Rugby Vs Calcio

Tutto ciò che è inerente al Rugby, ma non rientra nelle altre categorie.

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mondOvALE
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Rugby Vs Calcio

Messaggio da mondOvALE » 27 apr 2016, 19:28

Colgo l'occasione di una discussione in essere in altro thread per aprirne uno a dir poco TITANICO sull'eterno parallelismo-confronto-scontro tra questi due bellissimi e famosi sport di squadra.
Lo dico subito. A me la pallatonda piace molto. Non meno di quella ovale. Poi ha le sue aberrazioni (più comportamentali, ambientali e di...costume, che della disciplina in se), ma le hanno tutti.
Non ho mai pensato di guardare o trattare la materia calcistica con lo stesso atteggiamento di quando ci si deve pulire una suola dopo aver pestato una cacca.
Ho fatto 15 anni (che non rinnego) nella curva nord del Brescia, ne ho viste di tutti i colori ma mi sono anche divertito. Mai preso un pugno e mai dato. Le antipatie sono più accentuate, le rivalità sono accese (quelle tra Rovigo e Calvisano sono come quelle tra suore bianche o nere...) e il risultato conta più di ogni altra cosa, ma ci si può anche divertire. E comunque il mondo del rugby non lo si considera proprio. Praticamente non esiste.
Diverso è per gli appassionati ovali che non perdono occasione per prendere le distanze da un mondo come quello calcistico che vedono patetico, da checche, corrotto, malato, violento, esaltato e misteriosamente sovraesposto. Un pò come se venisse loro rubata una scena ed un interesse che il calcio ha senza meritarsela e agli sparuti, piccoli grandi eroi della palla ovale vengono lasciate le mollichelle quando meriterebbero una medaglia al valore.
La verità credo stia come sempre nel mezzo e forse occorrerebbe un pò di umiltà per non cadere in retoriche banalità ideologiche che non portano a nulla.
Mi fermerei al puro gioco. Gli spalti, le televisioni, le federazioni, le birre e quant'altro fa contorno mi interessa poco e comunque non se ne verrebbe mai a capo.
Penso che nel calcio ci sia poca correttezza verso arbitri e avversari e ancora troppa imprecisione, discrezionalità e pressapochismo negli episodi di gioco (manca un TMO, tanto per capirci). Per il resto è un bellissimo sport con poche regole, chiare, che possono giocare tutti ed in cui l'individualità (quindi anche il talento) emerge più che nel rugby.
Il rugby è uno splendido assieme fatto di onore, collaborazione e rispetto. Ha secondo me troppe regole, talvolta incomprensibili, troppe pause e tempi morti, sempre più violenza nei contatti fisici e decisamente troppo machismo in campo e fuori. Per non parlare di infiniti tornei e torneini assurdi che ho provato a spiegare ad un calciofilo incallito come mio padre col risultato di essere io ad andare in confusione e ad arrendermi.
Spiegare cosa sono le celtiche, le franchigie, il perchè il 6N è un Rotary Club ad inviti, i permit players, la Tiblisi Cup, la Emergenti, il Seven etc etc etc... Potrei andare avanti fino a domattina. Nel calcio ci sono i campionati nazionali, l'Europa League, la Champions, e per le Nazionali...l'Europeo e il Mondiale. Punto. Semplice.
I bambini si avvicinano ed appassionano al calcio non solo perchè in tv si vede quello ed i genitori guardano quello (tifando una determinata squadra) ma anche perchè possono ritrovarsi fra loro con un qualcosa di sferico, creare due pali improvvisati come porta e farsi goal. Nel rugby è impossibile, e quindi manca la scintilla che crea la fase di aggregazione e quindi di divertimento.
Hai voglia poi di spiegare ad un ragazzino l'onore, la sofferenza, l'orgoglio, il rispetto, la nobiltà d'animo... Fino alla maggiore età son valori astrusi di cui si capisce il significato ma non si capisce come metterli in pratica. E perchè.
Si vuole solo giocare. Ed il gioco è allegria, non nobili principi sacrali. Quelli arrivano dopo, non per importanza ma per facilità di assimilazione.
Per la verità, anche ogni giocatore di rugby che conosco tifa una qualche squadra di calcio.
Credo sia fondamentale non esser troppo snob verso altri mondi, non generare contrapposizioni per forza e cercare di vedere maggiormente cosa non va nel rugby invece che in un altro sport che rivale o antagonista non è. E' solo un'alternativa. Che, non per congetture misteriose ma per logica, piace praticamente a chiunque, tranne a chi ideologicamente lo detesta per qualche forma di livore o per mostrarsi superiori (non si sa bene a cosa).
Credo ci siano delle componenti che il calcio dovrebbe imparare dal rugby ed altre che il rugby dovrebbe imparare dal calcio. Tutto qui.
Ma li trovo due magnifici, perfettibili sport.

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Hap
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Re: Rugby Vs Calcio

Messaggio da Hap » 28 apr 2016, 9:37

Caro Ale, come sai, sono d'accordo con te.
Personalmente non riesco a capire chi non scinde, forse perché non vuole, la pura disciplina sportiva con tutto quello che è il suo contorno.
Il gesto atletico è lo spettacolo, il resto viene dopo.
E questo è il motivo per cui il calcio è il primo sport al mondo, e per cui lo sarà sempre, anche vista la deriva che sta prendendo la palla ovale ultimamente: la pioggia di regole è inevitabile, è una conseguenza, è necessaria alla tutela della salute dei giocatori visti i fisici e gli impatti di oggi.
La vera domanda è: ma è necessario? Nel senso, in questa r*** allo spettacolo (secondo loro), alla velocità e alla potenza per fare gioire le folle, si è raggiunto il risultato? Io sono dubbioso: per controbilanciare questo aspetto e per velocizzare il gioco si è appesantito il tutto con una serie di regole che neanche i giocatori riescono ad applicare. Io ci metterei un grande boh.
Forse non è questa la strada se si vuole chiudere il gap con la palla tonda, forse invece dei kg bisognerebbe lavorare di più sull'allenare la tecnica e la tattica dei giocatori, in modo da vedere in campo atleti sempre più competenti ed astuti nel tentativo di battere l'avversario e non solo più forti.
Però non lo so eh, è un parere personale. Vedendo quanto piacciono i video degli autoscontri di Nadolo penso di essere in netta minoranza. Che poi, sia chiaro, anche a me piace vedere il confronto fisico puro, quei video lì li guardo anche io, ma non può ridursi tutto a quello e quello non deve diventare il nucleo del rugby.
Perché per una compilation da 5 minuti di youtube va anche bene, già da 10' io comincio a sbadigliare.
Agli amici che compaiono dagli abissi di internet solo quando l'Italia le prende, gustando il momento con rara intensità: grazie.
Grazie.
Grazie perché mi avete fatto capire il senso di tutti quei video porno in cui i mariti si sollazzano vedendo la moglie soddisfatta da un estraneo.

