Storia del campionato italiano e del super 10

La Storia del Rugby, le sue Tradizioni, le Leggende, attraverso documenti, detti, racconti, aforismi.

Moderatore: Emy77

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GRUN
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10

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Ci arrivo Pepe, ci arrivo... C'è ancora molto da scrivere, per Tua e Vostra sfortuna.
GRUN
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10

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Il professionismo (o semi-professionismo) di stato che caratterizza le Fiamme Oro è un peccato che il rugby italiano, tutto il restante rugby italiano, non riesce a perdonare alla squadra della polizia. Con esso non si rispetta il valore storicamente riconosciuto del dilettantismo e si vengono a frantumare gli equilibri sui quali si era sempre fondato il campionato.
Ma un altro elemento determina l'estraneità e l'isolamento culturale delle Fiamme Oro, la loro siderale distanza simbolica da tutte le altre forze che compongono il movimento.
Nel rugby italiano (e questa è una conseguenza inevitabile e per molti versi virtuosa del dilettantismo) tutte le società, piccole o grandi, del nord o del centro-sud, sorte in contesti urbani o provinciali, avevano sempre rappresentato le realtà geografiche e sociali entro le quali e dalle quali erano state generate. Tutte le esperienze rugbistiche italiane si erano (e sarebbero state ancora, per molto tempo) definite come forme di localizzazione sportiva, sociale e culturale, come manifestazioni d'identificazione ed d'identità degli ambienti generatori. Costrette dalla propria natura amatoriale a pensare se stesse in primis come strumenti di aggregazione ed educazione, le società rugbistiche italiane erano partite dai settori giovanili e dal reclutamento locale per giungere alle esperienze delle prime squadre, senza mai recidere il filo che legava, per necessità e convinzione profonda, i percorsi di queste ai vivai.
GRUN
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10

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"Nel rugby dei padri i giocatori venivano generati dall'ambiente che poi avrebbero rappresentato", scrivevo qualche anno fa qui, su rugby.it.
Questa forma di sovrapposizione e rappresentazione viene meno con l'avvento delle Fiamme Oro. E' vero, negli anni precedenti si erano verificati casi di emigrazione e trasferimento, ma erano risultati saltuari, in numero esiguo e sempre dettati dall'esigenza dei giocatori protagonisti di trovare un lavoro o un impiego migliore. Battaglini si era spostato dal Veneto prima a Milano e poi in Francia e così avrebbero fatto Malosti e più tardi Doro Quaglio. Paludetto da Treviso a Milano, negli anni settanta Paolo Paoletti da Frascati al Cus Genova, per lavorare come operaio all'Italsider. Ed altri ancora. Ma nella sostanza il corpo costitutivo delle varie squadre era formato (e sarebbe stato fino all'avvento del professionismo "ufficiale") da ragazzi nati, cresciuti e residenti in aree vicine a quelle delle società per le quali erano tesserati.
GRUN
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10

Messaggio da GRUN »

Le Fiamme Oro rompono queste linee di congiunzione.
Nascono, è vero, in una città impregnata di rugby grazie alla passione di un gruppo di appassionati, ma diventano presto, prestissimo altro. Sono la manifestazione della volontà di affermazione del corpo di polizia; le scelte sono orientate dall'alto, le spinte motivazionali e propulsive non sono orizzontali o provenienti dal "basso" come nelle altre realtà italiane. Non è l'ambiente a condizionare e a definire l'identità della squadra, non è la comunità locale a sentirsi rappresentata dalla squadra e a vivere in una condizione di osmosi.
Per trovare ragioni di essere e compattare la squadra, dirigenti ed allenatori delle Fiamme Oro faranno ricorso al concetto di "spirito di corpo"; il fatto di essere a Padova non è, dopo le prime stagioni, più così fondamentale. Ed infatti ci saranno altre squadre delle Fiamme Oro in altre città e la stessa sezione rugby padovana verrà poi trasferita a Roma. La contestualizzazione geografica ha valore relativo, nello sviluppo del progetto.
GRUN
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10

Messaggio da GRUN »

