Cultura del tifo

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mondOvALE
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Cultura del tifo

Messaggio da mondOvALE » 8 feb 2016, 18:23

Bon. Riallacciandomi (e volendo estendere) la discussione nel thread della "Prima di ritorno", mi sembra il momento perfetto per aprirne uno nuovo e più specifico, sperando che già non ci fosse, nascosto da qualche parte.
Premessa n°1: non ho NULLA nei confronti dei tifosi rodigini, anche se l'occasione è capitata guardando (ed ascoltando...) in tv il derby veneto. Questo argomento riguarda tutte le tifoserie indistintamente, anche se quella rossoblu, essendo numericamente maggiore, ha l'unico svantaggio di esser meglio percepita all'orecchio.
Premessa n°2: ho ben presente che uno stadio non è la Basilica di S.Pietro o il Bolshoi.
Detto ciò...

Se si ha letto la discussione precedentemente accennata, già si sa di cosa parlo e di dove voglio arrivare. Non ripeterei la menata dei 52.000 a Dublino in silenzio totale sui calci e il brusio (eufemismo) dei 2.000 del Battaglini, comunque NON giustificato dal fatto che si giocasse un derby. Come non son giustificati (mai ed ovunque) gli insulti al referee, sporadici o collettivi, che regolarmente si prende (perfino quando arbitra in modo globalmente equilibrato, professionale ma ha magari l'ardire di fischiare a favore dell'avversario una o due decisioni controverse al 50%). Buffone e pagliaccio son termini oramai sdoganati con una leggerezza disarmante ma insulti a lui, alla mamma, o collettivamente in coro stanno prendendo sempre più piede. Addirittura a volte passa il concetto che l'errore arbitrale sia l'elemento scatenante di proteste e gazzarre.
Ci sono cardini fondamentali che il rugby ha sempre avuto e che non si possono assolutamente perdere o barattare. Lo dico perchè questo sport si gioca in campo ma anche sulle tribune, altrimenti non avrebbe senso nemmeno contemplarne il terzo tempo, che invece è elemento fattivo ed identificativo. Il rugby comprende TUTTO per il semplice fatto che è una filosofia d'approccio ad una disciplina che può piacere o meno ma che ha l'invidiabile virtù del rispetto (addirittura liturgico al limite dell'ossessivo, ma è giusto che sia così). Quei cardini sono riti come gli applausi alle squadre pre e post match, il rispetto verso il direttore di gara (che non si può pretendere dai giocatori con un "Yes Sir" e fregarsene se si è in tribuna con una birra), gli applausi ai giocatori durante le sostituzioni (non importa di che squadre siano ed a prescindere dal fatto che sia per un infortunio o per sfinimento), la mancanza di insulti verso gli atleti o i tifosi avversari, etc etc...
Se molliamo di un centimetro su questi cardini, non crolla il mondo ma il limite si sposta e via via si sdoganano atteggiamenti sempre più pallonari e sempre meno rugbistici. Dopodichè, una volta che dovessimo accorgerci di essere in un punto di non-ritorno, sarebbe troppo tardi. Un giorno qualcuno verrà alle mani. Quando accadrà, si dirà che è un episodio isolato e che non è il caso di farne un dramma. Idem se dovesse ricapitare. Quando poi dovesse succedere altre volte, ci accorgeremmo (regolarmente fuori tempo massimo da buon clichè italiota) di un problema oramai in atto senza sapere come tornare indietro. Sempre, sempre troppo tardi. Lo dico ora, qui, perchè resti a monito per il futuro.
Torniamo a bomba.
Giro gli stadi italiani di rugby da tanti anni. Ho anche un passato in una curva calcistica. Quindi vedo perfettamente la differenza che, per fortuna, ancora c'è ed è bella netta. Non parliamo poi del post-partita in cui il nostro sport allunga decisamente il passo, anche se ancora vedo diversi terzi tempi fatti di tavolate divise e qualche timidissima parola con i tifosi avversari in via del tutto eccezionale, un pò come se fossero marziani o animali in cattività.
Il punto però non è tanto fare il paragone con il calcio, per consolarci o fare il pieno di autostima, ma guardare dentro il nostro mondo e vedere con senso critico cosa va, cosa no, cosa si può migliorare o cosa si rischia di perdere. So che può essere un guardarsi allo specchio col timore di vedere delle rughe che non vorremmo ma è un passo che, ogni tanto, senza che diventi patologico, va fatto.
Se proprio si desidera fare dei confronti giusto per avere termini di paragone o riferimenti virtuosi sarebbe bene farlo sempre stando nel mondo ovale ma attraversando i confini. Magari mettendo da parte le ideologiche antipatie (quelli son francesi... quelli sono inglesi...) e pensando che non siamo i migliori perchè abbiamo l'arte, la moda, la cucina, la Ferrari, la Carrà e il Papa. Abbiamo molto, molto ma molto da imparare. Sul campo e...sugli spalti. Mi risulta difficile credere che negli anni nessuno di voi si sia fatto delle domande guardando il tifo negli stadi del 6N o anche in quelli franco-anglosassoni dei vari top team celtici.
A me una cosa che salta all'occhio è la mancanza di un vero e proprio tifo organizzato. Parlo di una torcida vera e propria che si stacca dal resto e prende il sopravvento. Insomma, una Quaglio di turno, tanto per prendere un caso italiano. La gente è TUTTA mischiata in modo perfettamente uguale senza che ci sia un'area di tifo che fa "branco" e che, nel bene e nel male, diventa il termometro umorale del tifo.
Ieri guardavo il derby d'Italia e cercavo di contare visivamente quanti petrarchini ci fossero nella Quaglio. Poi mi son chiesto se ad uno di loro fosse mai passato per l'anticamera del cervello di andare lì dentro, anche se in realtà è la cosa più semplice dell'universo. Basta comprare un biglietto per quella tribuna ed entrare. Punto. Magari sedendosi nel cuore delle Posse, dato che lì si vede da Dio. E' una cosa che mi son ripromesso di fare, con la mia sciarpa giallonera, quando seguirò il Calvisano nel prossimo incontro del Battaglini. I posti non sono numerati, la tessera del tifoso per ora non c'è e spero che qualche amico calvino voglia provare quell'esperienza che nel rugby dovrebbe essere così normale ma che lì sembra non esserlo moltissimo. Dovrei per caso sentirmi a disagio? Starei insultando la memoria di Quaglio e Battaglini appoggiando le mie chiappe vicino ai loro faccioni? Forse commetterei qualche sacrilegio? Io non penso. Sono ospite e dovrei essere il benvenuto. Onoro solo i principi del tifo rugbystico e son curioso di vedere se i due tifosi che avrò a destra e a sinistra daranno del cog*ione ad un giocatore calvino (cosa sentita al Peroni all'andata) o dell'ubriacone a Gavazzi. Io ho l'intimo sospetto che sarebbero tra quelli a tifare i loro giocatori e basta. Tifarli come solo loro sanno fare e nel modo che tanto invidio loro: con passione, con organizzazione, con rumore, con un trionfo di colori ovunque, con un sostegno quasi ininterrotto per 80 minuti. Questo io vorrei che le altre tifoserie, a prescindere dal numero, imparassero (quella calvina su tutte) come vorrei che non imparassero mai gli atteggiamenti sopra citati nonchè argomento di questo topic e che, perdonatemi, non riguardano cinque o sei incivili e basta.