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mondOvALE
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Re: Rugby Vs Calcio

Messaggio da mondOvALE » 28 apr 2016, 10:23

Come dicono i ggiuovani: QUOTONE.
Naturalmente inutile precisare che partite divertenti e partite noiose si vedono in ogni disciplina sportiva, ma ho notato anch'io che l'innalzare costantemente il fattore della prestanza fisica non è direttamente proporzionale allo spettacolo.
Stando sempre al rugby, consiglierei di andarsi a vedere partite di "A", "B" o giovanili per capire quanto ci si possa divertire per 80 minuti anche senza un Savea che spacca tutto e va in meta trascinandosi tre avversari oppure della noiosa Eccellenza che dovrebbe essere di un livello spettacolarmente molto superiore alla categoria inferiore ma non lo è. Dove i fisici son più "umani", il gioco vien più fluido e scorrevole, pur mettendo in conto errori banali.
Rimane il problema delle regole, che lascia davvero spesso interdetti appassionati allo stadio, alla tv e perfino gli addetti ai lavori. La poca comprensione soprattutto delle sottoregole tra le pieghe del regolamento costringono un referee ad un superlavoro e ad ergersi involontariamente da protagonista, dato che a lui spetta garantire il regolamento stesso e quindi i suoi interventi debbono giocoforza risultare frequentissimi. E la gente (come noi due) si sc0gli0na...
Il problema è che se addirittura noi due ci sc0gli0niamo, come si può pretendere che chi si avvicina per semplice curiosità a questo sport si esalti?
P.s: ma da 1 a 10, quante possibilità secondo te ci sono che qualcun altro scovi questo thread in "Terzo Tempo"?? :-] E' che non sapevo dove schiaffarlo... :roll:

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Hap
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Re: Rugby Vs Calcio

Messaggio da Hap » 28 apr 2016, 10:36

Oh, io comunque sono riuscito nel miracolo di far appassionare leggermente mio padre, che di rugby prima era a 0.
E lui, da neofita, il problema delle regole me lo ha ripetuto più volte.
Però lui non conta, come me è appassionato di decine di sport, quindi non credo faccia testo :-]

Vedrai che lo trovano, vedrai...basta usare la funzione "messaggi recenti" o "argomenti attivi" e dovrebbe saltare fuori!
Agli amici che compaiono dagli abissi di internet solo quando l'Italia le prende, gustando il momento con rara intensità: grazie.
Grazie.
Grazie perché mi avete fatto capire il senso di tutti quei video porno in cui i mariti si sollazzano vedendo la moglie soddisfatta da un estraneo.

JosephK.
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Re: Rugby Vs Calcio

Messaggio da JosephK. » 29 apr 2016, 9:35

mondOvALE ha scritto:Colgo l'occasione di una discussione in essere in altro thread per aprirne uno a dir poco TITANICO sull'eterno parallelismo-confronto-scontro tra questi due bellissimi e famosi sport di squadra.
Lo dico subito. A me la pallatonda piace molto. Non meno di quella ovale. Poi ha le sue aberrazioni (più comportamentali, ambientali e di...costume, che della disciplina in se), ma le hanno tutti.
Non ho mai pensato di guardare o trattare la materia calcistica con lo stesso atteggiamento di quando ci si deve pulire una suola dopo aver pestato una cacca.
Ho fatto 15 anni (che non rinnego) nella curva nord del Brescia, ne ho viste di tutti i colori ma mi sono anche divertito. Mai preso un pugno e mai dato. Le antipatie sono più accentuate, le rivalità sono accese (quelle tra Rovigo e Calvisano sono come quelle tra suore bianche o nere...) e il risultato conta più di ogni altra cosa, ma ci si può anche divertire. E comunque il mondo del rugby non lo si considera proprio. Praticamente non esiste.
A me il calcio non piace, ma come non piace la Formula 1 o il ciclismo. Mi annoiano un po', li trovo poco avvincenti, ma è un parere di "gusto personale" che nulla ha a che fare con lo sport. Molti anni fa andavo qualche volta allo stadio a vedere il calcio con il babbo che ancora oggi è molto appassionato, onestamente mi sono sempre abbastanza sfavato. Poi quando mi sono detto "ma perché stare in mezzo a questi che cantano roba fascista e dove pure rischi la manganellata mentre cammini sul marciapiede?". Da lì stop, mai più messo piede e anzi ho subito (come tanti altri concittadini) anni di rotture di scatole perché anche con 1000 persone allo stadio in Serie B tutta la zona di Masnago, VArese, era ogni sabato/domenica per 7-8 ore militarizzata, strade chiuse, giri assurdi da fare, km di code.

La follia di rivalità inventate, perché politiche o chissà cosa, e di gemellaggi altrettanto inventati, un ambiente pessimo di veri delinquenti (alcuni pure morti in circostanze che lasciamo perdere), uno stadio molto vecchio, fallimenti, rinascite, fallimenti, scommesse, penalizzazioni. Uno sport che negli anni '90 era pure molto più lento del calcio attuale e che tendenzialmente mi ha sempre fatto venire il latte alle ginocchia...

Ho giocato qualche volta a calcetto, non mi piaceva manco quello, meglio il calcio a 7. Io amo gli sport dove succedono più cose insieme, mi piace il basket, emozioni continue, l'ho giocato per anni, unisce tecnica, strategia, atleticità e possibilità di rimonte.

Gli amanti del calcio parlano poco di rugby ma ne parlano anche. C'è il famoso "non vincete mai" detto ovviamente sapendo 0 di tutto questo mondo. C'è anche quell'invidia di una buona percezione collettiva del nostro sport, secondo loro usurpata spesso, che poi esce fuori nei commenti della Gazzetta sui Castro che fanno la cavolata, del tipo "eccolì là quelli diversi", "i soldi come nel calcio" e cavolate simili.
Diverso è per gli appassionati ovali che non perdono occasione per prendere le distanze da un mondo come quello calcistico che vedono patetico, da checche, corrotto, malato, violento, esaltato e misteriosamente sovraesposto. Un pò come se venisse loro rubata una scena ed un interesse che il calcio ha senza meritarsela e agli sparuti, piccoli grandi eroi della palla ovale vengono lasciate le mollichelle quando meriterebbero una medaglia al valore.
La verità credo stia come sempre nel mezzo e forse occorrerebbe un pò di umiltà per non cadere in retoriche banalità ideologiche che non portano a nulla.
Personalmente ho vissuto la nascita di una società rubystica in una provincia ricca e pure con tanti impianti abbandonati. Questa nascita è stata anche una lotta con il calcio, per strappare per 2 ore il sabato mezzo campo comunale senza pali dove si allenavano i pulcini, per tentare di farsi affidare il campo oratoriale con le ortiche o quello dell'altro comune, con impianti nuovi, fermo da anni.

Il calcio dominante è un fatto: gli sport che devono per forza di cose trovare spazi anche entro il mondo calcistico saranno sempre i paria e questo onestamente mi fa arrabbiare (ma non è colpa del calcio ma della nostra Italia). In Francia, sud della Francia, ci sono tantissimi campi con porta di calcio e sopra quella da rugby. Una cultura diversa, una coabitazione che non si capisce perché non potrebbe esistere anche da noi dove ti senti dire dall'assessore pubblico che "rovini il campo" e scemate simili. La difficoltà per chi mette in piedi un'impresa rugbystica è molto molto più corposa che per chi fa un camp per ragazzetti di calcio, e non dico solo in termini numerici, di praticanti, di soldi, ma proprio di difficoltà con i comuni, le associazioni calcistiche ecc.

