John Kirwan

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

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ciabatta
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Messaggio da ciabatta » 18 set 2003, 20:01

Dopo qualche giorno di sbandamento e di riflessione- seguiti allo shock del trittico di partite giocate dall\'Italia e spt dalle convocazioni seguite- voglio affrontare l\'argomento Kirwan, senza nessuno spirito contestatorio (visto il periodo in cui siamo è meglio stringerci tutti intorno alla nazionale) ma solo analizzando da un punto di vista tecnico e da un punto di vista umano l\'allenatore dell\'Italia. Questo perchè penso che la critica, la dialettica sia sempre fonte di crescita. Tra le altre cose, sono convinto che l\'attualmente l\'ultimo problema dell\'italia rugbystica sia l\'allenatore, che penso incida sulla qualità della squadra in percentuale bassissima (tradotto se perdiamo non penso che la causa principale sia Kirwan anche se penso che lui ci metta del suo).
<BR>LATO TECNICO: John Kirwan è diventato allenatore della nazionale italiana ad aprile 2002 dopo l\'ennesimo 6 nazioni disastroso. Non aveva avuto prima grandi esperienze come allenatore (se non sbaglio aveva allenato in Francia), è arrivato portandosi dietro un certo entusiasmo e soprattutto l\'appoggio (almeno iniziale) da parte della Federazione: ha avuto tutto quello che gli altri allenatori nemmeno si sognavano, l\'allenatore in seconda, l\'allenatore della difesa, il video analizzatore, un manager sempre a fianco e così via. D\'altra parte a questo enorme sforzo di mezzi non sono corrisposti dei risultati memorabili (solo la vittoria con il Galles che comunque non è poco).
<BR>29.05.2002 Manawatu-Sel. Italia-13-37
<BR>02.06.2002 Divional XV-Sel. Italia-35-35
<BR>08.06.2002 Nuova Zelanda-Italia-64-10
<BR>22.09.2002 Spagna-Italia-3-50
<BR>28.09.2002 Italia-Romania-25-17
<BR>16.11.2002 Italia-Argentina-6-36
<BR>23.11.2002 Italia-Australia-3-34
<BR>15.02.2003 Italia-Galles-30-22
<BR>22.02.2003 Italia-Irlanda-13-37
<BR>09.03.2003 Inghilterra-Italia-40-5
<BR>23.03.2003 Italia-Francia-27-53
<BR>29.03.2003 Scozia-Italia-33-25
<BR>14.06.2003 Southland-Sel. Italia-40-18
<BR>18.06.2003 Counties-Sel. Italia-18-26
<BR>21.06.2003 Bay of Plenty-Sel. Italia-33-30
<BR>25.06.2003 Taranaki-Sel. Italia-13-18
<BR>28.06.2003 Waikato-Sel. Italia-23-3
<BR>23.08.2003 Scozia-Italia-47-15
<BR>30.08.2003 Irlanda-Italia-61-6
<BR>06.09.2003 Italia-Georgia-31-22
<BR>LATO \"GENETICO\": Gli allenatori neozelandesi non penso che siano degli allenatori che si confanno alla mentalità latina; attenzione non penso che Kirwan (cosiccome Johnstone) siano degli incapaci, penso solo che il loro modo di allenare non si adatta alla nostra sensibilità, magari potrebbero ottenere risultati memorabili in altre nazioni. L\'arrivo del sergente di ferro che mette una fila di regole, sposta le persone di ruolo, sacrifica l\'estro in nome della squadra, chi non fa 3000 metri entro 11 minuti torna a casa, etc. (salvo poi rimangiarsi tutto all\'ultimo secondo in modo clamoroso, basti pensare a Checchinato e spt. Wakarua) può dare risultati quando devi fare il selezionatore di una nazione come la Nuova Zelanda con 5000 fenomeni e dove sulla base di chi riesce a stare alle tue regole fai le selezioni, non in Italia dove la base è si e no di 50 persone. In qs modo si è perso per la strada Dominguez (è vecchio ma per qs mondiale avrebbe fatto comodo), De Carli (mi mangio le mani al solo pensiero), Vaccari, per poco Mauro Bergamasco (e tutto il mondo rideva), per poco Checchinato.
<BR>LATO UMANO: e qui mi dispiace devo essere un pò pesante e perdo un pò del mio spirito critico; quello che è successo con Pez (che si badi bene ho sempre ritenuto non un grande fenomeno e spesso ho criticato) è una cosa che non può passare inosservata. Non si può fare giocare una persona titolare per tutto il 6 nazioni, fargli fare il tour in Nuova Zelanda, farlo allenare da fine luglio in vista mondiali, fargli giocare il trittico di partite da titolare e l\'ultimo giorno non convocarlo per convocare un\'apertura di serie A che mai è stato convocato e magari si è fatto le vacanze al mare. Non è eticamente corretto, non è dignitoso nei confronti di Pez che potrà essere scarso ma è pur sempre stato un soldato nelle mani del generale Kirwan e se qs generale tratta così i propri soldati siamo alla frutta: della squadra chi continuerà ad avere fiducia in Kirwan? In questo sono pienamente d\'accordo con Munari e quanti dicono che il rugby è un gioco che si basa su certezze: l\'allenatore deve avere certezze, deve avere le idee chiare sui ruoli e sulle persone, non si può arrivare ad un mondiale non sapendo chi giocherà apertura, se Bergamasco sarà ala o terza linea, se Checchinato sarà convocato o no, se Domiguez dice di si all\'ultimo minuto lo convochiamo, etc. Un allenatore deve avere la sua formazione in testa e con quella andare avanti per dare un\'impronta (la sua) a tutta la truppa.
<BR>
<BR>