Quando si è in tanti e questi "tanti" sono accorpati assieme, il colpo d'occhio è invidiabile ma il colpo d'orecchio a volte è disturbante. Non per trombe, fanfara o tamburi ma perchè se si è 2000 persone divise e sparpagliate si trova solo uno sparuto nugolo di voci isolate pronte alla protesta ma se sono unite, quelli vicino si fanno trascinare e buonanotte. Se poi questi "spettacoli" vanno in tv, dato che abbiamo oramai capito che i telecronisti non stigmatizzano, si tappano le orecchie ed invece di inorridire fan finta di nulla, i telespettatori invece sentono. E sentono bene.
Come avran sentito la caciara calvina sul calcio di Basson, l'anno scorso al Peroni, della quale personalmente mi vergognai e mi scusai, anche se non c'entravo nulla, col Pres. Zambelli e con alcuni tifosi rossoblu nel parcheggio. Come ci si ricorderà quella petrarchina l'anno scorso alla Guizza nel finale con Calvisano ed il seguente "sfanculamento" del tifoso giallonero a Padova tutta. Perchè poi una cosa tira l'altra e addio.
Per carità. Cose da stadio, mi si dirà.
Boh, sarà. Io le reputo sempre delle gran cafonate. A meno che, all'ingresso di un tranquillissimo stadiolino di rugby, uno scolleghi il cervello, si trasformi per poi tornare in sè una volta finite le ostilità. Io sono uno che incita urlando. I miei amici (alcuni forumisti, qui dentro) mi conoscono perfettamente. Per me il terzo tempo è divertente ma è soprattutto necessario per bagnare una gola sollecitata in molti momenti della partita. Ma incito i miei. Punto. Non ho mai detto un solo epiteto all'arbitro in tanti anni che seguo questo sport e non ho mai fischiato nessuno. Questo nonostante abbia fatto un quindicennio nella nord del Brescia, che è un'esperienza...vi assicuro...
Ho sempre pensato che una persona educata lo è anche in uno stadio, soprattutto dove il livello di "stress emotivo" è poco sopra lo zero. Io lo ero anche alla partita di calcio, nonostante attorno a me avessi l'inferno. Il coinvolgimento ambientale di una partita del "nostro" rugby è davvero minimo rispetto alla tensione calcistica. Chi ha frequentato qualche impianto pallonaro, sa a cosa alludo. Certo non si può dire di arrivare allo stadio di rugby carichi come molle. Però poi la partita inizia e con essa inizia il sostegno. Poco o tanto che sia, che si inciti urlando o che si assista commentando è uguale. Ciò che non deve accadere è l'uscire dal seminato. Non deve perchè i problemi nella vita (ma anche nello sport) sono ben altro che una decisione arbitrale sbagliata o un tifoso che tifa Petrarca perchè a Padova c'è nato (e che cacchio dovrebbe fare?) o che (per noi) tifa Viadana perchè è mantovano, etc etc. Anzi, oserei dire che dovrebbe essere motivo di ospitalità, e non la pretesa di far subire un tifo sfacciato e maleducato perchè si è "in casa" o si è "di più".
Un sommo forumista di lunghissimo corso qui presente mi disse un giorno: "Ale, mi fa piacere che la nostra squadra abbia preso applausi e perfino cori favorevoli dai tifosi avversari a partita finita, ma nella scelta li avrei barattati con un rispetto costante negli 80 minuti senza fischi e sfottò". Non citerò nè la fonte, nè i protagonisti. Fate vobis. Comunque sia, una santa verità.
Vorrei dire tanto altro e non voglio ammorbare oltremodo.
Chiudo ben sapendo che il mio thread sarà una goccia nel mare. Non ho la pretesa di invertire un andazzo a cui vorrei mettere un freno e che non sminuirei con un "cose da stadio" o un "pochi sciocchini. So' ragaaazzi".
Ciò che sta progressivamente, lentamente ma inesorabilmente capitando è un degrado del tifo semplicemente perchè segue un degrado culturale e di senso civico. Però so anche che questo sport DEVE salvaguardarsi e salvaguardare i suoi valori più assoluti e sacrali, a prescindere da un immiserimento comportamentale della società. Credo che ognuno di noi, soprattutto le persone più influenzabili e meno monolitiche, variano i propri comportamenti a seconda di dove si trovi, di chi hanno attorno e di ciò che gli è richiesto. Forse non cambia il modo di pensare ma quello di esprimersi o di comportarsi, è probabile.
Non credo che nella provincialotta Calvisano nascano geneticamente persone più stupide che nella universitaria Padova come non credo che a Rovigo possano essere mediamente più incivili che a Roma. Il problema non è nè genetico, nè geografico. Ognuno di noi deve avere un senso critico ed autocritico di base, magari avendo l'umiltà di prendersi dei modelli di riferimento verso cui migliorare. Ma migliorare antropologicamente.
A tutti noi qualcosa è stato insegnato e ci troveremo a nostra volta ad insegnare. Se, tra le tantissime cose importanti della vita, ci sarà anche quello di comportarsi civilmente in un luogo che di per sè lo pretenderebbe come uno stadio, avremo fatto qualcosa di apparentemente piccolissimo ma di enorme per il tifo che nel prossimo futuro avremo. I tanti bimbi che sentono fischiare una squadra o insultare un arbitro apprendono istantaneamente un malvezzo e troveranno logico farlo in futuro. Spiegare in seguito a loro i valori del rugby ed il rispetto per gli avversari diventerà sempre più difficile, meno credibile e sembreranno le pallose raccomandazioni dei vecchi barbogi, interessanti come le medaglie di guerra o utili come un calamaio.
Ognuno di noi ha una sua coscienza ed è a contatto con altrettante coscienze. Sempre.
Uno stadio di rugby è una piccola "società nella società", uno spaccato di sport e di persone che abbiamo sempre considerato virtuoso come modello di comportamento. Vorrei che non ci fosse del lassismo verso delle sporadiche amenità e che fossimo uniti nell'intransigenza a tal punto da essere più forti del decadimento comportamentale che dallo stadio sta fuori.
Se uno di voi normalmente fischia, invece di sentirsi offeso leggendo le mie parole, quando istintivamente si troverà a rifarlo, provi a pensare al danno che per il nostro mondo ovale sta facendo. E se normalmente non lo fa ma si trova in parte qualcuno che lo fa, senza litigarci o andarsene, basta che gli sorrida, gli dia una pacca sulla spalla e con uno sguardo rassicurante gli dica di non farlo più. Perchè è una cosa pessima. Non è una innocua manifestazione di dissenso. Lì, in quel luogo, è pessima e basta. A maggior ragione, le offese verso ragazzi che non prendono una mazza e che sputano sangue, anche se indossano una maglia che non piace. Non parliamo poi di un arbitro, ragazzo pure lui, che ha forse il compito più ingrato di tutti.
Rispetto non è un termine acquisito. E' un concetto che va dimostrato costantemente. Oggi c'è. Domani no. Magari, domani l'altro può esserci di nuovo. Ma non dipende dal fato. E non dipende dai principi storici di uno sport. Uno sport è una disciplina con delle regole e basta. Sono gli interpreti che lo fanno e che ne portano i valori di generazioni in generazioni. E tra coloro che non passivamente ma attivamente han l'OBBLIGO di osservarli, conservarli, tramandarli e tenere alta la guardia perchè rimangano tali siamo noi, sugli spalti e nei forum.
Non ci dovrebbe occorrere un moderatore per mostrarci civili e perfino amici.
Proprio come in questo forum.