Come si ebbe a dire tempo addietro, il rugby italiano è figlio di un dio orgoglioso ma minore.
Si arrocca in una micro universo da pochi esplorato, quasi geloso della propria scontrosa riservatezza. Ma è anche capace di radicamenti forti e duraturi: i terreni sociali delle realtà storiche e geografiche entro le quali definisce le proprie ragioni identificative sono esplorati in profondità, le radici si conficcano determinate ed implacabili, assorbono ogni sostanza nutritiva. Il rugby italiano non è ampio, ma è lo stesso capace di accogliere moltitudini. Pluralità di storie, percorsi esistenziali diversificati, che si addensano e coagulano in quel comune riferimento, in quel crogiuolo che è una squadra di rugby. E' lo straordinario punto di forza culturale che emana da uno sport non professionale: ragazzi, uomini di classi sociali differenti, con aspettative aspirazioni professioni progetti percorsi di vita diversificati, portano tutto queste ricchezze frammentate in dote alla squadra nella quale giocano e alla comunità che rappresentano.
Il rugby italiano conosce il valore del radicamento e dell'interscambio con le realtà sociali (paesi, città, quartieri) di riferimento; ogni squadra è una piccola terra madre, una heimat che ama e ricompensa i propri figli. Il rugby italiano non riesce ad accettare una squadra che non ha radici, che riduce le pluralità espressive al proprio interno, che non si rivolge alla comunità circostante e da questa non viene nutrita. Non ama le Fiamme Oro, arroccate nel fortino inespugnabile ed incapaci di comunicare al resto del movimento, realtà troppo "altra" per essere accettata.
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10

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Il ciclo delle Fiamme Oro anticipa di una trentina d'anni un'altra esperienza simile, caratterizzata da vittorie, isolamento, incomprensioni, incomunicabilità con l'ambiente circostante e con le altre realtà agonistiche: quella della Mediolanum Amatori Milano.
Entrambe le squadre sono strumentali alla necessità di affermazione di forze estranee storicamente al movimento, contribuiscono entrambe al tentativo di ottenere un consenso e alla costruzione di un'immagine vincente, entrambe si definiscono come strumenti propagandistici. Ma le Fiamme Oro sono espressione di una forza istituzionale e testimoniano del peso, politico ed economico, dello Stato e di quelle che potremmo chiamare sue filiazioni. La Mediolanum è invece un'esemplare testimonianza di determinazione capitalistica che si appresta a condizionare e poi ad invadere il terreno della politica. Berlusconi attraverso il Milan prima e le squadre (di hockey su ghiaccio, volley, baseball, rugby) appartenenti alla polisportiva lavora all'edificazione di un mito, quello dell'imprenditore dinamico, efficiente e vincente, che gli garantirà credibilità e voti quando deciderà di entrare nel mondo politico. Ed infatti la polisportiva Mediolanum verrà smantellata con brutale ed esemplare velocità nel 1994, proprio l'anno del successo elettorale del deus ex machina. Certo, perché, come ancora oggi si sostiene con un eccesso di candore (vedi la voce dedicata su wikipedia), ad eccezione della squadra di calcio esse non garantiscono un adeguato ritorno economico, quantomeno non commisurato allo sforzo sostenuto per rinforzarle con molti giocatori di grande nome sottratti a furia d'ingaggi da capogiro alle altre squadre. Ma soprattutto perché il pool di team della Mediolanum nel 1994 esaurisce la sua funzione propagandistica, diventa un'appendice pleonastica, oltreché non generatrice di utili. Il ciclo della Mediolanum dura cinque anni, conosce i tempi fisiologici , le dinamiche, le strutturazioni del capitalismo contemporaneo, che non accetta dilatazioni e languori.
Il percorso delle Fiamme Oro si snoda su un arco temporale più esteso e poiché è stato da determinato da scelte istituzionali, subisce condizionamenti differenti.
MAX_AM
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10

Messaggio da MAX_AM »

Non credere ... ti teniamo d'occhio.
Sappiamo che come tutti i grandi romanzi d'appendice (o feulliton che siano) hai bisogno di far decantare le parole qualche giorno :-]
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GRUN
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10

