Placcaggi Azzurri

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Moderatore: Emy77

marcofk
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Messaggio da marcofk » 23 feb 2005, 11:56

Volendo affrontare un argomento tecnico, rammento anni fa una foto di Francois Pienaar mentre placcava Rob Andrew. A parte l\'enorme differenza di taglia, ciò che mi colpì fu la tecnica avvolgente usata da Pienaar: una mano sul braccio e l\'altra sulla coscia opposta di Andrew. Morale: Andrew non poteva correre e non poteva passare (facilmente) la palla. Fast-Forward alla partita Italia-Galles di due settimane fa: spesso i 3/4 gallesi vinivano placcati intorno alle spalle, avanzavano quattro o cinque metri e riuscivano comunque a scaricare il pallone ad un compagno. Questo era particolamente evidente nei nostri 22 metri. Ora, mi domando: non è che i nostri rugbisti sono stati allenati a placcare con una tecnica scorretta o quantomeno inefficace nel rugby moderno? Capisco la necessità di impedire all\'avversario di scaricare palla, ma quando ci sono due placcatoori su un uomo è inconcepibile che costui possa continuare ad avanzare per cinque metri o più. Che fine hanno fatto i placcaggi alle gambe, di cui i francesi sono esperti? E se proprio bisogna placcare al corpo, perchè usare le mani soltanto e non avvolgere le braccia attorno alle braccia del placcato? Soprattutto quando due placcatori sono in azione, vi sembra logico che entrambi cerchino di fare una presa vulcaniana alle spalle del placcato? Non sarebbe più logico che uno lo abbracci intorn alle braccia per impedire il passaggio e l\'alro intorno alle gambe per buttarlo giù? Visto che è una situazione che ho visto spesso nelle ultime due partite, ma soprattutto contro il Galles, cosa ne pensate? C\'è qualcosa che mi sfugge?
<BR>
<BR>Consideratelo un spunto di discussione e non una provocazione.
"It ain't over till the fat man spins!" - David Gower, 2005

fausto
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Messaggio da fausto » 23 feb 2005, 12:03

Immagino che la teoria del placcaggio i nostri la conoscano bene.
<BR>Sanno anche applicarla decentemente.
<BR>Se i nostri non placcano come si deve (impedendo cioè la trasmissione dell\'ovale) è, perchè, nel ns. Super 10 basta un placcaggio \"normale\" per far si che l\'uomo con la palla in mano non possa trasmetterla.
<BR>Credo che la grossa differenza fra noi ed i fratelli maggiori sia nella dimestichezza con cui questi ultimi trattino l\'ovale.
<BR>Essi, molto spesso, quando vengono placcati riescono a passare la palla e, cosa molto importante, trovano sempre un loro amico che la prende con il \"timing\" (Munari docet !) giusto.
<BR>
<BR> Non sò se mi sono capito

pier12345
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Messaggio da pier12345 » 23 feb 2005, 12:06

Hai certa ragione...
<BR>Il placagio con il braccio è stato introdotto del emisfero sud...specialmente nel Super12....
<BR>ma ci vuole avere grossi technica, Timing, è forza fisico.
<BR>
<BR>Adesso si vedi tanti cercando di copiarelo..come se foose il unico modo di placarre.
<BR>Hai ragione anche cuando parli del placaggio ai gambe...Lachiave dei placaggi sono di mettere a terra il portadore del palla..
<BR>Sembra ovvio...tanto che lo dimentichiamo a volte .

marcofk
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Messaggio da marcofk » 23 feb 2005, 12:15

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<BR> 23-02-2005 alle ore 12:03, fausto wrote:
<BR>Immagino che la teoria del placcaggio i nostri la conoscano bene.
<BR>Sanno anche applicarla decentemente.
<BR>Se i nostri non placcano come si deve (impedendo cioè la trasmissione dell\'ovale) è, perchè, nel ns. Super 10 basta un placcaggio \"normale\" per far si che l\'uomo con la palla in mano non possa trasmetterla.
<BR>Credo che la grossa differenza fra noi ed i fratelli maggiori sia nella dimestichezza con cui questi ultimi trattino l\'ovale.
<BR>Essi, molto spesso, quando vengono placcati riescono a passare la palla e, cosa molto importante, trovano sempre un loro amico che la prende con il \"timing\" (Munari docet !) giusto.
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<BR> Non sò se mi sono capito
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
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<BR>E\' probabile. Mi resta, comunque l\'impressione, soprattutto fra i 3/4, che cerchino di applicare una tecnica specifica di placcaggio invece di usare quella che è più appropriata alla circostanza di gioco: se un 3/4 avversario mette fuori un braccio guadagna 5 metri di terreno prima di andare a terra. I nostri cercano di spostare il braccio per raggiungere le spalle... mi domando se in quel caso non sia meglio (se è regolare) aggrapparsi al braccio e tirare indietro l\'avversario?
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citta
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Messaggio da citta » 23 feb 2005, 12:15