Perdonate la noia.

Secondavita
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Re: Cultura del tifo

Messaggio da Secondavita » 8 feb 2016, 21:43

ti perdono.... :D.. :lol:
va beh ...a parte gli scherzi....
forse non sono la persona piu' adatta a iniziare questa discussione in quanto ho smesso di essere tifoso
( e per tifoso intendo colui che incita la propria squadra per tutta la partita a prescindere se si vinca o a maggior ragione quando si perde ) dagli anni novanta.
Sono un appassionato , che vuole godersi uno spettacolo e se la mia squadra vince son contento, altrimenti...pazienza .
Nella mia "vita precedente" sapevo a memoria praticamente tutto cio' che riguardava giocatori, societa', stadi, statistiche ...ma non mi e' mai interessato sapere chi sarebbe stato l'arbitro della partita.
Alle partite di rugby penso che la maggioranza sia come me...non vi e' uno spirito di gruppo ,di appartenenza ;
la maggioranza degli spettatori hanno una tradizione rugbistica in casa , sono parenti di giocatori o ex giocatori : poi in ogni stadio c'e'sempre qualche cretino ( e su poche centinaia di persone e' facile "emergere") e sicuramente e' un ex frequentatore di curve del calcio :roll:
Il terzo tempo lo vedo piu' come un fattore folcloristico e incensato piu' di quello che e' nella realta' in quanto,forse a parte sporadiche eccezioni ma che a me non e' mai capitato , non vi e' un reale coinvolgimento delle due tifoserie .....
Dato che non sono bravo a scrivere mi sa' che dovremo incontrarci al piu' presto per una birra perche' in questa discussione hai toccato talmente tanti argomenti interessanti e avrei mille cose da dire ....ma non voglio togliere spazio anche agli altri :D ,
vedrai che questo topic avra' il record di commenti :D
Tanto va' la gatta al lardo ...
Che ci lascia lo zampino :shock:
non c'e' peggior sordo di chi non vuol sentire.... :roll:
Mai discutere con un idiota. Ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza... O.Wilde
Chi tace non sempre acconsente ...a volte non ha voglia di discutere con idioti ...