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Sì, hai ragione Max_Am, sono la Carolina Invernizio di rugby.it! Ma la signora aveva differente numero di lettori e polposo conto in banca: ognuno riceve quel che si merita (sometimes)...
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10

Messaggio da MAX_AM »

GRUN ha scritto:Sì, hai ragione Max_Am, sono la Carolina Invernizio di rugby.it! Ma la signora aveva differente numero di lettori e polposo conto in banca: ognuno riceve quel che si merita (sometimes)...
:-] Parlando di rugby e terzi tempi, mi riferivo più a Guerra & Pace di Tolstoj eheheh
Per il conto in banca attento: qualcuno potrebbe stamparsi tutte le cose che hai scritto in questo thread o in questo http://www.rugby.it/forum/viewtopic.php?f=21&t=7528 e confezionare un best seller senza neanche citarti nei credit :D
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10

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Cornuto e mazziato: la storia della mia vita...
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10

Messaggio da billingham »

MAX_AM ha scritto:
GRUN ha scritto:Sì, hai ragione Max_Am, sono la Carolina Invernizio di rugby.it! Ma la signora aveva differente numero di lettori e polposo conto in banca: ognuno riceve quel che si merita (sometimes)...
:-] Parlando di rugby e terzi tempi, mi riferivo più a Guerra & Pace di Tolstoj eheheh
Per il conto in banca attento: qualcuno potrebbe stamparsi tutte le cose che hai scritto in questo thread o in questo http://www.rugby.it/forum/viewtopic.php?f=21&t=7528 e confezionare un best seller senza neanche citarti nei credit :D
io sarei disposto a farlo. Però tolte le spese di confezionamento ridirigerei tutti i proventi su Grun. Ovviamente con la clausola di spenderli in lauti pasti con me...
Segui ovunque i Cariparmi azzurri!!! - Ich bin ein Orqueriaren

Invece di farmi un busto ed esporlo a Murrayfield, mi impaglieranno e mi appenderanno in una taverna (Roy Laidlaw)

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Allora solo cornuto. E' già qualcosa...
Lauti pasti per tutti!
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diddi
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Mi prenoto!

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Messaggio da metabolik »

GRUN ha scritto:Come si ebbe a dire tempo addietro, il rugby italiano è figlio di un dio orgoglioso ma minore.
Si arrocca in una micro universo da pochi esplorato, quasi geloso della propria scontrosa riservatezza. Ma è anche capace di radicamenti forti e duraturi: i terreni sociali delle realtà storiche e geografiche entro le quali definisce le proprie ragioni identificative sono esplorati in profondità, le radici si conficcano determinate ed implacabili, assorbono ogni sostanza nutritiva. Il rugby italiano non è ampio, ma è lo stesso capace di accogliere moltitudini. Pluralità di storie, percorsi esistenziali diversificati, che si addensano e coagulano in quel comune riferimento, in quel crogiuolo che è una squadra di rugby. E' lo straordinario punto di forza culturale che emana da uno sport non professionale: ragazzi, uomini di classi sociali differenti, con aspettative aspirazioni professioni progetti percorsi di vita diversificati, portano tutto queste ricchezze frammentate in dote alla squadra nella quale giocano e alla comunità che rappresentano.
Il rugby italiano conosce il valore del radicamento e dell'interscambio con le realtà sociali (paesi, città, quartieri) di riferimento; ogni squadra è una piccola terra madre, una heimat che ama e ricompensa i propri figli. Il rugby italiano non riesce ad accettare una squadra che non ha radici, che riduce le pluralità espressive al proprio interno, che non si rivolge alla comunità circostante e da questa non viene nutrita. Non ama le Fiamme Oro, arroccate nel fortino inespugnabile ed incapaci di comunicare al resto del movimento, realtà troppo "altra" per essere accettata.
Lo leggo in ritardo, ma devo quotarlo per dirti che questo è uno dei pezzi più belli e più veri in 50 anni che seguo il rugby.
Sei veramente bravo.
GRUN
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10

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Grazie Metabolik (un nick che mi rimanda a Magnus e alle sorelle Giussani), ma troppo buono...
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