Rugby@cymru

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Mr Ian
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Re: Rugby@cymru

Messaggio da Mr Ian » 17 feb 2023, 17:12

i casi di demenza stanno emergendo oggi, perchè se ne sta parlando di più finalmente. Sicuramente l intensità delle botte oggi è diversa, o quantomeno più frequente, però oggi i protocolli adottati e la tempestività dei soccorsi permette di prendere in tempo anche i casi più gravi.
Il servizio però si paga, i soldi da qualche parte li devi prendere...
Il rugby si è adattato al progresso spinto della fisicità, i fisici mostruosi di cui si parla sempre, non è che negli altri sporti non li trovi..magari sono sport con meno collisioni, ma non per questo con meno rischi di infortuni.
Quanto allo specifico della wru e della sua gestione, le colpe sono immense, però non dobbiamo dimenticare tutto quello vinto e realizzato nel corso degli anni...i debiti ci sono, pure tanti; però sono debiti su investimenti realizzati, immobili ed infrastruttue di proprietà. uguale le franchigie..Sull aspetto sportivo, si stanno pagando errori strategici su tutti i fronti, un conservatorismo che non ha portato da nessuna parte. Come movimento sono quelli che meno si sono aperti alle contaminazioni rispetto ad altri. A parte i tecnici neozelandesi, il resto è sempre rimasto vivo il motto "jobs for the boys"...ma non è detto che poi tolti gli scarpini, i boys siano i migliori che ci sono in giro, anche all interno del paese stesso...
La verità cmq è che adesso tocca al rugby vivere le conseguenze di un paese in generale condizioni economiche di difficoltà, il sistema era tirato al massimo ed è bastato il covid per fare deragliare questo treno a folle velocità...
Galles e Italia a livello di sistemi "pro" locali, hanno diverse affinità, culturali e strutturali, compresi anche i difetti..loro però non si sognerebbero mai di uscire dall URC. Mai manco minimamente accennato. Sanno che rinchiudersi all interno dei confini significherebbe morire per asfissia.

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jpr williams
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Re: Rugby@cymru

Messaggio da jpr williams » 17 feb 2023, 17:16

Beh, del resto sono un minuscolo paese che ha gli stessi abitanti di 3 0 4 provincie della Lombardia e sono rappresentati da ben 4 squadre, una per milione di abitanti. Noi ne abbiamo una ogni 30 milioni...
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)

Mr Ian
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Re: Rugby@cymru

Messaggio da Mr Ian » 17 feb 2023, 17:31

ci verrebbe un attacco di agorafobia mortale

crouchbindset
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Re: Rugby@cymru

Messaggio da crouchbindset » 17 feb 2023, 17:50

jpr williams ha scritto:
17 feb 2023, 15:59
Mr Ian ha scritto:
17 feb 2023, 12:40
INel professionismo c'è anche maggiore attenzione agli atleti..io sinceramente ex atleti stonati che diventano i zimbelli del villaggio non ne vorrei più vedere, soprattutto poi per il piacere di chi griglia salsicce al terzo tempo..
Mai capito perchè tu ce l'abbia così a morte con le salsicce ed il terzo tempo.
Comunque i casi di demenza da botte in testa stanno proliferando oggi. Conosco un sacco di giocatori che hanno smesso negli anni 80 e 90 che sono molto più vispi di poveretti come quelli i cui casi sono balzati alle cronache di recente.
Mr Ian ha scritto:
17 feb 2023, 12:40
La Wru ha gestito ottimamente l aspetto business, di mercato quello sportivo
Ah, beh, se è a questo che serve il professionismo niente da dire.
La WRU ha fatto soldi e distrutto l'aspetto sportivo. Wow
jpr nel thread apposito avevo messo questo: https://www.rugbypass.com/news/amateur- ... y-lawsuit/
 
55 giocatori che hanno giocato prima del 1995
"With respect a lot of you need to stop letting your emotions take over. Do not look at the individual who by the way is one of the best on and off the field. Just deal with the facts of the tackle, not who made it. That’s what we all do as officials now please stop being personal." Nigel Owens, August 2023

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Re: Rugby@cymru

Messaggio da Birramedia » 17 feb 2023, 23:10

Ho visto la partita Gloucester Vs Harlequins, ove è rientrato Rees Zammit, il quale non avendo 60 cap gioca da due anni nella nazionale gallese, cos'è che mi sfugge ?