Ilgorgo
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Re: Cultura del tifo

Messaggio da Ilgorgo » 8 feb 2016, 23:51

Provo a commentare anch'io. Forse sono troppo facilone, ma non vedo un problema nel tifo del rugby in Italia. Assisto alle partite del Reggio in serie A, dove solitamente sono presenti quattro o cinquecento persone; qualche protesta verso l'arbitro o qualche animata lamentela verso un giocatore avversario reo di gioco duro non mancano nemmeno lì ma i battibecchi tra tifosi avversari sono estremamente rari (poche settimane fa un paio di tifosi di una squadra veneta erano decisamente poco simpatici, ma nessuno ha detto loro nulla) e non ho mai visto alcuno mettere le mani addosso a qualcun altro. Finché tutto rimane a livello verbale e non si hanno strascichi di nervosismo dopo la partita, penso possa andare bene. Le proteste verso l'arbitro non piacciono neppure a me e ancor meno le sciocche prese in giro al guardalinee con la pancia o senza capelli o i lazzi fisiologicamente sgraziati degli under 18 e under 16 presenti in tribuna. Ma giudico tutto questo come folclore un po' inelegante e penso che tutto sommato siano meglio quei casinisti lì di me che seguo tutta la partita in silenzio

JosephK.
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Re: Cultura del tifo

Messaggio da JosephK. » 9 feb 2016, 8:35

Ringrazio MondOvale per questa bellissima discussione, peccato tu l'abbia messa in questa sezione dove purtroppo non la vedranno tutti, chiedo se Jpr o Gorgo possono magari spostarla nella sezione La Nazionale perché qua rischia di finire nel dimenticatoio, e non lo merita...

Personalmente devo dire che mi hai fatto riflettere e avendoti conosciuto di persona, per quanto è possibile dire da pochi minuti, sono sicuro che quanto scrivi è "vero" e totalmente pensato e creduto. Questo per sgomberare da possibili pensieri cattivelli "questo predica bene e razzola male".

Sono d'accordo in toto, sia dal mescolarsi tra tifosi, sia dal limitare il tifo a quello a favore, sia per quanto riguarda non criticare l'arbitro. E in primis mi si permetta di fare delle scuse.

Mi scuso con Doyle e con gli amici del bar perché nella discussione Francia Italia, scrivendo live, cosa che dovrei evitare di fare, gli ho dato del pavido e ho stupidamente parlato di "capi francesi"... Sono sciocchezze che uno scrive quando è nervoso, e io lo ero e non solo causa rugby... Cose di cui poi uno che ama il rugby PROPRIO perché segna la differenza nel concetto di rispetto si vergogna. Mi riprometto di discutere sicuramente delle decisioni arbitrali, anche perché spesso discutere "dell'arbitro" permette di capire meglio il nostro meraviglioso sport (anche grazie alla pazienza dei vari amici gCruta, Madref ecc.) ma magari di evitare di scrivere live...

Durante la partita raramente mi lascio andare, anzi mi dà fastidio sentire insulti e critiche spericolate agli arbitri, per non dire peggio. Ultimamente alla partita delle Zebre con Munster un po' il limite si è passato, cercheremo di non farlo più perché poi è l'ambiente e il clima che crea il comportamento generale.

Mi spiego: tu entri in un luogo pulito e silenzioso, non sei portato a sporcare né a fare chiassate. Entri in uno stadio dove la gente fa silenzio sui calci e non fa gazzarra, non sei portato a farlo: ognuno diventa un mattoncino di civiltà in questo senso, e se la maggioranza fa il suo dovere rugbystico poi la minoranza si adegua, o si sente pirlotta e via via smette.

Devo dire che non ho mai assistito a grandi episodi di inciviltà live: una volta un tizio di napoli si mise ad are del bastar.. all'arbitro: fu zittito da tutti, inglesi compresi. Un altra volta a firenze ci fu forse l'episodio più brutto, molti ragazzini del Firenze Rugby si comportavano malissimo, lo feci notare al loro accompagnatore che però non intervenne. Ecco, queste sono cose che fanno male, bambini che dovrebbero essere educati e accompagnatori/genitori che non capiscono quando è il momento di intervenire.

Nelle partite di serie C che o visto qua nella mia zona il clima è sempre stato bellissimo, qualche urlata verso gli arbitri ma si concederà che a questi livelli veramente a volte si vedono direzioni, diciamo, bizzarre... Non che sia una giustificazione eh... Al 6 nazioni stesso discorso, clima sempre meraviglioso e anzi spessissimo i neofiti a comportarsi meglio dei "rugbysti", una volta un trevigiano ha talmente sbroccato (ma contro la nostra squadra, in particolare contro Manici e i suoi lanci....) che un gallese gli portò una birra dicendo "it's only rugby"... Sono bei momenti anche quelli.

Forse la dimensione Eccellenza è quella più "a rischio" anche da quanto visto in Tv. Al derby Zebre-Benetton, anche perché alla fine le Zebre sono una squadra nuova, non credo succederà mai nulla di nulla. Mentre nei derby storici escono le rivalità di campanile, ma anche qui sul forum leggevo che negli anni addietro era molto peggio e che lo stesso terzo tempo una volta era quasi inesistente.