Detto questo: è anche vero che il rugbysta spesso ha un atteggiamento elitario e retorico e autovittimistico. MA onestamente preferisco un po' di rischio retorica che segna il confine a certi comportamenti piuttosto che un omologazione. Meglio magari restare ideali con rischio ideologia piuttosto che calderonizzare (buttare in un calderone). Per me dovremmo guardare a casa nostra, fregandocene di calcio, netball, sci o qualsiasi altra cosa. Dovremmo farlo per rafforzare le cose buone e limitare quelle non buone. Per dire, quanto si dice il cultura del tifo dall'altra parte.
Mi fermerei al puro gioco. Gli spalti, le televisioni, le federazioni, le birre e quant'altro fa contorno mi interessa poco e comunque non se ne verrebbe mai a capo.
Penso che nel calcio ci sia poca correttezza verso arbitri e avversari e ancora troppa imprecisione, discrezionalità e pressapochismo negli episodi di gioco (manca un TMO, tanto per capirci). Per il resto è un bellissimo sport con poche regole, chiare, che possono giocare tutti ed in cui l'individualità (quindi anche il talento) emerge più che nel rugby.
Il rugby è uno splendido assieme fatto di onore, collaborazione e rispetto. Ha secondo me troppe regole, talvolta incomprensibili, troppe pause e tempi morti, sempre più violenza nei contatti fisici e decisamente troppo machismo in campo e fuori. Per non parlare di infiniti tornei e torneini assurdi che ho provato a spiegare ad un calciofilo incallito come mio padre col risultato di essere io ad andare in confusione e ad arrendermi.
Spiegare cosa sono le celtiche, le franchigie, il perchè il 6N è un Rotary Club ad inviti, i permit players, la Tiblisi Cup, la Emergenti, il Seven etc etc etc... Potrei andare avanti fino a domattina. Nel calcio ci sono i campionati nazionali, l'Europa League, la Champions, e per le Nazionali...l'Europeo e il Mondiale. Punto. Semplice.
Beh oddio fatti spiegare il fuorigioco, attivo passivo. Guarda le ore perse a interpretare falli, azioni, "ombra", "luce" che si vede tra attaccante e difensore. Forse il calcio ci sembra più semplice perché fin da 3 anni ce lo "insegnano" mentre il rugby appare oscuro perché ne abbiamo poca familiarità.
Certo ci sono più regole, ma lo spirito è semplice: permettere al più forte di vincere. Ogni regola si conforma a questo, unita al fatto di non farsi male. Poi le declinazioni sono tante, forse troppe, certe cose sono un po' fuori tempo e gli aggiornamenti devono andare verso la semplificazione. Ma la semplificazione non può cancellare certe unicità rugbystiche, perché la mischia o ha un buon numero di norme oppure non esiste, come fanno negli Usa. Ma anche la poesia può avere "tante regole" ma Dante resta meraviglioso dal primo istante anche se non lo "capirai" mai fino in fondo. Il "non capire" è parte della bellezza, puoi praticare senza sapere tutto, basta avere l'umiltà di voler imparare.

Poi ci si deve anche intendere: ad esempio io non definirei mai una mischia tempo morto, è tempo vivissimo. Tutta la preparazione, gli sguardi, i gesti tecnici, le seconde che entrano. Il momento migliore della mischia è quando nessuno vince, i 30 secondi di stasi di quei 16 meravigliosi uomioni che non riescono a prevalere. Tutto questo è un'estetica: sguardi, tecniche di legatura, spinte laterali, introduzioni dritte e storte, l'8 che tallona o parte. CI sono 10 mila cosa meravigliose e se ci perdi 5 minuti non è tempo morto ma tempo guadagnato. E sono cose anche insegnabili, "dimostrabili" ai "neofiti".

E anche i torneI "storici": ma perché dovrebbe essere più semplice? A me va benisimo così, con tornei che capisci e conosci dopo tanto tempo. Con la tradizione da imparare. Non cancello il 6 nazioni perché uno non capisce "come si accede al torneo". Il super rugby, i campionati, i test match, le varie "cup": è tutto meraviglioso, non vorrei mai un'unica cosa sola, senza tradizione e specificitià e particolarità. Mi vanno benissimo gli emerging, le nazionali A, i saxons. Tutto è parte di questo mondo che fa della "non semplicità" la sua bellezza. Attenzione: non semplice non significa non accessibile. Torniamo a Dante: è accessibilissimo, puoi pure solo sentirlo declamato da Gassman, non capire niente di contenuto e resta meraviglioso anche solo come puro suono. Dovremmo insegnare a chi si approccia al rugby la bellezza della pazienza. La pazienza di capire ogni meraviglioso momento della partita, ogni meraviglioso dettaglio della tradizione, dai Saxons al campionato giapponese fino a come si fanno i test match.
Imparare a cucinare bene è semplice? Giocare bene a biliardo è semplice? Scrivere bene è semplice? Rifiutiamo gioiosamente questo concetto di semplicità: non voglio una donna semplice che me la dia subito, non la voglio banale, voglio corteggiare a lungo, attendere, conquistare.
I bambini si avvicinano ed appassionano al calcio non solo perchè in tv si vede quello ed i genitori guardano quello (tifando una determinata squadra) ma anche perchè possono ritrovarsi fra loro con un qualcosa di sferico, creare due pali improvvisati come porta e farsi goal. Nel rugby è impossibile, e quindi manca la scintilla che crea la fase di aggregazione e quindi di divertimento.
Non sono d'accordo. Alla fine è semplicissimo: una palla ovale, una riga di meta.
Hai visto i bambini di Secondigliano che giocano tra le case? Io qua nella mia zona, dove ci sono club e giovanili, qualche bambino che gioca con la palla ovale lo vedo. Magari giocano sia a rugby che a calcio o a basket. Ovviamente molto di più a calcio ma giocare un rugby "adattato" è facilissimo: si passa indietro, si fa meta, si placca (o si fa il touch) sotto il collo. Finite le regole, e così fanno i ragazzini. Del resto al parco non giochi un calcio "vero" ma un calcio adattato: l'albero fa la porta, non c'è il fuorigioco, i falli vanno via, non c'è l'arbitro...
Hai voglia poi di spiegare ad un ragazzino l'onore, la sofferenza, l'orgoglio, il rispetto, la nobiltà d'animo... Fino alla maggiore età son valori astrusi di cui si capisce il significato ma non si capisce come metterli in pratica. E perchè.
Si vuole solo giocare. Ed il gioco è allegria, non nobili principi sacrali. Quelli arrivano dopo, non per importanza ma per facilità di assimilazione.
Per la verità, anche ogni giocatore di rugby che conosco tifa una qualche squadra di calcio.
Non concordo del tutto. Ok la gioia ma non è difficile far imparare ad un bambino di 6 anni il concetto di rispetto. Mi figlio ha 4 anni e non dice che una persona è buona o cattiva ma dice che è gentile e cattiva. Il concetto di "buono" non ce l'ha perché è troppo "filosofico" mentre ha quello di "gentile", che appunto è il gentleman angolossassone (o anche quello rugbystico), quello del comportamento. I concetti di onore e rispetto sono concetti pratici, non teorici, li puoi rafforzare perché sono alla fine genetici, naturali, legati al "comportarsi bene" non all'essere "buoni"
.
Sofferenza e onore: qua è già diverso, ma vale per tutti gli sport ed è anche una cosa individuale, dei singoli. Non stancarsi, non abbattersi, perdere dando tutto, combattere fino all'ultimo; qui interviene il vero educatore, quello che sa mostrare gli obiettivi. Per me sofferenza e orgoglio significano anche saper perdere. Non è facile per un bambino capire che anche perdere può essere bello, ma lo può capire. Devi dargli l'obiettivo progressivo che all'inizio può banalmente essere fare una meta tu o farne fare una mano agli altri. Poi fArne 2. Sono obiettivi parziali che coincidono con l'avere rispetto di sè e con quello che possiamo anche chiamare "orgoglio". Perdo 15 mete a 1. Ma una la voglio fare (e non è detto che la faccia). Loro sono più forti, ci sarà sempre uno più forte, fortunatamente mi batto con uno più forte è un motivo di orgoglio, cerco almeno di fare una meta.

