Italia Scozia Tour 2017
Moderatore: Emy77
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JosephK.
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Re: Italia Scozia Tour 2017
Strano vedere Vs fuori, ma Budd aveva finito bene la stagione, così come il buon Robertone Barbierone. Credo che il criterio fitness sia sempre nella testa del nostro Corradone Oscìa.
Partita durissima ma un santone ha detto "si vince di 1" e io ci credo.
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"Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa accada. E' raro vincere in questi casi, ma qualche volta succede" (Il Buio oltre la siepe).
Metti una sera con gli amici del bar e capisci quanto è importante... la cultura del rugby.
Entrare al bar per condividere, non per dividere (Il sommo Beppone).
Nex time... Good Game... Nice try... Seh seh avemo capito...
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oldprussians
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Re: Italia Scozia Tour 2017
Onestamente se solo riesce ha fare ste tre cose bene e con costanza senza fare magie sarei super feliceIlgorgo ha scritto:A me continua a stupire Bigi. Mi è sempre sembrato un bravo ma normale giocatore, nemmeno molto possente; mi sono stupito quando a Reggio riusciva a contendere il posto da titolare a Scalvi, poi mi sono stupito quando è andato a Viadana, poi mi sono stupito quando è andato a Padova, poi mi sono stupito quando lo hanno preso a Treviso, poi mi sono stupito quando è stato convocato per lo stage azzurro, poi mi sono stupito quando è stato inserito nel gruppo per il tour e ora la nuova sorpresa: titolare da esordiente! Se continua così lo vedremo ben presto nei Barbarians...
Mi fa molto piacere per lui, eh, è un bravo ragazzo e sospetto che O'Shea sia stato convinto proprio (anche) dalla sua dedizione, però appunto non gli avrei predetto una così folgorante ascesa
1 Lanci dritti precisi
2 Tallonaggi
3 Placcaggi completati
Fare le basi bene senza essere speciale.
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jentu
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Re: Italia Scozia Tour 2017
Questa volta oltre al fitness anche i Kg del pacchettoJosephK. ha scritto:Strano vedere Vs fuori, ma Budd aveva finito bene la stagione, così come il buon Robertone Barbierone. Credo che il criterio fitness sia sempre nella testa del nostro Corradone Oscìa.
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Parlare e scrivere sono due attività umane differenti
I fatti degli altri sono solo opinioni, le mie opinioni sono fatti (cit. omen nomen)
Non discutere mai con un idiota: ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza (cit. Incertae sedis)
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Garryowen
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Re: Italia Scozia Tour 2017
O'Shea ha modificato leggermente l'atteggiamento, nei suoi commenti:
O’SHEA: “STIAMO COSTRUENDO IL FUTURO, MA SIAMO CONCENTRATI SUL PRESENTE”
Singapore – “Abbiamo passato una grande settimana, spendendo i primi giorni ad acclimatarci ed a prendere confidenza con il caldo e l’umidità, ma anche le condizioni meteo fanno parte della sfida”.
Conor O’Shea, a quarantotto ore dal debutto dell’Italrugby nel tour estivo, incontra la stampa locale a margine dell’annuncio della formazione che sabato sfida la Scozia a Singapore: “La città è affascinante, siamo emozionati all’idea di portare per la prima volta un test-matc Tier 1 in questa parte del mondo e sicuramente è un momento che tutti noi ricordereremo” ha dichiarato O’Shea.
“Per la gara di sabato mi aspetto, da parte nostra, una maggiore capacità di concretizzare, cogliere le opportunità rispetto al 6 Nazioni: il 29-0 di Murrayfield non rispecchia il divario tra le nostre due squadre, ma dobbiamo eseguire meglio il nostro rugby. Abbiamo scelto una squadra giovane, con alcune individualità di spicco come Campagnaro e Sarto che rientra dall’infortunio, o come Simone Ferrari in mischia. Ci sono molte cose da vedere in campo che aspettiamo con ansia” ha detto il CT azzurro.
“Vogliamo rendere orgogliosa la comunità italiana che ci ha accolto qui a Singapore e tutto il movimento, chi guarderà da casa: c’è sicuramente una differenza tra noi e la Scozia, ma non è così marcato e, nel nostro processo di crescita, imparare a gestire più efficacemente il nostro approccio mentale è rilevante” ha spiegato O’Shea.
“Siamo una bella squadra di rugby, stiamo lavorando per costruire il nostro futuro e stiamo apportando i cambiamenti necessari, ma sappiamo di essere giudicati per quello che facciamo sul campo, non per quello che lasceremo tra dieci anni. Ma, già oggi, siamo e possiamo essere molto più competitivi di quanto molti credano”.
