiano all'estero guadagni un po' di più....pierrebi ha scritto:... mi domando perché lo stesso non succeda ai nazionali di rugby che invece debbono andare all'estero per guadagnare abbastanza.
e poi in Italia c'è comunque la squadra delle fiamme oro.
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Re: ma perchè anche i rugbisti non sono polizziotti?
HomoCentvmcellaensis ha scritto:user234483 ha scritto:ma una domanda collaterale:
che cavolo c'entrano i gruppi sportivi nelle forze armate?
non che non mi vada bene, semplicemente non capisco da dove arriva storicamente questa scelta, e cosa fa si che debba essere mantenuta ancora oggi.
retaggio fascista
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User e Homocentumcellaensis buongiorno.
Mi permetto una modesta puntualizzazione. La questione è storicamente complessa ed articolata, purtroppo richiederebbe la redazione di un piccolo saggio che in uno spazio come questo non avrebbe diritto di cittadinanza. Lo sport italiano ha radici che affondano profondamente nell'ambito della storia militare ed infatti, prima degli scritti dell'illuminista napoletano Gaetano Filangieri, maestro di di Vincenzo Cuoco, e della riorganizzazione determinatasi nel regno sabaudo agli inizi del XIX secolo, con definizione anche dell'assetto giuridico dell'educazione fisica, dell'idea di attività sportiva (rimanendo comunque sempre entro gli ambiti della vita militare) tutto ciò che era attinente all'esercizio ginnico veniva ricondotto alle funzioni addestrative propedeutiche per le esercitazioni militari. Ed anche nel Piemonte sabaudo che ridefinisce ambiti e confini dell'educazione fisica si parte pur sempre dalle teorie e dalla prassi dell'istruttore svizzero Rodolfo Obermann, inacaricato di preparare gli artiglieri all'accademia militare di Torino. Solo nel 1844 viene fondata una società sportiva "civile", la Reale Società Ginnastica di Torino, che però aveva tra i fondatori, oltre ad Obermann stesso, tutti personaggi connessi in qualche modo all'accademia militare. Cercando di sintetizzare, si può dire che per tutto l'Ottocento la pratica sportiva in Italia sia stata condizionata da quella paternità, anche se si registrano, fortunatamente, sempre più significative deviazioni eterodosse, la più importante delle quali fu, per la storia dello sport in Italia, l'affermazione del ciclismo. Ma la connessione all'ambito militare per alcune specialità rimane, come dimostra ad esempio l'istituzione della sezione sciistica delle Fiamme Gialle, che data 1920 ed è quindi antecedente all'avvento del fascismo. Alcuni gruppi sportivi vennero poi fondati dai corpi militari dopo la seconda guerra mondiale, come nel caso delle fiamme Oro (1954) o delle Fiamme Azzurre (1985). Sarebbe molto intrigante analizzare perché in Italia si sia venuta a determinare questa proliferazione di gruppi sportivi generati dai corpi militari (un fenomeno che per proporzioni ed impatto qualitativo rappresenta un unicum nella storia sociale dell'Europa occidentale) e quali ricadute ciò abbia avuto sullo sport nazionale, ma, come già detto, ci spingeremmo troppo in là...
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Re: ma perchè anche i rugbisti non sono polizziotti?
Ciao wolf84. Beh, no, vengono praticate anche discipline non contemplate dal programma olimpico. Nelle Fiamme Oro ci sono sezioni dedicate al motociclismo (motocross, enduro, trial e velocità), al nuoto pinnato e di salvamento, all'arrampicata sportiva e all'orientamento.wolf84 ha scritto:Come ha gia detto il quadrupede nei gruppi sportivi delle forze armate e della polizia vengono praticati solo gli sport "olimpici".
Nelle Fiamme Azzurre (polizia penitenziaria) c'è la squadra di pattinaggio a rotelle e, tieniti forte, quella di SUMO, che ha nell'ex judoka friulana Paola Boz l'elemento di riferimento.