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jaco
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Messaggio da jaco » 19 set 2003, 5:53

Solo una precisazione: Checchinato i test se li è sciroppati tutti (superandoli, anche se a fatica). Per il resto (come ho già osservato in altre discussioni) sono sostanzialmente d\'accordo con te.
L'ignorante sa tant, l'inteigente sa poc, el saggio sa nient. EL MONA SA TUT!

edgrim
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Messaggio da edgrim » 19 set 2003, 6:11

Credo che più chiaro di così (Ciabatta) ....
<BR>Sottoscrivo pienemente.

Mator
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Messaggio da Mator » 19 set 2003, 6:42

Pienamente d\'accordo Ciabatta.
<BR>
<BR>Però, sulla prima parte del tuo intervento sono molto più critico. E\' chiaro che il Italia il rugby è uno sport minoritario con una base molto ristretta e quindi i \"fenomeni\" sono merce rara. In questa situazione di \"carenza\" ciò che ci può consentire di ottenere comunque dei buon risultati sono l\'umiltà, l\'affiatamento e soprattutto lo spirito di gruppo.
<BR>Esattamente il contrario della politica di turnover portata avanti da Kirwan.

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Willimoski
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Messaggio da Willimoski » 26 set 2003, 10:28

Evidente che Kirwan, come prima Johnstone stiano fallendo come dimostra la lucida analisi di Ciabatta.
<BR>
<BR>Probabilmente occorebbe da parte di tutti, allenatore in primis e giocatori una maggior dose di umiltà.
<BR>
<BR>Rimpiango sempre quel signore modesto ma grande allenatore e leader che si Chiamava Bertrand Fourcade
Advance Australian Fair !

yeti
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Messaggio da yeti » 26 set 2003, 11:17