O’SHEA: “STIAMO COSTRUENDO IL FUTURO, MA SIAMO CONCENTRATI SUL PRESENTE”
Singapore – “Abbiamo passato una grande settimana, spendendo i primi giorni ad acclimatarci ed a prendere confidenza con il caldo e l’umidità, ma anche le condizioni meteo fanno parte della sfida”.
Conor O’Shea, a quarantotto ore dal debutto dell’Italrugby nel tour estivo, incontra la stampa locale a margine dell’annuncio della formazione che sabato sfida la Scozia a Singapore: “La città è affascinante, siamo emozionati all’idea di portare per la prima volta un test-matc Tier 1 in questa parte del mondo e sicuramente è un momento che tutti noi ricordereremo” ha dichiarato O’Shea.
“Per la gara di sabato mi aspetto, da parte nostra, una maggiore capacità di concretizzare, cogliere le opportunità rispetto al 6 Nazioni: il 29-0 di Murrayfield non rispecchia il divario tra le nostre due squadre, ma dobbiamo eseguire meglio il nostro rugby. Abbiamo scelto una squadra giovane, con alcune individualità di spicco come Campagnaro e Sarto che rientra dall’infortunio, o come Simone Ferrari in mischia. Ci sono molte cose da vedere in campo che aspettiamo con ansia” ha detto il CT azzurro.
“Vogliamo rendere orgogliosa la comunità italiana che ci ha accolto qui a Singapore e tutto il movimento, chi guarderà da casa: c’è sicuramente una differenza tra noi e la Scozia, ma non è così marcato e, nel nostro processo di crescita, imparare a gestire più efficacemente il nostro approccio mentale è rilevante” ha spiegato O’Shea.
“Siamo una bella squadra di rugby, stiamo lavorando per costruire il nostro futuro e stiamo apportando i cambiamenti necessari, ma sappiamo di essere giudicati per quello che facciamo sul campo, non per quello che lasceremo tra dieci anni. Ma, già oggi, siamo e possiamo essere molto più competitivi di quanto molti credano”.
"C'è solo una cosa al mondo meglio del rugby. Parlare di rugby"
(parafrasi da G.G. Marquez)
http://www.walesonline.co.uk/sport/rugby/rugby-news/how-much-funding-welsh-rugby-12405682 A imperitura memoria
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Re: Italia Scozia Tour 2017
Quest'anno ho visto un paio di partite della Celtic, e in una ha giocato Bigi.Ilgorgo ha scritto:A me continua a stupire Bigi.
Devo dire che a me era piaciuto per quello che faceva in campo. Buon workload, nessun errore tecnico o tattico: insomma, una notevole solidità. Almeno in quella partita, mi sembrò molto più affidabile e concreto di Gega.
- jpr williams
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Re: Italia Scozia Tour 2017
Garryowen ha scritto:O’SHEA: “STIAMO COSTRUENDO IL FUTURO, MA SIAMO CONCENTRATI SUL PRESENTE”
Stia attento perchè questa gliela rubano per le prossime elezioni
Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)
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JosephK.
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Re: Italia Scozia Tour 2017
jpr williams ha scritto:Garryowen ha scritto:O’SHEA: “STIAMO COSTRUENDO IL FUTURO, MA SIAMO CONCENTRATI SUL PRESENTE”
Stia attento perchè questa gliela rubano per le prossime elezioni
Jpr hai notato una cosa? Tiene Canna in panca, così entra fresco e mette il drop della vittoria prima del loro calcio sbagliato. Come "qualcuno" aveva già ampiamente previsto.
"Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa accada. E' raro vincere in questi casi, ma qualche volta succede" (Il Buio oltre la siepe).
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- jpr williams
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Re: Italia Scozia Tour 2017
Amico mio, tu quoque, togli quella maiuscola!JosephK. ha scritto:
Jpr hai notato una cosa? Tiene Canna in panca, così entra fresco e mette il drop della vittoria prima del loro calcio sbagliato. Come "qualcuno" aveva già ampiamente previsto.
Quanto alla mossa tattica di O'Sé, beh, sarebbe fantastico restituirgli il regalino di Weir
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Garryowen
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Re: Italia Scozia Tour 2017
Sappiamo che COS ha piani a medio-lunga scadenza, però ha capito che qualche contentino ci vuole anche ADESSO.
Resto convinto che questa formazione sia un po' un'incognita e non mi convince.
Se vincessimo contro la Scozia con questa formazione rafforzerò ulteriormente il mio IN COS I TRUST
Resto convinto che questa formazione sia un po' un'incognita e non mi convince.