Nelle Fiamme Gialle si praticano arrampicata ed orientamento e tutti i corpi militari hanno la squadra di biliardo (non sto scherzando).
Poi ci sarebbe il rugby con l'epopea delle Fiamme Oro Padova (poi trasferite a Roma), delle Fiamme Oro Mestre, delle Fiamme Oro Firenze, della squadra dell'Esercito e di quella del X Comiliter Napoli. Ma sull'argomento si potrebbe scrivere per dei giorni...
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Re: ma perchè anche i rugbisti non sono polizziotti?
GRUN, puntualizzazione benvenuta, visto che chiedevo proprio informazioni di questo tipo.GRUN ha scritto:Sarebbe molto intrigante analizzare perché in Italia si sia venuta a determinare questa proliferazione di gruppi sportivi generati dai corpi militari (un fenomeno che per proporzioni ed impatto qualitativo rappresenta un unicum nella storia sociale dell'Europa occidentale) e quali ricadute ciò abbia avuto sullo sport nazionale, ma, come già detto, ci spingeremmo troppo in là...
Tra l'altro l'argomento mi interessa parecchio, per cui se questo posto non e' adatto...scegliamone un altro e parliamone, se ti va

Un altro forum? Telefono? una pizza?

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Re: ma perchè anche i rugbisti non sono polizziotti?
Eddai, solo un pochino.. (in attesa che sia fatto il debito approfondimento in altro forum, o davanti ad una pizza)GRUN ha scritto:Sarebbe molto intrigante analizzare perché in Italia si sia venuta a determinare questa proliferazione di gruppi sportivi generati dai corpi militari (un fenomeno che per proporzioni ed impatto qualitativo rappresenta un unicum nella storia sociale dell'Europa occidentale) e quali ricadute ciò abbia avuto sullo sport nazionale, ma, come già detto, ci spingeremmo troppo in là...
![Mr. Green :-]](./images/smilies/icon_mrgreen.gif)
La giustificazione formale è che lo sport fortifica, e che i militari, per esigenze difensive (o per tutte le varie funzioni attribuite ai singoli corpi: dallo spegnimento degli incendi all'accompagnamento e sorveglianza dei detenuti), devono essere forti. Lineare.
Ma la giustificazione sostanziale l'ha detta il Canello: è (quasi) impossibile per un atleta di livello alto (di uno sport povero) conciliare lavoro e agonismo.
Quasi, impossibile. C'è chi lo fa.
E i discorsi sono più o meno simili a quelli che ritrovo su questo forum nelle discussioni sulle "squadre cadette".. Càpita molto spesso che i dilettanti veri (nel senso che il lunedì mattina dovranno andare a lavorare) si misurino sul campo con dei professionisti mascherati (nel senso che il loro stipendio è per altra cosa, ma in buona sostanza sono pagati per allenarsi). E il risultato è che di solito, i campionati, siano vinti dai professionisti mascherati. Gli altri si incazzano. Ogni tanto vince anche un dilettante, grazie ad un'immensa volontà ed al naturale talento. Fa notizia. Ma, a parte questi casi sporadici, nella maggioranza dei casi, i dilettanti veri si incazzano.
So del karate, da parte mia.
E' vero che, come sport, e come tutte le arti marziali, è anche abbastanza "giustificabile" come pratica all'interno di un corpo dell'esercito. Ci sta (e ci starebbe anche il rugby, per carità, a livello di contatto, combattimento.. boh, chiamatelo come volete), in teoria.
Anzi: ci sono dei campioni di karate che si occupano anche di insegnamento ed addestramento, all'interno dell'esercito.
Ma quando si parla di campionati, e gare, e pura e semplice pratica sportiva.. beh. Lì viene il nervoso: perché gareggiare da dilettante contro un professionista, significa, in soldoni, prendere un sacco di mazzate.