C'è da aggiungere un'altra cosa. Culturalmente siamo formati in un certo modo: non sono riuscito a far capire ad un amico "pallatondaro" che il concetto di "vantaggio" del rugby è intelligente, l'azione prosegue finché l'arbitro non dice che è concretizzato il vantaggio. Il fallo non interrompe l'attaccante e la sua bravura. LA furbata del difensore è penalizzata 2 volte. Non sono riuscito a farla capire a un amico amante del calcio: per lui questa cosa penalizza troppo il difensore, per "questa cosa" intendo il fatto che nel vantaggio del rugby puoi comunque ripartire dal fallo anche molto dopo, mentre a calcio se c'è vantaggio si va avanti e stop. Ecco io penso che culturalmente siano idee di "giustizia" diverse, la prima è quella cristiana, del buon ladrone salvato, la seconda è quella "aristocratica", dell'intolleranza verso la scappatoia. FOrse un po' sta anche in questa base "culturale".
Credo sia fondamentale non esser troppo snob verso altri mondi, non generare contrapposizioni per forza e cercare di vedere maggiormente cosa non va nel rugby invece che in un altro sport che rivale o antagonista non è. E' solo un'alternativa. Che, non per congetture misteriose ma per logica, piace praticamente a chiunque, tranne a chi ideologicamente lo detesta per qualche forma di livore o per mostrarsi superiori (non si sa bene a cosa).
Credo ci siano delle componenti che il calcio dovrebbe imparare dal rugby ed altre che il rugby dovrebbe imparare dal calcio. Tutto qui.
Ma li trovo due magnifici, perfettibili sport.
VEro, non troppo snob, gli altri sport non sono feccia e il calcio può essere bello. Ma per me si deve essere snob dove questo significhi marcare diversità in meglio. Se il genitore insulta, qua è intollerabile. Se insulti l'arbitro: qua è intollerabile. Stare insieme sugli spalti, stare insieme dopo: sono i nostri valori. Non perdiamo i valori perché "temiamo" di trasformarli in snobberie. E non scambiamo un valore o una cosa buona per una cosa da "altezzosi". Anche questo non è facile fare perché in primis va fatto su noi stessi (anche qui si veda "cultura del tifo" o "l'innocenza perduta".

P.s. sì, qui temo che questa discussione non la vedrà nessuno - ed è un peccato - ma non è colpa tua MondOvale è che è il forum che è casinaro e bizantino nella sua struttura... :D
"Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa accada. E' raro vincere in questi casi, ma qualche volta succede" (Il Buio oltre la siepe).

Metti una sera con gli amici del bar e capisci quanto è importante... la cultura del rugby.

Entrare al bar per condividere, non per dividere (Il sommo Beppone).

Nex time... Good Game... Nice try... Seh seh avemo capito...