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Ilgorgo
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Re: Italia Scozia Tour 2017
Anche a me affidabilità e "tranquillo" svolgimento del proprio lavoro sembrano le sue qualità migliori, anche se non avendo accesso a Eurosport non l'ho quasi mai visto giocare quest'anno. Spero molto che possa fare una buona partita domani.PiVi1962 ha scritto:Quest'anno ho visto un paio di partite della Celtic, e in una ha giocato Bigi.Ilgorgo ha scritto:A me continua a stupire Bigi.
Devo dire che a me era piaciuto per quello che faceva in campo. Buon workload, nessun errore tecnico o tattico: insomma, una notevole solidità. Almeno in quella partita, mi sembrò molto più affidabile e concreto di Gega.
Dovrebbe essere il quinto giocatore di Reggio Emilia a giocare in nazionale maggiore dopo un giocatore negli anni '40 (mi pare), un certo Loris Salsi che giocò molti test match negli anni '70 e che risulta nato a Montecchio (Re) ma che non so se sia proprio reggiano, poi Cristian Bezzi e l'anno scorso David Odiete
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Garryowen
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Re: Italia Scozia Tour 2017
Non sapevo che Salsi fosse di Montecchio e non so se si possa considerare reggiano, io pensavo fosse genovese.
Sei perdonato, quindi, per aver scritto "...un certo Loris Salsi".
Se lo avesse scritto un bresciano, di città e provincia, però, gli avrei tolto il saluto.
Caspita, la storia è importante e Salsi una certa impronta nel nostro sport l'ha lasciata (a suo tempo una certa impronta, con un placcaggio da manuale, la lasciò anche sul sottoscritto...
).
Consiglio a tutti di leggere, ogni tanto, i thread "storici" in cui scriveva il grande, direi quasi leggendario GRUN. Dov'è finito? Che razza di memoria aveva? Un grandissimo che dovrebbe suggerire qualcosa a quelli che pensano che il rugby sia nato con il professionismo.
Ecco come l'ottimo GRUN (che non ho mai avuto il piacere di conoscere) presentava Salsi nel thread "La nazionale dei tempi":
Di Loris Salsi avevo già parlato nel thread Roy Bish, ma volentieri esaudisco il desiderio di Bragopiteco. Salsi è stato uno dei flanker più forti del rugby italiano deglia anni settanta. Si mise in evidenza nel Cus Genova che nel campionato 1970/71, dopo cinque anni di serie B, si dimostrò matricola terribile. Durante l'estate del 1970 la squadra genovese si era rinforzata tantissimo, potendo contare di nuovo su l'apporto di Marco Bollesan, che nel 1965 era andato alla Partenope Napoli, dove vinse uno scudetto, su l'arrivo di alcuni giocatori non genovesi di spessore, quali "Cubo" Abbiati, leggendario numero tre e Luciano Modenesi, estremo bresciano di grande esperienza e propensione al placcaggio, e sulla crescita di un gruppo di ragazzoni svezzati nel vivaio del Cus, quali, oltre Salsi, Caluzzi, Puppo, Conforto ed altri. Nel 1970/71 i genovesi arrivarono secondi a sette punti dal Petrarca allenato da Memo Geremia e anche nei due campionati successivi si paizzarono subito dietro i patavini (nel 1973 per un punto...). Era una squadra che giocava un rugby d'attacco, piacevole e spumeggiante, almeno per ed in quel contesto (ricordiamo sempre che furono gli anni forse più tristarelli e tecnicamente cupi per la nostra nazionale), ma sempre penalizzata dall'assenza di un calciatore affidabile, capace di concretizzare il volume di gioco espresso dagli altri. Dopo un campionato interlocutorio, la squadra nel 1974 in pratica si smembrò: i più forti andarono a Torino (Puppo e Franzone), a Milano (Vezzani, un centro molto forte in difesa e molto apprezzato da Roy Bish per la nazionale, dove giocò 10 partite) e soprattutto a Brescia, dove, tra gli altri, arrivò anche Salsi, che al termine del campionato 1974/75 si cucì il tricolore sul petto. In nazionale totalizzò 28 caps, moltissimi per quegli anni, esordendo il 21 febbraio 1971 contro il Marocco a Napoli (umiliante sconfitta per 6-8, tanto per dare un'idea in che condizioni versavamo), in una partita valida per la Coppa Europa, alla quale potevano partecipare Marocco e Tunisia. L'ultima partita in maglia azzurra nel 1978 contro la Francia a L'Aquila (9-31). La partite che ricorda forse con maggior piacere sono il 3-3 contro la forte Romania a Bucarest del 27 aprile 1975 ed il 21-59 contro l'Australia del 21 novembre 1973 a L'Aquila, quando segnò l'unica meta della sua carriera in nazionale. Era un combattente che poteva giocare blindside o openside flanker, apprezzato perché usciva dal campo sempre e comunque con la maglia molto sudata... Un Aaron Persico ante litteram (un pò più cattivello però...).
