Osservatorio italiani all'estero

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

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Garry
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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da Garry » 27 apr 2021, 17:45

supermax ha scritto:
27 apr 2021, 17:37
OK mi sono spiegato male. Anzi, ho proprio detto una minkiata. Non intendevo accusare gli stranieri di poco impegno, anzi nei commenti dopo il 6N ho scritto subito che Padovani e Bellini non li avrei convocati per i test di giugno per scarso impegno a risultato acquisito per gli avversari, contrariamente a Ioane, che ha dato tutto. Resta il fatto che la nazionale non ha un'anima...
È quello che stanno faticosamente cercando di creare. Ci sono tanti giovani, non ricordo quale squadra avversaria aveva i primi cinque uomini che avevano più cap di tutta la nostra nazionale. È stato un cambiamento radicale, ma quasi obbligato, a me sembra che sia comprensibile una certa difficoltà. A me preoccupa di più la mancanza di organizzazione difensiva, e questo non dipende dallo spirito di squadra.

Certo, a Steyn o a Meyer non verranno le lacrime agli occhi ascoltando il nostro inno, ma guarda, per esempio le parole che ha detto CJ Stander quando sia ritirato dal rugby internazionale

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Luqa-bis
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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da Luqa-bis » 29 apr 2021, 6:16

Perdonate, ma per quale motivo in nazionale non dovrebbe esserci impegno e nel club sì? Per il solo mero motivo economico?
Allora aveva ragione l'ex presidente ai tempi del "portaci rispetto"?
E se invece nel club c'è anche motivo di attaccamento alla maglia perché non ci può essere nella nazionale?
Perché gli appassionati di rugby che sostengono la nazionale sono più di quelli che sostengono ogni club (io non credo che una domenica sui campoi da rugby ci siano mai stati assieme quei 40.000 che ci sono stati a volte all'Olimpico.
E perché nel rugby ogni scarrafone e figlio della tribuna e in nazionale uno scarrafone selezionato no?

Io non sono nemmeno del tutto convinto che la radice della Nazionale sia "essere lo specchio /la galleria espositiva dei migliori prodotti del sistema formativo" - Quello lo vedrei più per le giovanili, eppure per le giovanili chiamare chi si sta formando (nei fatti) all'estero non pare un problema.

Nazionale sta per "di quella Nazione" e in quel "di" non è certo che ci sia scritto "formato in /formato da" ma di base "che si sente ed è considerato di".

Il problema sta lì.
Che si sente, fa sì che gente come Allan, Vareny e Capuozzo si sente di appartenere all'Italia (Anche all'Italia). Come nel caso di Capuozzo "tifa" Italia.
Altri come Odogwu, ma anche come un certo Dallaglio, un certo Contepomi han fatto scelte diverse.
Che sia percepito, ritenuto "di" diventa un problema, perché ci portiamo dietro nostri pregiudizi e condizionamenti.

Da chi predilige il diritto di sangue, a quello che vuole solo chi è nato qui, a quello (vabbeh, censura).
Ma se la Nazionale rappresenta gli Italiani, tutti quelli che possono essere Italiani , dovrebbero poter giocare in nazionale.
Considererei l'aspetto formativo solo nel caso serva per INCLUDERE chi magari per complessa legislazioni straniere non può rinunciare ad un passaporto.

Quindi sono più un fautore di:
Non hai la cittadinanza ma parli italiano e ti sei formato qui INCLUSIVO (ipotesi che forse è poco valida in Italia ma può esistere)
che non
Hai la cittadinanza e parli italiano ma non ti sei formato qui. ESCLUSIVO.

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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da jpr williams » 29 apr 2021, 9:56

Luqa, il problema è il punto di vista.
Io la vedo dal punto di vista della Federazione e trovo che farsi belli con il lavoro degli altri (a Roma la dicono meno soft) sia opportunismo.
Una federazione che ottiene successi grazie al lavoro fatto da altre federazioni non merita quei risultati.
Non mi focalizzo sulle motivazioni dei giocatori perchè non essendo telepatico non le posso conoscere.
Ma la faccia di tolla ad esempio di un dirigente scozzese o giapponese che si vanta dei risultati di una nazionale in cui il lavoro del suo movimento c'entra sempre meno non mi piace.
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)

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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da Garry » 29 apr 2021, 10:23

Alla faccia del "rugby sport di squadra"... :lol:

Facile ragionare a tavolino, ma impedire a un atleta italiano (o scozzese, o giapponese...) che per motivi familiari è cresciuto all'estero di giocare per il proprio Paese è contrario ad ogni logica, lede i diritti civili e sportivi delle persone.

