Selezioni e Club Italia... soluzioni diverse?
Moderatore: Emy77
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marcofk
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<!-- BBCode Quote Start --><TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>
<BR> 25-01-2006 alle ore 16:42, mebarba wrote:
<BR>Mettiamoci d'accordo. Stiamo parlando di professionismo o di altro. Se stiamo parlando di professionismo la mia idea è che chi ha le capacità di investire investa altrimenti guardi gli altri. Bocciare la Celtic league solo perchè alcuni ( che non hanno e non avranno mai la possibilità ) rimangono eclusi è da pazzi. Oggi avremmo 4 club iscritti ad un campionato di buon livello che sarebbe cresciuto ulteriormente, ciascuno con 14/15 giocatori tutti italiani ( totale 60 giocatori ) che fanno esperienze importanti, non sono costretti a giocare all'estero, il rugby avrebbe più visibilità e quindi avremmo anche più iscritti ecc. ecc. A questo punto per favore non fatemi iniziare il discorso sul fatto che non saremo competitivi.
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
<BR>
<BR>Mi sembra una soluzione molto a breve termine:
<BR>1- Esiste un limite al numero di stranieri che si possono schierare in Celtic League
<BR>2- Posso sbagliarmi, ma dubito che ci siano al momento 60 giocatori italiani di quel livello
<BR>3- I costi di gestione sarebbero enormemente piú alti per i club partecipanti
<BR>4- Ancora niente accademie, quindi nessun miglioramento nella crescita tecnica delle future generazioni di giocatori, specie considerando che i club selezionano i giovani su base ESTREMAMENTE locale, quindi talenti da altre province se non regioni sarebbero tagliati fuori, e che normalmente un club mette i tecnici piú scadenti o comunque meno esperti ad insegnare ai piú giovani, perché come stanno le cose, non é lí che ci si guadagna la pagnotta.
<BR>
<BR>Parola chiave, ancora una volta, é: "soldi"!
<BR> 25-01-2006 alle ore 16:42, mebarba wrote:
<BR>Mettiamoci d'accordo. Stiamo parlando di professionismo o di altro. Se stiamo parlando di professionismo la mia idea è che chi ha le capacità di investire investa altrimenti guardi gli altri. Bocciare la Celtic league solo perchè alcuni ( che non hanno e non avranno mai la possibilità ) rimangono eclusi è da pazzi. Oggi avremmo 4 club iscritti ad un campionato di buon livello che sarebbe cresciuto ulteriormente, ciascuno con 14/15 giocatori tutti italiani ( totale 60 giocatori ) che fanno esperienze importanti, non sono costretti a giocare all'estero, il rugby avrebbe più visibilità e quindi avremmo anche più iscritti ecc. ecc. A questo punto per favore non fatemi iniziare il discorso sul fatto che non saremo competitivi.
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<BR>Mi sembra una soluzione molto a breve termine:
<BR>1- Esiste un limite al numero di stranieri che si possono schierare in Celtic League
<BR>2- Posso sbagliarmi, ma dubito che ci siano al momento 60 giocatori italiani di quel livello
<BR>3- I costi di gestione sarebbero enormemente piú alti per i club partecipanti
<BR>4- Ancora niente accademie, quindi nessun miglioramento nella crescita tecnica delle future generazioni di giocatori, specie considerando che i club selezionano i giovani su base ESTREMAMENTE locale, quindi talenti da altre province se non regioni sarebbero tagliati fuori, e che normalmente un club mette i tecnici piú scadenti o comunque meno esperti ad insegnare ai piú giovani, perché come stanno le cose, non é lí che ci si guadagna la pagnotta.
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<BR>Parola chiave, ancora una volta, é: "soldi"!
"It ain't over till the fat man spins!" - David Gower, 2005
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magopiccolo
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La mia ipotesi per far crescere il rugby italiano:
<BR>
<BR>-dividere tutti i caampionati in tre macroregioni, triveneto, centro-nord, centro-sud(da Roma e L'aquila in giù).
<BR>-dividere i campionati in professionistici e dilettantistici; un S12 + prima divisione professionistici, serieA B C dilettantistici (chi vince la serie A diventa campione italiano dilettanti e non sale in prima divisione).