Sei perdonato, quindi, per aver scritto "...un certo Loris Salsi".
Se lo avesse scritto un bresciano, di città e provincia, però, gli avrei tolto il saluto.
Caspita, la storia è importante e Salsi una certa impronta nel nostro sport l'ha lasciata (a suo tempo una certa impronta, con un placcaggio da manuale, la lasciò anche sul sottoscritto...
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Di Loris Salsi avevo già parlato nel thread Roy Bish, ma volentieri esaudisco il desiderio di Bragopiteco. Salsi è stato uno dei flanker più forti del rugby italiano deglia anni settanta. Si mise in evidenza nel Cus Genova che nel campionato 1970/71, dopo cinque anni di serie B, si dimostrò matricola terribile. Durante l'estate del 1970 la squadra genovese si era rinforzata tantissimo, potendo contare di nuovo su l'apporto di Marco Bollesan, che nel 1965 era andato alla Partenope Napoli, dove vinse uno scudetto, su l'arrivo di alcuni giocatori non genovesi di spessore, quali "Cubo" Abbiati, leggendario numero tre e Luciano Modenesi, estremo bresciano di grande esperienza e propensione al placcaggio, e sulla crescita di un gruppo di ragazzoni svezzati nel vivaio del Cus, quali, oltre Salsi, Caluzzi, Puppo, Conforto ed altri. Nel 1970/71 i genovesi arrivarono secondi a sette punti dal Petrarca allenato da Memo Geremia e anche nei due campionati successivi si paizzarono subito dietro i patavini (nel 1973 per un punto...). Era una squadra che giocava un rugby d'attacco, piacevole e spumeggiante, almeno per ed in quel contesto (ricordiamo sempre che furono gli anni forse più tristarelli e tecnicamente cupi per la nostra nazionale), ma sempre penalizzata dall'assenza di un calciatore affidabile, capace di concretizzare il volume di gioco espresso dagli altri. Dopo un campionato interlocutorio, la squadra nel 1974 in pratica si smembrò: i più forti andarono a Torino (Puppo e Franzone), a Milano (Vezzani, un centro molto forte in difesa e molto apprezzato da Roy Bish per la nazionale, dove giocò 10 partite) e soprattutto a Brescia, dove, tra gli altri, arrivò anche Salsi, che al termine del campionato 1974/75 si cucì il tricolore sul petto. In nazionale totalizzò 28 caps, moltissimi per quegli anni, esordendo il 21 febbraio 1971 contro il Marocco a Napoli (umiliante sconfitta per 6-8, tanto per dare un'idea in che condizioni versavamo), in una partita valida per la Coppa Europa, alla quale potevano partecipare Marocco e Tunisia. L'ultima partita in maglia azzurra nel 1978 contro la Francia a L'Aquila (9-31). La partite che ricorda forse con maggior piacere sono il 3-3 contro la forte Romania a Bucarest del 27 aprile 1975 ed il 21-59 contro l'Australia del 21 novembre 1973 a L'Aquila, quando segnò l'unica meta della sua carriera in nazionale. Era un combattente che poteva giocare blindside o openside flanker, apprezzato perché usciva dal campo sempre e comunque con la maglia molto sudata... Un Aaron Persico ante litteram (un pò più cattivello però...).
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Re: Italia Scozia Tour 2017
Planet Rugby ci da perdenti di 15.
Bene, me sarei preoccupato del contrario, tutte le volte che è successo ci è andata male.
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metabolik
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Re: Italia Scozia Tour 2017
Classe 1950, nazionale giovanile, flanker dello spumeggiante CUS Genova e poi della Nazionale maggiore, anch'io ero convintissimo che Loris Salsi fosse genovese (c'è un Salsi che gioca nel Recco); se ricordo bene, mi sembra che praticasse anche il getto del peso.
Tornando al Tour e alle previsioni, dopo la triplice gufata di JK possiamo star tranquilli.
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Ilgorgo
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Re: Italia Scozia Tour 2017
La sfida tra Scozia e Italia fa venire in mente l'eterno duello tra Paperone e Amelia. Paperone è originario della Scozia, Amelia dell'Italia.