L\'idea della mentalità latina è una palla, scusate.
<BR>Diciamo piuttosto che non riusciamo ad avere la disciplina e la mentalità delle squadre anglosassoni: So già che mi direte \"ma la Francia, ma l\'Argentina...\". Può darsi, ma credete che quello che fanno lo fanno grazie alla loro mentalità latina?
<BR>Fourcade, Coste...bei tempi. Ma entrambi sono stati trombati. Da chi e per quali motivi?
<BR>L\'ho già scritto altrove: dietro all\'idea della mentalità latina e al presunto estro, genialità e così via del mondo mediterraneo spesso si nasconde quel tanto di approssimazione, fancazzismo, e lassismo che tanto bene ci contraddistingue all\'estero. Un bel simbolo per la nazionale: l\'armata Brancaleone, ecco quello che si può fare con l\'estro latino.
<BR>Non ci sono cazzi, né mazzi. O si cambia testa, o non si va avanti. Non è Kirwan che sta fallendo, è l\'Italia che sta fallendo, dando ancora una volta prova di sé e di quello che conosciamo tutti.
<BR>D\'altronde cosa c4$$o ci si può aspettare da una nazione dove un primo ministro fa le corna, un suo ministro si lamenta delle ruberie DC ed ha dimenticato di essere stato condannato nel processo IRI-SME per una tangentina di 250 milioni intascata dal suo segretario ora sparito nel nulla (era il Patelli di cui parlavo tempo fa e di cui nessuno si ricorda), dove il ministro del Tesoro si incazza con Prodi e pubblica i suoi libri nella casa editrice del mortadellone, dove ci lasciamo scappare futuri premi Nobel all\'estero e attribuiamo a Fede, Liguori, Casalini, il Gabibbo e Sbirulino il ruolo di guide morali del paese.....mmmmmmmmmhhhh, tenetemi!
<BR>E voi dite che Kirwan sta fallendo?
<BR>
<BR>G.
<BR>
<BR>P.s. Scusate il tono. Non ce l\'ho con nessuno di voi. Ritengo peraltro molte delle cose di Ciabatte condivisibli.

neroverde
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Messaggio da neroverde » 26 set 2003, 11:51

yeti...... c\'è posta per te.... capisci a me....

ciabatta
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Messaggio da ciabatta » 26 set 2003, 16:49

Penso che l\'Italia fondamentalmente necessiti di un gruppo di dirigenti e di allenatori che abbiano realmente a cuore lo sviluppo del rugby nel nostro paese, cosa che attualmente manca. Lo sviluppo del rugby vuol dire creare i presupposti perchè i ragazzi giochino a rugby, perchè i settori giovanili diventino il lato trainante delle società, perchè il nostro sport possa entrare in modo stabile nelle scuole. E\' un lavoro oscuro, che necessita anni, progetti, persone che sanno quello che fanno e perchè lo fanno. Il rugby odierno in Italia non ha questi presupposti: il superten è ripieno di oriundi e di stranieri, spesso di scarso valore, non parliamo di serie A (ci sono intere squadre che possono partecipare a questi campionati solo per gli stranieri) e di serie B (cfr. che fine hanno fatto squadre come il C.S.Pietro, il Ferrara, l\'Ova oppure ricordate il caso Rieti l\'anno scorso e così via: finiti i soldi, finiti i giocatori). Nessuno investe sui giovani e la Federazione non incentiva questa politica (basti pensare all\'assurdo delle seconde squadre che possono partecipare a campionati p.e. di serie B- cfr. Calvisano- che di fatto ha creato agglomerati di giocatori in un\'unica squadra facendo sparire decine di squadre di C/1 e C/2, oppure alla creazione di un superten giovanile U21 con squadre che non erano attrezzate a farlo e mille altri sarebbero gli esempi- chiunque gioca a rugby a livello inferiore può portare la sua esperienza). In quest\'ottica si inserisce la nazionale di cui tutti siamo tifosi ma che non può che essere l\'espressione del nostro movimento ed un allenatore che, a prescindere da tutto, penso non abbia le idee molto chiare. Ma mettendo da parte tutto questo quello di cui sono sicuro è che a Kirwan dello sviluppo del rugby in Italia non gliene frega niente: lui è un professionista, che allena la nazionale secondo i suoi dettami ma a cui non interessa un fico secco se domani il nostro rugby avrà un futuro, o meno. Questo si può capire da mille cose, basti pensare al caso Pez (darà mai più la disponibilità per la nazionale?), dal caso equiparati (fino ad un anno fa ne poteva scendere uno solo in campo, adesso mezza nazionale è straniera): lui vuole risultati e li vuole subito, non gli importa se dietro fa terra bruciata. Penso dal suo punto di vista sia anche condivisibile e giustificato, probabilmente l\'Italia è un trampolino di lancio per poi allenare qualche nazionale maggiore. Quello che dobbiamo capire è che il mondiale è importante, tutti vorremmo l\'Italia semifinalista o finalista, ma questo risultato non cambia i termini del problema se non cominciamo ad investire su un progetto, perchè i risultati ottenuti saranno sempre effimeri e dureranno dalla sera alla mattina (basti pensare alla vittoria sul Galles). Questo è una certezza di cui sono convinto assolutamente.
<BR>
<BR>p.s. sulle caratteristiche del popolo Italico, perfettamente riportate da Yeti, sono d\'accordo, è evidente che sono quelle, ma proprio perchè siamo fatti in questa maniera (e non penso che abitudini e caratteristiche secolari possano essere cambiate in un baleno) penso che anche nel rugby dobbiamo trovare una via italica, cioè una caratterizzazione del gioco che si confaccia alla nostra natura. In questo senso trovo assurdo che un allenatore cerchi di imporci un modo di essere che non è nostro da un punto di vista genetico: non ci sono riuscite le nostre mamme, dubito che ci riuscirà un generale.