Il terzo tempo è una cosa meravigliosa, ma anche il pre-tempo, la dimensione festosa dell'Olimpico e di Piazza del Popolo che qualcuno critica è bellissima da vivere ed è il sale, festoso, di questo sport. Il cui secondo elemento è il rispetto e la lealtà. A me il rugby piace proprio per questo e giustamente dobbiamo fare in modo che i cardini restino questi e facciamo bene a parlarne. Probabilmente, con gentilezza, con una birra come il gallese qui sopra con il trevigiano, con una battuta si riesce anche a stemperare. Poi sul 10% di veri incivili deve intervenire dall'alto lo steward, se si sentono fischi deve intervenire l'altoparlante (come, giustamente, all'olimpico, e infatti sono sporadici), magari la Fir potrebbe dare qualche decalogo simpatico ai tifosi in questi termini.

Per ora chiudo qui, ma la discussione merita, grazie ancora Mondovale...
"Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa accada. E' raro vincere in questi casi, ma qualche volta succede" (Il Buio oltre la siepe).

Metti una sera con gli amici del bar e capisci quanto è importante... la cultura del rugby.

Entrare al bar per condividere, non per dividere (Il sommo Beppone).

Nex time... Good Game... Nice try... Seh seh avemo capito...

ElBono
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Re: Cultura del tifo

Messaggio da ElBono » 9 feb 2016, 8:49

Il record di commenti sarà difficile batterlo, visti i 3 mesi di cazzeggio off-topic sulla discussione della finale, però, in effetti, può nascere una bella discussione. E tra l'altro non ci sono abituato, si va fuori tema su una discussione su una giornata di campionato, parlando di cattive abitudini di tifo, e prontamente viena aperta una discussione dedicata. Guarda che noi forumisti disordinati e cazzari potremmo pure abituarci a tutta questa precisione!

Riguardo alla discussione: non sono la persona più adatta per giudicare, nel senso che ho assistito a due sole partite fuori casa della mia squadra, una semifinale a Viadana e una finale a Rovigo. A Viadana mi sono trovato benissimo, mi sono sentito davvero un ospite ben voluto, l'accoglienza è stata ottima, e mi sono divertito da pazzi sia prima che durante che dopo la partita. A Rovigo beh, è storia decente, in quel caso la partita si è incanalata nel modo che sapete tutti, ma l'applauso di tutta la tribuna mentre ero lì sotto con la mia maglietta giallonera avvolto nella bandiera tricolore, è stato uno dei momenti più emozionanti della mia vita da tifoso. A parte questo, non ho altre esperienze, nè avrò la possibilità di farne a breve termine, per cui mi risulta difficile giudicare nel complesso.

Ci sono certi atteggiamenti che non mi vanno giù del modo di tifare, e una di questi sono i fischi. Più che altro la cosa che mi dà fastidio è il metro di giudizio: non si fischia a risultato al sicuro e in generale nei primi 3/4 di partita, si fischia se siamo nelle fasi finali della partita e il calcio può costare il sorpasso. E questo vale anche per la mia squadra, come è stato appunto citato nel calcio di Basson a tempo scaduto dello scorso campionato, quando ha fischiato mezzo stadio. Inoltre, mi dà fastidio il fischio sul calcio come forma di protesta per dissentire sulla chiamata arbitrale. Ma anche se fosse un errore colossale e apocalittico dell'arbitro, che colpa ne ha il piazzatore? Se proprio si vuole dissentire, non si può lasciarlo piazzare in pace, e poi protestare, al limite? I fischi sono antisportivi e fastidiosi, su questo non ci si gira intorno.

Un'altra cosa che proprio non sopporto è la forma di giustificazione tipo "eh ma alla fine abbiamo applaudito gli avversari". Come se questo giustificasse 80 minuti di fischi, insulti, e prese in giro. Questa è una frase che ho sentito mille volte e che mi ha infastidito mille volte.

Sono invece più tollerante sulle proteste nei confronti di arbitri e guardalinee. Proteste, non insulti, sia chiaro. La figura dell'arbitro dovrebbe essere sacra, lo so, e so che Ale non sarà d'accordo su quello che sto per dire, ma se si gioca una mischia esattamente sotto uno spicchio di tifoseria, e il mediano di mischia (come spesso accade), introduce direttamente in terza linea, non ci trovo niente di male se qualcuno fa notare all'arbitro, o al guardalinee, che è "STORTAAAAA". Non credo che qualcuno si debba offendere. Come io mi sento libero di urlare qualche rimprovero ai miei giocatori, quando fanno minchiate, non mi sento infastidito se qualcuno fa notare all'arbitro, o al guardalinee, una svista. Purchè sia in modo civile e purchè ogni chiamata non sia pretesto per protestare. Ne abbiamo parlato varie volte, urlare TENUTOOOOOO dopo 1 secondo, urlare FUORIGIOCOOOO su ogni azione, urlare LATERALEEEEEEE a ogni entrata possibile e immaginabile, e via dicendo. Questo, sì, è fastidioso.

Ma la cosa che più in generale non sopporto è l'insulto verso il giocatore. Sarà che io ai giocatori mi ci affezziono anche dal lato umano, oltre a quello sportivo, e quando li sento insultare (e parlo degli insulti pesanti), come è già capitato, non riesco a tapparmi le orecchie, nè a far finta di niente. Per fortuna non succede spesso.