<BR>i club che vogliono partecipare ai campionati professionistici danno le dovute garanzie finanziarie e strutturali, per i dilettanti sarebbe consentito solo un contributo spese per i giocatori, se qualche giocatore lamentasse stipendi non pagati sarebbero affari suoi e dovrebbe pure stare zitto altro che tribunale.
<BR>-formare tre selezioni macroregionali e provare ad iscriverle alla celtic, le selezioni sono formate dai giocatori provenienti dalle societa della stessa macroregione max3 stranieri. Durante celtic, coppa europa e sei nazioni si svolge il campionato italiano, una volta terminata la celtic iniziano i playoff e playout(migiori 4 e peggiori 4), reintegrando le scuadre con i giocatori impegnati nelle selezioni.
<BR>Benefici:
<BR>Ai club verrebbe pagato buona parte dell'ingaggio dei giocatori migliori e li potrebbero utilizzare quando conta veramente(playoff)
<BR>Durante il campionato regolare ci sarebbe spazio per sperimentare giovani altrimenti soffocati dalla concorrenza con i giocatori delle selezioni
<BR>I club potrebbero offrire un campionato di alto livello e uno stipendio buono ai giocatori italiani migliori, quindi i talenti del vivaio es.:Bergamasco, Bortolami ecc... potrebbero restare nella società che li ha cresciuti
<BR>Converrebbe economicamente avere giocatori di alto livello italiani ed eventualmente stranieri di altissimo livello(che giochino nella selezione)
<BR>-per le giovanili creare le accademie con tecnici che seguono latua crescita 365 giorni l'anno, la distribuzione non è semplice, in triveneto ne basta 1, centro nord 2, centro sud una a Roma e sedi distaccate in Sicilia e Sardegna, poi in linea di principio è meglio far muovere i tecnici delle accademie piuttosto che portare 10 ragazzi da Catania a Roma
<BR>-ricreare il campionato U21 d'eccellenza favorendo le fusioni tre under vicine ad esempio in un ipotetico girone triventeto.
<BR>Benetton,Petraca,Rovigo,S.Donà,Mirano+VeMestre,Tarvisium+Paese+Villorba,CusPadova+Rubano+... insomma avere 8/9 squadre sullostesso livello senza incontri da 100 a 0 ma 8/9 candidate al titolo.
<BR>Per chi obbietti che queste selezioni non sarebbero sentite e vadano contro il campanile sono sciocchezze un incontro Dogi-Munster a Treviso sarbbe come vedere la nazionale oppure in un ipotetico scontro Lupi-Dogi con la rappresentativa terronica che vuole far vedere ai polentoni che se vogliono glielo mettono in quel posto
<BR>
<BR>-dividere tutti i caampionati in tre macroregioni, triveneto, centro-nord, centro-sud(da Roma e L'aquila in giù).
<BR>-dividere i campionati in professionistici e dilettantistici; un S12 + prima divisione professionistici, serieA B C dilettantistici (chi vince la serie A diventa campione italiano dilettanti e non sale in prima divisione).
<BR>i club che vogliono partecipare ai campionati professionistici danno le dovute garanzie finanziarie e strutturali, per i dilettanti sarebbe consentito solo un contributo spese per i giocatori, se qualche giocatore lamentasse stipendi non pagati sarebbero affari suoi e dovrebbe pure stare zitto altro che tribunale.
<BR>-formare tre selezioni macroregionali e provare ad iscriverle alla celtic, le selezioni sono formate dai giocatori provenienti dalle societa della stessa macroregione max3 stranieri. Durante celtic, coppa europa e sei nazioni si svolge il campionato italiano, una volta terminata la celtic iniziano i playoff e playout(migiori 4 e peggiori 4), reintegrando le scuadre con i giocatori impegnati nelle selezioni.