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Re: Rugby Vs Calcio

Messaggio da mondOvALE » 29 apr 2016, 12:41

Oh my God! Intuivo che l'argomento fosse titanico, ma tu Joseph, amico mio, mi hai travolto... :shock:
Bene. Mi piace quando c'è interesse.
Ti risponderò senza virgolettare il virgolettato, altrimenti creo solo confusione.
Andrò per tracce...
- Mi sembra di capire che hai smesso di seguire il calcio soprattutto per una questione di ostilità ambientale (che non solo è innegabile ma, raggiunta l'età della ragione, è quella che ha fatto scappare per anni anche me. Non è il gioco in se il problema, ma l'ambiente per l'appunto). Io ero un ragazzetto ben educato e anche un pò timido ma lo stadio mi trasformava. Non ho mai commesso atti violenti ma se solo fosse andata a segno anche solo una tra le cose augurate ai bergamaschi, oggi sarebbero una razza estinta come i toporagni balearici e Bergamo sarebbe come Kobane. Per fortuna tutto ciò non poteva accadere e non è accaduto ed oggi, per la legge del contrappasso, ho più amici bergamaschi che bresciani. Però il gioco del calcio in sè mi piace molto anche se, come nel rugby, si possono vedere match inguardabili che favoriscono una pennichella istantanea.
Convengo però sulla bellezza del basket. Altro sport che adoro.
- Il tifo calcistico non lo rilegherei ad una masnada di potenziali assassini. C'è lo zoccolo duro del tifo più acceso che tiene a tutti gli effetti in ostaggio l'80% degli spettatori trasformando lo stadio in una zona franca in cui emergono frustrazioni, livori, politicizzazioni, odio e le differenze si accentuano sempre più. Ma molti vorrebbero semplicemente gustarsi la partita, anche se poi bofonchiano, borbottano etc... Ma è lo stadio.
In tutta onestà non disprezzo nemmeno tutto degli ultrà: cori, bandiere, fumogeni, striscioni e tamburi li ho sempre amati, credo siano il sale di un evento "live" e personalmente nel rugby mi mancano. Rovigo ha il tifo che si attaglia di più alla mia descrizione, anche se poi questo genera anche episodi da branco che invece tra un nugolo sparuto di spettatori non organizzati si trova in forma minore e meno evidente. Ma il tifo acceso mi piace. Amo essere coinvolto e sentirmi di appartenere ad un qualcosa. Al netto di isterismi e cafonaggini, credo che questa componente sia fondamentale per coinvolgere della gente e non solo per farla scappare.
- In un intero valente 10, la proporzione di appassionati è 9 per il calcio e 1 per il rugby. Nonostante questo, quell'1 quando parla del calcio si schifa e lo dileggia. I 9 semplicemente se ne fottono. E nemmeno gli arriva la notizia di Castro o di altre amenità machiste del mondo ovale. Al contrario invece le Balotellate arrivano a tutti. Normale che se una volta anche il calciofilo commenta con ironia quella rugbistica lo fa non per conforto o per rivalsa ma per mostrare che ogni mondo ha le sue magagne. Se in uno di essi ce ne sono meno che negli altri è questione sì di patrimonio etico ma anche di...numeri irrisori e scarsa attenzione mediatica. Se Balotelli parcheggia nel posto disabili con una Lambo pezzata militare si ritrova in prima pagina anche su Famiglia Cristiana. Se lo fa Bastareaud non se lo fila nessuno o quasi.
- Concordo sulle infinite disquisizioni sul fuorigioco calcistico (come pure accadono sui possibili penalty) ma non è colpa del calcio e delle sue semplici regole scritte se i chiacchieroni in tv amano arrovellarsi su piccoli episodi facilmente risolvibili quando il calcio si affiderà alla tecnologia.
E' un pò come se ti dicessi che il rugby, nonostante il TMO, ha ancora gente faziosa che, tanto per stare nel nostro misero orticello, vedeva la famosa espulsione di Costanzo nella Finale, giusta (per taluni) e sbagliata (per altri). Oppure le mischie, i cartellini e le mete tecniche della finale dell'anno prima, giuste (per taluni) e sbagliate (per altri). E sto parlando di rugby. Con TMO, con gente rispettosa, con arbitri onesti, senza i Moggi etc etc...
Vedi Joseph, il problema non è che uno sport è meglio di un altro o la gente che segue un tale sport sia più selezionata ed eletta di quella che ne segue un altro. E' che uno sport malcagato ha quattro gatti che protestano e nessuno li sente. Gli altri sono una massa chiassosa. E' il numero che muove passioni. E le passioni creano contrapposizioni, talvolta ideologiche. Ma non credo che uno sport abbia gente selezionata e scelta rispetto ad un altro.
A Calvisano ci son 700 spettatori e perlomeno 100 idioti. A vedere il Rovigo ci sono 4000 spettatori e perlomeno 600 idioti. A vedere il Brescia Calcio ci sono 3000 spettatori e perlomeno 500 idioti. A vedere il Milan ci sono 40.000 spettatori e perlomeno 8.000 idioti. Le proporzioni tornano abbastanza.
- Con la definizione di Tempo Morto non intendevo contemplare le mischie. Ti do ragione: hanno un loro fascino che infatti non mi sfugge. Non le trovo un momento spettacolare, soprattutto se ripetute all'infinito, ma sono una componente fondamentale del rugby. I tempi morti son ben altri: ramanzine negli ingaggi, rituali liturgici per guardare i replay e convocare il colpevole ed i capitani (assurdità), infinite applicazioni del regolamento di falletti e fallettini che fermano gioco ed orologio... Potrei proseguire. Tutto questo fa scappare dalla tv. Se invece sono allo stadio, mi rifugio alla club house o parlotto con gente del più e del meno...
- Li chiami tornei storici... Hai ragione. Lo sono. Per me sono come parlare della gamba di legno e la medaglia di guerra del nonno. Ne ho rispetto ma non le comprendo fino in fondo. La Calcutta Cup... Ma dai. Uno (sempre lo stesso, per altro) deve annualmente sollevare sta coppa dall'origine assurda e che già di per se fa parte di un altro torneo Rotary come il 6N. L'Inghilterra avrà un capannone pieno di queste coppe che magari penserà di esser fiera di aver conquistato. Mah... E poi questi tornei son troppi! Molti di essi son satellite, basti pensare a quelli nell'altro emisfero. Impossibili da seguire, da ricordare etc... Non parliamo poi delle nostre maggiori competizioni europee... Heineken...no Guinness...no Championship, Amlin... no Challenge... Ora La Qualyfing... Ma tanto tra poco sparisce, perchè han capito di aver fatto una c@zz@ta. E da noi? Domestic A1... no, Superdieci, no...Eccellenza. Giuro, io mi arrendo. Prova a spiegare tutto ciò ad un calciofilo e guardagli l'espressione alla fine...
- Continuo a pensare che se trovi una pallina di carta arrotolata, una da tennis, un gomitolo, un sassolino per strada etc...l'istinto primario è giocarci a calcio e magari passarlo a qualcuno. Se poi è un pallone, ti tappa automaticamente e letteralmente la vena e ciao... Con un ovale, anche ammesso di trovarlo in giro, non viene istintivo. Per un bimbo, ancor meno. Per un insieme di bimbi, figuriamoci. Forse non c'è l'abitudine. Forse è mancanza di una certa cultura. Può essere. Vorrei vedere in Francia o Inghilterra, nazioni in cui rugby e calcio sono allo stesso livello, se a due bimbi viene più naturale passarsi coi piedi un pallone tondo trovato in giro o con le mani uno ovale. Mi aiuterebbe a capire.
- I bimbi vivono di istinto. Le cognizioni e gli insegnamenti devi darglieli tu. Ma già quelli sono un processo di apprendimento, dei valori da innestare e inculcare. Non sono naturali. Vanno imparati. E' come la trombata animalesca dei 20 anni e quella esperta e raffinata dei 40. Una è istintiva, l'altra è una dottrina acquisita con tempo ed esperienza, ma meno rabbiosa. I valori del rugby non possono essere capiti da un bambino. Son troppo nobili. Contemplano una moralità. I bimbi tolgono le ali alle api, mettono il corpicino in un bicchiere d'alcool e danno fuoco per vedere cosa succede. Hanno una moralità pari a zero. Son cinici, istintivi, senza paure o pietà. Fanno semplicemente una cosa che trovano divertente e se non la fanno è perchè qualcuno è intervenuto per non fargliela fare e spiegar loro il perchè. Ecco, è questo: credo che il rugby sia uno sport più maturo del calcio, il quale invece è più adolescenziale. Forse per questo da noi piace di più. Siamo un popolo di bamboccioni mai cresciuti e mal cresciuti. Il rugby non lo capiamo non tanto per le regole ma per la sua filosofia. Questo è. Inutile cercare ogni volta paragoni e contrapposizioni. Si rivolge ad utenti differenti perchè differenti sono i caratteri.
- Ci sarebbe altro ma per ora mi fermerei... :wink:
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Re: Rugby Vs Calcio

Messaggio da Hap » 29 apr 2016, 13:59

Ragazzi, vi prometto di leggere tutto appena sono in ferie o a casa con calma.

In ogni caso Joseph, complimenti per l'articolazione di alcuni passaggi e per alcune riflessioni su cui non mi ero mai concentrato.
Si vede che sei studiato :-]
Agli amici che compaiono dagli abissi di internet solo quando l'Italia le prende, gustando il momento con rara intensità: grazie.
Grazie.
Grazie perché mi avete fatto capire il senso di tutti quei video porno in cui i mariti si sollazzano vedendo la moglie soddisfatta da un estraneo.

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Re: Rugby Vs Calcio

Messaggio da jpr williams » 29 apr 2016, 14:13

Cercherò di essere meno fluviale di voi ragazzi.
Io amo il rugby in tutto e per tutto, salvo qualche manifestazione di beceraggine che a volte si sente sugli spalti o si legge in certi blog. Lo amo più o meno per tutte le cose che NON piacciono al mio amico Ale. :shock: Soprattutto per quelli che lui trova vecchiumi inspiegabili (se domani mattina la Scozia vincesse la Calcutta cup girerei in kilt per un mese con niente sotto :wink: ).
Amo il calcio solo per la maggior parte di quanto accade nel rettangolo di gioco: per tutto il resto (tifosi, giornalisti, pubblicità, clamore mediatico) incaricherei un'impresa di derattizzazione.
Seguo sempre il calcio anche se non metto piede in uno stadio in cui lo si giochi più o meno da 25 anni (giocava ancora il mio idolo Michel Platini) e continuo a tifare per la mia squadra, anche se non con la partecipazione di allora: scambierei volentieri lo scudetto al mio Calvisano con la retrocessione della Juve. Il calcio di oggi, in realtà, mi appassiona molto meno anche per quello che le televisioni ed il marketing ne hanno fatto: io sono per il calcio in cui le partite si giocavano in contemporanea la domenica pomeriggio, con le maglie dall'1 all'11 in cui il 7 era l'ala destra e il 10 (numero con cui giocavo io) era la mezzala/regista. In una parola il calcio non lo schifo per niente, mentre schifo ciò che gli hanno costruito sopra e intorno.
Ma il gioco è bellissimo, anche se (come per il rugby) non posso fare a meno di notare che quello degli anni '70 e '80 era molto più divertente e tecnico di quello spesso monotono di oggi.
Gli sport di squadra li amo tutti o quasi; il basket, il volley, il waterpolo: li ho sempre preferiti agli sport individuali. Mi piace l'idea di una comunità di intenti che condivide e lotta insieme.
E adesso vi saluto perchè ho già comincato a cantare l'Internazionale. :wink:
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)