Una nota sui terzi tempi: d'accordissimo sul fatto che siano un po' troppo esaltati, rispetto alla realtà. Ale dice che nella maggior parte dei casi rimangono gruppetti separati tra squadre separate, io aggiungo di più: spesso e volentieri i gruppetti ci sono anche all'interno della stessa tifoseria, che restano ognuno per i fatti propri, tranne in rare occasioni di giubilo generale, tipo dopo una finale vinta. Con gli avversari, spesso, o ci si dà appuntamento prima con qualche conoscente di qualche tifoseria avversaria, o al massimo un saluto quando ci si ci si incrocia al bar. Certo, se si fa il paragone con altri sport, col c4$$o che si potrebbe mettere due tifoserie avversarie con un discreto tasso alcolico nel sangue sotto lo stesso tetto, ma in genere non è nemmeno come lo dipingono, con tifosi avversari, vincitori e vinti, abbracciati nel post partita. Riassumendo, in genere non ci si caga più di tanto. Se poi il terzo tempo lo si passa nel parcheggio dello stadio, è del tutto normale che ogni contatto umano diventi molto difficile...

Per concludere: non sono così allarmista come Ale. Ci sono alcuni atteggiamenti di fondo che vanno corretti, riveduti e migliorati, ci sono stati episodi sporadici davvero insopportabili e ingiustificabili, che voglio sperare non si ripetano mai più, ma abbiamo la fortuna, seppur nella nostra imperfezione, di essere anni luce avanti rispetto alla concorrenza. Però, Ale, mi raccomando, facci sapere come fa con la sciarpa del Calvisano tra le Posse! Siamo tutti curiosi! (io comunque fossi in te lascerei Milo a casa, non si sa mai!!!)

Ilgorgo
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Re: Cultura del tifo

Messaggio da Ilgorgo » 9 feb 2016, 12:42

JosephK. ha scritto:Ringrazio MondOvale per questa bellissima discussione, peccato tu l'abbia messa in questa sezione dove purtroppo non la vedranno tutti, chiedo se Jpr o Gorgo possono magari spostarla nella sezione La Nazionale perché qua rischia di finire nel dimenticatoio, e non lo merita...
Nè io né (credo) Jpr siamo moderatori, quindi non abbiamo questa possibilità

Himiko
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Re: Cultura del tifo

Messaggio da Himiko » 9 feb 2016, 15:35

Forse non si batterà il record di commenti ma per quello del post più lungo cominciano già a porsi delle serie candidature....
Le intemperanze (per usare un eufemismo) ci sono e non sono poi così rare, benché assolutamente non paragonabili a quanto succede nel calcio che, non a caso, continua a perdere spettatori a vantaggio della fruizione da divano o da bar.
A costo di fare della psicologia delle folle molto spicciola, la “curva” - come ogni massa - è un fenomeno regressivo, in cui da una parte i sentimenti tendono esagerati, mentre il sentimento di responsabilità individuale, la coscienza morale che frenano il singolo, per farla breve la “ragione” può facilmente essere sopravanzata dalla “pancia”. Mi riesce quindi piuttosto difficile immaginare un tifo organizzato che sia anche beneducato: sarebbe bello se ci fosse ma la considero un’utopia, per lo meno allo stato attuale delle cose e, se anche esistesse, non avrei alcun interesse a farne parte.
Personalmente sono per la “tolleranza zero” dei fischi, dei buuh e degli insulti a chicchessia; tolleranza zero che deve essere estesa ai bambini che, non dimentichiamocelo, ripetono quello che sentono dire dagli adulti, genitori in primis.
Keep on rockin' in the free world.

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da mondOvALE » 9 feb 2016, 15:57