<BR>Benefici:
<BR>Ai club verrebbe pagato buona parte dell'ingaggio dei giocatori migliori e li potrebbero utilizzare quando conta veramente(playoff)
<BR>Durante il campionato regolare ci sarebbe spazio per sperimentare giovani altrimenti soffocati dalla concorrenza con i giocatori delle selezioni
<BR>I club potrebbero offrire un campionato di alto livello e uno stipendio buono ai giocatori italiani migliori, quindi i talenti del vivaio es.:Bergamasco, Bortolami ecc... potrebbero restare nella società che li ha cresciuti
<BR>Converrebbe economicamente avere giocatori di alto livello italiani ed eventualmente stranieri di altissimo livello(che giochino nella selezione)
<BR>-per le giovanili creare le accademie con tecnici che seguono latua crescita 365 giorni l'anno, la distribuzione non è semplice, in triveneto ne basta 1, centro nord 2, centro sud una a Roma e sedi distaccate in Sicilia e Sardegna, poi in linea di principio è meglio far muovere i tecnici delle accademie piuttosto che portare 10 ragazzi da Catania a Roma
<BR>-ricreare il campionato U21 d'eccellenza favorendo le fusioni tre under vicine ad esempio in un ipotetico girone triventeto.
<BR>Benetton,Petraca,Rovigo,S.Donà,Mirano+VeMestre,Tarvisium+Paese+Villorba,CusPadova+Rubano+... insomma avere 8/9 squadre sullostesso livello senza incontri da 100 a 0 ma 8/9 candidate al titolo.
<BR>Per chi obbietti che queste selezioni non sarebbero sentite e vadano contro il campanile sono sciocchezze un incontro Dogi-Munster a Treviso sarbbe come vedere la nazionale oppure in un ipotetico scontro Lupi-Dogi con la rappresentativa terronica che vuole far vedere ai polentoni che se vogliono glielo mettono in quel posto
"Bè potrei anche fare altre cose, ad esempio mi occupo di magia, si sono un mago, potrei sempre scopare nel tempo libero!"
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GiorgioXT
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- Iscritto il: 19 mag 2004, 0:00
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<BR> 25-01-2006 alle ore 16:42, mebarba wrote:
<BR>Mettiamoci d'accordo. Stiamo parlando di professionismo o di altro. Se stiamo parlando di professionismo la mia idea è che chi ha le capacità di investire investa altrimenti guardi gli altri. Bocciare la Celtic league solo perchè alcuni ( che non hanno e non avranno mai la possibilità ) rimangono eclusi è da pazzi. Oggi avremmo 4 club iscritti ad un campionato di buon livello che sarebbe cresciuto ulteriormente, ciascuno con 14/15 giocatori tutti italiani ( totale 60 giocatori ) che fanno esperienze importanti, non sono costretti a giocare all'estero, il rugby avrebbe più visibilità e quindi avremmo anche più iscritti ecc. ecc. A questo punto per favore non fatemi iniziare il discorso sul fatto che non saremo competitivi.
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
<BR>
<BR>Ancora !!!??
<BR>Ma lo vogliamo capire che fra le condizioni necessarie alla partecipazione alla Celtic c'erano
<BR>A) capitale sociale versato non inferiore a 1 milione €
<BR>B) fideiussione per l'importo 2 milioni €
<BR>NESSUNA squadra italiana ha la possibilità QUI e ADESSO di aderire a queste richieste.
<BR>
<BR>Doveva forse metterli la FIR questi soldi? e sarebbe stata una cosa giusta e positiva per il Rugby italiano?
<BR>
<BR>L'ho già scritto in passato , se vogliamo lo svliuppo duraturo dobbiamo lavorare sui giovani , specie U17 e U19 facendoli giocare più spesso (magari NON scegliendo nel triveneto Gennaio e Febbraio come "mesi densi" di partite:-Y ) e soprattutto facendoli confrontare con squadre Francesi, Inglesi Irlandesi ecc.. , questi sarebbero soldi FIR bene investiti.; Poi, dopo un confronto che fa crescere, le accademie o selezioni possono portare avanti i migliori dalla U21 in poi...
<BR>L'altrra cosa che serve ai club, é un progetto di valorizzazione del rugby come spettacolo, sport e occasione d'incontro..per permettere agli stessi di avere più risorse su cui contare anche a lungo termine..come fosse una vera impresa; soprattutto risorse proprie e non legate a mecenati, sponsor o politici
<BR>
<BR>Il Club Italia lo vedo come una possibilità , ma non sono convinto dell'utilità in senso assoluto.