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Re: Rugby Vs Calcio

Messaggio da JosephK. » 29 apr 2016, 15:10

CErco di essere sintetico, tra un down del sito e una schifezza da fare al lavoro.
mondOvALE ha scritto: - Mi sembra di capire che hai smesso di seguire il calcio soprattutto per una questione di ostilità ambientale (che non solo è innegabile ma, raggiunta l'età della ragione, è quella che ha fatto scappare per anni anche me. Non è il gioco in se il problema, ma l'ambiente per l'appunto). Io ero un ragazzetto ben educato e anche un pò timido ma lo stadio mi trasformava. Non ho mai commesso atti violenti ma se solo fosse andata a segno anche solo una tra le cose augurate ai bergamaschi, oggi sarebbero una razza estinta come i toporagni balearici e Bergamo sarebbe come Kobane. Per fortuna tutto ciò non poteva accadere e non è accaduto ed oggi, per la legge del contrappasso, ho più amici bergamaschi che bresciani. Però il gioco del calcio in sè mi piace molto anche se, come nel rugby, si possono vedere match inguardabili che favoriscono una pennichella istantanea.
Convengo però sulla bellezza del basket. Altro sport che adoro.
Sia incompatibilità ambientale che proprio di "gusto". Ma se la prima è una cosa che mi potrebbe far abbandonare anche uno spalto di rugby (spero mai), non mi farebbe abbandonare la visione dello sport rugby a meno proprio di disastri anche in campo. Il rugby, come il basket, mi piace perché è avvincente, fatto di tante cose diverse e perché ha un'etica che in qualche maniera forse ho sempre cercato nella vita, amicizia, rispetto, goliardia, assenza di sotterfugi. Almeno come etica ideale sarebbe quella di un mondo di consuetudini belle che per questo ammiro, anche se magari di fatto non ci sono

[quoty]- Il tifo calcistico non lo rilegherei ad una masnada di potenziali assassini. C'è lo zoccolo duro del tifo più acceso che tiene a tutti gli effetti in ostaggio l'80% degli spettatori trasformando lo stadio in una zona franca in cui emergono frustrazioni, livori, politicizzazioni, odio e le differenze si accentuano sempre più. Ma molti vorrebbero semplicemente gustarsi la partita, anche se poi bofonchiano, borbottano etc... Ma è lo stadio.
In tutta onestà non disprezzo nemmeno tutto degli ultrà: cori, bandiere, fumogeni, striscioni e tamburi li ho sempre amati, credo siano il sale di un evento "live" e personalmente nel rugby mi mancano. Rovigo ha il tifo che si attaglia di più alla mia descrizione, anche se poi questo genera anche episodi da branco che invece tra un nugolo sparuto di spettatori non organizzati si trova in forma minore e meno evidente. Ma il tifo acceso mi piace. Amo essere coinvolto e sentirmi di appartenere ad un qualcosa. Al netto di isterismi e cafonaggini, credo che questa componente sia fondamentale per coinvolgere della gente e non solo per farla scappare.
- In un intero valente 10, la proporzione di appassionati è 9 per il calcio e 1 per il rugby. Nonostante questo, quell'1 quando parla del calcio si schifa e lo dileggia. I 9 semplicemente se ne fottono. E nemmeno gli arriva la notizia di Castro o di altre amenità machiste del mondo ovale. Al contrario invece le Balotellate arrivano a tutti. Normale che se una volta anche il calciofilo commenta con ironia quella rugbistica lo fa non per conforto o per rivalsa ma per mostrare che ogni mondo ha le sue magagne. Se in uno di essi ce ne sono meno che negli altri è questione sì di patrimonio etico ma anche di...numeri irrisori e scarsa attenzione mediatica. Se Balotelli parcheggia nel posto disabili con una Lambo pezzata militare si ritrova in prima pagina anche su Famiglia Cristiana. Se lo fa Bastareaud non se lo fila nessuno o quasi.
- Concordo sulle infinite disquisizioni sul fuorigioco calcistico (come pure accadono sui possibili penalty) ma non è colpa del calcio e delle sue semplici regole scritte se i chiacchieroni in tv amano arrovellarsi su piccoli episodi facilmente risolvibili quando il calcio si affiderà alla tecnologia.
E' un pò come se ti dicessi che il rugby, nonostante il TMO, ha ancora gente faziosa che, tanto per stare nel nostro misero orticello, vedeva la famosa espulsione di Costanzo nella Finale, giusta (per taluni) e sbagliata (per altri). Oppure le mischie, i cartellini e le mete tecniche della finale dell'anno prima, giuste (per taluni) e sbagliate (per altri). E sto parlando di rugby. Con TMO, con gente rispettosa, con arbitri onesti, senza i Moggi etc etc...
Vedi Joseph, il problema non è che uno sport è meglio di un altro o la gente che segue un tale sport sia più selezionata ed eletta di quella che ne segue un altro. E' che uno sport malcagato ha quattro gatti che protestano e nessuno li sente. Gli altri sono una massa chiassosa. E' il numero che muove passioni. E le passioni creano contrapposizioni, talvolta ideologiche. Ma non credo che uno sport abbia gente selezionata e scelta rispetto ad un altro.
A Calvisano ci son 700 spettatori e perlomeno 100 idioti. A vedere il Rovigo ci sono 4000 spettatori e perlomeno 600 idioti. A vedere il Brescia Calcio ci sono 3000 spettatori e perlomeno 500 idioti. A vedere il Milan ci sono 40.000 spettatori e perlomeno 8.000 idioti. Le proporzioni tornano abbastanza.[/quote]