nambereit
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Messaggio da nambereit » 26 set 2003, 20:57

Ciabatta e Yeti,
<BR>
<BR>sono d\'accordo con voi.
<BR>
<BR>Cambiamo le mamme: aiutiamole a cambiare.
<BR>
<BR>Sono sicuro che posso contare sulle fidanzate di vent\'anni fa, che oggi portano i pargoli (ça va sans dire) al campo del rebi.
<BR>
<BR>Sono sicuro che posso contare su buona parte delle loro amiche, perchè magari il bocia (el ceo, el buteo, el muleto) ha fatto un esperienza traumatica con gli allenatori (???) c******* di pallavolo e basket o con il calcio (mi raccontano cose da rabbrividire).
<BR>
<BR>Ed il rebi giovanile è un\'esperienza da fare. Per i piccoli e per i loro genitori. Il Super 10? Via, in Italia si può fare un Super 4 o 5, il movimento si assesterà su dimensioni fisiologiche.
<BR>
<BR>Se in venti, quaranta o sessant\'anni l\'Italia non sarà più un paese anomalo (Yeti, a volte ti invidio assai...) pieno di pastasciuttari ficaioli sanluigini castratelli e avvocaticchi del Cav. Silvio Banana, sarà anche merito delle mamme dei rebisti.
<BR>
<BR>Non ditemi che il tempo vi spaventa! Qui tutti hanno speso (o stanno spendendo) i loro anni migliori su merdosi campi spelacchiati a correre dietro alla bislunga...
<BR>
<BR>Se i cei i butei i muleti i bocia diventeranno anche dei bravi o dei bravissimi giocatori, o dei campioni, meglio...andranno a giocare nel Super 10 o Super 20 o nella Flotta Stellare, ma sono sicuro che non saranno idolatri del traccagno cocainomane (quello che ha segnato il gol di mano alla perfida Albione, prima spergiurando che era buono, poi tirando in ballo Dio...).
<BR>
<BR>Alas
<BR>
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luca63
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Messaggio da luca63 » 27 set 2003, 15:49

Innanzitutto saluto Ciabatta, poi vorrei buttare lì un\'altra considerazione. Vi siete mai chiesti cosa sta cambiando nel rugby con l\'avvento del professionismo ?
<BR>Fondamentalmente che se prima le società combattevano in nome dell\'etica sportiva ora combattono in nome dell\'interesse.
<BR>A cosa sta portando tutto questo ?
<BR>All\'esplodere dei comportamenti che il buon ciabatta ha ben descritto nel suo messaggio: le società si affannano a comprare qualunque cosa si muova su un campo con un pallone da rugby, sia esso argentino, australiano o ... milanese.
<BR>La conseguenza è il totale disinteresse per il movimento di base, alias giovanili, alias praticanti.
<BR>Come si risolve questo problema ?
<BR>Con le regole, solo con le regole !!!
<BR>La direzione da seguire è quella di limitare il numero di giocatori stranieri, o equiparati, o di doppia cittadinanza (leggi: oriundi) che possono essere schierati da una società di Top Ten, Serie A, Serie B, Serie C, come ha fatto il C.F. in una delle sue ultime riunioni.
<BR>Non sarebbe male nemmeno introdurre dei criteri di protezione dei giocatori U. 21, come è stato fatto in Coppa Italia, o stabilire un certo numero di atleti di interesse nazionale, da proteggere in qualche modo (per evitare che smettano di giocare, vi potri citare dei nomi).
<BR>Questa è l\'unica possibilità.
<BR>Se si sta qui ad aspettare che l\'etica sportiva torni a prevalere sui soldi, si aspetta a lungo ...