Diverso, naturalmente, è il caso degli equiparati, quelli sì, sarebbero da abolire.

Per la logica deviata, uno di quei Giappo-zelandesi presi da loro Paese magari a 16 anni va bene, perché parte della sua formazione avviene in Giappone, invece un italiano figlio o nipote di emigrati per lavoro o per la guerra, no.

Bel "punto di vista", davvero

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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da jpr williams » 29 apr 2021, 10:25

Chiameremo Amnesty international per organizzare una fiaccolata.
Poi tutti in pizzeria (all'aperto).
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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da Garry » 29 apr 2021, 10:28

Non ce n'è bisogno, tutti gli "italians" che vogliono e sono adeguati all'impresa, possono già giocare con la nostra nazionale.

Semmai sei tu che dovresti metterti un fez e una camicia nera e incatenarti fuori dalla sede della FIR per protestare :lol:

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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da supermax » 29 apr 2021, 10:58

Anch'io ritengo che il criterio del Paese di formazione sia troppo stringente e vada armonizzato con altri. Al centro di tutto è il giocatore e non la Federazione X. E' il giocatore che fa il lavoro che lo porta ad eccellere, le Federazioni sono l'ambiente umano e sportivo in cui ciò avviene. In nazionale non si rappresenta una Federazione ma il proprio Paese (come ha ricordato Matera all'arbitro durante la vittoria con gli AB 8-) ). Quindi il Paese di formazione non mi pare una discriminante sufficiente. Detto questo, l'eccesso di equiparazioni e naturalizzazioni, anche se consentite, mi fa venire l'orticaria. Specialmente se non sai spiccicare una parola della lingua della nazionale che pretendi di rappresentare.

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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da Garry » 29 apr 2021, 11:02

supermax ha scritto:
29 apr 2021, 10:58
Anch'io ritengo che il criterio del Paese di formazione sia troppo stringente e vada armonizzato con altri. Al centro di tutto è il giocatore e non la Federazione X. E' il giocatore che fa il lavoro che lo porta ad eccellere, le Federazioni sono l'ambiente umano e sportivo in cui ciò avviene. In nazionale non si rappresenta una Federazione ma il proprio Paese (come ha ricordato Matera all'arbitro durante la vittoria con gli AB 8-) ). Quindi il Paese di formazione non mi pare una discriminante sufficiente. Detto questo, l'eccesso di equiparazioni e naturalizzazioni, anche se consentite, mi fa venire l'orticaria. Specialmente se non sai spiccicare una parola della lingua della nazionale che pretendi di rappresentare.
Esattamente.
A cazzeggiare così, al bar, a volte ci si dimentica delle persone, degli individui

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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da Garry » 29 apr 2021, 11:10

Attenzione che ci siamo nuovamente spinti molto avanti, da un momento all'altro arriverà qualcuno a citare ancora Odogwu :rotfl:

Allora mi sento di poter lanciare sul forum la "Legge di Garry" (un adattamento della Legge di Godwin):

"Se una discussione su rugby.it (a prescindere dall'argomento o dallo scopo) va abbastanza avanti, prima o poi qualcuno citerà Odogwu"
Legge che si può sintetizzare con l'espressione "Reductio ad Odogwum"

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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da giodeb » 29 apr 2021, 11:26

supermax ha scritto:
29 apr 2021, 10:58
Specialmente se non sai spiccicare una parola della lingua della nazionale che pretendi di rappresentare.
Purtroppo questo credo succeda solo a noi, e manco con gli equiparati (che dopo qualche anno in Italia la lingua la dovrebbero parlare) ma con gli Italians...

Il Giappone aveva (non so se ancora) una regola interna per cui un equiparato deve saper parlare il giapponese (che è un impegno mica da poco), mentre le altre nazioni sono anglofone ed equiparano cittadini di altri paesi anglofoni...

Forse in Spagna hanno qualche francese che non parla spagnolo o i russi.

