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da madflyhalf » 18 feb 2011, 23:46
Scusate l'ottica da studente di scienze economico-aziendali, ma per me il più grande vantaggio nel rugby di alto livello è l'innovazione.
Tutte le "teorie nuove", vengono fuori dal calderone Neozelandese (per disponibilità di mezzi e uomini), Australiano (per lo più per il contrario: si devono ingegnare visti i mezzi più limitati che hanno) e in Europa da quello Francese e Inglese, guardacaso le europee che competono meglio e con più costanza con l'SH.
Così a naso si può anche dire che da quello Neozelandese e Francese, vengono fuori tantissimi esercizi innovativi sulle basi e sui fondamentali, sulla tecnica individuale; dal lato Australiano e Inglese vien fuori molto di più roba tattica, strutture di gioco e movimenti globali.
Ogni anno le pubblicazioni di dvd e i corsi di formazione per allenatori di NZRU e ARU sono totalmente nuovi e insegnano sempre qualcosa di più.
Chi si muove alla loro velocità è competitivo su tutti i fronti: base del movimento, alto livello, competizioni continentali di club e Nazionale.
Non è questione di quanto si gioca. Perché puoi giocare anche 40 partite, se ne fai 20 con certi giocatori e 20 con una squadra un po' diversa, salvi fisico e sviluppi il movimento.
L'importante è garantire la stessa (buona) formazione
Secondo me il Super15 è un'opportunità enorme laggiù, ora che i calendari si sovrapporranno ai Test di giugno e all'inizio del 3N, saranno obbligati in un qualche modo a mandare su gente giovane non di primissima fascia, a fare esperienza anche nelle fasi salienti del torneo...
In 3 anni di lavoro possono venir fuori 15 squadre in stile Reds dell'anno scorso.
Poi si può parlare del discorso sul pubblico, che si stanca o altro, ma nonostante tutto, anche l'anno scorso è stato il campionato con più spettatori medi.
Stadi grandi?
Solo NZ e Bulls?
Magari, però fintanto che non ci saranno almeno 22.000 persone in ogni stadio, nei 15 turni, il discorso va rinviato...
The Honey Badger...
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