ADDIO AL GRANDE ROY BISH
Moderatore: Emy77
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ADDIO AL GRANDE ROY BISH
Questa mattina ci ha lasciati un grande del rugby italiano ed internazionale, il gallese Roy Bish indimenticato allenatore della nazionale italiana di rugby negli anni '70, dell'Algida Roma, della Benetton Treviso e del Rugby Casale.
Un grande uomo ha raggiunto nell'ultima e più difficile trasferta il campo del paradiso dei rugbysti.
Ci mancherai Roy.
Un grande uomo ha raggiunto nell'ultima e più difficile trasferta il campo del paradiso dei rugbysti.
Ci mancherai Roy.
- megan
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RE: ADDIO AL GRANDE ROY BISH
onore a chi ha scritto grandi pagine della storia del nostro magnifico sport!!
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- parramatta
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Si è spento Roy Bish...
E' morto oggi, a 77 anni, il grande Roy Bish. Credo non servano parole per descriverlo e per descrivere la perdita per noi e per il rugby...
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RE: Si è spento Roy Bish...
Non regalate terre promesse a chi non le mantiene...
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RE: Si è spento Roy Bish...
Un abbraccio stretto......ovunque tu sia buon viaggio...
Vanta:La fontana delle 99 cannelle;La fontana luminosa (costruita per fare cifra tonda);Collemaggio; La Perdonanza; un Mammuth morto.
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MISS TERZO TEMPO 2008
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RE: Si è spento Roy Bish...
La grande famiglia del rugby non dimewntica nessuno! E poi un giorno ci troveremo tutti a fare una grandissima partita ed un eterno terzo tempo.
- Krisos
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RE: Si è spento Roy Bish...
un arrivederci in partita allora, ROY !!!....e cmq....bello...mi piace questa cosa...tutti alla partita ed al terzo tempo!!!...così finalmente coronerò il mio sogno di giocare una volta tanto...nella mia eternità!!!...vai ROY....prepara il campo!
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- brutiumrugby
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ho grandi ricordi di mister Roy Bish legati all'ultima trasferta dell'Italia a Cardiff nel 6 nazioni. Il più bello quando è riuscito a farci entrare nella stanza dei trofei del Cardiff e ci raccontava con passione ogni anedotto di tutti quei trofei, cap e maglie esposte in quella chiesa del rugby. Un signore, come purtroppo non c'è ne sono più nel rugby. grazie ancora per quei momenti Roy
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Mi permetto di riportare qui, per quelli più giovani di me che non hanno conosciuto Roy Bish e che non ne conoscono il suo pasato in Italia, una interessante breve cronistoria di ROY BISH scritta da GRUN in un altro thread di questo forum.
Roy Bish, gallese, dopo aver allenato Cardiff ed Oxford University, vennne chiamato dal presidente federale Martone nell'estate del 1974, primo tecnico straniero dopo il pioniere Saby. Esordio il 15/02/1975 a Roma contro la Francia B, 9-16. Poi vittoria contr la Spagna 19-3 a Madrid il 06/O4/75, sempre per la Coppa Europa e poi il leggendario 3-3 a Bucarest contro la Romania, che all'epoca era davvero fortissima (aveva da poco battuto la Francia 15-10...). Fu un risultato che fece scalpore, ricordo che sui quotidiani sportivi ci furono spazi inusitati il lunedì successivo al match, deciso da in drop dell'aquilano Ponzi.
Trascinati dall'entusiasmo per quel risultato, e convinti dal carisma di Bish, che aveva iniziato a lavorare sulle strutture elementari di gioco conferendo un'identità tecnica alla squadra (chi non ha visto certe partite del 1973 non può immaginare a che livelli ci muovessimo), i vertici federali decisero di organizzare una tournèe in terra d'Albione nell'estate del 1975. Giocammo tre partite, che non garantirono il cap ai giocatori, ma aprirono nuove prospettive al rugby italiano. Giocammo a Galashiels contro il Gala, perdendo 29-18, ad Edinburgo contro gli Heriot's Former Pupils, vincendo 21-9, e a Gasforth, in un incontro storico, perchè affrontando l'Inghilterra Under 23, ci fu il primo incontro ufficiale tra rappresentative dei due paesi. Perdemmo, con onore, 29-13, con meta di Marchetto e tre punizioni di Ponzi. Il 25/10/75 Italia -Polonia 28-13 a Treviso, il 23/11/75 Olanda-Italia 0-24 ad Apeldoorn, il 20/12/75 a Madrid Spagna-Italia 6-19, tutte partite valevoli per la Coppa Europa, all'epoca in pratica l'unica occasione per i giocatori italiani di accumulare esperienza internazionale.