<BR> 25-01-2006 alle ore 16:42, mebarba wrote:
<BR>Mettiamoci d'accordo. Stiamo parlando di professionismo o di altro. Se stiamo parlando di professionismo la mia idea è che chi ha le capacità di investire investa altrimenti guardi gli altri. Bocciare la Celtic league solo perchè alcuni ( che non hanno e non avranno mai la possibilità ) rimangono eclusi è da pazzi. Oggi avremmo 4 club iscritti ad un campionato di buon livello che sarebbe cresciuto ulteriormente, ciascuno con 14/15 giocatori tutti italiani ( totale 60 giocatori ) che fanno esperienze importanti, non sono costretti a giocare all'estero, il rugby avrebbe più visibilità e quindi avremmo anche più iscritti ecc. ecc. A questo punto per favore non fatemi iniziare il discorso sul fatto che non saremo competitivi.
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
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<BR>Ancora !!!??
<BR>Ma lo vogliamo capire che fra le condizioni necessarie alla partecipazione alla Celtic c'erano
<BR>A) capitale sociale versato non inferiore a 1 milione €
<BR>B) fideiussione per l'importo 2 milioni €
<BR>NESSUNA squadra italiana ha la possibilità QUI e ADESSO di aderire a queste richieste.
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<BR>Doveva forse metterli la FIR questi soldi? e sarebbe stata una cosa giusta e positiva per il Rugby italiano?
<BR>
<BR>L'ho già scritto in passato , se vogliamo lo svliuppo duraturo dobbiamo lavorare sui giovani , specie U17 e U19 facendoli giocare più spesso (magari NON scegliendo nel triveneto Gennaio e Febbraio come "mesi densi" di partite:-Y ) e soprattutto facendoli confrontare con squadre Francesi, Inglesi Irlandesi ecc.. , questi sarebbero soldi FIR bene investiti.; Poi, dopo un confronto che fa crescere, le accademie o selezioni possono portare avanti i migliori dalla U21 in poi...
<BR>L'altrra cosa che serve ai club, é un progetto di valorizzazione del rugby come spettacolo, sport e occasione d'incontro..per permettere agli stessi di avere più risorse su cui contare anche a lungo termine..come fosse una vera impresa; soprattutto risorse proprie e non legate a mecenati, sponsor o politici
<BR>
<BR>Il Club Italia lo vedo come una possibilità , ma non sono convinto dell'utilità in senso assoluto.
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THAKER
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Sinceramente credo che Benetton, Calvisano e Viadana li avrebbero trovati senza troppe difficoltà i soldi.
<BR>
<BR>Il discorso è i club accettano le selezioni?
<BR>Viadana e Benetton no
<BR>
<BR>La FIR ha la forza x imporle? Non so
<BR>
<BR>La LIRE sa promuoversi? Non abbastanza
<BR>
<BR>Sostengo a sto punto che si debba investire sul campionato Italiano, allargando il numero delle squadre a 12 o 14, riformando i campionati minori in modo da renderli sempre più selettivi: + categorie e meno gironi.
<BR>
<BR>Le selezioni potremmo testarle in Coppa: 2 in Heineken Cup, 4 in Challange.
<BR>
<BR>Alla FIR la gestione di un'academy centrale che cooridini tante Academies regionali gestite dai Comitati.
<BR>
<BR>Un programma di promozione capillare del rugby di base nelle scuole e di incentivi alla creazione di nuove squadre, soprattutto nelle zone scoperte, e di creazione dei settori giovanili.
<BR>
<BR>Corsi di formazione, e-learning e DVD e materiale a disposizione dei dirigenti e degli allenatori per la propria formazione e per la promozione.
<BR>
<BR>Creazione di eventi e tornei.
<BR>
<BR>Sostegno al rugby professionistico con programmi di formazione scolastica e professionale per i giocatori (così che poi possano avere un lavoro alla fine della carriera e che in futuro dirigenti e staff tecnici siano più che preparati).
<BR>
<BR>Sostegno al rugby Universitario in modo che si allarghi e sia un ulteriore veicolo di propaganda e di tradizione.
<BR>
<BR>Limitazione all'import export di stranieri a basso costo.
<BR>Regole più rigide sia in termini di numero minimo di Italiani x formazione (la cui funzionalità è imitata soprattutto dalle convocazioni che di volta in volta ne vanificano la portata), che di giocatori Under23 e 21 in campo.
<BR>
<BR>Riforma della Coppa Italia allargandola all'attuale Serie A (con dei pool di qualificazione).