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jaco
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Messaggio da jaco » 29 set 2003, 6:24

Ciabatta, ciò che dici è in larga parte condivisibile (e l\'ho già detto). Su una cosa, però, andrei cauto. JK sarà per molti aspetti criticabile, ma non so se davvero \"non gli freghi niente\" del movimento rugbistico italiano. Mi sembra, infatti, che, a differenza del suo predecessore, abbia da subito cercato un dialogo con le società (certo per avere disponibili per la nazionale i migliori giocatori) al fine, comunque, di cercare una \"linea comune\" da seguire per tutto il rugby italiano dalla base, dal giovanile fino alla nazionale.
<BR>Ora avviene, però, che la federazione \"non abbia tempo\" di aspettare i frutti di questa collaborazione: bisogna essere competitivi da subito, non importa come, si deve vincere! Tant\'è che da quando Dondi ha dato il mandato a JK (non certo con l\'unanimità da parte del CF) fino ad oggi, continua a lasciare sulla graticola il CT. Tu dimmi chi (fosse stato anche il Fourcade o il Coste più illuminato) possa lavorare in certe condizioni.
<BR>Si vuole vincere senza un movimento ben strutturato alle spalle? Con una generazione di campioni che ha lasciato il vuoto alle spalle? Con un professionismo che spesso è solo di facciata? Allora bisogna trovare soluzioni veloci: equiparati e oriundi.
<BR>Forse a chi non frega molto del movimento nel suo complesso è qualcun altro... il primo passo? Dare un mandato tranquillo di almeno 4 anni ad un CT che possa anche lavorare tranquillamente con i club, tralasciando, per un momento, anche i risultati immediati, rischiando, ma dando un po\' più di solidità alle basi del rugby italiano.
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yeti
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Messaggio da yeti » 29 set 2003, 8:25

Numbereit, un altro letterato sul forum?
<BR>
<BR>Non sono d\'accordo con chi sostiene che la genetica sia impossibile da mutare. In realtà si, c\'è un grande lavoro da fare a livello di mentalità, ma la mentalità si può cambiare, con qualche secolo. E credo che sarebbe salutare. Non c\'è nulla di preprogrammato nell\'essere umano. E non è detto che in Italia siano tutti pastaioli ficaioli sanluigini. Ci sono le persone adatte, da mettere al posto giusto. Il problema dell\'Italia non è la quantità superiore di imbecilli rispetto al resto del mondo. All\'estero un imbecille è ancora un imbecille. Da noi dirige. Io continuo a sentir dire che Bossi e Bertinotti sono due persone intelligenti. Lo ritengo un\'offesa nei miei confronti e nei confronti di persone come noi, che finora abbiamo mostrato di essere intelligenti eccome. E\' solo un problema di \"collocazione funzionale\". Anche in Germania vedete, le cose cominciano a vacillare in modo italico, eppure, nonostante 9 tedeschi si siano presentati per il posto che io occupo qui, il posto è stato dato a me italiano, nonostante non mi sia presentato al concorso, perché evidentemente in questi anni mi sono fatto il mazzo e sono riuscito a convincere qualcuno a volermi avere a tutti i costi. Se penso invece all\'Italia......mah!
<BR>
<BR>G.