Il 1976 si apre l'undici febbraio a Milano con una sconfitta per 11-23 contro la Francia B, forte e motivata a vincere la Coppa Europa dopo la debacle dell'anno precedente con la Romania, demolita dai galletti in questa edizione 36-12. Ci giochiamo il secondo posto finale del torneo contro i rumeni al Tardini di Parma il 24 aprile. Non battiamo i balcanici, che l'anno prima hanno vinto la Coppa Europa per la seconda volta nella loro storia dopo il successo nell'edizione 68/69, dal 06/11/1966 (3-0, sic, a L'Aquila con calcio piazzato di Ambron). Di mezzo, nel corso del decennio, sconfitte anche dure, come nel caso 6-32 del 1971. Battere i rumeni avrebbe un rilievo particolare, come imporsi oggi ad Irlanda o Galles. Ci riusciamo grazie ad una punizione di Ponzi, che a 4' minuti dalla fine fissa il risultato sul 13-12 (al 4' del primo tempo aveva segnato una meta l'ala Marchetto). Bish è venerato da tutti gli appassionati e al rugby vengono dedicati spazi mediatici prima impensabili. Il rotocalco sportivo Dribbling, una splendida trasmissione che negli anni settanta andava in onda alle 19 sul secondo canale della Rai, dedica servizi ala realtà della pallaovale italiana (ne ricordo uno sulla rivalità tra le "repubbliche" venete, Rovigo, Treviso e Padova). Non è boom, ma poco ci manca, ed al rigore di Bish molto si deve. Il 21/10/1976 giochiamo a Padova una partita dal sapore esotico con il Giappone, imponendoci 25-3, prima di preparare l'evento dell'anno, il test con l'Australia che si andrà a vivere a Milano il 4 novembre. Non è la prima volta in cui cozziamo dentro ai Wallabies, c'è un precedente che risale al 21 novembre 1973 a L'Aquila, quando gli australiani ci rifilarono un sonoro, ma non disonorevole 21-59 (segnammo anche due mete, la prima di Visentin e l'altra del genovese,alé, Salsi). In quel periodo l'Australia non era considerata una potenza comparabile a Nuova Zelanda e Sud Africa, anche perchè il rugby league assorbiva molto più interesse, ma risultava pur sempre una nazione di riferimento in ambito rugbistico.
I canguri sono sotto pressione, perché il tour autunnale si è aperto con due belle, si fa per dire, sconfitte contro i francesi, 15-18 e 6-34. Considerata l'importanza dell'evento imminente, Bish, dando una sferzata professionale, chiede ed ottiene di preparare con cura inusitata il match, e porta la squadra nel suo Galles, a giocare due partite che dovrebbero servire a verificare le strutture di gioco contro avversari di alto livello e a cementare il gruppo. Prendiamo una bella riga di scoppole (22-54) contro il forte Cardiff (in quegli anni il Galles è all'avanguardia in ambito europeo) e limitiamo i danni con l'Aberavon (4-13, all'epoca la meta valeva quattro punti), ma l'esperienza è fruttuosa. Il 4 novembre, con diretta televisiva e telecronaca del grande ed immaginifico Paolo Rosi (se penso a Cecinelli mi viene uno stranguglione...), si gioca all'Arena, in un clima da tregenda, sotto un nubifragio che riduce il prato in pantano da linea Maginot. Nel bianco e nero televisivo dopo pochi minuti non si distinguono quasi più i giocatori di una e dell'altra squadra, ma un elemento è facilmente percepibile: siamo in grado di giocarcela. Al 33' del primo tempo addirittura passiamo in vantaggio con una meta leggendaria di Manni... Finisce 16-15 per i Wallabies, un risultato storico, lo zenith dell'esperienza di Roy Bish, che si concluderà tra veleni e polemiche dopo la brutta sconfitta con il Marocco a Casablanca il 06/03/1977. Nei mesi che separano la grande partita contro l'Australia e la debacle in terra d'Africa ci sono intrighi di corte, con Bish schierato contro il presidente Martone e a favore del candidato rivale all'elezione per la carica presidenziale Pagni. Pagni perde e nella confusione generale Bish va via. Avrebbe meritato un epilogo migliore, ma come avrebbe confermato il caso Coste più di vent'anni dopo, dura poco la gloria in questo mondo.
Roy Bish, gallese, dopo aver allenato Cardiff ed Oxford University, vennne chiamato dal presidente federale Martone nell'estate del 1974, primo tecnico straniero dopo il pioniere Saby. Esordio il 15/02/1975 a Roma contro la Francia B, 9-16. Poi vittoria contr la Spagna 19-3 a Madrid il 06/O4/75, sempre per la Coppa Europa e poi il leggendario 3-3 a Bucarest contro la Romania, che all'epoca era davvero fortissima (aveva da poco battuto la Francia 15-10...). Fu un risultato che fece scalpore, ricordo che sui quotidiani sportivi ci furono spazi inusitati il lunedì successivo al match, deciso da in drop dell'aquilano Ponzi.