<BR>
<BR>Creazione di un campionato Under21 similare all'attuale campionato Under20, con 3 gironi elite e play off "scudetto" + 4 campionati regionali.
<BR>
<BR>Mantenimento dell'attuale sistema Under19
<BR>
<BR>Creazione di un campionato sperimentale Under23 con turni infrasettimanali e possibilità di attingere indistintamente a queste rose per la prima squadra e l'eventuale seconda squadra (fondamentale per trattenere nel club in cui sono cresciuti i gicatori che compiono scelte professionali/familiari diverse).
<BR>
<BR>Organizzazione di sfide con le rappresentative Espoirs francesi, inglesi e della Celtic League (oltre a quelle dell'emisfero Australe).
<BR>
<BR>Creazione di Network collaborativi tra club della stessa regione che possa convogliare gli sforzi in modo da renderli più efficaci, sfruttando rivalità e campanilismi in una "gara a far meglio" che prenda il posto dei dispetti e delle ripicche.
<BR>
<BR>Il tutto sorretto da una promozione mediatica "importante" e da sistemi di incentivo alla collaborazione delle aziende di produzione e di promozione turistica (x i rapporti con l'estero).
<BR>
<BR>Il discorso è i club accettano le selezioni?
<BR>Viadana e Benetton no
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<BR>La FIR ha la forza x imporle? Non so
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<BR>La LIRE sa promuoversi? Non abbastanza
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<BR>Sostengo a sto punto che si debba investire sul campionato Italiano, allargando il numero delle squadre a 12 o 14, riformando i campionati minori in modo da renderli sempre più selettivi: + categorie e meno gironi.
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<BR>Le selezioni potremmo testarle in Coppa: 2 in Heineken Cup, 4 in Challange.
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<BR>Alla FIR la gestione di un'academy centrale che cooridini tante Academies regionali gestite dai Comitati.
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<BR>Un programma di promozione capillare del rugby di base nelle scuole e di incentivi alla creazione di nuove squadre, soprattutto nelle zone scoperte, e di creazione dei settori giovanili.
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<BR>Corsi di formazione, e-learning e DVD e materiale a disposizione dei dirigenti e degli allenatori per la propria formazione e per la promozione.
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<BR>Creazione di eventi e tornei.
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<BR>Sostegno al rugby professionistico con programmi di formazione scolastica e professionale per i giocatori (così che poi possano avere un lavoro alla fine della carriera e che in futuro dirigenti e staff tecnici siano più che preparati).
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<BR>Sostegno al rugby Universitario in modo che si allarghi e sia un ulteriore veicolo di propaganda e di tradizione.
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<BR>Limitazione all'import export di stranieri a basso costo.
<BR>Regole più rigide sia in termini di numero minimo di Italiani x formazione (la cui funzionalità è imitata soprattutto dalle convocazioni che di volta in volta ne vanificano la portata), che di giocatori Under23 e 21 in campo.
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<BR>Riforma della Coppa Italia allargandola all'attuale Serie A (con dei pool di qualificazione).
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<BR>Creazione di un campionato Under21 similare all'attuale campionato Under20, con 3 gironi elite e play off "scudetto" + 4 campionati regionali.
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<BR>Mantenimento dell'attuale sistema Under19
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<BR>Creazione di un campionato sperimentale Under23 con turni infrasettimanali e possibilità di attingere indistintamente a queste rose per la prima squadra e l'eventuale seconda squadra (fondamentale per trattenere nel club in cui sono cresciuti i gicatori che compiono scelte professionali/familiari diverse).
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<BR>Organizzazione di sfide con le rappresentative Espoirs francesi, inglesi e della Celtic League (oltre a quelle dell'emisfero Australe).
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<BR>Creazione di Network collaborativi tra club della stessa regione che possa convogliare gli sforzi in modo da renderli più efficaci, sfruttando rivalità e campanilismi in una "gara a far meglio" che prenda il posto dei dispetti e delle ripicche.
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<BR>Il tutto sorretto da una promozione mediatica "importante" e da sistemi di incentivo alla collaborazione delle aziende di produzione e di promozione turistica (x i rapporti con l'estero).
