Nell’ultimo turno di andata avevamo visto il miglior Calvisano della stagione; ieri il peggiore

. Anche chi, come me, non capisce una fava di fisica (mica per niente ho fatto il liceo classico

) conosce, quanto meno a spanne, il concetto di pressione osmotica. Si tratta di quel fenomeno per cui se due forze si trovano in un sistema di vasi comunicanti quanto più diminuisce la pressione di una delle due forze, tanto più aumenta quella dell’altra (Forrest non fare il maestrino col ditino alzato: l’ho detto che la so a spanne, via

). Chi avesse voluto avere una dimostrazione plastica di detto fenomeno avrebbe dovuto venire ieri pomeriggio a fare compagnia ai non più di 400 infreddoliti voyeur del match fra Calvisano e L’Aquila. La partita di ieri non doveva servire a dare 5 punti ai padroni di casa: con tutto il rispetto possibile per gli ospiti questo era dato abbastanza per assodato. Doveva, invece, servire soprattutto a quei giocatori che si vedono meno spesso in campo per mostrare il loro valore e, nel complesso, alla squadra “b” per dire: vedete, ci siamo anche noi e sappiamo farci valere. Purtroppo l’occasione è stata del tutto sprecata

. La partita è stata vinta sostanzialmente in virtù della pura e brutale superiorità di base di una squadra sull’altra: Calvisano non ha giocato, ha messo sulla bilancia il suo peso superiore e ha portato via l’unica cosa che, evidentemente, gli interessava. Con alcuni amici si diceva ieri che se il rugby è uno sport come gli altri, allora anche il cuore è un organo come gli altri: vedendo il match di ieri si potrebbe dire proprio così

. Peccato perché Calvisano era partita bene e con voglia: già dopo tre minuti Buscema mostrava di saper tenere in mano la bacchetta per interpretare un buono spartito: orchestrava bene dentro i 22, un’allargata a destra, una a sinistra e si creava il buco; la palla nel frattempo era tornata al 10 che in quel buco si infilava, eludeva un paio di laschi placcaggi e andava a percuotere efficacemente contro l’ultima guardia per schiacciare mezzo metro oltre la linea: tutto molto bello come avrebbe commentato il buon Pizzul

. Poi, nel giro di un quarto d’ora, venivano due try di forza del pack giallonero, la cui superiorità sui diretti avversari era straripante. Straripante al punto da indurre, sino a quel momento, gli ospiti ad una serie impressionante di falli il cui esito logico era il giallo mostrato all’openside neroverde ormai sul 21-0 e all’11esimo fallo in poco più di un quarto d’ora. A questo punto ci si aspettava una gragnuola di mete sui malcapitati ospiti e invece? E invece, no, perché la pressione osmotica calvina se ne andava a prendersi una cioccolata calda e si ripresentava in campo solo per le vigorose strette di mano finali

. Da qui in poi i ragazzi aquilani mostravano di essere in campo anche loro e con merito superiore a quello dei supponenti avversari. In inferiorità numerica attaccavano con coraggio e, al termine di una veloce sventagliata da sx a dx andavano in meta con il bravo Mattoccia. Qui si metteva in mostra con bella tecnica e acume tattico la giovane apertura pumita dei neroverdi; devo confessare che, per uno della mia età, vedere in campo un numero 10 di nome Riera fa il suo effetto, anche se non si tratta di palla tonda e manca una v

. Ma non è questa suggestione a farmi dire che il ragazzo ha davvero ottima tecnica e buona velocità e precisione di passaggio. Un po’ carente al piede, ma, mi dicono, è un ’94 e ci sarà tempo per affinare questo skill. Davvero un bel vedere. Ma un bel vedere, adesso, è tutta la linea arretrata ospite, che fa il bello e cattivo tempo in campo, con una menzione speciale per il secondo centro Mattoccia, davvero dotato di gran spunto e ottime mani. Calvisano prova a farsi sotto di nuovo ed ha una touche fuori dai 22 avversari: lancio smorto e presa a saponetta consegnano la palla agli ospiti che partono senza pensarci: tre/quattro offloads al bacio della linea arretrata ospite e splendida planata in meta di Riera dopo una presa di estrema difficoltà. In assenza del gioco calvino ci pensa la succitata superiorità a far acquisire il bonus allo scadere del primo tempo ai padroni di casa con la solita maul. Ci sarebbe tutto un secondo tempo da giocare, che scivola via con altre due mete di forza fisica pura dei gialloneri, ma il gioco si vede davvero poco. In conclusione L’Aquila si rifà sotto e mette in croce la mischia calvina che cede ripetutamente come fosse di pongo

. I prodi ospiti conquistano ben due gialli a carico di due destri calvini (Biancotti e Costanzo; Costanzooo? si, proprio lui spianato via come la sfoglia delle brioches

) e si finisce per vedere Canavosio schierato terza centro!

Giustissima meta tecnica alla mischia ospite e peccato che l’arbitro ci abbia messo così tanto a concederla, perché ora manca solo un minuto e non c’è più tempo: ci fosse ancora qualche minuto e gli aquilani in 15 contro 13, forse, potrebbero fare una quarta meta e portare a casa un meritatissimo punto

. Onore a loro (tre mete contro Calvisano, a mia memoria, non le aveva ancora segnate nessuno

) e lasciatemi dire che è un peccato che una squadra che gioca così bene dietro sia penalizzata da un pack deficitario. A bordo campo va avanti e indietro uno Zaffiri tirato davvero a lucido: siamo sicuri che la sua esperienza sarebbe del tutto inutile al debole pack neroverde?

Da parte calvina solo cenere e carbone; qualche sprazzo per Buscema, capace, però, anche di conquistare letteralmente meno di un metro con un calcio in touche da in mezzo al campo

. Nullo l’atteso Rokobaro, davvero deludente. Non pervenuti gli altri. MoM Ambrosio perché proprio bisogna darlo alla squadra vincente; io l’avrei dato a Mattoccia.
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