FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

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calep61
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FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da calep61 » 31 mag 2012, 9:49

Franchigia, parola che sempre più spesso alimenta sentimenti di odio o amore sportivo nel rugby nazionale.
Con tale formula 2/3 del rugby mondiale - l'emisfero sud afroaustrale + le celtiche - si è evoluto negli ultimi 15/20 anni, risolvendo anche questioni economico finanziarie che hanno permesso di accompagnare adeguatamente la crescita qualitativa e professionistica di questo sport.
In Italia, però, questa formula fatica a convincere, a superare i radicati e tignosi localismi dai quali non si riesce o non si vuole evolvere verso aggregazioni, fusioni, associazionismi di varia natura tra i club più o meno storici che potrebbero nel modello franchigia trovare una naturale evoluzione.
Eppure, si assiste a continui tentativi in questo senso, come il recente servizio del blog rugby1823 testimonia in merito alla realtà parmense
http://rugby1823.blogosfere.it/2012/05/ ... ltici.html
Quali i motivi reali di questa difficoltà tutta italiana, non si crede all'utilità del modello, non se ne intravedono reali positività, paura di perdere identità e tradizione, mancanza di fiducia verso l'associazionismo? L'Italia potrebbe coniugare il vertice del movimento rugbystico nazionale in 4/5 franchigie e potrebbe trovare in tale soluzione un vantaggio in termini di crescita e razionalità organizzativa?
È proprio vero che la maggior parte dei mali che capitano all'uomo sono cagionati dall'uomo.
Plinio il Vecchio
Non essendosi potuto fare in modo che quel che è giusto fosse forte, si è fatto in modo che quel che è forte fosse giusto.
Blaise Pascal
Nulla infonde più coraggio al pauroso della paura altrui.
Umberto Eco

Doc1999
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Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da Doc1999 » 31 mag 2012, 16:21

Io non capisco per quale motivo dobbiamo sempre ostinarci a pensare che fuori dai nostri confini ci sia il Sacro Graal, la Pierta Filosofale, il Magico Flogisto in grado di risolvere tutti i nostri problemi.
Io il più grosso problema che vedo è l'inefficienza gestionale a breve, medio e lungo termine dell'ente preposto al governo del rugby in Italia, la Federazione. Finché questo problema non viene risolto, possiamo fare le franchigie, gli squadrelli, il torneone, il campionatucolo, dividere le attività del rugby secondo i confini delle antiche provincie romane, far giocare solo gli italiani di nascita e le giraffe del Katanga, e chi più ne ha più ne metta, ma non caveremo un ragno dal buco.
Si andrà avanti perché comunque la passione è tanta e di gente che si fa il c*** ce n'è, ma rimarremo sempre disarticolati, disorganizzati, mal governati, destinati a galleggiare con qualche lampo di gloria (leggi Benetton), qualche vittoria sporadica delle varie nazionali e morta lì.
E siccome non cambierà assolutamente una beatissima fa*a, così sarà. Finché Benetton non si romperà le balle avremo una squadra di livello, se Brunel ficcherà il naso per bene nella franchigia federale magari avremo un'altra squadra di "vertice", che riesce a perdere solo con 30 punti di media partita, e ci faremo le pippe una volta ogni decennio quando la nazionale batte una squadra superiore nel ranking.

Amen alleluia :evil:

E comunque, VIVA IL RUGBY

calep61
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Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da calep61 » 31 mag 2012, 17:28