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marcofk
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- Iscritto il: 16 feb 2005, 0:00
Le idee di magopiccolo e Thaker sono intriganti... solo un paio di perplessitá:
<BR>
<BR>1- Non mi convince la massima serie allargata: se lo scopo é distribuire i giocatori requisiti dalle eventuali selezioni fra piú clubs per avere un impatto ridotto sui singoli clubs, allora lo capisco. Ma per rendere il torneo piú competitivo e ridurre le partite da 100 a 0 mi sembra che si vada nella direzione opposta.
<BR>
<BR>2- Mi sembrano soluzioni molto costose da realizzare tutte in una volta e temo che i loro frutti li produrranno solo quando tutti i sistemi sono stati impiantati.
<BR>
<BR>Molto piú semplice sarebbe individuare quegli interventi che:
<BR>a- producono risultati a medio-breve termine (diciamo 3-5 anni)
<BR>b- costano di meno da realizzare
<BR>c- attraggono con i risultati pubblico e sponsor necessari per finanziare quello sviluppo piú profondo e capillare che giustamente avete proposto.
<BR>
<BR>Quali credete che siano questi interventi e in quale ordine di prioritá andrebbero messi in pratica?
<BR>
<BR>
<BR>1- Non mi convince la massima serie allargata: se lo scopo é distribuire i giocatori requisiti dalle eventuali selezioni fra piú clubs per avere un impatto ridotto sui singoli clubs, allora lo capisco. Ma per rendere il torneo piú competitivo e ridurre le partite da 100 a 0 mi sembra che si vada nella direzione opposta.
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<BR>2- Mi sembrano soluzioni molto costose da realizzare tutte in una volta e temo che i loro frutti li produrranno solo quando tutti i sistemi sono stati impiantati.
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<BR>Molto piú semplice sarebbe individuare quegli interventi che:
<BR>a- producono risultati a medio-breve termine (diciamo 3-5 anni)
<BR>b- costano di meno da realizzare
<BR>c- attraggono con i risultati pubblico e sponsor necessari per finanziare quello sviluppo piú profondo e capillare che giustamente avete proposto.
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<BR>Quali credete che siano questi interventi e in quale ordine di prioritá andrebbero messi in pratica?
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"It ain't over till the fat man spins!" - David Gower, 2005
-
bear8
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- Iscritto il: 8 mar 2004, 0:00
- Località: BUSTO ARSIZIO(VA)
sarà che ce lo piccolo e non riesco a vedere il dramma,ma credo che l'unico cambiamento(ma che sarebbe la rivoluzione totale del nostro rebi)da fare da parte della fir è fare 3 accademie nazionali(gestite solamente dalla fir!),dove creare il miglior nodo tecnico possibile che avrà il compito di "scavare" la penisola in cerca di talenti giovani(direi dai 14 anni in sù)da portare a compimento.
<BR>mi rendo conto che non è una soluzione a breve termine,ma con le soluzioni a breve termine si termina anche brevemente!
<BR>ovvio che le società che hanno creato i giovani fino ai 14 anni,dovranno essere indenizzate(oppure,se piccole realtà pagate in "natura",tipo materiale per l'allenamento, e cose così),i giovani sarebbero completamente a carico della fir che dovrà anche pensare alla loro crescita culturale e agli studi.
<BR>arrivati all'età maggiore,verranno immessi sul mercato e comprati dal miglior offerente con il vincolo che se la nazionale italiana avrà bisogno di loro,i club non dovranno arroccarsi(ovviamente non saranno tolti ai club per periodi maggiori di quelli che ci sono attualmente,tranne in caso di mondiale).
<BR>gireranno l'europa e faranno un tour all'anno,una volta in australia,una volta in nz,ect,ect,scontrandosi con gli altri giovani delle accademie e poi aspettiamo.
<BR>
<BR>
<BR>
<BR>
<BR>ciaooo
<BR>mi rendo conto che non è una soluzione a breve termine,ma con le soluzioni a breve termine si termina anche brevemente!
<BR>ovvio che le società che hanno creato i giovani fino ai 14 anni,dovranno essere indenizzate(oppure,se piccole realtà pagate in "natura",tipo materiale per l'allenamento, e cose così),i giovani sarebbero completamente a carico della fir che dovrà anche pensare alla loro crescita culturale e agli studi.
<BR>arrivati all'età maggiore,verranno immessi sul mercato e comprati dal miglior offerente con il vincolo che se la nazionale italiana avrà bisogno di loro,i club non dovranno arroccarsi(ovviamente non saranno tolti ai club per periodi maggiori di quelli che ci sono attualmente,tranne in caso di mondiale).