bell\'argomento..il placcaggio, dico saubito che forse molti giocatori oggi se lo sono dimenticati...
<BR>il rugby è uno sport in cui se non placchi puoi fare anche a meno di giocare, detto questo molti pensano di imitare il placcaggio alto introdotto dai giocatori dell\'emisfero sud....
<BR>ma insomma loro lo fanno perchè fisicamente molto più dotati, abituati a un gioco diverso.ùil problema oggi è che molti non vogiono neanche provare a placcare alle gambe, ma scherziamo,
<BR>se ti arriva un camion addosso devi per forza placcare alle gambe, solo se hai un fisico possente puoi provare ad andare alto.
<BR>impariamo ad amdare alle gambe, placcaggio secco, poi quando tutti avremo la tecnica di base, allora proveremo altro.
<BR>

citta
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Messaggio da citta » 23 feb 2005, 12:20

per quanto riguarda il 6 nazioni, magari fra una decina di anni o forse 20 possiamo vincere.
<BR>non si improvvisa niente nel nostro sport, ci vuole tempo, a meno che mettiamo 15 finti italiani, siamo sulla buona strada, allora la vittoria del torneo è impensasbile per un pò.
<BR>la cultura e la tradizione non si inventano così.
<BR>e poi in proporzione se gli altri hanno 50 giocatori nel bacino e noi 5 allora per avere ottimi giocatori ne passaa
<BR>in Italia arriva lo scarto degli altri sport
<BR>

middlefinger
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Messaggio da middlefinger » 23 feb 2005, 12:23

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<BR> 23-02-2005 alle ore 11:56, marcofk wrote:
<BR>Volendo affrontare un argomento tecnico, rammento anni fa una foto di Francois Pienaar mentre placcava Rob Andrew. A parte l\'enorme differenza di taglia, ciò che mi colpì fu la tecnica avvolgente usata da Pienaar: una mano sul braccio e l\'altra sulla coscia opposta di Andrew. Morale: Andrew non poteva correre e non poteva passare (facilmente) la palla. Fast-Forward alla partita Italia-Galles di due settimane fa: spesso i 3/4 gallesi vinivano placcati intorno alle spalle, avanzavano quattro o cinque metri e riuscivano comunque a scaricare il pallone ad un compagno. Questo era particolamente evidente nei nostri 22 metri. Ora, mi domando: non è che i nostri rugbisti sono stati allenati a placcare con una tecnica scorretta o quantomeno inefficace nel rugby moderno? Capisco la necessità di impedire all\'avversario di scaricare palla, ma quando ci sono due placcatoori su un uomo è inconcepibile che costui possa continuare ad avanzare per cinque metri o più. Che fine hanno fatto i placcaggi alle gambe, di cui i francesi sono esperti? E se proprio bisogna placcare al corpo, perchè usare le mani soltanto e non avvolgere le braccia attorno alle braccia del placcato? Soprattutto quando due placcatori sono in azione, vi sembra logico che entrambi cerchino di fare una presa vulcaniana alle spalle del placcato? Non sarebbe più logico che uno lo abbracci intorn alle braccia per impedire il passaggio e l\'alro intorno alle gambe per buttarlo giù? Visto che è una situazione che ho visto spesso nelle ultime due partite, ma soprattutto contro il Galles, cosa ne pensate? C\'è qualcosa che mi sfugge?
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<BR>Consideratelo un spunto di discussione e non una provocazione.
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
<BR>Bingo fratello!
<BR>Anche secondo me in questo fondamentale, particolarmente nel match sciagurato contro i draghi rossi, siamo stati completamente surclassati.
<BR>Ed è lì che dobbiamo migliorare e di molto.
<BR>I gallesi spesso hanno messo in difficoltà l\'azzurro placcato, imponendogli una difficoltosa messa a disposizione della noce.
<BR>Noi troppo spesso cerchiamo un placcaggio di quelli stile autoscontro dimenticandoci che la funzione di questo fondamentale non è solo arrestare l\'avanzamento dell\'uomo in possesso, ma anche quello di metterlo nella situazione peggiore per dare ai compagni un ovale di qualità.
<BR>Poi c\'è stata l\'aggravante che i loro tre quarti avevano qualche cavallo in più nel motore...

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Bigio
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Messaggio da Bigio » 23 feb 2005, 12:29

Ho paura che i problemi nascano già al minirugby (escluso il mio ovviamente :-) )...che ne dite?
<BR>Bgo
"Ma tu ti credi Dio!"- "A qualcuno dovrò pure ispirarmi come modello" (Manhattan- Woddy Allen)

middlefinger
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Messaggio da middlefinger » 23 feb 2005, 12:43

Ho grande stima negli \'allevatori\' di piccoli cuccioli della palla ovale.
<BR>Quello che però discrimina credo sia il fatto che in certi paesi il rugby si respira, in altri si giuoca.

marcofk
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Messaggio da marcofk » 23 feb 2005, 13:02