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Messaggio da nambereit » 29 set 2003, 11:15

Preg.mo Yeti,
<BR>
<BR>parlando di genetica è evidente che troppi secoli di polenta hanno accorciato i femori agli italiani (non lo dico io, lo scriveva il Nume Brera...). Vedi cosa riescono a tirare fuori gli Isolani del Sud Pacifico (quanti sono sono in tutto? 900.000 anime?), che oltre ad essere un bel melting pot probabilmente non conoscono l\'uso della creme du mais...
<BR>
<BR>L\'essere umano, come macchina biologica, è in larga parte determinato. Voglio dire: Ben Johnson da non-scimmiato correva i 100 in 10.20. Io, pur avendo un patrimonio genetico di primissimo ordine (riesco a pensare e camminare CONTEMPORANEAMENTE!!! senza inciampare), neanche con un post-bruciatore nel c***...
<BR>
<BR>Detto questo (e per fortuna nel Triveneto oggi c\'è una bella gioventù, secondo me in funzione della disponibilità di proteine enormemente aumentata da 40 anni a questa parte e delle frequenti \"contaminazioni\" con geni \"alieni\" - alla faccia dell\'eredità celtica di cui qualcuno straparla, di qui negli ultimi 2000 anni è passato di tutto...), chili, muscoli e centimetri SONO in larga parte un fatto genetico. Vogliamo fare delle nazionali \"pound for pound\"? Secondo me i giapponesi nelle categorie leggere farebbero sfracelli...
<BR>
<BR>Poi sono disposto ad ammettere che esistono altri fattori ambientali e diciamo \"sociologici\" in grado di modificare l\'aritmetica dei puri numeri:
<BR>
<BR>in termini brutali, il doping (ne vogliamo parlare?);
<BR>
<BR>la programmazione ossessiva per formazioni ed atleti di vertice (hanno cominciato credo i Gallesi negli anni \'70, lo chiamavano \"squad system\" e la Romania ha ottenuto risultati strabilianti con una base di praticanti ridicola), cosa che - a sentire i meglio informati di me -è oggi la priorità della FIR;
<BR>
<BR>il reclutamento\"mirato\" di atleti adatti (chi si ricorda la Germania Est?);
<BR>
<BR>la disponibilità di risorse economiche e professionali (o professionismo di Stato o professionismo tout-court);
<BR>
<BR>elementi \"motivazionali\" o culturali (in fin dei conti il papà dei due Bergamaschi è stato una grande terza linea in una grande società, sempre rapportando queste ultime affermazioni alla realtà italiana...).
<BR>
<BR>Per quanto riguarda l\'essere umano come soggetto di interazioni con i suoi simili (sono esclusi gli avvocati difensori facenti parte di commissioni parlamentari ... absit...) sono d\'accordo con te. Può cambiare. Ci vogliono secoli, dici. Io sono più ottimista. 2-3 generazioni.
<BR>
<BR>Mettiamola così: il problema non è che io non sono in grado di correre i 100 in 10 secondi. Il problema è che, avendo le potenzialità per correre in 11 secondi e mezzo, mi viene impedito di merrermi alla prova:
<BR>
<BR>non posso provare perchè non ci sono piste di atletica
<BR>
<BR>ci sono piste, ma solo per atleti tesserati
<BR>
<BR>come sopra, ma per atleti tesserati con gli occhi azzurri
<BR>
<BR>..... (ad libitum)
<BR>
<BR>
<BR>Venendo all\'invettiva sugli imbecilli, vengono regolarmente eletti.
<BR>
<BR>Da altri imbecilli idolatri del meticcio sniffatore.
<BR>
<BR>Come la mettiamo?
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yeti
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Messaggio da yeti » 29 set 2003, 12:45