<BR>gireranno l'europa e faranno un tour all'anno,una volta in australia,una volta in nz,ect,ect,scontrandosi con gli altri giovani delle accademie e poi aspettiamo.
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<BR>ciaooo
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magopiccolo
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- Iscritto il: 22 mar 2005, 0:00
Le soluzioni sono sempre quelle, le accademie per le giovanili, li verrebbe dato ad un ragazzo un bagaglio tecnico enormemente superiore a quello degli attuali giocatori della stessa età che giocano in nazionale in più verrebbe seguita la sua crescita fisica "modellandolo" al meglio (quindi non verrebbero scartati giocatori in cui si intravede del talento perchè troppo leggeri per reggere il confronto fisico), poi se questi hanno talento faranno strada.
<BR>Questa soluzione da risultati nel giro di 4/5 anni minimo, ma è stato così per tutte le nazioni che hanno adottate le accademie; nel '97 a Tolosa ero ospitato in un'accademia e gli allenatori progettavano per il mondiale'99 e '03:-o , come se dondi pianificasse per il mondiale del 2011
... :-[
<BR>
<BR>Le accademie però non aumentano la base del movimento, gli introiti ecc... per farlo il modo più semplice è passare dalla TV, già ora il 6 nazioni in chiaro ha fatto molto (1/3 degli iscritti in questo sito conoscano il rugby per questo) ma tutto l'interesse che si accentra in poco più di un mese scema nei restanti 11.
<BR>Riuscendo a dare allo spettatore un buon prodotto verranno ragazzi nuovi che vorranno giocare, imprenditori che vogliano investire sapendo di avere un ritorno d'immagine, più gente allo stadio, più riscontri sui media ecc...
<BR>Se si vuole sperare di avere nel rugby italiano un prodotto apetibile bisogna però abbandonare il super10(livello tecnico basso, stadi vuoti, un sacco di stranieri, tenti giocatori che cambiano bandiera in continuazione) ed entrare nella Celtic con le selezioni, rifiutare le offerte di sky ed accordarsi con LA7 o qualcuno che garantisca la massima esposizione , in Spagna con il Basket hanno fatto così anni fa ed ora hanno i palazzetti più pieni d'Europa.
<BR>Per chi ha poca fiducia nella mia proposta guardi al Wrestling negli ultimi 3/4 anni o al motomondiale che nessuno si filava 10 anni fa quando era su TMC.
<BR>Questa soluzione da risultati nel giro di 4/5 anni minimo, ma è stato così per tutte le nazioni che hanno adottate le accademie; nel '97 a Tolosa ero ospitato in un'accademia e gli allenatori progettavano per il mondiale'99 e '03:-o , come se dondi pianificasse per il mondiale del 2011
<BR>
<BR>Le accademie però non aumentano la base del movimento, gli introiti ecc... per farlo il modo più semplice è passare dalla TV, già ora il 6 nazioni in chiaro ha fatto molto (1/3 degli iscritti in questo sito conoscano il rugby per questo) ma tutto l'interesse che si accentra in poco più di un mese scema nei restanti 11.
<BR>Riuscendo a dare allo spettatore un buon prodotto verranno ragazzi nuovi che vorranno giocare, imprenditori che vogliano investire sapendo di avere un ritorno d'immagine, più gente allo stadio, più riscontri sui media ecc...
<BR>Se si vuole sperare di avere nel rugby italiano un prodotto apetibile bisogna però abbandonare il super10(livello tecnico basso, stadi vuoti, un sacco di stranieri, tenti giocatori che cambiano bandiera in continuazione) ed entrare nella Celtic con le selezioni, rifiutare le offerte di sky ed accordarsi con LA7 o qualcuno che garantisca la massima esposizione , in Spagna con il Basket hanno fatto così anni fa ed ora hanno i palazzetti più pieni d'Europa.
<BR>Per chi ha poca fiducia nella mia proposta guardi al Wrestling negli ultimi 3/4 anni o al motomondiale che nessuno si filava 10 anni fa quando era su TMC.
"Bè potrei anche fare altre cose, ad esempio mi occupo di magia, si sono un mago, potrei sempre scopare nel tempo libero!"