Non so in quanti paesi, Nuova Zelanda a parte, si \"respiri\" rugby... In Australia, Aussie-Rules football è lo sport di squadra numero uno ed il cricket il numero due. Il calcio è numero uno in Inghilterra e il cricket è numero due e lo stesso si può dire per quasi tutti gli altri paesi del Commonwealth (tranne quelli asiatici dove il cricket è numero uno, due, tre, quattro e cinque....).
<BR>
<BR>Certo, hanno una tradizione più lunga, ma credo che la differenza principale sia nella mentalità più professionistica: non credo che Clive Woodward sarebbe durato a lungo se, dopo una partita persa per placcaggi sbagliati, si fosse giustificato dicendo che così placcano gli All Blacks... La tecnica migliore è quella che funziona quando serve, non quella che fanno gli All Blacks, l\'Inghilterra e chi altro. Al momento non riusciamo a produrre tecnici che abbiano il coraggio di sperimentare e sviluppare tecnica e tattica, perciò abbiamo bisogno di esperti d\'oltremare a gestire la nazionale e, spesso, i club. Il problema è che poi questi vengono considerati come degli oracoli e spesso ci si dimentica di fare le cose semplici per dimostrare all\'oracolo che si è imparato ad usare la nuova tecnica importata da terre lontane...
<BR>
<BR>Ho avuto modo di dire in passato che, sebbene l\'Italia non giochi male, eccetto alcune circostanze, spesso sembra che i nostri giocatori non sappiano cosa fare. Forse manca la consapevolezza che lo scopo ultimo del gioco è la vittoria e non l\'esecuzione di movimenti: se questo fosse chiaro per tutti forse ci sarebbero meno esitazioni quando l\'avversario avanza spedito verso la nostra linea di meta, nonchè quando la palla ce l\'hanno i nostri 3/4.
<BR>
<BR>Forse, in fondo si tratta di un problema di motivazione. Ricordo anni fa un pallavolista americano dichiarare: \"Se un pallone cade nella mia zona di copertura lo considero un personale insulto!\". Il rugby è basato sul sacrificio e sul gioco di squadra, ma forse queste virtù sono state esaltate nel gioco azzurro a discapito della finalità ultima del gioco: la vittoria. E come dicono i miei vicini: losing sucks!
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terzac
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Messaggio da terzac » 23 feb 2005, 13:13

Dominguez prendeva lezioni di judo per imparare a placcare correttamente.
<BR>A mio parere il miglior placcaggio è alle gambe, del resto è il placcaggio classico del rugby, con una buona presa alle gambe si può fermare un colosso anche se non sei fisicamente molto dotato.
<BR>Confermo l\'impressione che il placcaggio, inteso come tecnica, non venga molto sviluppato nel minirugby e comunque nelle giovanili.

ilfilosofo
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Messaggio da ilfilosofo » 23 feb 2005, 13:29

Io sono il primo pessimista al mondo e credo che le vostre teorie lo sono quanto me.
<BR>Per me è solo una questione di \"circostanza\", mi spiego, se sei concentrato sull\'avversario, che non ha ancora superato la linea del vantaggio, riesci a fare il placcaggio che vuoi, prova ne sia che vediamo spesso anche nel nostro top ten ribaltate d\'applausi, il problema si pone invece quando cerchi di recuperare un avversario che si avvia verso la linea di meta, in questo caso non stai a pensare troppo sulla tecnica e se riesci tiri fuori le unghie da felino pur di arrivarci, forse dovremmo chiedere ai nostri ragazzi di non farsio fare molti buchini in difesa.

marcofk
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Messaggio da marcofk » 23 feb 2005, 13:33

Bisogna dare atto che i nostri avanti sono degli ottimi placcatori. Il problema sembra essere più nei 3/4. E\' vero che è una buona idea cercare di rubar palla all\'avevrsario placcato, ma se questi da solo guadagna terreno come la rolling maul inglese in giornata di grazia, forse è il caso di modificare un po\' le priorità del gioco.
<BR>
<BR>Almeno io la vedo così.
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marcofk
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Messaggio da marcofk » 23 feb 2005, 13:38

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<BR> 23-02-2005 alle ore 13:29, ilfilosofo wrote:
<BR>Io sono il primo pessimista al mondo e credo che le vostre teorie lo sono quanto me.
<BR>Per me è solo una questione di \"circostanza\", mi spiego, se sei concentrato sull\'avversario, che non ha ancora superato la linea del vantaggio, riesci a fare il placcaggio che vuoi, prova ne sia che vediamo spesso anche nel nostro top ten ribaltate d\'applausi, il problema si pone invece quando cerchi di recuperare un avversario che si avvia verso la linea di meta, in questo caso non stai a pensare troppo sulla tecnica e se riesci tiri fuori le unghie da felino pur di arrivarci, forse dovremmo chiedere ai nostri ragazzi di non farsio fare molti buchini in difesa.
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
<BR>
<BR>Non credo che ci facciamo fare molti più buchi in difesa dei nostri avversari nel 6N, eccettuati, forse, i più forti. Il problema è che una volta fatto il buco invece di andare sul sicuro con placcaggi \"ignoranti\" cerchiamo troppo movimenti sofisticati ed innaturali che, soprattutto quando la squadra è sbilanciata, avvantaggiano l\'avversario. per me il placcaggio alto sull\'uomo lanciato nei tuoi 22 metri è un suicidio con tanto di lettera d\'addio...
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