Grazie a tutti.
Un pò di risposte al volo.
@Secondavita: Ti capisco. Ognuno ha il suo modo di tifare. Urlare non è certo necessario, anche se comunque resta un modo per far sentire un sostegno esterno ai ragazzi in campo. E considerato che alle partite di rugby si assiste in pochi, quel sostegno "arriva". Mi metto spesso nei panni di un giocatore e sentirsi gridare un "Forza Ale, dai!" mi piacerebbe di più del silenzio e forse mi gaserebbe un pelo di più. Ma non è una regola, come non esiste un modo "migliore" di un altro di tifare. Di sicuro c'è un modo peggiore, che è poi quello oggetto del qui presente thread.
@Ilgorgo: non sapevo fossi reggiano. Mi è sempre piaciuto venire al Crocetta Canalina. Tra le tante cose piacevoli, ricordo un giornaletto dedicato ad hoc per l'incontro di giornata, una mitica signora che da sola valeva come tutta una tribuna (DAIII DIAVOLIIII!!! FUORI LE PALLEEEEE!!! :-] ) ed una barista alla quale, a sua insaputa, ho lasciato mezzo cuore. Un capolavoro della natura. Tornando all'argomento, non ho mai pensato che piccole prese in giro o mugugni collettivi fossero un problema del tifo. Io mi son focalizzato su offese con insulti o fischi collettivi in momenti in cui non dovrebbero proprio esserci. Quindi nemmeno tanto su una topica arbitrale o su una brutta reazione in campo. Lì sono anche comprensibili. Purtroppo spesso si va oltre il buon gusto e diventa un clichè a cui è difficile disabituarsi per chi lo pratica.
@JosephK.: grazie per le parole e, anche se per (troppo) poco, conoscerti è stato un vero piacere anche mio. Ti confesso che avevo pensato a dove collocare questa discussione ma ho proprio scelto di farlo qui perchè reputo il problema di una parte del tifo come un qualcosa di esistente entro i confini italiani e nella fattispecie nel campionato d'Eccellenza (quelli minori non li conosco). Altrove, come è facile immaginare, non han certo bisogno di porsi la questione. Per cui se questo thread non si sposta, a me non dispiace. Tenerlo "vivo" starà al desiderio di non lasciar cadere una discussione che, a mio avviso, DEVE esserci.
Mi son piaciute molto le tue scuse. E' un gesto che vedo fare sempre meno. In generale. Non erano dovute, ma ti sei sentito di farle con un profondo senso di autocritica anche se non avevi ucciso nessuno e di tempo ne è passato. Vedi J., forse l'avresti fatto lo stesso, chissà in quale altro topic, ma mi fa tutto sommato piacere che sia stato questo a darti lo stimolo di farlo. Significa che questa discussione a qualcosa tutto sommato è servita. Come vedi, le gocce nel mare ora sono due... :P
Concordo col clima festoso (vissuto spesso "live") del 6N pre e post partite. Credo che un enorme flusso di gente colorata, alterata dall'alcool, spesso buffa e di lingua straniera porti ad una simpatia istintiva e fa crollare muri ideologici verso quello o quell'altro. Credo però che noi italiani siamo anche aiutati dal fatto che partiamo battuti in partenza e quindi lo spirito di competizione è estremamente più sopito. Mi piacerebbe vedere un Italia-Inghilterra valevole per un nostro trionfo nel torneo e, dopo una vittoria in extremis degli inglesi per un calcio all'80°, come sarebbe il comportamento del pubblico, terzi tempi compresi...
Nel campionato, invece, ridiventiamo provinciali e le antipatie ci ammorbano. Normale in un Paese che coglie regolarmente ogni possibile occasione per dividersi e sfottersi.
@ElBono: hai detto molte cose condivisibili. Volevo solo ri-precisare (anche se non servirebbe) che ciò che lamento non sono le urla del pubblico tipo "Stortaaaa - Fuorigiocooo - Tenutoooo" etc... (anche se quando si è palesemente in torto ed è fatto ad hoc mette una certa antipatia come già dicevi, ma ci sta). Di professori da stadio che ne sanno sempre più degli arbitri e dei coach ce ne sono a bizzeffe. Per conto mio, so che un arbitro può sbagliare e glie lo lascio fare proprio come ad un giocatore, senza che arrivi il fenomeno di turno a riprenderlo, bacchettarlo e dargli la nota sul registro. Prendo ciò che viene e poi giudico. Ma quando lo faccio, l'arbitro non è mai contemplato. Invece noto che sempre di più viene coinvolto, manco fosse l'ago della bilancia che indirizza un risultato da una parte o dall'altra (magari volutamente...). Queste discussioni non solo non m'appassionano ma non dovrebbero appassionare nemmeno chi si riempie la bocca ricordando che nel rugby l'arbitro è Sacro come Buddha e poi si ritrova sulle gradinate, nei terzi tempi e nei forum a lamentarsi delle amenità fatte dal referee...
Riguardo i terzi tempi, siamo dello stesso parere. Personalmente organizzerei qualche iniziativa a costo zero per coinvolgere tutti i tifosi e "costringerli" ad interagire tra loro. Ci sarebbero parecchi sorrisi e nascerebbero delle insospettabili conoscenze. Che poi questo venga da gruppi di tifo organizzato, dalle società o dalla federazione stessa, magari con un gioco a diffusione nazionale e con in palio 10 casse di birra ed un pallone firmato dagli Azzurri, non ha importanza. Purchè vada oltre la semplice musica amplificata ed i gonfiabili per bambini.
Insomma: idee e iniziative son sempre ben gradite :wink:

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da giuseppone64 » 9 feb 2016, 16:02

Io per la mia modesta esperienza posso dire che a Roma tolti parenti amici e fidanzate , e qualche ragazzo delle giovanili
C'è talmente poca gente che ho deciso di non intristirmi più .
Cosa diversa quando gioca la nazionale . Li penso che non più di un 10 % conosca le regole...
Scusa tesoro se sono stato un po' brusco stamani. Papà non sei stato un po' brusco, sei stato un barbaro...
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Re: Cultura del tifo

Messaggio da mondOvALE » 9 feb 2016, 16:32

Ahò regà, mo vojo la Ola! Co' 'sto argomento ho fatto scrive' più de 'na riga ar mitico giuseppo' !! :-] :rotfl: :-]
Me stavo a preoccupà der fatto che pensasse che a scrive' qua se pagava un tot a parola, come pe' i telegrammi! :D

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da mauott » 9 feb 2016, 17:09

Himiko ha scritto:Forse non si batterà il record di commenti ma per quello del post più lungo cominciano già a porsi delle serie candidature....
Le intemperanze (per usare un eufemismo) ci sono e non sono poi così rare, benché assolutamente non paragonabili a quanto succede nel calcio che, non a caso, continua a perdere spettatori a vantaggio della fruizione da divano o da bar.
A costo di fare della psicologia delle folle molto spicciola, la “curva” - come ogni massa - è un fenomeno regressivo, in cui da una parte i sentimenti tendono esagerati, mentre il sentimento di responsabilità individuale, la coscienza morale che frenano il singolo, per farla breve la “ragione” può facilmente essere sopravanzata dalla “pancia”. Mi riesce quindi piuttosto difficile immaginare un tifo organizzato che sia anche beneducato: sarebbe bello se ci fosse ma la considero un’utopia, per lo meno allo stato attuale delle cose e, se anche esistesse, non avrei alcun interesse a farne parte.
Personalmente sono per la “tolleranza zero” dei fischi, dei buuh e degli insulti a chicchessia; tolleranza zero che deve essere estesa ai bambini che, non dimentichiamocelo, ripetono quello che sentono dire dagli adulti, genitori in primis.
Condivido quasi in toto i concetti espressi. Il quasi è relativo ai fischi: a me personalmente non danno fastidio e, in una nazione evoluta nel gioco come la Francia, sono la norma come la mancanza di silenzio nelle azioni dei calci siano questi a favore o contro. Ovviamente parlo dei fischi di disturbo sui calci non a quelli di disapprovazione di arbitro o giocatori.... Riguardo i bambini sono convinto che bisognerebbe fare come in Inghilterra dove ci sono dei tornei nei quali è proibito al pubblico parlare...