Forse lo sapete già ma visto che mi piace fare il saputo ricordo che entrambi sono ispirati da personaggi dell'arte, arte in senso lato: Paperone dall'Ebenezer Scrooge di Dickens, Amelia (credo) da Sophia Loren. E mi sembra che entrambi siano stati creati da Carlo Barks, forse il più bravo disegnatore disney di tutti i tempi

Forse lo sapete già ma visto che mi piace fare il saputo ricordo che entrambi sono ispirati da personaggi dell'arte, arte in senso lato: Paperone dall'Ebenezer Scrooge di Dickens, Amelia (credo) da Sophia Loren. E mi sembra che entrambi siano stati creati da Carlo Barks, forse il più bravo disegnatore disney di tutti i tempi

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Ilgorgo
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Re: Italia Scozia Tour 2017
Thank youGarryowen ha scritto:Non sapevo che Salsi fosse di Montecchio e non so se si possa considerare reggiano, io pensavo fosse genovese.
Sei perdonato, quindi, per aver scritto "...un certo Loris Salsi".
Se lo avesse scritto un bresciano, di città e provincia, però, gli avrei tolto il saluto.
Caspita, la storia è importante e Salsi una certa impronta nel nostro sport l'ha lasciata (a suo tempo una certa impronta, con un placcaggio da manuale, la lasciò anche sul sottoscritto...).
Consiglio a tutti di leggere, ogni tanto, i thread "storici" in cui scriveva il grande, direi quasi leggendario GRUN. Dov'è finito? Che razza di memoria aveva? Un grandissimo che dovrebbe suggerire qualcosa a quelli che pensano che il rugby sia nato con il professionismo.
Ecco come l'ottimo GRUN (che non ho mai avuto il piacere di conoscere) presentava Salsi nel thread "La nazionale dei tempi":
Di Loris Salsi avevo già parlato nel thread Roy Bish, ma volentieri esaudisco il desiderio di Bragopiteco. Salsi è stato uno dei flanker più forti del rugby italiano deglia anni settanta. Si mise in evidenza nel Cus Genova che nel campionato 1970/71, dopo cinque anni di serie B, si dimostrò matricola terribile. Durante l'estate del 1970 la squadra genovese si era rinforzata tantissimo, potendo contare di nuovo su l'apporto di Marco Bollesan, che nel 1965 era andato alla Partenope Napoli, dove vinse uno scudetto, su l'arrivo di alcuni giocatori non genovesi di spessore, quali "Cubo" Abbiati, leggendario numero tre e Luciano Modenesi, estremo bresciano di grande esperienza e propensione al placcaggio, e sulla crescita di un gruppo di ragazzoni svezzati nel vivaio del Cus, quali, oltre Salsi, Caluzzi, Puppo, Conforto ed altri. Nel 1970/71 i genovesi arrivarono secondi a sette punti dal Petrarca allenato da Memo Geremia e anche nei due campionati successivi si paizzarono subito dietro i patavini (nel 1973 per un punto...). Era una squadra che giocava un rugby d'attacco, piacevole e spumeggiante, almeno per ed in quel contesto (ricordiamo sempre che furono gli anni forse più tristarelli e tecnicamente cupi per la nostra nazionale), ma sempre penalizzata dall'assenza di un calciatore affidabile, capace di concretizzare il volume di gioco espresso dagli altri. Dopo un campionato interlocutorio, la squadra nel 1974 in pratica si smembrò: i più forti andarono a Torino (Puppo e Franzone), a Milano (Vezzani, un centro molto forte in difesa e molto apprezzato da Roy Bish per la nazionale, dove giocò 10 partite) e soprattutto a Brescia, dove, tra gli altri, arrivò anche Salsi, che al termine del campionato 1974/75 si cucì il tricolore sul petto. In nazionale totalizzò 28 caps, moltissimi per quegli anni, esordendo il 21 febbraio 1971 contro il Marocco a Napoli (umiliante sconfitta per 6-8, tanto per dare un'idea in che condizioni versavamo), in una partita valida per la Coppa Europa, alla quale potevano partecipare Marocco e Tunisia. L'ultima partita in maglia azzurra nel 1978 contro la Francia a L'Aquila (9-31). La partite che ricorda forse con maggior piacere sono il 3-3 contro la forte Romania a Bucarest del 27 aprile 1975 ed il 21-59 contro l'Australia del 21 novembre 1973 a L'Aquila, quando segnò l'unica meta della sua carriera in nazionale. Era un combattente che poteva giocare blindside o openside flanker, apprezzato perché usciva dal campo sempre e comunque con la maglia molto sudata... Un Aaron Persico ante litteram (un pò più cattivello però...).