Doc1999 ha scritto: Io il più grosso problema che vedo è l'inefficienza gestionale a breve, medio e lungo termine dell'ente preposto al governo del rugby in Italia, la Federazione. Finché questo problema non viene risolto ...... non caveremo un ragno dal buco.
ma rimarremo sempre disarticolati, disorganizzati, mal governati, destinati a galleggiare con qualche lampo di gloria (leggi Benetton), qualche vittoria sporadica delle varie nazionali e morta lì.
E siccome non cambierà assolutamente una beatissima fa*a, così sarà.
Non c'è che dire, idee chiare su dove sia il male, convinzione rispettabilissima.
Io, però, non mi riferivo alle franchigie come possibile succedaneo dei mali della Federazione, se ce ne sono questi dovrebbero essere affrontati indipendentemente da una riorganizzazione del movimento e la FIR non è tutto il movimento del rugby nazionale. Semmai questa potrebbe/dovrebbe rappresentare una possibile soluzione per migliorare sul territorio proprio aspetti da te evidenziati come non esaltanti e mi riferisco all'organizzazione/geastione del movimento. Io non sono esterofilo per convinzione, ma nenache ottuso e se in molte parti del mondo occidentale sono state perseguite certe soluzioni penso sia il caso di approfondirle, analizzarle e cercare di carpire cosa di buono ci possa essere. Non c'è nulla di male nei club, anzi, è la soluzione più naturale, forse la migliore nello sport per alimentare l'attaccamento alla bandiera, al territorio a passioni comuni, ma quando si assiste a continue debacle di club di rugby che faticano a reggere le dinamiche economiche necessarie per crescere, a club che implodono per la troppa articolazione sul territorio (che è diverso da capillarità, fatto che comporterebbe una maggiore richiesta locale), forse qualche domanda andrebbe posta del perchè e cosa si potrebbe fare che non necessiti anni e anni di una possibile evoluzione più naturale, fisiologica del movimento. In altre parole, le franchigie potrebbero rappresentare una scorciatoia, o meglio un accelleratore per migliorare il rugby italiano?
È proprio vero che la maggior parte dei mali che capitano all'uomo sono cagionati dall'uomo.
Plinio il Vecchio
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s6tefano71
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Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da s6tefano71 » 31 mag 2012, 17:30

Doc1999 ha scritto:Io non capisco per quale motivo dobbiamo sempre ostinarci a pensare che fuori dai nostri confini ci sia il Sacro Graal, la Pierta Filosofale, il Magico Flogisto in grado di risolvere tutti i nostri problemi.
Io il più grosso problema che vedo è l'inefficienza gestionale a breve, medio e lungo termine dell'ente preposto al governo del rugby in Italia, la Federazione. Finché questo problema non viene risolto, possiamo fare le franchigie, gli squadrelli, il torneone, il campionatucolo, dividere le attività del rugby secondo i confini delle antiche provincie romane, far giocare solo gli italiani di nascita e le giraffe del Katanga, e chi più ne ha più ne metta, ma non caveremo un ragno dal buco.
Si andrà avanti perché comunque la passione è tanta e di gente che si fa il c*** ce n'è, ma rimarremo sempre disarticolati, disorganizzati, mal governati, destinati a galleggiare con qualche lampo di gloria (leggi Benetton), qualche vittoria sporadica delle varie nazionali e morta lì.
E siccome non cambierà assolutamente una beatissima fa*a, così sarà. Finché Benetton non si romperà le balle avremo una squadra di livello, se Brunel ficcherà il naso per bene nella franchigia federale magari avremo un'altra squadra di "vertice", che riesce a perdere solo con 30 punti di media partita, e ci faremo le pippe una volta ogni decennio quando la nazionale batte una squadra superiore nel ranking.

Amen alleluia :evil:

E comunque, VIVA IL RUGBY
D'accordissimo. Aggiungo che le nostre società di rugby sono/avrebbero potuto essere/erano una ricchezza che solo la Federazione doveva e poteva sviluppare con un progetto di sviluppo diverso. Ma scusate, in tempi in cui è evidente e palese che l'omologazione delle merci e dei prodotti e in cui la globalizzazione ha fatto/ sta facendo e lascianodo i "morti" sul campo ( da un punto di vista economico), invece di riscoprire e riorganizzare in chiave moderna i nostri prodotti storici (come si fa in altri campi per qualsiasi tipo di merce, da vendere), la federazione decide di omologarsi con la politica delle franchige. Ma le franchige vanno bene in Galles, o Scozia o Irlanda dove c'è un sentire. passione-comune di tradizione per una squadra che davvero rappresenta un territorio. Se funzionano così bene come idea, perchè non hanno fatto le franchige anche la Federazione Inglese? Perchè hanno tante realtà, che anche se vicine geograficamente, sono lontane per tradizione e valori rappresentati. Paragonando una squadra di rugby a un tipo di formaggio o di vino, perchè allora in Italia non facciamo un solo tipo di formaggio o di vino, con un unico nome o etichetta? chessò e poi lo chiamiamo formaggio - vino ITALIA per distinguerlo da quello francese o Cinese, sarebbe bello? potremmo competere e difendere meglio il nostro prodotto di fronte ad altri prodotti provenienti da altri continenti? Io non credo. Il Bello dell'Italia ( a dispetto di molte Nazioni nel mondo) è che vi esiste una tipicità di prodotti, una tradizione, e una cultura che spazia dalla cucina alla pittura, ai dialetti, che è unica al mondo e questo ci rende allo stesso tempo diversi per caratteristiche fra noi, ma uguali, tutti assieme, di fronte alla cultura francese-inglese o tedesca, perchè uniti nello stesso territorio e dalla stessa storia. Tornando al rugby e alla "costruzione in garage" della Franchigia Federale, spero non sia un'occasione mancata di non-crescita del rugby italiano, dove i nostri poveri giovani saranno mollati allo sbaraglio e poi, dopo batoste epiche, verrano giudicati inadatti per il tasso tecnico del campionato.

s6tefano71
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Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da s6tefano71 » 31 mag 2012, 17:37

""ma quando si assiste a continue debacle di club di rugby che faticano a reggere le dinamiche economiche necessarie per crescere, a club che implodono per la troppa articolazione sul territorio (che è diverso da capillarità, fatto che comporterebbe una maggiore richiesta locale), forse qualche domanda andrebbe posta del perchè e cosa si potrebbe fare che non necessiti anni e anni di una possibile evoluzione più naturale, fisiologica del movimento. In altre parole, le franchigie potrebbero rappresentare una scorciatoia, o meglio un accelleratore per migliorare il rugby italiano?""

Quando si creano le cosìdette Accademie, dove un ragazzo costa 34.000 all'anno alla federazioone, quando con i soldi pubblici si fanno rientrare giocatori italini, così solo 'erchè si decide che devono giocare in Italia per elevare il livello del rugby, di chi è la colpa se mancano i soldi ora? Delle povere società di eccellenza che non stanno al passo coi tempi o della Fir che ha sprecato fior di risorse in questi anni. Scusa confondi la l'effetto con la causa: le società italiane non stanno al passo coi tempi del rugby professionistico per la dilapidazione che la Fir ha svolto in questi anni di fondi pubblici, che poteva meglio investire, e per il deserto di sponsor che ha creato, tutti concentrati a sostenere solo la Nazionale. Una politica dissennata.

Laporte
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Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da Laporte » 31 mag 2012, 19:38

Gli inglesi non hanno le franchigie, i francesi non hanno le franchigie. Gli Argentini (che per tipologia e storia anche rugbistica dovrebbero ispirarci) non hanno le franchigie

bobrock
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Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da bobrock » 31 mag 2012, 19:49

In Inghilterra però c'è chi chiede una riforma dei campionati togliendo promozioni e retrocessioni. Non so se i club otterrebbero lo status di franchigie ma la sostanza resta quella di un gruppo fisso di squadre. Non so quanto sia effettivamente diffusa questa corrente d'opinione ma sicuramente c'è.

calep61
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Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da calep61 » 31 mag 2012, 20:29