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Re: Rugby@cymru

Messaggio da SilverShadow » 18 feb 2023, 10:30

Birramedia ha scritto:
17 feb 2023, 23:10
Ho visto la partita Gloucester Vs Harlequins, ove è rientrato Rees Zammit, il quale non avendo 60 cap gioca da due anni nella nazionale gallese, cos'è che mi sfugge ?
Se sono stati cappati quando giocavano all'estero (altra eccezione alla regola), sono esentati fino alla scadenza del contratto in essere col loro club

crouchbindset
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Re: Rugby@cymru

Messaggio da crouchbindset » 18 feb 2023, 11:54

Se non ricordo me se non gli venisse offerto un contratto in Galles potrebbe comunque venir convocato ma vado compketamente a memoria su questo

Comunque probabile Gatland spinga per rimuovere la…Gatland’s Law
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Re: Rugby@cymru

Messaggio da jpr williams » 20 feb 2023, 11:02

Secondo Walesonline l'annuncio della rimozione della regola ci sarà nei prossimi giorni.
Risolto anche il problema della rappresentanza dei giocatori nel board.
Rimane da affrontare la questione di principio, cioè, come sempre avviene nel professionismo, i soldi.
Si discute sul rapporto fra retribuzione fissa e variabile.
Ci stanno lavorando, ma il tempo passa e la partita si avvicina...
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Re: Rugby@cymru

Messaggio da crouchbindset » 20 feb 2023, 11:15

Giocheranno secondo me, uno sciopero per i giocatori potrebbe essere un boomerang mediatico.

Rugby Paper ha confermsto sono gli Ospreys a discutere con Ealing.

Rimozione regola obbligatoria non potendo tenere i giocatori
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Messaggio da jpr williams » 20 feb 2023, 11:26

crouchbindset ha scritto:
20 feb 2023, 11:15
Giocheranno secondo me, uno sciopero per i giocatori potrebbe essere un boomerang mediatico.
Penso che nessuno abbia mai seriamente pensato di andare fino in fondo.
Anche perchè una volta usata una simile "arma fine di mondo" non resta niente di cui discutere.
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Re: Rugby@cymru

Messaggio da Garry » 20 feb 2023, 13:41

Il parere di Giovanelli:

Allarme rosso.
La crisi sotto la cenere che covava nel rugby gallese è uscita fuori all'improvviso, in pieno Torneo delle Sei Nazioni.
Il mancato accordo tra le Regioni, leggi Franchigie, e la WRU ha determinato l'impossibilità di sottoscrivere nuovi contratti a gennaio, mettendo in allarme nel breve i giocatori a fine contratto, tra i quali molti infortunati, ma al tempo stesso mettendo sotto la lente di ingrandimento il futuro del professionismo in Galles che ad oggi non ha ancora trovato il suo equilibrio economico, con una sovraesposizione delle Regioni che spendono più di quello che incassano.
L'ipotesi di vendere una licenza ( leggi Dragons) è al vaglio da tempo, ma restano sul tavolo i nodi contrattuali sia con United Rugby Championship, sia verso gli sponsors, CVC incluso, sottoscritti dalla WRU con/per quattro franchigie.
La sostenibilità finanziaria dell'ultima versione del professionsmo gallese, quindi, necessiterà di una generale revisione, con consistenti tagli sia agli attuali che ai futuri contratti per i giocatori, che oggi raggiungono punte massime di £ 400 000, tenendo conto che i maggiori proventi derivanti dalla vendita di quote del torneo delle Sei Nazioni al fondo CVC rappresentano "un'entrata staordinaria", che dovrebbe essere investita nella struttura, non certamente nel ripianamento dei debiti correnti.
Una delle maggiori critiche che vengono oggi rivolte all'ex Ceo Phillips, dimessosi per le accuse alla WRU di sessismo, è quella di una mancanza di investimenti generali sul movimento, di cui una crisi diffusa generalizzata anche nel sistema al di sotto delle Regioni.
Le analogie con il nostro movimento sono significative, seppur in termini molto più ridotti in virtù della particolarità del microsistema ovale italiano, dove i costi altissimi di una franchigia federale concepita male, e gestita peggio, rappresentano una zavorra economica imposta da oltre un decennio all'intero movimento, in una sempre più difficile convivenza con il Top Ten, campionato di massima serie svuotato progressivamente di significato.
Occorre un'inversione progressiva e ponderata delle politiche di sviluppo, che devono avere basi solide su cui costruire il futuro di un intero movimento; visioni di lungo raggio, ma soprattutto un forte senso di responsabilità nel costruire percorsi di crescita sostenibili e con obbiettivi strategici ben delineati, dove nessuno deve restare indietro.
Buon rugby!

"Il bello del sesso di gruppo è che se uno vuole, può anche dormire"
W. Allen

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Re: Rugby@cymru

Messaggio da speartakle » 20 feb 2023, 15:02

Garry ha scritto:
20 feb 2023, 13:41
Il parere di Giovanelli:

Allarme rosso.
La crisi sotto la cenere che covava nel rugby gallese è uscita fuori all'improvviso, in pieno Torneo delle Sei Nazioni.
Il mancato accordo tra le Regioni, leggi Franchigie, e la WRU ha determinato l'impossibilità di sottoscrivere nuovi contratti a gennaio, mettendo in allarme nel breve i giocatori a fine contratto, tra i quali molti infortunati, ma al tempo stesso mettendo sotto la lente di ingrandimento il futuro del professionismo in Galles che ad oggi non ha ancora trovato il suo equilibrio economico, con una sovraesposizione delle Regioni che spendono più di quello che incassano.
L'ipotesi di vendere una licenza ( leggi Dragons) è al vaglio da tempo, ma restano sul tavolo i nodi contrattuali sia con United Rugby Championship, sia verso gli sponsors, CVC incluso, sottoscritti dalla WRU con/per quattro franchigie.
La sostenibilità finanziaria dell'ultima versione del professionsmo gallese, quindi, necessiterà di una generale revisione, con consistenti tagli sia agli attuali che ai futuri contratti per i giocatori, che oggi raggiungono punte massime di £ 400 000, tenendo conto che i maggiori proventi derivanti dalla vendita di quote del torneo delle Sei Nazioni al fondo CVC rappresentano "un'entrata staordinaria", che dovrebbe essere investita nella struttura, non certamente nel ripianamento dei debiti correnti.
Una delle maggiori critiche che vengono oggi rivolte all'ex Ceo Phillips, dimessosi per le accuse alla WRU di sessismo, è quella di una mancanza di investimenti generali sul movimento, di cui una crisi diffusa generalizzata anche nel sistema al di sotto delle Regioni.
Le analogie con il nostro movimento sono significative, seppur in termini molto più ridotti in virtù della particolarità del microsistema ovale italiano, dove i costi altissimi di una franchigia federale concepita male, e gestita peggio, rappresentano una zavorra economica imposta da oltre un decennio all'intero movimento, in una sempre più difficile convivenza con il Top Ten, campionato di massima serie svuotato progressivamente di significato.
Occorre un'inversione progressiva e ponderata delle politiche di sviluppo, che devono avere basi solide su cui costruire il futuro di un intero movimento; visioni di lungo raggio, ma soprattutto un forte senso di responsabilità nel costruire percorsi di crescita sostenibili e con obbiettivi strategici ben delineati, dove nessuno deve restare indietro.
Buon rugby!
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Re: Rugby@cymru

Messaggio da Garry » 20 feb 2023, 15:49

speartakle ha scritto:
20 feb 2023, 15:02
Garry ha scritto:
20 feb 2023, 13:41
Il parere di Giovanelli:

Allarme rosso.
La crisi sotto la cenere che covava nel rugby gallese è uscita fuori all'improvviso, in pieno Torneo delle Sei Nazioni.
Il mancato accordo tra le Regioni, leggi Franchigie, e la WRU ha determinato l'impossibilità di sottoscrivere nuovi contratti a gennaio, mettendo in allarme nel breve i giocatori a fine contratto, tra i quali molti infortunati, ma al tempo stesso mettendo sotto la lente di ingrandimento il futuro del professionismo in Galles che ad oggi non ha ancora trovato il suo equilibrio economico, con una sovraesposizione delle Regioni che spendono più di quello che incassano.
L'ipotesi di vendere una licenza ( leggi Dragons) è al vaglio da tempo, ma restano sul tavolo i nodi contrattuali sia con United Rugby Championship, sia verso gli sponsors, CVC incluso, sottoscritti dalla WRU con/per quattro franchigie.
La sostenibilità finanziaria dell'ultima versione del professionsmo gallese, quindi, necessiterà di una generale revisione, con consistenti tagli sia agli attuali che ai futuri contratti per i giocatori, che oggi raggiungono punte massime di £ 400 000, tenendo conto che i maggiori proventi derivanti dalla vendita di quote del torneo delle Sei Nazioni al fondo CVC rappresentano "un'entrata staordinaria", che dovrebbe essere investita nella struttura, non certamente nel ripianamento dei debiti correnti.
Una delle maggiori critiche che vengono oggi rivolte all'ex Ceo Phillips, dimessosi per le accuse alla WRU di sessismo, è quella di una mancanza di investimenti generali sul movimento, di cui una crisi diffusa generalizzata anche nel sistema al di sotto delle Regioni.
Le analogie con il nostro movimento sono significative, seppur in termini molto più ridotti in virtù della particolarità del microsistema ovale italiano, dove i costi altissimi di una franchigia federale concepita male, e gestita peggio, rappresentano una zavorra economica imposta da oltre un decennio all'intero movimento, in una sempre più difficile convivenza con il Top Ten, campionato di massima serie svuotato progressivamente di significato.
Occorre un'inversione progressiva e ponderata delle politiche di sviluppo, che devono avere basi solide su cui costruire il futuro di un intero movimento; visioni di lungo raggio, ma soprattutto un forte senso di responsabilità nel costruire percorsi di crescita sostenibili e con obbiettivi strategici ben delineati, dove nessuno deve restare indietro.
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Prego?

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Re: Rugby@cymru

Messaggio da Garry » 20 feb 2023, 15:51

(così facciamo felice metabolik)

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Re: Rugby@cymru

Messaggio da Adryfrentzen » 20 feb 2023, 15:57

speartakle ha scritto:
20 feb 2023, 15:02
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