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da Luqa-bis » 9 feb 2016, 17:11

Bel tema.
bei propositi e belle proposte.

Forse un po' minoritarie, anche nel rugby.

Non sono del tutto concorde con la visione, secondo me troppo aulica, del rugby nei paesi che contano.
A meno che io non sia sfortunato e non abbia sentito nei pub "similbritish" o anche down-under solo la peggiore feccia del posto.
O che fossero dei league-isti in incognito.

In quanto alla ospitalità, ci sono casi dove gli ospiti non si tengono nemmeno quando stanno in mezzo alla "posse" di turno.

Sugli arbitri... eh, discussione annosa: io non ce la faccio a considerarli alla stregua del campo o del clima, e comunque se infamo le gobbe o le pozze di un campo o giove pluvio ed eolo, nessuno mi dà di blasfemo.

"It's only rugby": nelle migliaia di aforismi sulla palla ovale c'è la negazione e la conferma di quanto affermato.
Ma fu lo stesso Churchill a coniare una interessante osservazione su come gli italiani vivano due situazioni diversamente dai britannici.

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da mauott » 9 feb 2016, 17:12

giuseppone64 ha scritto:Io per la mia modesta esperienza posso dire che a Roma tolti parenti amici e fidanzate , e qualche ragazzo delle giovanili
C'è talmente poca gente che ho deciso di non intristirmi più .
Cosa diversa quando gioca la nazionale . Li penso che non più di un 10 % conosca le regole...
Secondo me sei ottimista... Qualche regola non la conoscono bene neppure i giocatori...

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da JosephK. » 10 feb 2016, 8:45

mondOvALE ha scritto: Mi piacerebbe vedere un Italia-Inghilterra valevole per un nostro trionfo nel torneo e, dopo una vittoria in extremis degli inglesi per un calcio all'80°, come sarebbe il comportamento del pubblico, terzi tempi compresi...
Non ho mai visto partite tra altre nazionali al 6 nazioni, vedendo dalla tv o dai video in rete pare che il clima sia altrettanto bello. Certo è vero che dove c'è più competizione anche il grado del "tifo" sale, per dire ricordo perfettamente dopo quel maledetto drop di Weir (sempre sui drop andiamo a parare) come dal nulla, letteralmente dal nulla, spuntarono scozzesi fino a quel momento totalmente zitti all'Olimpico. Fu per loro una liberazione perché non era esattamente il miglior momento della loro squadra e perdere qua sarebbe stato un altro colpo di pala in testa. Però furono scene di enorme festa ma anche con un sottofondo un po' del tipo "ve l'abbiamo fatta".

Se posso dire: la cosa più brutta (se così si può dire) che ho visto, anche se parte di un clima festoso, fu l'anno scorso quando il Galles nel secondo tempo ci seppellì. L'ho già raccontato qui, il tizio vestito da prete che iniziò a fare surf sulle pareti dei distinti. Insomma eravamo al momento "umiliazione", io così lo percepii, a volte gli "esteri" vengono qua con un po' di timore e poi quando dilagano c'è la liberazione, del tipo "uff meno male che non abbiamo subito l'umiliazione di perdere con quelli" e forse un po' trascendono.

Ripeto, sia nel primo che nel secondo caso sono state "percezioni" mie ma un po' di fastidio me l'hanno dato, niente che minimamente andasse neanche un centimetro oltre il "lecito" in senso rugbystico, ma una certa sensazione di "comportamento un pochetto non rispettoso" da parte del pubblico estero nella situazione sopra descritta da mondOvale l'ho avuta...
"Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa accada. E' raro vincere in questi casi, ma qualche volta succede" (Il Buio oltre la siepe).

Metti una sera con gli amici del bar e capisci quanto è importante... la cultura del rugby.

Entrare al bar per condividere, non per dividere (Il sommo Beppone).

Nex time... Good Game... Nice try... Seh seh avemo capito...

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da mondOvALE » 10 feb 2016, 9:56

Joseph, considera che quello che a noi sembra spesso cattivo gusto è per qualsiasi anglosassone una forma di goliardica irriverenza senza una volontà precisa d'offesa. Un pò come l' "Arivedorci" cantato in coro... Amano testare il limite di autoironia altrui. Sono estremamente camerateschi e non sempre questo atteggiamento viene digerito da chi non ne è abituato. Bisogna fare buon viso a cattivo gioco e pensare che fa parte della loro cultura. Ricordo le interviste degli italiani andati a giocare (anche a calcio) in Inghilterra. Parlavano di costanti prese per i fondelli che finivano quasi sempre con una birra. Quelli che non han retto se ne sono andati. Forse ricorderai Gascoigne ai tempi della Lazio. Faceva il pagliaccio senza sosta con risultati alterni. Era amato ma il modo di rendersi stucchevole lo conosceva benissimo. Ecco, sono un pò così. Che, per inciso, non significa essere simpatici a prescindere... Lo ammetto.

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