In generale, la pratica sportiva diventa via via più elitaria: non trovandosi la possibilità di distinguere adeguatamente il livello di preparazione individuale (formalmente, si tratta pur sempre di dilettanti), in concreto si arriva ad equiparare situazioni completamente distinte, con l'impoverimento progressivo della fascia intermedia di praticanti, quelli che si trovano ad un gradino superiore rispetto ai puri e semplici appassionati e non rientrano nell'olimpo degli atleti più capaci.
Se fa ridere, vale.
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Re: ma perchè anche i rugbisti non sono polizziotti?
Djlara ciao, ben ritrovata (Fulvio Di Carlo e i nastri di hard bop che facevano impazzire i tre quarti de L'Aquila, do you remember?).djlara ha scritto:Eddai, solo un pochino.. (in attesa che sia fatto il debito approfondimento in altro forum, o davanti ad una pizza)GRUN ha scritto:Sarebbe molto intrigante analizzare perché in Italia si sia venuta a determinare questa proliferazione di gruppi sportivi generati dai corpi militari (un fenomeno che per proporzioni ed impatto qualitativo rappresenta un unicum nella storia sociale dell'Europa occidentale) e quali ricadute ciò abbia avuto sullo sport nazionale, ma, come già detto, ci spingeremmo troppo in là...![]()
La giustificazione formale è che lo sport fortifica, e che i militari, per esigenze difensive (o per tutte le varie funzioni attribuite ai singoli corpi: dallo spegnimento degli incendi all'accompagnamento e sorveglianza dei detenuti), devono essere forti. Lineare.
Ma la giustificazione sostanziale l'ha detta il Canello: è (quasi) impossibile per un atleta di livello alto (di uno sport povero) conciliare lavoro e agonismo.
Quasi, impossibile. C'è chi lo fa.
E i discorsi sono più o meno simili a quelli che ritrovo su questo forum nelle discussioni sulle "squadre cadette".. Càpita molto spesso che i dilettanti veri (nel senso che il lunedì mattina dovranno andare a lavorare) si misurino sul campo con dei professionisti mascherati (nel senso che il loro stipendio è per altra cosa, ma in buona sostanza sono pagati per allenarsi). E il risultato è che di solito, i campionati, siano vinti dai professionisti mascherati. Gli altri si incazzano. Ogni tanto vince anche un dilettante, grazie ad un'immensa volontà ed al naturale talento. Fa notizia. Ma, a parte questi casi sporadici, nella maggioranza dei casi, i dilettanti veri si incazzano.
So del karate, da parte mia.
E' vero che, come sport, e come tutte le arti marziali, è anche abbastanza "giustificabile" come pratica all'interno di un corpo dell'esercito. Ci sta (e ci starebbe anche il rugby, per carità, a livello di contatto, combattimento.. boh, chiamatelo come volete), in teoria.
Anzi: ci sono dei campioni di karate che si occupano anche di insegnamento ed addestramento, all'interno dell'esercito.
Ma quando si parla di campionati, e gare, e pura e semplice pratica sportiva.. beh. Lì viene il nervoso: perché gareggiare da dilettante contro un professionista, significa, in soldoni, prendere un sacco di mazzate.
In generale, la pratica sportiva diventa via via più elitaria: non trovandosi la possibilità di distinguere adeguatamente il livello di preparazione individuale (formalmente, si tratta pur sempre di dilettanti), in concreto si arriva ad equiparare situazioni completamente distinte, con l'impoverimento progressivo della fascia intermedia di praticanti, quelli che si trovano ad un gradino superiore rispetto ai puri e semplici appassionati e non rientrano nell'olimpo degli atleti più capaci.
Interessante e ben scritto il tuo intervento. Vabbé, magari una volta che mi trovo a passare dalle tue parti (o tu dalle mie) si va a mangiare e si affronta l'argomento, che è mooolto interessante.