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da s6tefano71 » 26 mag 2011, 21:57
SCRITTO DA LUCIANO RAVAGNANI (IL PIù GRANDE GIORNALISTA DI RUGBY DI TUTTI I TEMPI:
"Il tifoso del Rovigo ha mille sfaccettature, un mister Hyde incontrollabile che sconvolge tutti i capisaldi della sua personalità. Per i “Bersaglieri” si spendono i soldi del biglietto, si effettuano trasferte anche se una sconfitta può apparire scontata, ci si pone il dubbio se vale più la cresima del figlio o una partita al Battaglini, si spostano date di matrimonio se queste sono in periodo derby con il Petrarca. Per i rossoblù il rodigino cala la maschera, si accalora, litiga, sbraita, rotea gli occhi e diventa paonazzo. Se si parla male di Rovigo il tifoso perde immediatamente il senso dell’autoironia. Va bene scherzare sulla madre, sui figli, sulla morte, ma non sulle cose importanti.
Il tifoso del Rovigo è un amante puro del rugby e si ritiene uno sportivo, solo però se vince la sua squadra. Vive ogni partita come fosse una finale e se la squadra vince si può prendere un giorno di gioia sfrenata. La sera controllerà più volte la pagina del televideo e il giorno dopo sarà pronto ad acquistare il primo quotidiano per leggere la cronaca della partita. Se invece si trova davanti ad una sconfitta il giornale se lo legge al bar, ma solo il titolo, in quanto il giornalista non “NO CAPISSE NA MAZZA!”.
Il tifoso del Rovigo è un passionale, un fanatico, un buono. E’ continuamente contraddittorio sul futuro della società e dei suoi giocatori, parte sempre pessimista, ma, alla prima azione di gioco si esalta e il giocatore più criticato diventa il migliore e, per lui, si devono aprire le porte della Nazionale.
Il tifoso del Rovigo non ha un buon rapporto con gli azzurri, non ha un buon rapporto con chi allena gli azzurri, non ha un buon rapporto con chi comanda gli azzurri. Per ogni ruolo dovrebbe esserci un giocatore rossoblù, ma piuttosto di convocare un giocatore di Rovigo “I FA’ ZOGARE ANCA I MUSSI!”.
Il tifoso del Rovigo odia in senso sportivo, ma non sempre, il Petrarca Padova. E’ una cosa più forte di lui, per quanto prova in più modi a vedere quei giocatori come persone normali, proprio non ce la fa e alla fine è costretto a cadere nella sindrome del derby e per tutta la settimana diventa quasi intrattabile, non aspetta altro che la partita per poter vomitare tutto quello che ha in corpo.
Il tifoso del Rovigo si tramanda di padre in figlio gli aneddoti sui propri giocatori fin dalla notte dei tempi e ne conosce le gesta dentro e al di fuori del campo:
“DIRK NAUDE’ E COETZER I XE RIVA’ DAVANTI AL “BORSA” CO QUATRO CARTONI DE BIRA! I IERA DRENTO NA ZINQUEZENTO SENZA SEDII DAVANTI, PARCHE’ I SE SENTAVA SU QUEI DE DRIO E PAR VEDARE I GA’ CAVA’ EA CAPPOTTINA E I STAVA FORA CO EA TESTA!
EA BIRA? EA BIRA, DOPO DO’ ORE, LECA’ TUTTA, QUATRO CARTONI!”
Il tifoso del Rovigo è però un gran competente in materia e bisogna dare atto a questa gente che conoscono tutto di tutti, regole, contro regole, giocatori in attività e chi non gioca più, allenatori, presidenti, vecchi, giovani, “bocia” e, in alcuni casi, anche i raccattapalle allo stadio a cui spesso urlano: “MOVATE, SBRIGATE CHE I SPETA EA BAEA”, “DAGHE NA SCARPA’ A QUEL MUSSO DELL’ ARBITRO SE TE CAPITA A TIRO”.
Il tifoso del Rovigo allo stadio è colto dall’euforia, il suo linguaggio si fa spesso colorito e spesso si abbandona a qualche imprecazione, ma sempre a fin di bene. Come si diceva, nonostante sia per davvero competente in materia, alle volte, a seconda dell’andamento della partita, si lascia prendere dall’entusiasmo o dallo sconforto. E’ prassi sentire urlare: “PIAZZAAAA!”, quando è meglio giocare la palla, opppure sentire “ZOGAAAA!”, quando invece è più opportuna piazzare una punizione.
Se si gioca con la mischia sarebbe più giusto giocare con i tre-quarti: “BASTAAA, VERZI PER I TRE-QUARTIIII!” e se una volta aperto il gioco per le linee arretrate, la palla dovesse cadere, ecco che parte un imprecazione e: “NOOOO! A METTEMO DO’ MANIGLIE COL BOSTIK, VEDEMO SE CASCA ANCORA!”
Il tifoso del Rovigo ama il suo passato e il passato della sua squadra: durante l’anno legge e rilegge i libri che sono stati scritti sulle gesta dei “Bersaglieri”, si riguarda le partite dei tempi andati e ancora si emoziona per il piazzato di Botha o per la meta di Ravanelli dopo l’incursione profonda di Brunello. Ad ogni partita vorrebbe in campo un pò tutti a partire da Guandalini, Cecchetto, Battaglini, i fratelli Biscuola, Osti, Banana Visentin, Smal, Lupini, Botha, Soncini, in quanto, per loro, quel giorno sarebbe disponibile un posto in squadra: “UNQUO’ GHE VOEVA LU’!”
Il tifoso del Rovigo, a seconda delle occasioni, ripete da decenni sempre le stesse frasi:
ai primi raggruppamenti “DAI ROVIGO CON QUEA MISCHIA”;
in occasione di calci di punizione avversari “VICARIOTTO TI SALUTA”, “MORO MANINA TI SALUTA” e, da qualche tempo e a fasi altalenanti “BA NA NA-BA NA NA-BA NA NA…”;
ai tifosi ospiti che vorrebbero dire la loro “SILENZIO IN PICCIONAIA!”;
all’arbitro il classico “TE SI’ UN MUSSO!”;
al segnalinee che non ha indicato al millimetro il punto della rimessa laterale “SEGNALINEE: GATO FATO E SCUOE SERAI PA ESSARE CUSSI’ IGNORANTE?”;
all’avversario che dopo aver ricevuto un colpo, si trova a terra “LASSA LI’, CHE CONCIMA”.
Il tifoso del Rovigo, alla fine di tutto questo discorso rimane ancorato alle sue tradizioni, ama il rugby e ama i rossoblù, tutti i suoi giocatori li adotta cercando di farli sentire a casa e, soprattutto, facendoli sentire degli eroi.
Il tifoso del Rovigo non viene “raccattato” come succede in altre parti d’Italia e questo solo perchè il rugby è oggi una moda: basta scrivere in un forum qualunque, basta andare a vedere una partita del sei nazioni, basta provare a giocare due mesi, ed ecco che ci si ritene appassionati e profondi conoscitori di questo sport. Non basta tutto questo, non basta riempirsi la bocca di parole anglossassoni che tanti neanche conoscono e nemmeno gli anglossassoni dicono.
Come scrisse Luciano Ravagnani “…a Rovigo il rugby se non vai da lui, è lui che viene a scovarti. E ti lascia qualcosa.”