Forse hai ragione sulle quantità, forse come "tifo" siamo ancora un pochino meglio perché siamo meno. L'ho spesso pensato, se allarghi troppo c'è il rischio moltiplicazione dell'idiota e assuefazione dell'idiota in me all'idiota che è esterno a me o accanto a me. Certo però il rugby è anche uno sport popolare, vive di campo ma anche di post partita, di after time party, di club house, di pub, di stadio storico. Sono cose che vedo un po' meno da altre parti e che fortunatamente lo rendono oltre che "elitario" nello spirito, popolare nella pratica.
- Con la definizione di Tempo Morto non intendevo contemplare le mischie. Ti do ragione: hanno un loro fascino che infatti non mi sfugge. Non le trovo un momento spettacolare, soprattutto se ripetute all'infinito, ma sono una componente fondamentale del rugby. I tempi morti son ben altri: ramanzine negli ingaggi, rituali liturgici per guardare i replay e convocare il colpevole ed i capitani (assurdità), infinite applicazioni del regolamento di falletti e fallettini che fermano gioco ed orologio... Potrei proseguire. Tutto questo fa scappare dalla tv. Se invece sono allo stadio, mi rifugio alla club house o parlotto con gente del più e del meno...
Concordo sulle discussioni in campo, concordo anche sul tempo morto del tmo ma è una cosa quasi solo italiana, i Tmo esteri sono molto più veloci, a costo magari di prendere cantonate.
Ripeto invece che se vedo 10 minuti di mischie io sono felice. I 15 minuti finali a Milano di Italia - AB era pura poesia rugbystica, lotta al quadrato, l'essenza terrosa, bellicosa, spietata di questo sport. Metro, metro metro e poi manco fai meta anche se domini. Io piuttosto toglierei la trasformazione, il drop e anche le mogli gnocche dei sudafricani ma mai toglierei la mischia dal rugby.
- Li chiami tornei storici... Hai ragione. Lo sono. Per me sono come parlare della gamba di legno e la medaglia di guerra del nonno. Ne ho rispetto ma non le comprendo fino in fondo. La Calcutta Cup... Ma dai. Uno (sempre lo stesso, per altro) deve annualmente sollevare sta coppa dall'origine assurda e che già di per se fa parte di un altro torneo Rotary come il 6N. L'Inghilterra avrà un capannone pieno di queste coppe che magari penserà di esser fiera di aver conquistato. Mah... E poi questi tornei son troppi! Molti di essi son satellite, basti pensare a quelli nell'altro emisfero. Impossibili da seguire, da ricordare etc... Non parliamo poi delle nostre maggiori competizioni europee... Heineken...no Guinness...no Championship, Amlin... no Challenge... Ora La Qualyfing... Ma tanto tra poco sparisce, perchè han capito di aver fatto una c@zz@ta. E da noi? Domestic A1... no, Superdieci, no...Eccellenza. Giuro, io mi arrendo. Prova a spiegare tutto ciò ad un calciofilo e guardagli l'espressione alla fine...
Beh dai c'è differenza tra la Gavazzi Qialifyng cup, che ha pur sempre avuto meriti di far giocare in europa nazioni di "serie b" e aprire i club elitario anche agli altri, e la Calcutta Cup o la Triple Crown o tutto quanto c'è di storico qua dentro. A me ste cose piacciono, anche perché noi italici ci siamo entrati in ritardo, non "facendone parte" e dovendo in qualche maniera chiedere permesso. Non è questione di nomi ma di una tradizione di umani che si sono "sfidati" per un obiettivo, a volte tradizione secolare, con storie, momenti epici.
Hanno senso i Barbarians? A rugby sì, in quale altro sport potrebbero essere quello che sono? Li puoi paragonare ai Globtrotters o all'All star game? No è proprio una cosa a parte, con i calzettoni della tua squadra, la meta degli anni settanta ancora ricordata, il pub che piglia il tuo nome. Insomma di questo genere di tradizioni io resterei affascinato per giorni e in questo seguo il buon jpr.
- Continuo a pensare che se trovi una pallina di carta arrotolata, una da tennis, un gomitolo, un sassolino per strada etc...l'istinto primario è giocarci a calcio e magari passarlo a qualcuno. Se poi è un pallone, ti tappa automaticamente e letteralmente la vena e ciao... Con un ovale, anche ammesso di trovarlo in giro, non viene istintivo. Per un bimbo, ancor meno. Per un insieme di bimbi, figuriamoci. Forse non c'è l'abitudine. Forse è mancanza di una certa cultura. Può essere. Vorrei vedere in Francia o Inghilterra, nazioni in cui rugby e calcio sono allo stesso livello, se a due bimbi viene più naturale passarsi coi piedi un pallone tondo trovato in giro o con le mani uno ovale. Mi aiuterebbe a capire.
Non sono così d'accordo. Per un bambino è natuarale rotolarsi, saltare, buttarsi a terra, spingere e fare qualcosa di simile a quella che chiamaimo placcare. Il calciare una palla è meno intuitivo di prendere in mano una palla e tirarla. Prima afferrano la palla anche perché camminare e stare in piedi in equilibrio arriva in un secondo momento.
- I bimbi vivono di istinto. Le cognizioni e gli insegnamenti devi darglieli tu. Ma già quelli sono un processo di apprendimento, dei valori da innestare e inculcare. Non sono naturali. Vanno imparati. E' come la trombata animalesca dei 20 anni e quella esperta e raffinata dei 40. Una è istintiva, l'altra è una dottrina acquisita con tempo ed esperienza, ma meno rabbiosa. I valori del rugby non possono essere capiti da un bambino. Son troppo nobili. Contemplano una moralità. I bimbi tolgono le ali alle api, mettono il corpicino in un bicchiere d'alcool e danno fuoco per vedere cosa succede. Hanno una moralità pari a zero. Son cinici, istintivi, senza paure o pietà. Fanno semplicemente una cosa che trovano divertente e se non la fanno è perchè qualcuno è intervenuto per non fargliela fare e spiegar loro il perchè. Ecco, è questo: credo che il rugby sia uno sport più maturo del calcio, il quale invece è più adolescenziale. Forse per questo da noi piace di più. Siamo un popolo di bamboccioni mai cresciuti e mal cresciuti. Il rugby non lo capiamo non tanto per le regole ma per la sua filosofia. Questo è. Inutile cercare ogni volta paragoni e contrapposizioni. Si rivolge ad utenti differenti perchè differenti sono i caratteri.
- Ci sarebbe altro ma per ora mi fermerei... :wink:
Grazie per gli spunti!
Ammazza ma che bambini hai visto? :D Sono spietati e senza compromessi, non esitano a tirarsi le pigne ma sono anche solidali e capiscono se l'altro sta male. Sono senza freni ma empatici, hanno un natural egoismo ma anche una socialità spiccatissima entro cui c'è il concetto di "dolore", "farsi male" e la volontà di evitarlo per sé e per gli altri. Ecco perché sopra ti dicevo la cosa del gentile, a me ha stupito tantissimo e mio figlio praticamente per un anno non ha mai usato la parola "buono", veramente incomprensibile e caricata di sensi filosofico-religiosi che non hanno. COme opposto a cattivo, gentile significa: uno che negli atti non fa del male agli altri, uno che non ti mena, uno che non danneggia. Questa è una morale "pratica" fortissima, legata credo alla sopravvivenza dell'uomo che è nel corso dei secoli diventata necessariamente sociale e di branco, e quindi anche "naturalmente" cooperativa. Ecco dunque che quei concetti di rispetto non sono così lontani dall'universo infantile, anzi.

Buona lì dai per oggi... :D
"Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa accada. E' raro vincere in questi casi, ma qualche volta succede" (Il Buio oltre la siepe).

Metti una sera con gli amici del bar e capisci quanto è importante... la cultura del rugby.

Entrare al bar per condividere, non per dividere (Il sommo Beppone).

Nex time... Good Game... Nice try... Seh seh avemo capito...

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Re: Rugby Vs Calcio

Messaggio da stilicone » 29 apr 2016, 17:53

Ragazzi, scrivete benissimo ma scrivete troppo. Forse domattina o domenica mattina leggerò tutto...
Dunque, a me il calcio piace poco, ma, come tutti voi, ho visto miriadi di partite e da bambino andavo allo stadio con mio padre, ecc. ecc.
Per una vita sono stato nel basket; il rugby mi piaciucchiava, guardavo il 5 Nazioni con le telecronache di Paolo Rosi il sabato pomeriggio nei favolosi anni 70, ma non ho mai pensato di giocare (ero il classico lunghetto smilzo a cui sarebbero state fracassate le ossicine in un batter d'occhio).
Mi sono innamorato senilmente del rugby quando un amico mi ha dato la cassetta della partita di Grenoble, della quale prima non avevo saputo niente (orrore!!). L'idea di avere una Nazionale che poteva battere le nobili anglosassoni, che veniva ammessa nel tempio, mi ha letteralmente fatto impazzire, comprese tutte le leggende di cui si nutre il rugby, dal Principe Obolensky agli aquilani che tte menano, ecc.