Laporte ha scritto:Gli inglesi non hanno le franchigie, i francesi non hanno le franchigie. Gli Argentini (che per tipologia e storia anche rugbistica dovrebbero ispirarci) non hanno le franchigie
Ho detto 2/3 del rugby mondiale, appunto, però la situazione inglese e, ancor più, francese (in Francia esiste un campionato nazionale dall'inizio del secolo scorso quando il modo rugbystico anglosassone ruotava ancora attorno alle sfide occasionali tra club ad inviti) mi sembra decisamente diversa.
In questi paesi siamo in presenza di un rugby con un numero elevato di club che hanno da tempo capacità ed autonomia economica.
Se escludiamo le eccezioni tipo wasp di quest'anno, un incidente di percorso (anche le industrie falliscono pur in presenza di un sistema economico sano), il sitema competitivo massimo sia inglese che francese ha sauto alimentare un assetto economico che sta in piedi da solo e le federazioni intervengono economicamente solo in misura minore ed, in particolare, per gli aspetti formativi (basta assistere alle questioni che stanno sorgendo tra RFU e d i campioni di 1 divisione in quanto i regolamenti inglesi prevedono addirittura l'ammissine alla Premiership solo se in possesso di uno stadio, sarebbe mai possibile in Italia?).
Insomma, non ci sono particolari problemi economici, invece dove c'è ne sono stati ne sono usciti con questa soluzione e, mi sembra, egregiamente (Scozia forse meno, ma chissà cosa sarebbe successo senza questa evoluzione).
L'Argentina ha un'altra storia, fatta di aggregazione cooperativistica che, se fatta con intelligenza e senza abusi, può risultare efficace come forma di autosostentamento economico, ma, permettimi, non appartiene un po' ad un mondo passato?
In Italia, poi, non ha mai funzionato neanche all'inizio dell'evoluzione calcistica e, non mi sembra, neanche negli altri sport abbia mai preso molto piede.
Poi, in Italia, il problema a me sembra un'altro: a discapito di quanto si dica il rugby è molto ben radicato e distribuito sul territorio, molto più di quanto il movimento sia in grado di autosostenersi. In altre parole, avere tanti club sparpagliati sul territorio con un numero di affiliati numericamente contenuto, non permette di autofinanziarsi adegutamente e non attira sponsorship, non avendo un conseguente impatto mediatico adeguato. Quindi, non rimane, per la soppravivenza che chiedere l'elemosina al Comune diturno, piuttosto che alla Federazione aditata come colei che sperpera i soldi invece che finanziare i club. In questo modo non diventa difficile e molto lungo evolvere in qualità?
È proprio vero che la maggior parte dei mali che capitano all'uomo sono cagionati dall'uomo.
Plinio il Vecchio
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Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da s6tefano71 » 31 mag 2012, 22:54

Mah! Senza fare tanti voli pindarici (cosa che a me capita spesso quando voglio esprimere un concetto che potrebbe sembrare complicato in maniera semplice, e comunque lo faccio senza mai perdere di vista il nocciolo del discorso) il punto è scritto nel thread del forum: "FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?" per me la risposta è NO!

Alucard
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Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da Alucard » 1 giu 2012, 1:11

La posizione magica della franchigia è data solo dai contratti che hanno stabilito due anni fa con le compagnie aeree punto e basta...mica li fanno di anno in anno questi contratti...questo è l'unico motivo, il resto sono solo cavolate di contorno.

Alucard
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Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da Alucard » 1 giu 2012, 1:13

Laporte ha scritto:Gli inglesi non hanno le franchigie, i francesi non hanno le franchigie. Gli Argentini (che per tipologia e storia anche rugbistica dovrebbero ispirarci) non hanno le franchigie
Hai preso tre nazioni con una percentuale di tesserati e praticanti molto elevata...nn credo che abbiano bisogno di franchige...

Laporte
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Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da Laporte » 1 giu 2012, 8:19

bobrock ha scritto:In Inghilterra però c'è chi chiede una riforma dei campionati togliendo promozioni e retrocessioni. Non so se i club otterrebbero lo status di franchigie ma la sostanza resta quella di un gruppo fisso di squadre. Non so quanto sia effettivamente diffusa questa corrente d'opinione ma sicuramente c'è.
C'è anchi chi chiede di abolire la monarchia...

