no, manteniamo un approccio critico di fronte a tutti i dati e cerchiamo di capire quanto siano credibili, che vengano dalla Cina, dall'Italia o dalla Georgiajpr williams ha scritto: ↑20 apr 2020, 14:00Poi però non lamentiamoci dei dati dei cinesi...pilonepoltrone ha scritto: ↑20 apr 2020, 13:08so di averlo già detto, e di essere noioso come tutti i vecchi, ma i dati che abbiamo per me (almeno, quelli noti) sono assolutamente privi di significato, sopratutto quelli sugli infetti e relative percentuali. un po' più di senso statistico ce l'hanno quelli sulla mortalità e sulle terapie intensive, ma anche sula mortalità c'è da discutere. Il gorgone meritoriamente riportava più su che basandosi sui dati ISTAT la mortalità reale dovrebbe essere più alta di quella ufficiale, ma non di troppo. qui invece:
https://www.scienzainrete.it/articolo/d ... 2020-04-19
sempre a partire dai dati ISTAT si ricava una mortalità doppia rispetto alle attese (se non ho capito male i dati)
mi ripeto ancora: i nuovi infettati chi sono? dove si infettano? come si pensa di tenere sotto controllo i luoghi di lavoro, che sono a mia sensazione i veri luoghi di diffusione, oggi, del contagio (quasi la metà delle aziende italiane ufficialmente non ha mai chiuso)? quali sono i criteri oggettivi per l'allentamento del lockdown? ha senso trattare allo stesso modo Potenza e Milano?
tutte domande a cui io non riesco a vedere risposte soddisfacenti, e che mi fanno sentire sempre più frustrato e trattato da suddito
perfettamente d'accordo.jpr williams ha scritto: ↑20 apr 2020, 14:00Quanto al trattare allo stesso modo Potenza e Milano potrei in linea di principio essere d'accordo se non fosse che il virus non rispetta confini regionali o nazionali. Penso che se si debbono fare riaperture parziali a zone ciò debba essere governato con frusta e cacciavite di precisione dall'autorità centrale e non su iniziativa dei singoli capataz territoriali. Il Veneto riapre? Ok, quindi un veneto perfettamente sano se ne viene nella mia provincia piena zeppa di infetti e riporta il virus in Veneto. Bel risultato. O viceversa un Veneto infetto asintomatico se ne va a vendere il Prosecco in costiera napoletana e diffonde il contagio. Insomma, temo molto il disordine arlecchino delle regioni e l'incertezza sui dati rende il tutto più difficile e pericoloso.
preciso che non sono per una riapertura anarchica, ma per un allentamento che preveda controlli seri ovunque, non solo la caccia alle streghe nei confronti dei runner. per programmare una campagna di controlli seria servono però dati affidabili, ed ecco che si torna da capo...