Tutto questo per dire che non sono giovane, e che posso guardare i vari sport "antagonisti" con distacco ed occhio critico.
Non tutto mi piace del rugby; concordo con Hap, che gli autoscontri dopo un po' sono stucchevoli e secondo me certi fisici sono assolutamente irreali e sospetti.

Il calcio dopo mezz'ora mi annoia.
Ma più che altro trovo insopportabile il modo con cui lo trattano i media, con quella superficialità da panem et circenses che ci considera tutti dei cretini. Perchè devono mettere per forza una squinzia a condurre le Domeniche Sportive? Magari, se ci fossero dei tecnici, potrebbero spiegare meglio certe pieghe del gioco, e ne guadagneremmo tutti. Ma i tecnici dovrebbero parlare di tecnica, non di luoghi comuni...

E su questo, condivido appieno lo snobismo del nobile rugbista. Non il gioco, ma quello che ci gira intorno, è inutile e cntroproducente.
MEMENTO MAROCCO.

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Re: Rugby Vs Calcio

Messaggio da Luqa-bis » 29 apr 2016, 18:14

Qualcuno è andato a giro per perorare la causa del tema .
Facciamolo contento.

Mi dispiace per chi, appassionato di calcio disprezza il rugby "poerello", e chi appassionato di rugby detesta il calcio "fighette frignone strapagate e ultras".

A me, potendo il calcio piace giocarlo.
Il rugby, se non lo gestici al tocco o simile, resta un po' più difficile da applicare (anche se son riuscito a far giocare a calcio fiorentino in Austria).

Non credo che il bambino sia attratto istintivamente da una palla piuttosto che un'altra.
Semmai è l'insolita forma , un misto tra uovo di pasqua e melone , che attira i bimbi.
Poi, loro, che sia ovale o tonda se la lanciano con le mani e se la tirano con i piedi comunque.

Anche io amerei un pubblico più militante nel rugby (invidio i cori gallesi e invece non amo troppo le Rugby Pride parade con centurioni, olandesine, fate, gorilla ecc.), forse perché sono più un sostenitore da imprecazione masticata che da balletto tropicale.

Regole. Per uno sport che prevede il confronto fisico poche regole sarebbero un problema (se volete una dimostrazione vi invito in S.Croce per lo storico o a Prato per la palla grossa )
la deriva muscolare è un problema, anche perché ormai il rugby sta diventando uno sport praticabile solo da chi sta oltre il 70mo percentile di altezza e l'80mo di peso.

Per me la base del rugby sono 3 cose: passare indietro per andare avanti, placcare e arrivare "oltre all'ultimo muro" o "alla torre della bandiera".
quindi terrei i calci più delle mischie e delle rimesse, anzi li vorrei come nel gaelico.
Le mischie vorrei che fossero meno ricerca del fallo avversario.

Chissà , magari il passo decisivo potrebbe essere giocare in 11, come nel calcio.
E poter giocare su campi analoghi : 64-68 x 100-105, con le porte del calcio fatte ad H e l'area di meta davanti alla porta.


In quanto ai tornei, il problema è l'incoerenza frammista alla necessità commerciale:

uno sport fatto di tradiizoni e regole non scritte, beh, che cambi nome alle coppe e alle squadre secondo le stagioni della sponsorizzazione si contraddice.

calcio: l'odiata Juventus è tale dalla fine del 1800, il Milan e L'inter più o meno. La Coppa Campioni è diventata Champions league . Lo straodiato Real Madrid è ancora il Real. Non il Philips Madrid .


Capire la Calcutta o la triple Crown non è difficile per un amante del calcio: basta dirgli "presente un derby? qui chi lo vince si piglia la coppa".
Lo stesso il perché del 6N.
Vale come Oxford-Cambridge, Juventus-Fiorentina, la regata delle 4 repubbliche.

Casomai siamo noi che a volte pensiamo che "non è più tempo per club privati".


La Qualifying? Secondo me un 'ottimo passo per arrivare o ad un campionato europeo di club organizzato come la NPC o il nacional de club argentino, o comunque per confrontarsi tra società fuori dalle grandi unions.

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Re: Rugby Vs Calcio

Messaggio da JosephK. » 29 apr 2016, 18:22

Sul fatto che il rugby, agli alti livelli, stia diventando solo per certi fisici come dice Luqa: purtroppo è vero. Qualcuno proponeva di ridurre drasticamente le sostituzioni, tipo max 2, per far sì che se scoppi scoppi e arrivederci. Non so se sia una soluzione, forse basterebbe una vera e feroce lotta al doping. Ma anche qui: quale sport si può dire non dico del tutto immune ma almeno immune al 50%?
"Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa accada. E' raro vincere in questi casi, ma qualche volta succede" (Il Buio oltre la siepe).

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Re: Rugby Vs Calcio

Messaggio da tonione » 29 apr 2016, 22:48

a luqa-bis mi garberebbe di chiedergli na cosa. che non si picchiano al calcio storico, c'ho visto di persona un finalone che si mazzolava a più non posso.
ecco il rugby si fa la stessa cosa con più campo e più regole. e più momenti organizzati di scontro, tipo la mischia e la rimessa laterale, una roba britannica insomma.

il doping, braccio di ferro che si mangia gli spinaci e diventa invincibile, è la tentazione per i vorrei ma non posso. è una forma di corruzione. nessuno è esente moralmente dalla vita propria e dalle tentazioni, dalla voglia di mangiare gli spinaci per essere invincibile.

non sono come hap, e allora vi beccate un link classico.

https://www.youtube.com/watch?v=J4EKRcmiuNE

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Re: Rugby Vs Calcio

Messaggio da tonione » 29 apr 2016, 22:58

hai mai provato, mondovale, a dire ad un appassionato del calcio, ad un ultras, che il rugby e il calcio, in origine, erano lo stesso sport. e che noi, non veniamo da un atto di ribellione, come la narrazione da decadi ci propina, ma da un atto di affermazione. noi, usiamo le mani. loro no, tranne per uno. chissa perchè tranne per uno, forsi che hanno voluto mantenere la memoria dello sport originario? i ribelli, che volevano l'uso dei piedi sono i calciatori, piuttosto che i manatori, che stavano bene usando tutte e due.

affermazione contro ribellione. conservazione contro modernità.

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Re: Rugby Vs Calcio

Messaggio da Luqa-bis » 2 mag 2016, 10:38

Quindi
unionisti tory e socceristi whig per definizione?

Mah, non so, e peraltro ormai è quasi più trinitari vs ariani o niceni vs nestoriani.

@ Tonione

Non ho capito cosa ti garberebbe chiedermi?
Nello storico le regole sono pochissime e si menano, e piuttosto forte (peraltro senza sostituzioni e con due ospedali di riferimento distinti).
Ma nel codice il confronto (pugilistico, lotta o savate) testa a testa è ammesso. A me non piace, ma è nelle regole.
Si gioca su un campo da 50x100 in sabbia, con 54 giocatori,
se avessimo addirittura un livello pro, potete immaginare che tritacarne ne verrebbe fuori.
E del resto se fossero in meno e su campo in erba, potete immaginare la dinamicità degli scontri.

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