Laporte
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Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da Laporte » 1 giu 2012, 8:20

Alucard ha scritto:
Laporte ha scritto:Gli inglesi non hanno le franchigie, i francesi non hanno le franchigie. Gli Argentini (che per tipologia e storia anche rugbistica dovrebbero ispirarci) non hanno le franchigie
Hai preso tre nazioni con una percentuale di tesserati e praticanti molto elevata...nn credo che abbiano bisogno di franchige...
Cosa c'entra il nuemro di tesserati ?
Se il numero di tesserati alto non rendesse necessarie le franchigie, allora cosa servono Ghilander, Stormes, Briumbies e Ospreys
Il Galles ha pochi tessarati ? La NUova Zelanda ha pochi tessertai ?

Laporte
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Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da Laporte » 1 giu 2012, 8:31

calep61 ha scritto:
Laporte ha scritto:Gli inglesi non hanno le franchigie, i francesi non hanno le franchigie. Gli Argentini (che per tipologia e storia anche rugbistica dovrebbero ispirarci) non hanno le franchigie
Ho detto 2/3 del rugby mondiale, appunto, però la situazione inglese e, ancor più, francese (in Francia esiste un campionato nazionale dall'inizio del secolo scorso quando il modo rugbystico anglosassone ruotava ancora attorno alle sfide occasionali tra club ad inviti) mi sembra decisamente diversa.
In questi paesi siamo in presenza di un rugby con un numero elevato di club che hanno da tempo capacità ed autonomia economica.
Se escludiamo le eccezioni tipo wasp di quest'anno, un incidente di percorso (anche le industrie falliscono pur in presenza di un sistema economico sano), il sitema competitivo massimo sia inglese che francese ha sauto alimentare un assetto economico che sta in piedi da solo e le federazioni intervengono economicamente solo in misura minore ed, in particolare, per gli aspetti formativi (basta assistere alle questioni che stanno sorgendo tra RFU e d i campioni di 1 divisione in quanto i regolamenti inglesi prevedono addirittura l'ammissine alla Premiership solo se in possesso di uno stadio, sarebbe mai possibile in Italia?).
Insomma, non ci sono particolari problemi economici, invece dove c'è ne sono stati ne sono usciti con questa soluzione e, mi sembra, egregiamente (Scozia forse meno, ma chissà cosa sarebbe successo senza questa evoluzione).
L'Argentina ha un'altra storia, fatta di aggregazione cooperativistica che, se fatta con intelligenza e senza abusi, può risultare efficace come forma di autosostentamento economico, ma, permettimi, non appartiene un po' ad un mondo passato?
In Italia, poi, non ha mai funzionato neanche all'inizio dell'evoluzione calcistica e, non mi sembra, neanche negli altri sport abbia mai preso molto piede.
La Franchigia in Italia è una pozione magica a cui credono coloro che vogliono unire le forze, ma vogliono rimanere padroni del proporio orticello.
Il problema è che abbiamo troppi piccoli club che piuttosto di ammettere che non sono in grado di giocare ad un livello decente e fondersi , si inventano uan franchigia ad ogni stagione, salvo litigare su chi comanda con i soldi degli altri.

L'Argentina , è vero ha forme di autosostentamento (che in Italia non vogliamo provare ubriachati dall'assisentzialismo becero e peloso dei nostri politici)
Va anche detto che il calcio Italiano iniziò a crescere quando dal "compromesso colombo" del 1922 , ci si rese conto della frammentazione deleteria.
Li si andò avanti a colpi di fusioni forzate che diedero origine a moldi Grandi club di oggi (Roma, Napoli, ma anche Internazionale, malgrado la question del nome e Sampdoria in una alatra forma che venen ripudiata pewr meri motivi politici nel 1945, salvo poi tornare indeitro nel 1946)...

