diddi ha scritto:.
Il guaio del rugby di vertice in Italia è che nessuna società può/vuole competere economicamente con le massime realtà di alto livello europee. Puoi metterci tutta la buona volontà, la dedizione, la passione e l'organizzazione che vuoi, ma i giocatori più forti vanno dove ci sono i dindi, dato che lo fanno per lavoro, e tu devi arrangiarti coi resti. Se il Petrarca o il Rovigo (o tutte e due) riuscissero a tirare fuori un budget pari a quelli del Bristol, del Connacht o del Brive, allora sarei d'accordo nel mantenere l'attuale struttura. Dal momento che così non è e che non prevedo possa diventarlo in un prossimo futuro, la selezione non mi sembra una scorciatoia, ma l'unico modo per accedere ad armi più o meno pari al massimo livello.
(Premessa: pareri personali di un umile rugbysta... da divano)
Sante parole. Aggiungerei che i club italiani (con il loro campionato S10) non sono in grado di offrire un evento sportivo mediaticamente proponibile all'intero territorio nazionale! E' questa la drammatica differenza tra una la Nazionale e i club: la prima ha "tiro" nazionale i club riescono purtroppo a coinvolgere solo gli appassionati del luogo, ed i luoghi del rugby sono oggi delle piccole aree distribuite molto poco uniformemente nel territorio patrio, non sono quindi questi club in grado di ampliare il movimento.
La Nazionale ha cominciato a creare interesse grazie al 6 Nazioni, evento in cui finalmente l'Italia è entrata stabilmente nei templi del rugby europeo, di cui tantissimi potenziali spettatori colgono il fascino e l'interesse sportivo, ancor prima che lo spettacolo in campo.
Abbiamo poi visto come questa Nazionale abbia esteso il proprio seguito a test matches, indifferentemente in luoghi con grande cultura rugbystica (PD!!) o dove non c'è nemmeno una squadra in serie A (TO!).
Il progetto selezione(i) per giocare in Magners League (e Heineken Cup) sarebbe il tentativo di offrire un evento rugbistico internazionale con una certa continuità nell'anno (purtroppo la nazionale non può farlo) e che avrebbe un "tiro" comparabile a quello della nazionale che gioca il 6N.
E' evidente che i club dovrebbero avere delle compensazioni adeguate al prestito/cessione di propri giocatori alla Selezione, in modo che siano premiati tutti i club che lavorano efficacemente sullo sviluppo di giovani talenti.
Una riduzione ulteriore del numero max di stranieri tesserabili dai club sarà irrinunciabile.
I club inoltre beneficeranno di una ulteriore maggiore visibilità di tutto il movimento (come scritto da diddi) e dell'interscambio di giocatori con la Selezione, che quindi a medio-lungo termine alzeranno il tasso tecnico del campionato d'eccellenza.
Credo sia fondamentale che la Selezione giochi in più di una città (!!!!!!) e che ci sia una copertura televisiva in chiaro simile a quella della Nazionale.
diddi ha scritto:Certo, se immagini la selezione come un nuovo Milan Rugby, capisco bene la tua posizione. Ma la FIR è un soggetto che certo non è sospetto di perdere interesse nel rugby in prospettiva. I suoi soldi non sono equiparabili a quelli di Berlusconi. Su questo punto sbagli di grosso.
D'accordissimo; secondo me il punto critico sarebbe la capacità manageriale che la Federazione potrebbe offrire!
Credo che si dovrebbe comunque creare una struttura operativa che agisca in maniera rigorosamente manageriale e sostanzialmente svincolata dagli eventuali equilibri politici inevitabili per una Federazione, ma che al tempo stesso sappia dialogare (pariteticamente secondo me, non da subalterna) con la Nazionale.
Da "profanissimo", pur avendo letto con attenzione tutti i precedenti interventi (ed altri 3d in materia) non riesco a capire razionalmente posizioni contrarie al progetto Selezione(i), piuttosto mi sembrano del tutto leciti dubbi che questo progetto possa essere portato avanti nella maniera giusta o sbagliata... ma dato le poche informazioni disponibili al momento, siamo ancora nel campo delle ipotesi e si rischia di fare processi alle intenzioni
La velocità di un pilone, il piede di una 2° linea, il fisico di un'ala... per fortuna che ho scoperto il rugby da "vecchio"!