Caro Numbereit,
<BR>perché mi chiami preg.mo? Sono diventato forse un tartufo?
<BR>In ogni caso.
<BR>Sulla genetica....e va beh! I neri non riescono a nuotare ma hanno fibre dello sprint più veloci delle nostre, gli etiopi lo mettono in quel posto a tutti quanti nel fondo, forse perché sono sopravvissuti solo quelli che riuscivano a scappare ai leoni. Certo, ci sono un sacco di predeterminazioni genetiche nel fisico, predeterminazioni genetiche che non hanno impedito a me di diventare un metro e 85 e pesare 85 chili (di ciccia soprattutto) da due genitori tappi. D\'altronde in Italia siamo circa 57 milioni, ci sono anche quelli alti più di 2 metri e non ne servono molti per il rugby. Diciamo invece che queste predeterminazioni genetiche sembrano non crearci problemi nella pallavolo, nel basket e nella pallanuoto dove eccelliamo da sempre o quasi. E allora perché i geni dell\'italiano tappo, trugno, traccagnotto e baffuto devono valere solo per il rugby?
<BR>Però io non mi riferivo ai fermori, ma a mentalità e cultura, più precisamente al fatto che Ciabatta sosteneva, se non ho letto male, che i comportamenti sono determinati geneticamente (vivo in Germania, rabbrividisco a quest\'eventualità!). Ho parlato di secoli non perché penso che questi siano i tempi fisiologici dei mutamenti culturali: ho sperimentato su di me cosa vuol dire essere da 6 anni in un posto dove ci sono alcune differenze e come ti muta la mentalità. Basta poco. Piglia un turco di terza generazione nato qui e cresciuto con la famiglia e tutto. Basta soltanto la scuola, l\'essere circondato da un ambiente diverso e un desiderio di autodeterminarsi diverso da quello dei suoi avi e turco lo è solo più sulla carta o quasi. Semplicemente parlo di secoli perché dispero nella possibilità del popolo italico in genere di porsi un problema o un obiettivo, fissarlo come scopo sapendo che per raggiungerlo ci sono certi mezzi e non altri, certe strategie e non altre, senza cazzi né mazzi. E perseguire questo scopo con serietà e cognizione di causa, lucidità, senso dell\'organizzazione e sistematica attenzione alle puntuali verifiche di ogni percorso programmato. Il cambio di mentalità è tutto lì.
<BR>Ma siamo o non siamo il paese dove il 40% dell\'acqua si perde per la cattiva manutenzione delle tubature con razionamenti d\'acqua tipo Congo Belga e si stanno per investire migliaia di miliardi per il famigerato ponte sullo Stretto (ma non lo faranno, anche se il Ministro Lunardi che ovviamente se ne occupa è il direttore del più grande studio privato di progettazione in Italia, vedi variante di valico e alta velocità)? Ora, io ho vaghi ricordi di geografia, per cui Sicilia e Stivale si trovano su due falde diverse della crosta terrestre, in allontanamento. Ora, tutto questo crea un bel po\' di problemi a livello tellurico, oltre al fatto non di secondo conto che i presunti piloni del ponte si dovrebbero allontanare gradatamente. Non ci vuole molto, basta uno spostamento di mezzo metro, un metro in una cinquantina d\'anni e la statica del ponte e a puttane. Ora, io non me ne intendo di queste cose, ma me le sono fatte spiegare da un ingegnere di qui, che me ne ha raccontato un\'altra bella. Il canale dello Stretto è soggetto a una serie di correnti eoliche molto forti e costanti, tipo l\'aria che esce dal phon. Alla lunga la pressione esercitata sul ponte otterrebbe il risultato di farlo avvolgere su sé stesso come un fusillo (si, perchè questo ponte deve essere molto elastico e flessibile, visto dove lo costruiranno). Ci vorrebbero quei bei pilastri su cuscinetti flottanti, tipo le case in Giappone. Chissà quanto costano. Intanto ogni volta che piove in Toscana sono miliardi di danni, l\'acqua va a ore e siamo un paese civile del G8, siamo tra i grandi della Terra. Ma invece del ponte non sarebbe meglio che mia sorella non dovesse ricominciare a fare quello che faceva la mia bisnonna, cioè andare a prendere l\'acqua al pozzo.Insomma......non c\'entra niente con il rugby, scusate ma ci rendiamo conto di quello che succede in Italia? Il black-out perché in Svizzera cade un albero e in Italia la gente che doveva eventualmente fronteggiare l\'emergenza dov\'era? Mistero.
<BR>La genetica ci avrà accorciato le gambe, ma non mi risulta che si possa accorciare il comprendonio. E il problema è tutto qui. Magari il cervello fosse programmabile geneticamente! Avremmo risolto un bel po\' di problemi (sempre che il programmatore non fosse una delle tre B italiane o affini).
<BR>
<BR>G.

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