calep61 ha scritto:
Poi, in Italia, il problema a me sembra un'altro: a discapito di quanto si dica il rugby è molto ben radicato e distribuito sul territorio, molto più di quanto il movimento sia in grado di autosostenersi. In altre parole, avere tanti club sparpagliati sul territorio con un numero di affiliati numericamente contenuto, non permette di autofinanziarsi adegutamente e non attira sponsorship, non avendo un conseguente impatto mediatico adeguato. Quindi, non rimane, per la soppravivenza che chiedere l'elemosina al Comune diturno, piuttosto che alla Federazione aditata come colei che sperpera i soldi invece che finanziare i club. In questo modo non diventa difficile e molto lungo evolvere in qualità?
Hai centrato il poroblema che vale anche per altri sport . Ma l'unica strada è la fusione dei club. Vedi il calcio: nel torinese ci sono state decine e decine di fusioni dalla serie D in giù. Hanno capito che la salumeria del paesello non è un mezzo di sostentamento e l'imprediotre sponsor (anche solo per mettere uno striscione) vuole un mercato largo.

L'accorpamento, anche solo per le squadre giovanili, è una cazzata pazxzesca: oggi la fai, domani la disdici, poi la rifai,.. come si fa a crescere in questa precarietà ?
Tornando in Argentina, ti segnalo la Union più importante, la UAR, ha circa 40 club, molti meno del CIV.

calep61
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Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da calep61 » 1 giu 2012, 9:53

Laporte ha scritto:Hai centrato il poroblema che vale anche per altri sport . Ma l'unica strada è la fusione dei club. Vedi il calcio: nel torinese ci sono state decine e decine di fusioni dalla serie D in giù. Hanno capito che la salumeria del paesello non è un mezzo di sostentamento e l'imprediotre sponsor (anche solo per mettere uno striscione) vuole un mercato largo.

L'accorpamento, anche solo per le squadre giovanili, è una cazzata pazxzesca: oggi la fai, domani la disdici, poi la rifai,.. come si fa a crescere in questa precarietà ?
Tornando in Argentina, ti segnalo la Union più importante, la UAR, ha circa 40 club, molti meno del CIV.
Bene, se ho capito tu fai una distinzione tra fusione ed accorpamento e consideri la soluzione franchigie una sorta di accorpamento, mente tu propendi, come possibile soluzione, per fusioni dei diversi club.
Intanto condividiamo il problema e, sostanzialmente, in quale direzione cercare di muoversi per una possibile soluzione; semplificare il sistema territoriale ottimizzando il numero di club con loro conseguente crescita individuale in termini di affiliati e, verosimilmente, migliorare i presupposti per un'evoluzione anche quantitativa (se tre club con 100 affiliati si fondano in un solo club, quest'ultimo diventa un club da 300 affiliati e se l'accorpamento riguarda anche le strutture, passerà da 3 club con 1 campo da gioco a testa ad 1 club con 3 campi da gioco da gestire in funzione di impegni oppportunità e rappresentatività, se sono vicini, come non poche volte accade, si potrebbe realizzare una cittadella del rugby!). Non c'è dubbio che la fusione, come strumento, sia il più efficace, ma presuppone, a mio modo di vedere, una maturità e disponibilità che, forse, il movimento rugbystico nazionale non dimostra ancora di avere, poi, tali azioni non si potrebbero che realizzare per moto proprio, nel senso che nessuna federazione potrebbe mai imporre tali evoluzioni, forse poterebbe introdurre qualche incentivo economico, ma nulla di più.
La franchigia, invece, consentirebbe di evitare l'avvio di difficili operazioni societarie invasive anche sotto il profilo giuridico permettendo, comunque, una prima semplificazione e, anche, ottimizzazioni, nonchè utili sinergie che anche una Federazione potrebbe cercare di promuovere concretamente.
Non so, il tema è decisamente complicato, però credo ci siano tutti gli ingredienti per approfondirlo :D
È proprio vero che la maggior parte dei mali che capitano all'uomo sono cagionati dall'uomo.
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