Credo sia una questione di prospettive, indipendenti dalla pura passione.Falco_77 ha scritto: 12 nov 2025, 13:51 Chi rinuncia perchè il rugby non è la propria passione fa solo bene. Chi rinuncia sapendo che il rugby è la passione più grande che ha sbaglia a prescindere.
Non si tratta di essere romantici e ricordare che una volta i giocatori ai massimi livelli facevano anche altri lavori. Si tratta di evolversi, arrivato ad una certa età posso dire che non è mai saggio mollare ciò che più ci piace per fare qualcosa di più sicuro.
Non si gioca a rugby per diventare i nuovi Jonah Lomu, si gioca perchè è quello che ci diverte e ci appassiona, sia negli 80/90 sia nel 2025.
La vita ci si mette già abbastanza di mezzo e tanti sono obbligati a mollare, finchè si può però io credo che quel campo lo si debba vivere il più possibile.
Se hai comunque un paracadute (famiglia benestante o con attività propria che può essere tua in futuro, oppure periodo universitario) credo che seguire la propria passione sia quanto di meglio si possa prospettare e se le qualità sono interessanti, anche ottenere risultati che ti porti per tutta la vita.
Se non hai prospettive, affidarsi ad una A Elite o ad una A di alta classifica (o una cadetta che ti permetta di salire) con in cambio poco più di quanto necessario per vivere, credo sia un grande azzardo che spesso porta a rammarichi.
Pensiero personale, anche se con (purtroppo) parecchi esempi quotidiani.
Nel vecchio millennio forse c'era meno denaro che girava ma una serie di lavori di comodo che spesso restavano poi preziosi per tutta la vita, anche post rugby se non si avevano prospettive diverse