italicbold ha scritto:Aldilà delle beghe di campanilismo.
Perché fare tutte queste storie, queste pseudo votazioni quando alla fine le franchigie saranno Benetton e Viadana ?
Si diceva a maggio che le due finaliste del super 10 andavano in celtic di riffa e di raffa e non si sprecava tempo, soldi, banda, coronarie ecc.
Tralaltro senza mortificare il resto della penisola si poteva magari chiedere alle squadre di celtic di fare qualche amichevole con Viadana e Benetton e si conservava il Super 10 al suo livello.
Sono arciconvinto che questa soluzione sia abbastanza limitata, probabilmente garantirà tranquillità elettorale a Dondi e soddisferà le zone più rugbistiche d'Italia, ma non porterà nulla allo sviluppo del rugby italiano. Al contrario di quello che fanno in altri paesi. In Francia il sud ovest da sempre culla del rugby transalpino é destinato a vedersi ridurre lo spazio per favorire le grandi piazze.
La FFR sta cercando di lanciare il rugby a Marsiglia, terra assolutamente sconosciuta per la palla ovale, a ascapito di Tolone. Bourgoin probabilmente alla fine o va a Lione, se i tentativi del LOU di salire in Top14 falliscono, o a St.Etienne.
Ci vuole coraggio ad allontanarsi dalla culla se si vuole crescere.
Era quello che doveva fare il rugby italiano.
Dispiace.
Ce ne faremo una ragione.
Ma cosa dici??? Coraggio per crescere?? Ma no, noi dobbiamo essere ipersettoriali, il rugby, (qualcuno lo pensa), si gioca solo al nord e quindi tutto al nord.
Vorrei riportarvi i commenti del Presidente della Provincia di Roma Zingaretti e quello della Regione Lazio Marrazzo tratti dal sito del corriere dello sport:
"ZINGARETTI: «SCELTA INCONCEPIBILE» - L’esclusione dei Pretoriani è stata presa tutt’altro che bene dal presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti. «La decisione presa oggi dal Consiglio della Federugby di bocciare la candidatura della franchigia dei Pretoriani per la Celtic League è davvero inconcepibile» dichiara Zingaretti. Che, a proposito della mancanza di garanzie economiche da parte delle istituzioni capitoline addotta dalla Fir come ragione della bocciatura, risponde così: «La Provincia di Roma e gli altri enti locali hanno dato alla Federazione tutte le garanzie per il sostegno della candidatura romana, consapevoli che per la capitale e il suo hinterland la partecipazione alla Celtic League avrebbe costituito una preziosa occasione di crescita e sviluppo. È quindi incomprensibile bocciare la candidatura dei Pretoriani anche alla luce della passione che i romani hanno dimostrato per il rugby, con il Flaminio che è sempre stato gremito in occasione degli incontri dell'Italia nel Sei Nazioni. Motivare in questo modo l'esclusione sembra una presa in giro e mi auguro vivamente che questa decisione non sia invece il frutto di indebite pressioni politiche».
MARRAZZO: «SONO ALLIBITO» - «Lascia davvero allibiti la decisione con cui oggi la Federazione Italiana Rugby ha respinto la candidatura della Franchigia dei Pretoriani alla Celtic League». Lo afferma il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. «Non vorremmo pensare - sottolinea Marrazzo - che la bocciatura della squadra romana a favore di una compagine del Nord sia motivata da valutazioni o, peggio, da pressioni politiche che ben poco hanno a che vedere con lo sport e con quei principi di correttezza e fair play che fanno proprio del rugby un simbolo e un esempio». Ma cosa dice il Governatore del Lazio del fatto che Fir ha bocciato Roma perché non sono state ritenute sufficienti le garanzie di natura economica presentate dalla franchigia, con particolare riferimento ai contributi provenienti dagli enti pubblici? «La Regione - risponde Marrazzo - si era fatta promotrice, insieme a Comune e Provincia di Roma, del sostegno al team capitolino dei Pretoriani con una lettera congiunta inviata alla Fir fornendo alla Federazione tutti gli elementi di garanzia che rendevano inoppugnabili i fattori di positiva ricaduta che la partecipazione alla Celtic League avrebbe significato non solo per Roma e per l'intera regione, ma anche per il movimento del rugby in Italia»."
Forse quei soldi c'erano d'avvero, solo che non si è voluto vederli.