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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da Luqa-bis » 29 apr 2021, 11:28

@ Garry

Quella sul fez e la camicia nera te la potevi benissimo risparmiare, anche perché il mai rimpianto con i suoi sgherri non permise mai che la formazione fosse paritaria tra sudditi dell'impero.


@ jpr williams

Ripeto capisco il punto di vista, lo scouting sistematico è l'ammissione della propria debolezza (un tirolesoso direbbe che è come quello che cerca il ganzo per la moglie nei siti per scambisti).
Ma la regola deve tener conto del bimbo che butti via assieme all'acqua sporca.
Che il nostro sistema ancora non marcia come dovrebbe sul piano formativo ce lo ricordano:

1. i numeri assoluti
2. la distribuzione territoriale
3. il numero di squadre giovanili e femminili
4. le prestazioni
5. le note della stampa estera sul " - born"

Ecco , la regola sull'italiano già sarebbe una piccola importante nota vincolante.

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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da Garry » 29 apr 2021, 11:47

Luqa-bis ha scritto:
29 apr 2021, 11:28
@ Garry

Quella sul fez e la camicia nera te la potevi benissimo risparmiare, anche perché il mai rimpianto con i suoi sgherri non permise mai che la formazione fosse paritaria tra sudditi dell'impero.
Cosa c'entrano i sudditi dell'impero.
Il Mascellone era un promotore e fautore dell'autarchia più rigorosa.

Riflettere un momento, e poi scrivere.

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SilverShadow
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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da SilverShadow » 29 apr 2021, 12:11

giodeb ha scritto:
29 apr 2021, 11:26
supermax ha scritto:
29 apr 2021, 10:58
Specialmente se non sai spiccicare una parola della lingua della nazionale che pretendi di rappresentare.
Purtroppo questo credo succeda solo a noi, e manco con gli equiparati (che dopo qualche anno in Italia la lingua la dovrebbero parlare) ma con gli Italians...
facendo qualche nome di Varney sappiamo che Garbisi ci parla in inglese perché "è migliore del suo italiano". Mi ricordo poi Parisse in un'intervista strigliare Polledri perché non parlava una parola d'italiano. Ma per questi due ci può stare visto che non hanno mai vissuto in Italia, ovvio che sarebbe il caso che prendessero qualche lezione.
Mi fa un po' specie invece Negri, nelle interviste video del Benetton parla sempre in inglese: è in Italia ormai dal 2017, dovrebbe avere una certa padronanza ormai. Qualcuno sa se parla italiano?

Man of the moment
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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da Man of the moment » 29 apr 2021, 12:17

A quanto ricordo anche Bob Barbieri sbiascicava qualche parola al massimo ma non vorrei sbagliarmi

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Re: Osservatorio italiani all'estero

Messaggio da Soidog » 29 apr 2021, 12:39

Garry ha scritto:
29 apr 2021, 10:23
Alla faccia del "rugby sport di squadra"... :lol:

Facile ragionare a tavolino, ma impedire a un atleta italiano (o scozzese, o giapponese...) che per motivi familiari è cresciuto all'estero di giocare per il proprio Paese è contrario ad ogni logica, lede i diritti civili e sportivi delle persone.

Diverso, naturalmente, è il caso degli equiparati, quelli sì, sarebbero da abolire.

Per la logica deviata, uno di quei Giappo-zelandesi presi da loro Paese magari a 16 anni va bene, perché parte della sua formazione avviene in Giappone, invece un italiano figlio o nipote di emigrati per lavoro o per la guerra, no.

Bel "punto di vista", davvero
Straquoto.
A me dove si sia formato un giocatore interessa meno di zero. Se ha i requisiti per rappresentare l'Italia e lo merita sul piano tecnico, per me è sufficiente.
Non è che perché adesso vengono presi in considerazione anche i ragazzi cresciuti all'estero, in Italia si stia smettendo di formare i giovani giocatori o che lo si intenda fare.
Le persone hanno il diritto di scegliere quale nazione rappresentare e, nel caso abbiano più opzioni, le loro decisioni sono sempre legittime e rispettabili.
Se si privilegia sempre e comunque il luogo di formazione, si dà carta bianca al fenomeno dell'importazione di minorenni per farne dei project players. Roba poco edificante

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