Trascinati dall'entusiasmo per quel risultato, e convinti dal carisma di Bish, che aveva iniziato a lavorare sulle strutture elementari di gioco conferendo un'identità tecnica alla squadra (chi non ha visto certe partite del 1973 non può immaginare a che livelli ci muovessimo), i vertici federali decisero di organizzare una tournèe in terra d'Albione nell'estate del 1975. Giocammo tre partite, che non garantirono il cap ai giocatori, ma aprirono nuove prospettive al rugby italiano. Giocammo a Galashiels contro il Gala, perdendo 29-18, ad Edinburgo contro gli Heriot's Former Pupils, vincendo 21-9, e a Gasforth, in un incontro storico, perchè affrontando l'Inghilterra Under 23, ci fu il primo incontro ufficiale tra rappresentative dei due paesi. Perdemmo, con onore, 29-13, con meta di Marchetto e tre punizioni di Ponzi. Il 25/10/75 Italia -Polonia 28-13 a Treviso, il 23/11/75 Olanda-Italia 0-24 ad Apeldoorn, il 20/12/75 a Madrid Spagna-Italia 6-19, tutte partite valevoli per la Coppa Europa, all'epoca in pratica l'unica occasione per i giocatori italiani di accumulare esperienza internazionale.
Il 1976 si apre l'undici febbraio a Milano con una sconfitta per 11-23 contro la Francia B, forte e motivata a vincere la Coppa Europa dopo la debacle dell'anno precedente con la Romania, demolita dai galletti in questa edizione 36-12. Ci giochiamo il secondo posto finale del torneo contro i rumeni al Tardini di Parma il 24 aprile. Non battiamo i balcanici, che l'anno prima hanno vinto la Coppa Europa per la seconda volta nella loro storia dopo il successo nell'edizione 68/69, dal 06/11/1966 (3-0, sic, a L'Aquila con calcio piazzato di Ambron). Di mezzo, nel corso del decennio, sconfitte anche dure, come nel caso 6-32 del 1971. Battere i rumeni avrebbe un rilievo particolare, come imporsi oggi ad Irlanda o Galles. Ci riusciamo grazie ad una punizione di Ponzi, che a 4' minuti dalla fine fissa il risultato sul 13-12 (al 4' del primo tempo aveva segnato una meta l'ala Marchetto). Bish è venerato da tutti gli appassionati e al rugby vengono dedicati spazi mediatici prima impensabili. Il rotocalco sportivo Dribbling, una splendida trasmissione che negli anni settanta andava in onda alle 19 sul secondo canale della Rai, dedica servizi ala realtà della pallaovale italiana (ne ricordo uno sulla rivalità tra le "repubbliche" venete, Rovigo, Treviso e Padova). Non è boom, ma poco ci manca, ed al rigore di Bish molto si deve. Il 21/10/1976 giochiamo a Padova una partita dal sapore esotico con il Giappone, imponendoci 25-3, prima di preparare l'evento dell'anno, il test con l'Australia che si andrà a vivere a Milano il 4 novembre. Non è la prima volta in cui cozziamo dentro ai Wallabies, c'è un precedente che risale al 21 novembre 1973 a L'Aquila, quando gli australiani ci rifilarono un sonoro, ma non disonorevole 21-59 (segnammo anche due mete, la prima di Visentin e l'altra del genovese,alé, Salsi). In quel periodo l'Australia non era considerata una potenza comparabile a Nuova Zelanda e Sud Africa, anche perchè il rugby league assorbiva molto più interesse, ma risultava pur sempre una nazione di riferimento in ambito rugbistico.
I canguri sono sotto pressione, perché il tour autunnale si è aperto con due belle, si fa per dire, sconfitte contro i francesi, 15-18 e 6-34. Considerata l'importanza dell'evento imminente, Bish, dando una sferzata professionale, chiede ed ottiene di preparare con cura inusitata il match, e porta la squadra nel suo Galles, a giocare due partite che dovrebbero servire a verificare le strutture di gioco contro avversari di alto livello e a cementare il gruppo. Prendiamo una bella riga di scoppole (22-54) contro il forte Cardiff (in quegli anni il Galles è all'avanguardia in ambito europeo) e limitiamo i danni con l'Aberavon (4-13, all'epoca la meta valeva quattro punti), ma l'esperienza è fruttuosa. Il 4 novembre, con diretta televisiva e telecronaca del grande ed immaginifico Paolo Rosi (se penso a Cecinelli mi viene uno stranguglione...), si gioca all'Arena, in un clima da tregenda, sotto un nubifragio che riduce il prato in pantano da linea Maginot. Nel bianco e nero televisivo dopo pochi minuti non si distinguono quasi più i giocatori di una e dell'altra squadra, ma un elemento è facilmente percepibile: siamo in grado di giocarcela. Al 33' del primo tempo addirittura passiamo in vantaggio con una meta leggendaria di Manni... Finisce 16-15 per i Wallabies, un risultato storico, lo zenith dell'esperienza di Roy Bish, che si concluderà tra veleni e polemiche dopo la brutta sconfitta con il Marocco a Casablanca il 06/03/1977. Nei mesi che separano la grande partita contro l'Australia e la debacle in terra d'Africa ci sono intrighi di corte, con Bish schierato contro il presidente Martone e a favore del candidato rivale all'elezione per la carica presidenziale Pagni. Pagni perde e nella confusione generale Bish va via. Avrebbe meritato un epilogo migliore, ma come avrebbe confermato il caso Coste più di vent'anni dopo, dura poco la gloria in questo mondo.
Amo il rugby non perché è violento, ma perché è intelligente. Françoise Sagan
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